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Autore: Viola e Kuro    26/11/2013    2 recensioni
{Storia ad oc} {Ispirata alla serie tv "Pretty Little Liars"} {Iscrizioni ufficialmente chiuse}
thriller-psicologico | forse horror | romantico | AU | OOC | tematiche adolescenziali
|Scritta a quattro mani da Violaine e Halloween_❤|
Un avvenimento sconvolge un'intera cittadina.
Che è successo? Chi ci sarà dietro?
Ma soprattutto, tu sai mantenere un segreto?❤
°°°
D’altronde, la loro adolescenza era finita quando Megumi era scomparsa.
Loro sapevano.
In paese tutti ne vociferavano.
Ma loro erano diverse.
Per loro la morte aveva una lettera precisa.
-ℳ
Genere: Dark, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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{The Liars ≺≻ Mistery of


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Secret n.3.


Un uomo avvolto in un elegante e discreto abito scuro varcò la soglia dell’edificio, gli occhi mascherati da piccoli occhiali tondeggianti. L’andirivieni di studenti nel corridoio si arrestò per secondi che parvero eterni, mentre quell’uomo passava e svaniva dietro la porta della presidenza.
«Chissà chi era…» mormorò una ragazza dall’aspetto gracilino, sistemandosi un fermaglio a fragola tra i capelli violacei.
Una chioma folta e ramata, fendette l’aria mentre la proprietaria si voltava bruscamente «Boh, non ne ho idea Miyu-chan.» Chiharu alzò le spalle, dirigendosi in classe. L’altra, si affrettò a seguila, zizzagando tra la gente fino ad affiancare nuovamente l’amica e compagna di classe.
La vista di Kiku Nagase dalla parte opposta del corridoio, che chiacchierava allegramente con i gemelli Fubuki e camminava mano nella mano con Shirou, fece venire in mente a Miyu Minamino un pettegolezzo udito giusto il giorno prima.
Rifletté con attenzione se informare anche Chiharu, ma dopo un po’ parlò «Gira voce» cominciò cautamente, tenendo la voce bassa ridotta a un sussurro «che Kiku-san tradisca Shirou-san con Atsuya-san.» ghignò, anche se la mora era sua amica, l’inclinazione di Miyu a ferire la gente non faceva sconti a nessuno.
Owari fissò i suoi occhi grigio-blu in quelli color notte di Miyu, per istanti che parvero infiniti, finché la viola non distolse lo sguardo.
«Problemi loro.» disse infine Chiharu, dopo aver ripreso a camminare «È più puttana di quel che pensassi, la cara Kiku.» scostandosi un ciuffo corvino entrò in classe, un senso di fastidio le stuzzicava le viscere ma non l’avrebbe certo dato a vedere.
Non era una debole, lei.


Erano state convocate dal preside, tutte e cinque.
Dovevano parlare con l’uomo arrivato durante la mattinata, che si era presentato come Kageyama Reiji, un investigatore pronto a tutto per dare finalmente un perché alla morte di Megumi.
L’ufficio era semplice, insomma, il classico di un preside: una scrivania di legno, invasa da fogli e un piccolo bonsai all’angolo sinistro, alcune librerie colme di tomi e una teca dov’erano accuratamente riposti i premi vinti dalla scuola. I colori tenui della stanza diventavano cupi alla pallida luce di quella giornata plumbea e tetra.
Invece che rilassare donavano all’ambiente un’aria di pesantezza, che assopiva gli animi già spenti delle ragazze.
Come se non fosse stato abbastanza doloroso assistere al funerale di Megumi, vedersi crudelmente strappata anche l’ultima flebile speranza che la ragazza potesse essere ancora viva, da qualche parte… Dovevano subire tutto ciò.

Accomoda su una banale sedia da ufficio foderata di rosso scuro, una biondina si lisciava la gonna posata leggera sulle gambe accavallate.
«Allora, lei è la signorina Kaname Panji Akemi?» domandò il detective, aveva la voce bassa e profonda, leggermente inquietante.
Lei annuì, mormorando un «Sono io.» di cortesia, non le piaceva quell’uomo.
«Se posso chiedere, come mai ha due nomi?»
Panji sbatté stupita i grandi occhi cielo «Beh, mia madre da giovane viaggiava molto per lavoro, e anche se in Giappone non è usanza, ha voluto che io avessi due nomi.» spiegò, riprendendosi dalla sorpresa.
L’ispettore annuì soddisfatto «Bene, dov’era la notte in cui Hoshikubo Megumi è scomparsa?»
La bionda sospirò, quante volte aveva già raccontato cos’era accaduto?
Davvero non lo sapeva, aveva perduto il conto.

