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Autore: HoranIsMySunshine    28/11/2013    1 recensioni
'Non voglio lasciarti sola.'
'E io voglio che resti.'
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NATHAN'S POV.
Mi infilo la giacca, dope aver chiuso la chiamata con John, e mi precipito verso la mia macchina, fuori dall'hotel. Stana ha avuto un incidente. Stana è in ospedale. Stana sta male, e io non so nemmeno quanto male possa stare. 
Corro come un pazzo, per le strade, dirigendomi verso l'ospedale dove l'ahho portata. Se trovo il bastardo che ha causato tutto questo, giuro che non arriva a domani.
Vedo immediatamente John, Seamus, Molly e Tamala nel corridoio dell'hotel, e corro verso di loro. Ora mi diranno come sta.
Seamus mi abbraccia, sconvolto quanto me, ma io, per qualche motivo, non riesco a sfogarmi. Devo vederla, prima. Devo sapere come sta, se se la caverà, quanto critiche sono davvero le sue condizioni.
'Mi dispiace, Nathan'
'ragazzi vi prego, ditemi come sta, io..io devo vederla..vi prego.'
Tamala mi stringe, cercando di consolarmi, e piange con me. Anche per lei dev'essere terribile, Stana è la sua migliore amica.
'Nath, al momento nessuno di noi può vederla, la stanno ancora operando..quello che sappiamo è che l'impatto è stato violento, e sembra non si sia rotta nulla, ma aveva diverse ferite, e ha perso molto sangue..però vedrai, faranno il possibile, e lei ce la farà..Stana è forte'
Annuisco, scoppiando in lacrime, mentre i ragazzi si stringono intorno a me, abbracciandomi. Un vero abbraccio di gruppo. Siamo proprio una bella famiglia, non c'è che dire.
Sono in questo ospedale da appena cinque minuti, e già ho la nausea. Ho bisogno di uscire, devo fare qualcosa. Anche se so che ormai Stana è lì, la sua vita dipende dai medici e non da me, io devo torvare chi l'ha ridotta in questo modo, e sfogarmi con lui. Già, con un idiota ubriaco che probabilmente non si rende conto di ciò che ha fatto, e non si ricorda neanche come si chiama, da quanto alcool avrà ingerito. Spero per lui che sia ovuqnue ma non qui, non in questa città, perchè se mi capita sotto mano, non credo che avrà l'occasione di raccontare a qualcuno ciò che ha fatto.
'Ragazzi scusate, devo prendere aria, chiamatemi se ci sono novità'
Me ne vado, sotto i loro sguardi attoniti, ed esco il più velocemente possibile.
Raggiungo una ringhiera, vicino ad un pendio piuttosto ripido, e mi ci appoggio, guardando la città di fronte a me. Sono le otto. La gente torna a casa dla lavoro, le auto corrono per le strade, piene di luci, luminose, mentre il buio inizia a calare. Mettono allegria, fanno venire in mente la gioia della vita. Ma non stasera, non per me. Sono le otto, e a quest'ora sarei già dovuto essere al ristorante con Stana, seduto di fronte a lei, ad ammirare la sua bellezza, a farle i complimenti, a scherzare con lei, e, chissà, magari anche a dichiararmi. Invece no, lei è dentro quell'ospedale, in una stupida sala operatoria. E quest'attesa è straziante. Non penso di poter resistere ancora a lungo.
****
Rientro in ospedale, qua fuori inizia a fare davvero freddo. John e gli altri se ne sono andati, hanno pensato che magari Stana, al suo risveglio, -perchè io lo so, lei si risveglierà- preferirà vedere prima me, di loro. Già, come se lei mi amasse, e io fossi davvero così importante. Ma ora questo non conta; ciò che conta è che è quasi notte fonda, ormai, e i medici dovrebbero quasi aver finito di operarla. Magari ora potrò vederla.
Approfitto del fatto che un dottore sta passando proprio ora, e gli chiedo informazioni. 
