La mattina arrivò troppo presto, ero esausta, non avevo chiuso occhio e, anche se sarebbe stato il mio giorno libero, dovevo andare al lavoro, dal momento che Will era partito, dovevo coprire anche i suoi turni.
“Buongiorno, vedo che dalla faccia non hai dormito molto, problemi di cuore eh?” mi stuzzicò Alfred, il marito di Meryl.
“Buongiorno anche a te Alfred, vedo che Meryl ti ha già detto tutto” dissi sorridendo.
“Oh cielo, certo che si cara, in tanti anni di matrimonio non ha mai saputo tenere la bocca chiusa” mi rispose ridendo.

La giornata fu piena, e il fatto di non aver chiuso occhio la notte non mi aiutava, mi ero fermata solo per la pausa pranzo e per qualche minuto tra un ordine e un altro, le parole di Meryl occupavano la mia mente, insieme al viso di Niall.
Proprio nel momento in cui mi ero appena seduta, lui entrò, e si diresse dritto verso il solito tavolo.

Non sapevo che fare, le mani cominciarono a sudare, il cuore sembrava uscirmi dal petto e le mie emozioni sembravano non essere più sotto la mia padronanza, cercai di fare finta di nulla, ma Meryl sembrava avere una microspia dentro di me e fu vicino a me prima che io potessi alzarmi e scappare.

“Oh cara, hai visto chi c’è?”
“Si” sussurrai
“Sembra che abbia mantenuto la usa promessa”
“Già”
“E tu che farai?”
“Meryl, te l’ho già detto, non voglio uscire con lui”
“Ma perché?”
“Ci sono già passata, per favore digli che sto male e che Alfred mi ha appena portato a casa”
“Ma..”
“Per favore”
“Ok, ma prima o poi dovrai affrontarlo”

La situazione fu la stessa per giorni, come se qualcuno avesse schiacciato il tasto replay e mi stesse facendo rivivere quei momenti all’infinito, quasi per convincermi e io puntualmente andavo da lui, gli portavo le solite cose e rifiutavo alla sua domanda, ormai era diventata una cosa robotica, quasi automatica.

Una sera stavo uscendo dal locale, dirigendomi verso casa, finalmente Will era tornata, quindi avrei ripreso i miei turni normali.
“Sofia, aspetta”
Mi girai, riconoscendo ormai la voce, era la stessa che mi poneva la stessa domanda da giorni ormai, sapevo che non potevo evitarlo, non potevo usare la scusa “Sto lavorando”, non potevo nascondermi dietro Meryl o Alfred e non potevo neanche inviare qualcun altro al suo tavolo, dovevo affrontarlo per forza.
“Senti Niall...”
“No, fai parlare me” mi interruppe quasi bruscamente “Hai ragione a rispondermi di no ogni volta che ti chiedo di uscire con me, voglio dire non mi conosci nemmeno, sai solo il mio nome, non sai da dove vengo, quanti anni ho, potrei persino essere sposato e tu potresti anche non saperlo, voglio dire è assurdo!”

“Dove vuoi arrivare?”
“Voglio mostrarti chi sono, voglio che tu mi dia una possibilità, una sola, e se non sarà come immagini, beh allora sparirò dalla tua vista per sempre, te lo giuro”
“Perché insisti così tanto?”
“Perché non mi è mai capitato di trovare una ragazza così semplice, così vera, con degli occhi così brillanti e sinceri e un sorriso così bello, ma soprattutto non mi è mai capitato di trovare una ragazza che fosse in grado di darmi così tanto filo da torcere, quindi ti sto per chiedendo anzi implorando di darmi una possibilità”
Rimasi in silenzio, non ero mai stata molto impulsiva, almeno non in situazioni come queste.
“Come posso convincerti? Posso comprarti un orsacchiotto gigante o 100 rose, posso anche mettermi in ginocchio e supplicarti di dare a un povero ragazzo come me una possibilità” disse inginocchiandosi veramente davanti a me.
“Niall dai non fare lo stupido, tirati su” dissi.
“No, finchè non mi darai una possibilità”
“Niall ci stanno guardando tutti dai” mi veniva quasi da ridere davanti alla sua testardaggine e alla gente che si fermava dall’altra parte del marciapiede cercando di capire cosa stesse succedendo.
“Dammi una possibilità Sofia, per favore, dammi l’onore di poter conoscere quanto tu sia fantastica”
“Avanti ragazza, dagli una possibilità” incitò un signore dall’altra parte della strada
“Si dai, è così carino” disse un’altra.
“Su non essere cattiva”
“Provaci almeno”
“Se non dici di si tu, lo dico io” si aggiungevano altri.
Persino un’artista di strada che stava andando via si fermò vicino a noi e cominciò a suonare una canzone, tutti lì intorno ci guardavano e incitavano, c’era anche chi scommetteva su cosa avrei risposto, mentre io riuscivo solo a guardarlo negli occhi senza sapere cosa rispondere.

Cercavo velocemente di elencare i pro e i contro e di ripercorrere le parole di Meryl ‘Che ci piaccia o no, tutti abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco, siamo fatti per essere completati da un altro essere umano, siamo fatti per vivere di amore’
Forse era lui quel qualcuno?