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Autore: MalecBanewood    29/11/2013    2 recensioni
Sesto anno a Hogwarts: maghi, cacciatori, stregoni e vampiri entreranno in contatto. Incentrata su MALEC.
"-No, Alec, fammi capire, mi stai dicendo che ti piace QUELLO?- Esclamò Magnus sconvolto
-Perché ti interessa? Comunque non ho mai detto una cosa del genere e QUELLO si chiama Severus.
Magnus lo guardò con i suoi penetranti occhi da felino e Alec si sentì nudo davanti a lui.
-So che non lo ami.- Disse Magnus sogghignando.
-Come puoi dirlo?- Alec lo guardava in cagnesco.
-Perché tu ami me, come io amo te.
Dette queste parole lo baciò. Un bacio passionale e disperato, un bacio che diceva tutto, che gridava "non lasciarmi mai, ti prego", un bacio che non voleva finire. Appena Magnus lasciò andare Alec, egli lo guardò dritto negli occhi, sconvolto da tutto ciò.
-Magnus...- Gli occhi gli luccicarono, ma solo per un attimo, poi tornarono fermi. -No.- Disse risoluto -questo non basta.
E se ne andò."
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I riflessi del cacciatore furono pronti e rapidi, come al solito, e Alec schivò il lampo di luce appena in tempo per sentire poi uno schianto dietro di sé. Senza nemmeno guardare cosa era successo alle sue spalle tirò fuori una delle sue spade angeliche, bisbigliò un nome e la spada s’illuminò. Con la stessa velocità con cui aveva schivato il colpo, si fiondò alle spalle dell’uomo e, tenendogli fermo il braccio con la bacchetta dietro la schiena, gli puntò la spada alla gola.
-Dov’è che non tornerò professore?- Alec disse l’ultima parola con una nota di sfida.
L’uomo sorrise, o almeno fece una smorfia che assomigliava lontanamente a un sorriso, ma rimase chiuso nel suo silenzio.
-Forse è lei che non tornerà da qualche parte.
L’uomo continuò il suo silenzio.
-Beh, se lei non parla, noi restiamo qui anche tutta la notte, non è un gran problema.
Dopo poco Alec sentì dei battiti provenienti da un baule, ma non ci fece caso.
Pensando che non avrebbe trovato modo di farsi sentire da nessuno, con un gesto buttò a terra la bacchetta dell’uomo e, sempre tenendolo immobile, uscì dalla stanza. Camminò un po’ per il corridoio e poi, mentre saliva le scale, incontrò, suo malgrado, Magnus.
-Finalmente Alec, ti stavo cercando!
-Non m’interessa quello che hai da dirmi, Bane, trovami il professor Silente.
Magnus fece una faccia offesa.
-Se mi permetti, Lightwood, perché stai minacciando il professor Piton?
-TROVAMI ALBUS SILENTE. PER FAVORE.
Magnus lesse l’urgenza negli occhi del suo ex ragazzo e poco dopo tornò con Silente.
Il preside di Hogwarts assunse un’espressione fra lo sconvolto e il preoccupato.
-Cos’è successo?
-Mi ha attaccato, credo che stesse cercando di uccidermi.
-Assurdo! Severus Piton non lo avrebbe mai fatto.
-Eppure è successo.
-Albus, permetti, ma sei sicuro che sia Piton?
Silente rimase interdetto da questa affermazione.
-Scopriamolo subito: Severus, chi è l’unica donna che tu abbia mai amato?
Silenzio.
-Severus rispondimi.
L’uomo dai capelli corvini alzò lo sguardò e puntò gli occhi in quelli del preside.
-Io…- Cominciò –Io non amo.
Silente lo guardò con gli occhi sgranati.
-Quest’uomo non è Severus Piton.- Disse con rabbia –Portiamolo nel mio ufficio, Magnus manda un messaggio alla professoressa McGranitt, voglio lei e il professor Horace Lumacorno.
Alec, che ancora teneva stretto il falso professore, e Silente si diressero verso l’ufficio di quest’ultimo.
Attraversarono il castello senza proferire parola, senza mai, fortunatamente, incontrare studenti che erano già nelle loro stanze.
A un certo punto si trovarono davanti a un gargoyle, Silente disse la parola d’ordine ed entrarono nell’ufficio.
-Lascialo pure, Alec.
Alec lasciò andare l’uomo e Silente gli puntò la bacchetta contro. Fece un incantesimo non verbale e l’uomo rimase immobile.
Il preside cominciò a camminare avanti e indietro per il suo ufficio, mentre il cacciatore lo guardava senza sapere cosa fare.
Poco dopo la porta si aprì ed entrarono Magnus, la professoressa McGranitt, Lumacorno, Jace, Clary, Isabelle e Simon.
-Alec, cosa è successo?- Domandò subito Jace.