«Con tutto il rispetto, ma questa vicenda l’ho già raccontata più e più volte alla polizia!» rispose stancamente la ragazza, scrutando l’uomo con i suoi profondi occhi verdi e scuri.
L’uomo storse la bocca dal disappunto «La prego di limitarsi a rispondere alle mie domande, signorina Mizukawa Rin.»
Scosse la testa Rin, facendo ondeggiare mollemente i ricci «D’accordo. Eravamo tutte a dormire a casa di Kaname-san: io, Megumi, Hana-san, Suzuhara-san, Ukita-san e, ovviamente, la stessa Kaname.»
Kageyama scarabocchiò qualcosa su un quadernetto, la grafia poco leggibile sembrava studiata ad arte per essere indecifrabile a tutti, meno che al suo autore.
«Quando vi siete accorte che la signorina Hoshikubo non c’era più?»

Si mangiucchiava le unghie, togliendo piccoli pezzi di smalto arancione, il suo tic nervoso era presente quasi in modo convulso, in quel frangente «La mattina. Ci siamo svegliate e, puff, Megumi era svanita.» fece un lieve gesto, come la nuvoletta che si dissolve nel nulla.
«Signorina Suzuhara Yuki, si calmi per favore.» il detective porse alla ragazza un bicchier d’acqua, che bevve con avidità.
In quel momento non voleva parlare, soprattutto con quel tipo strano.

Kageyama Reiji si aggiustò gli occhiali scuri che, dall’inizio degli interrogatori, non si era degnato di togliere «Immagino abbiate cercato la signorina Hoshikubo, dopo che vi siete accorte della sua mancanza.»
La ragazza stretta sulla sedia osservata rapita i movimenti della penna, picchiettata sul quadernetto a ritmo regolare; si riscosse solo a un colpo di tosse dell’uomo «Scusi, diceva?» chiese, leggermente imbarazzata.
«Signorina Ukita Ai, le ho chiesto se avete cercato Megumi la mattina della scomparsa.»
Ai sbatté le palpebre, quasi offesa «Certo che l’abbiamo cercata! Provammo sul cellulare, prima, a casa sua poi, nei dintorni… Nel pomeriggio contattammo la polizia. Tempo di sera tutta la città fu setacciata, ma niente. Di Megumi nessuna traccia.» sospirò intristita dal ricordo di quelle ore terribili.
Era ancora tutto così vivido nella sua mente.

«Aveva dei nemici la signorina Hoshikubo?»
Mancò poco che la bionda si mettesse a ridere, in faccia a Kegayama «Se aveva nemici?» soffocò alcune risate «Tanti, troppi.»
«Si spieghi meglio, signorina Hana Rie.»
Rie rassettò il fiocco nero che spiccava nella sua bionda chioma «Beh, erano in molti a essere invidiosi di Megumi, insomma, era, in pratica, perfetta. Era amata, ammirata, bella… Il simbolo della scuola e forse la ragazza più popolare di tutta la città.» s’incupì «Però aveva una passione per i segreti e i pettegolezzi, credo sia stata a letto con tutti i ragazzi della scuola, o quasi; quindi sì: ne aveva di nemici.»
Però nessuno avrebbe mai osato farle del male. br> Soggiunse tra se Rie.

Rileggendo gli appunti presi durante gli interrogatori, Kageyama si accorse di un fatto: le ragazze avevano dato quasi le stesse risposte per ogni domanda.
Sostenevano la verità, almeno in parte.
L’uomo sorrise al pensiero della fitta rete di misteri che si celava dietro la scomparsa di una sola ragazza; perché sì, quelle cinque studentesse dichiaravano la verità, ma non tutta. Nascondevano qualcosa, ognuna di loro possedeva almeno uno scheletro nell’armadio.