Stanza 7, posso vederla. Mi sembra già qualcosa di positivo, significa che è viva. Corro verso la stanza, ma apro la porta piano, con delicatezza, con la paura che Stana possa svegliarsi. Perchè magari ora dorme, semplicemente.
C'è una sedia, vicino al letto; questa stanza è enorme, bianca, sul comodino ci sono già delle lettere, dei fiori, e lei è tutta sola, qui. John ha detto che i suoi genitori non sono potuti venire, perchè a causa di un brutto temporale in Canada, non hanno potuto prendere l'aereo, e probabilmente verranno domani. Perciò tocca a me, farle compagnia.
Mi siedo, osservandola per un pò; com'è possibile che sia così bella, perfetta, anche in una situazione del genere? Ha un pò di piccoli tagli sul collo, e sulle braccia, ma non si notano neanche, scompaiono, nella sua bellezza.
Le accarezzo dolcemente il viso, come non ho mai fatto prima d'ora, e continuo a guardarla. Non accenna a svegliarsi, ma respira, e il movimento calmo del suo torace, un pò mi rassicura. Magari, se inizio a parlarle, si sveglierà.
Passo una mano sul punto del suo braccio in cui delle flebo le entrano nelle vene, e mi faccio forza, pensando che lei non ne sente il dolore.
'Ciao, Stana. E' buffo, eh? Dovevamo vederci al ristorante, invece siamo in ospedale. Posto bizzarro per un appuntamento non credi? Ma tu sei sempre stata una speciale.-sorrido lievemente, pensando a cosa direbbe se potesse sentirmi ora. Vorrei tanto che potesse farlo.-sei bellissima, lo sai? Sei bellissima, e non è giusto che tu sia qui per colpa di un cretino irresponsabile che non ha saputo staccarsi dalla bottiglia. Sai, prima sono uscito, volevo andare a cercarlo. Pensavo che mentre tu eri qui dentro, in sala operatoria, lui era chissà dove, magari libero, magari già a casa, magari se l'è cavata e non si ricorda nulla. Ma ora non mi importa più. Ora voglio solo vederti riaprire gli occhi, e voglio vederti sorridere ancora, sai, come fai sempre tu. Come solo tu sei in grado di fare. Ti andrebbe di farlo per me? Se non vuoi farlo per me, fallo per la tua famiglia, gli amici, i fan. Gli Stanatics. Qui ci sono un sacco di lettere da parte loro, sai? E di fiori..ti amano tutti, quindi ti prego. Io ho bisogno di te, Stana'
Non riesco più a parlare a causa del nodo che mi si stringe in gola, le lacrime mi bloccano. Lascio che possano cadere sul lenzuolo che copre il petto di Stana, sul quale mi appoggio, stringendola forte e sfogandomi del tutto.  
Vorre tanto che qualcuno mi desse un pizzicotto e mi facesse svegliare da questo incubo. E' tutto ciò che desidero. Ma forse posso desiderare anche di meglio.
Una mano delicata mi accarezza i capelli, accompagnata dal suono di una voce un pò debole, ma allo stesso tempo bellissima. E' bellissima, perchè è la sua.
'Nath..'
Stana è sveglia.
'Stana..'
Mi sorride debolmente, senza staccare lo sguardo dal mio, e mi accarezza una guancia, con un amano un pò fredda, cercando di nascondere l'espressione di dolore dovuta alla flebo nel braccio snistro.
Vorrei poter portare via tutto questo dolore da lei. Vorrei poterlo trasferire tutto su di me, lei non lo merita.
'che ci fai ancora qui? E' tardi, dovresti essere a casa a riposarti..'
'vuoi che me ne vada? Se vuoi posso anche..'
Sorride, scuotendo la testa, e mi trattiene, stringendomi di più a sè.
'no, no, resta qui. Ho bisogno di te'
La guardo, e mi accorgo che piange, dispiaciuta, triste per ciò che è successo, neanche fosse stata tutta colpa sua.
'Ehi, non fare così..va tutto bene ora okay? Io sono qui, non me ne vado,e tu stai bene, il peggio è passato..'