-Non lo so, quest’uomo ha provato a uccidermi, non ce l’ha fatta e ora siamo qui.
-Ma tu stai bene?- Chiese subito Isabelle.
Alec annuì.
La McGranitt si diresse verso il falso Piton.
-Pozione Polisucco, Silente?
-Si, è quello che ho pensato, ma l’effetto non passa.
-Strano. Alec quanto è passato da quando sei sceso nel suo ufficio?- Domandò Lumacorno.
-Non so, saranno passati tre quarti d’ora.
-Ma quando sei entrato lui era già lì?
-Si.
-E mentre tu eri dentro ha mai bevuto qualcosa?
-No.
-Allora l’effetto dovrebbe finire da un momento all’altro.
Rimasero fermi a guardarsi per quindici minuti, ma non successe niente.
-Com’è possibile, Albus?- Domandò la McGranitt sconvolta.-Che sia davvero lui?
-No, Minerva, Severus alla domanda “chi è l’unica donna che hai amato” avrebbe…beh, sappiamo entrambi come avrebbe risposto. E non l’ha fatto.
-Consentite?- Domandò dopo poco Magnus.
-Cosa?
-Ho come l’impressione che questa sia magia diversa, quella che compete me.
Allungò una mano verso l’uomo e da questa ne uscì un bagliore azzurro.
-Magia demoniaca?- Sussurrò Clary.
Magnus annuì ma rimase concentrato su quello che stava facendo.
Poco dopo la faccia di Severus Piton mutò.
I lunghi capelli unticci si accorciarono molto, il naso adunco si schiacciò sul viso e vi comparvero delle cicatrici.
-Amycus Carrow.- Disse con voce rabbiosa Silente. –Horace vai a prendere un po’ di veritaserum.
Lumacorno annuì e uscì rapido dalla stanza.
L’uomo li guardò con sfida.
-Vi distruggerà Silente, distruggerà tutti voi. Ha messo insieme…
-Un esercito indistruttibile formato da demoni di tutti i tipi e fammi indovinare ha anche un nuovo amichetto di nome Jonathan Christopher Morgenstern, figlio di uno dei più grandi cacciatori di tutti i tempi?- Disse Jace, finendo la frase lasciata a metà dal Mangiamorte.
-Voi…come sapete?
-Bah, sai qualche annetto di battaglie, le storie rimangono sempre quelle.- Disse Simon serio.
Jace sorrise al vampiro.
-Ma c’è anche qualcosa che non sapete ed io non ve lo dirò mai.- Il Mangiamorte rise forte.
-Neanche con un po’ di Veritaserum?- Disse Lumacorno rientrando dalla porta e tenendo stretta una boccetta piena di un liquido trasparente come l’acqua e, non senza fatica, glielo fece bere.
-Nemmeno i Mangiamorte a lui più fedeli sanno quale sia il suo piano.
-Perché allora hai preso le sembianze del professor Piton?- Domandò la professoressa McGranitt.
-Perché lui è un traditore, e Voldemort lo sa. L’ho imprigionato e secondo il piano, glielo devo portare perché lo uccida.
-E ora dov’è?- Domandò Silente preoccupato.
-Nel baule.
-Quale baule?
-Giù.
-Io penso di sapere dov’è…- Prese la parola Alec –avevo sentito dei colpi provenire da un baule, giù nell’ufficio del professor Piton.
-D’accordo, può bastare. Minerva spedisci una lettera al Ministro della Magia così che quest’uomo sia portato ad Azkaban. Voi Cacciatori fareste meglio a andare a letto. Dormirete nella Sala comune delle diverse case, così da proteggere i nostri ragazzi. Jace e Clary, voi due andate dai Corvonero, Isabelle e Simon dai Tassorosso, Magnus tu penserai ai Serpeverde mentre Alec ai Grifondoro. Alec, ora vieni con me, libereremo il professor Piton e poi ti accompagnerò dai Grifondoro.- Tutti annuirono e uscirono dall’ufficio.  Una volta fuori Silente fece comparire tre luci: una gialla, una verde e una nera.
-Jace, Clary, seguite la luce la luce nera; Isabelle, Simon, quella gialla; e tu Magnus quella verde. Vi porteranno ai dormitori.
I ragazzi andarono, guidati dalle luci.
Alec seguì il preside fino ai sotterranei, dove rientrarono nella stanza nella quale era successo tutto.
-Quello è il baule!- Disse Alec, indicandone uno nero in un angolo.
Silente lo aprì e il cacciatore rimase sconvolto da quanto era profondo. Sul fondo c’era un uomo svenuto. Il preside lo prese con un incantesimo e lo adagiò per terra.
-Professore quando quell’uomo ha detto che Piton è un traditore, cosa intendeva?
-Domani Alec, domani vi spiegheremo tutto, ora però devo portare quest’uomo in infermeria, ha rischiato molto.