Salì le scale con calma, sentendo l’aria farsi sempre più fredda con l’avvicinarsi alla porta che conduceva al terrazzo; quando fu davanti a quel rettangolo di grigio metallo rabbrividì, mentre il gelo s’insinuava nella sua divisa scolastica.
«Dovevo prendere il cappotto.» borbottò spingendo la porta, aiutandosi anche con la spalla e, finalmente, si aprì lasciando che il ragazzo fosse investito da una ventata di puro inverno.
Sfregò le mani sulle braccia tentando di scaldarsi un po’ e mise la testa fuori, i fiocchi di neve iniziarono da subito a posarsi placidi sul suo volto. Starnutì quando un piccolo fiocco si adagiò sul suo naso, solleticandolo.
Una risatina invase il terrazzo e una chioma viola fece capolino da oltre l’angolo del muro «Shirou, come mai sei qui?» chiese dirigendosi dal ragazzo, tentando di sprofondare il meno possibile nella neve e tenendosi al muro per non cadere.
Quando fu a portata di braccio, l’albino avverò la fidanzata per il polso e la tirò dentro slittando nell’azione, cadde di schiena sentendo una fitta resa più fastidiosa dal “dolce peso” di Kiku adagiata sul suo stomaco.
«Sei sparita durante la pausa, e l’ora successiva è iniziata almeno venti minuti fa.» spiegò mettendosi a sedere con la viola che scivolò tra le sue braccia «Ma sei fradicia!» esclamò tastandole i capelli zuppi di neve.
Lei replicò con una risatina «In effetti, sono caduta un paio di volte…» stesse con gli occhi fissi in quelle di Shirou per un po’, alla fine confessò «E va bene, sono scivolata nella neve sette volte.»
«Così ci credo.»
Facendogli la linguaccia, Kiku si rimise eretta slittando un po’ a causa delle suole fradice e aiutò l’altro a tirarsi in piedi; scambiarono un sorriso complice, ma quello di Shirou divenne triste quando intravide una benda pallida avvolta al polso della viola.
«Kiku…» mormorò carezzandola con dolcezza mentre lei la scuoteva piano in segno di diniego «Lascia stare. Posso dormire da voi?» domandò afferrando la mano del ragazzo e scendendo le scale.
«Certo.» replicò Shirou con un’alzata di spalle «Non c’è nemmeno da chiedere, ormai è anche casa tua.»
Non tornarono nemmeno a lezione ma –recuperate cartelle e giubbotti- passarono il resto della mattinata a giocare in mezzo alla neve, divertendosi come bambini.


L’ultima campanella era suonata da pochi minuti e tutti gli studenti si erano riversati nel piazzale antistante all’edificio scolastico.
Chiharu camminava con gli occhi fissi sulla neve sporca e calpestata, i capelli intrappolati nella grande sciarpa che le scaldava il collo «Kairi-san, hai finito di guardarlo? Finirai per andare a sbattere.» bofonchiò, nascondendo però il sorrisetto divertito nella sciarpa rossiccia che faceva risaltare il ramato dei capelli.
«Ah?» rispose colta di sorpresa la Nakamura «Io non stavo guardando nessuno!» si difese, ma ottenne come risposta solo un ironico «Certo, certo…» dalla sua amica.
Poco lontano, Nagumo rideva di gusto in compagnia dei suoi amici.


Il cielo stava scurendo rapidamente quando il detective Kageyama lasciò l’Himitsu: aveva trascorso la giornata tra interrogatori, ispezioni degli schedari e tante altre piccole cose, ma aveva concluso poco, anzi, nulla.
A quanto pareva le sorprese non erano ancora finite, difatti poggiata alla sua automobile nera se ne stava una ragazza alta avvolta in uno spesso piumino blu; teneva l’ombrello in equilibrio su una spalla mentre leggeva qualcosa che il detective identificò come un manga, di quelli per cui molti ragazzi andavano pazzi.
La ragazza dai capelli bluastri era talmente concentrata che non si accorse dell’uomo finché, questo, non disinserì l’allarme dell’auto, la studentessa si spaventò e poco mancò che il fumetto finisse nella neve.
«Che spavento mi ha fatto prendere!» alzò la voce portandosi una mano sul petto, dove il cuore galoppava ancora.
«Che cosa vuoi ragazzina?» disse seccato l’uomo scostandola dalla portiera, ma lei si parò di mezzo ostacolando il passaggio.
«Io sono Amano Hikaru, e da oggi sarò la sua assistente per il caso Hoshibuko!»
Kegayama Reiji pregò stesse scherzando perché lo sguardo della ragazza non faceva presagire nulla di buono, ma solo altri guai.











BuonSalve a tutti c:
Dopo una lunga attesa, ecco qui il nuovo capito~
Ci tengo a precisare che i capitoli fino a ora sono stati scritti per metà da me, e l'altra metà da Viola; doveva essere così anche questo, ma, alla fine, l'ho scritto tutto io quindi se non dovesse piacere colpa mia uwu
Ringrazio tutti per le recensioni, e spero apprezzerete anche questo capitolo ❤
Se dovessero esserci errori non fatevi problemi nel dirmelo, okay?
Ehm, vorrei dire che non sono in un buon periodo, ultimamente. Giovedì purtroppo ho perso mia nonna; è da ieri che per tanti piccoli motivi sono un po' arrabbiata e la scuola mi rende sempre più nervosa di giorno in giorno quindi per chiunque mi conoscesse in caso mi comporti male: non me ne vogliate, per favore c":
È tutto~
Alla prossima❤

Kuro
  
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