Annuisce, mentre lascia che possa asciugarle le lacrime, cercando di trattenere le mie. 
'Mi dispiace che il nostro appuntamento sia saltato'
Sorrido io, stavolta, distaccandomi un pò da lei per poter tirar fuori la sorpresa che ho comprato quando sono stato fuori dall'ospedale. Spero che possa farle tornare il buon umore.
'E' qui che ti sbagli, Katic..tecnicamente, il nostro appuntamento non è affatto saltato. Sapendo che adori la cucina italiana e cinese, ti ho portato questo.-Le porgo il vassoio con la pizza che ho comprato poco fa, direttamente nel suo ristorante preferito, e la aiuto a mettersi seduta sul setto.- ero tentato di portarti il cinese, ma poi ho pensato che magari dopo un'operazione non sarebbe stato proprio il massimo'
Scoppia a ridere, mettendosi i capelli dietro le orecchie, come fa sempre, e arrossisce un pò. Sembra una bimba.
'tranquillo Nath, la piazza va benissimo..la adoro'
La osservo mentre mangia, ma cerco di distrarla parlando di altro, perchè so bene che si sentirebbe in imbarazzo se la fissassi tutto il tempo. Ed è una cosa che amo, ovviamente.
'John mi ha detto che stavi..andando a comprare un vestito nuovo'
'sì, l'ho comprato in effetti..ho pensato che ti sarebbe piaciuto'
'beh..non è tardi per farmelo vedere!-Ride, e sposta il vassoio della pizza, ormai vuoto, appoggiandolo sul comodino alla sua destra, quello senza fiori e bigliettini, quello vicino a me. Vuole alzarsi.-Stana, io scherzavo, forse non è il caso che ti sforzi..'
'No dai, ti prego aiutami ad alzarmi, ce la faccio..ci tengo a fartelo vedere'
'D'accordo, dai'
Le sorrido, intenerito dalla dolcezza con cui me l'ha chiesto, e la aiuto ad andare verso il bagno, dove ha intenzione di mettere il suo vestito nuovo, che qualcuno ha appoggiato ai piedi del letto. 
'Ci metto due secondi, okay?'
'Va bene, io ti aspetto qui davanti alla porta..se hai bisogno chiamami, mi raccomando, e..'
'Nath..solo due secondi'
Annuisco, lasciando che possa entrare in bagno e chiudere la porta, lasciandomi fuori, con un sorriso ebete stampato in faccia. Per me lei è bellissima anche con un semplice pigiama, figuriamoci con un vestito.
La vedo uscire, camminando un pò incerta, con addosso il vestito nuovo. E' viola-il suo colore preferito- corto fino a circa metà coscia, e a fascia, in modo che il collo e le spalle rimangano liberi. Mi sento morire.
Si avvicina a me, lentamente, e mi sorride, con gli occhi un pò lucidi. Sembra felice, però.
'sei.. straordinaria'
'stringimi forte, Nath'
Si butta tra le mie braccia, piangendo sulla mia spalla, e io la stringo più forte che posso, cercando di calmarla. Ha avuto paura, è comprensibile.
'non sai che paura ho avuto di perderti, Stana'
'ho avuto paura anch'io'
Rimane a guardarmi, come se volesse fornirmi l'occasione giusta per fare il primo passo. Quel passo.
'oh, vieni qui.-La attiro a me, baciandola con passione, ma allo stesso tempo dolcemente, perchè a lei piace così, perchè la amo, perchè anche per lei è lo stesso, e ora lo so, perchè è così che si bacia qualcuno a cui si tiene davvero.-posso dormire qui con te, stanotte? Magari come prima notte insieme non sarà particolarmente romantica e l'ambiente non è un granchè, ma ci sei tu, e  a me basta. Dopo la paura che ho avuto oggi, non voglio lasciarti sola'
Mi bacia lei, stavolta, prendendo il mio viso tra le sue mani, ora più calde, sicure, segno che si sta già riprendendo. 
'e io voglio che resti'
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