Poi tirò fuori la bacchetta da cui scaturì una luce dorata.
-Questa ti porterà al dormitorio dei Grifondoro.- Disse Silente stancamente.
-Professore è sicuro di non volere un aiuto a portare quest’uomo?
-No Alec, grazie. Siamo tutti molto stanchi.
Alec annuì e seguì la luce che lo portò attraverso tutto il castello.
Nonostante il suo senso dell’orientamento Alec non sarebbe riuscito a tornare indietro.


 
-Secondo voi cos’è successo?- Domandò agitata Hermione.
-Non saprei, ma sembrava grave. Quel cacciatore moro stava portando Piton nell’ufficio del professor Silente puntandogli una spada luminosa al collo.- Rispose Harry
-Secondo voi è cattivo?
-No Herm, Silente era davanti a lui.
-Magari hanno scoperto che è un Mangiamorte, un traditore, l’hanno mandato a Azkaban e fine dei nostri problemi!- Disse Ron divertito.
-Ron non è divertente, Silente si fidava di lui.- Rispose Hermione con una nota di gravità nella voce.
-Io invece sono d’accordo con lui.
-Grazie Harry.
Hermione scosse la testa.
Dopo dieci minuti di silenzio Ron sbadigliò.
-Forse è ora di andare a letto.- disse.
Mentre si alzavano, il buco della Sala comune si aprì.
Tutti e tre prontamente tirarono fuori le bacchette.
Dal buco dietro al ritratto comparve Alec.
-Per l’Angelo! Ma è una mania? Non so, v’ispiro violenza? Voi maghi siete strani. Prima quel professore fasullo, ora voi. Adesso basta! La prossima volta che accetto di lavorare con dei maghi qualcuno m’infilzi con la spada dell’anima.- Disse il ragazzo stancamente.
I tre si guardarono e abbassarono la guardia.
-Scusa è che di solito, se siamo tutti nel dormitorio, non è normale che a quest’ora entri qualcuno.- Disse subito Harry a mo’ di scuse
-E non è nemmeno normale che voi siate ancora svegli.- Ribatté il cacciatore.
-Hai ragione, ma siamo rimasti sconvolti nel vederti con una lama alla gola del nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure…- Rispose Hermione.
-Non che ci dispiaccia eh!- Aggiunse subito Ron, beccandosi uno sguardo di rimprovero dall’amica.
-E voi come lo sapete? Non dovevate già essere nel vostro dormitorio a quell’ora?
-Eravamo in ritardo e ci siamo nascosti quando vi abbiamo visto passare.
-Quando ho accettato questo lavoro, nessuno mi aveva detto che avrei avuto a che fare con maghi sedicenni ficcanaso!
-Per favore spiegaci…- Lo pregò Hermione.
-Poi mi promettete di lasciarmi dormire?
I tre ragazzi annuirono e si sedettero.
Così fece anche Alec, sospirando.
-Dunque, mi ero perso, sono entrato nell’ufficio di Piton che ha provato a uccidermi. Non ce l’ha fatta, l’ho portato da Silente che ha scoperto subito che non era davvero lui allora grazie a Ma…cioè grazie a Bane abbiamo scoperto che è un Mangiaschiatta…
-Vorrai dire Mangiamorte…- Disse Hermione sorridendo.
-Si, quello, in pratica aveva preso le sembianze del vostro professore perché doveva catturare il vero Piton perché è un traditore e Voldamorta lo sa…
-Forse intendevi Voldemort…- Lo corresse Harry. Al sentire il nome del mago gli altri due sobbalzarono.
-Siete anche pignoli eh, comunque si Voldemort…- E i due sobbalzarono di nuovo.
-Avete paura del suo nome?- Domandò sbalordito Alec.
-Beh, sai lui è stato ed è un grande mago. Molti anni fa…- Cominciò Hermione ma Alec la bloccò.
-Ascolta, sarei molto interessato a questa storia, ma non adesso, sono troppo stanco per capire qualsiasi cosa. Domani finiamo questo discorso, ve lo prometto, anche con gli altri cacciatori magari. Ma ora per favore andate a letto.
-D’accordo…
-Alec, mi chiamo Alec e voi siete?
Fu Harry a rispondere per tutti e tre, dicendo i nomi e indicando prima sé e poi i suoi amici.
-Buonanotte Harry, Ron e Hermione.
-Buonanotte Alec.
I tre salirono nei loro dormitori e Alec si sdraiò sul divano.
Fu una notte piena di sogni in cui prima era a casa di Magnus felice con lui, poi nel tunnel dove si erano lasciati dove Camille lo portava via da lui.
Si svegliò di soprassalto verso le cinque e non riuscì a prendere più sonno mentre una cupa malinconia si impossessava di lui.

  
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