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Autore: Lil_chan    29/11/2013    3 recensioni
Sotto la pioggia battente, una sigaretta ormai spenta tra le labbra, uno sguardo che avrebbe incenerito anche i sassi, le mani frementi.
Primo tentativo di scrivere una storia sentimentale e malinconica sul passato di Gokudera.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo detto Venerdì? Si lo avevamo detto. Ahahaha
Ragazzi sto cercando di essere allegra, ma sono divisa tra la felicità per aver completato questa storia e la tristezza per questo, spero, arrivederci.
Ringrazio tantissimo tutti quelli che mi hanno seguita e sostenuta in questi mesi, siete stati fantastici e ogni volta mi avete commossa.
Un grazie alla mia adorata sore/beta che anche da lontano ha avuto la pazienza di seguirmi in questo delirio.
Grazie davvero a tutti.
 
Come avevo promesso, capitolo dedicato a Tsuna! E ALLELUIA FINALMENTE è cresciuto!
Godetevelo, questo è il mio saluto.
P.S. Avrei tanto voluto inserire le citazioni delle frasi che Reborn usa per descrivere i vari elementi dei guardiani ma non sono riuscita a trovarli. Perdono, forse non ho cercato bene, spero che vi piaccia comunque (se mi volete aiutare voi sarò ben felice di modificare in seguito il capitolo) <3
A presto con una nuova storia.
Grazie di tutto minna-san!
 
P.S. Risposta ai commenti a fine capitolo.
 

 
 

 
Gokudera quella mattina era più euforico che mai. Correva da una parte all’altra dell’appartamento, prendendo una volta la camicia, una volta i pantaloni, una volta la cravatta, facendo un baccano immane  e svegliando per altro anche il povero coinquilino che, un po’ sbuffando un po’ sorridendo, emerse da sotto il lenzuolo e guardò il ragazzo affaccendarsi dietro non si sa bene cosa.
- Hayato calmati, sono solo le sette del mattino e tu sei,… -
Guardò l’orologio sul comò alla sua destra – in anticipo di ben nove ore. Nove, capisci? -
Il suddetto italiano si bloccò in mezzo alla stanza con in mano il completo scuro e la camicia rossa. Ancora in pigiama, per la gioia di Yamamoto, poggiò tutto su una sedia e a passo di carica gli si mise di fronte.
- Cosa vuoi che siano nove misere ore per prepararsi al meglio in attesa di un evento così importante? – Disse,  sibilando pericolosamente.
- È un sacco di tempo. Stai tranquillo, Bianchi verrà qui proprio per impedirci, okay, impedirmi… - Aggiunse a una sua occhiataccia - di fare tardi.
Intanto però torna a letto, hai bisogno di calmarti e io voglio dormire. È un ordine. -
- Takeshi! -
Il moro bloccò a tradimento le braccia del compagno buttandoselo addosso e coprendo entrambi. Dopo un po’ di ritrosia, il dinamitardo si arrese e sistematosi meglio si fece avvolgere dall’abbraccio tanto familiare e chiudendo gli occhi riprese il – poco - sonno interrotto.
 
 
Dlin dlon. Dlin dlon. Dlindlindlindlondlindlon.
 
- Insomma Yamamoto, apri immediatamente questa porta OPPURE LA SFONDO A CALCI! -
L’argenteo si alzò di scatto, pallido, arruffato, e andò ad aprire la porta a una Bianchi leggermente scocciata.
- Alla buon ora, sono qui da una ventina di minuti! -
La donna indossava un paio di pantaloni stretti neri, una maglia bianca e una giacca anch’essa nera e teneva i capelli raccolti. Il tutto le dava un’aria molto elegante.
- Ti prego dimmi che non sono in ritardo. -
- Non sei in ritardo. Mancano  cinque ore e tu ne hai ancora quattro. Immagino dobbiate vedervi un po’ prima, no? -
Gokudera si accasciò al tavolo in cucina, nascondendo il volto tra le mani.
- Sì, dobbiamo incontrarci con il Nono circa un’ora prima dell’inizio. -
- Bene, quindi, conoscendo il mio adorato fratellino, mi sento in dovere di mandarti a svegliare il tuo caro ragazzo e a prepararti a suon di Poison Cooking. -
Come un fulmine, il ragazzo corse in camera chiudendosi la porta alle spalle. Ricominciò esattamente da dove aveva interrotto poche ore prima.
Prese i suoi vestiti, svegliò il povero spadaccino a suo di calci e prese possesso del bagno costringendo l’altro a usare quello del bagno per gli ospiti.
Esattamente 23 minuti, 52 secondi e 13 primi dopo il dinamitardo era fuori, pronto di tutto punto, impeccabile come al solito.
Stranamente anche Yamamoto era in camera, si sistemava la camicia blu scuro e indossava la giacca, sotto lo sguardo indecifrabile dell’italiano.
- Fammi capire, da quanto tempo siamo insieme? -

- Quattro mesi e diciassette giorni. -

- E ci conosciamo da… -

- Più o meno cinque anni. -

- Nonostante ciò ancora non ti è entrato in quella zucca da fissato del baseball il modo corretto di metterti una cravatta, perché io so che tu non l’hai ancora messa per questo arcano motivo. -

Il moro rise e prese l’indumento dalla spalliera del letto porgendoglielo, facendolo sospirare.
In realtà ci riusciva benissimo, aveva imparato da tempo ormai, ma il fatto di sentire il compagno così vicino mentre si apprestava a compiere quel gesto così intimo che era solo loro lo rendeva davvero poco motivato all’idea di annodarsi da solo la cravatta.
Infatti non appena Gokudera concluse, non gli diede nemmeno il tempo di allontanare le mani: lo baciò semplicemente, sorprendendolo.
- Idiota. - Sussurrò l’argenteo provocando solo le sue risa, come ogni volta. Lo prese per mano e lo trascinò fuori, mancavano  poco più di tre ore e l’agitazione iniziava a farsi sentire sempre di più. Il fatto che poi Lambo e Ryoei si fossero autoinvitati a casa loro facendo un casino bestiale, aiutò solo a far sparire il poco autocontrollo che già di per se aveva normalmente.
Rimasero tuttavia insieme, tra un battibecco e l’altro, finché si fece l’ora e si recarono all’edificio prestabilito: un antica villa nascosta in una vallata, circondata da un fitto bosco da cui si accedeva solo da un viale sorvegliato, costruita in pietra, con tante camere e sale, fatta edificare dal Primo appositamente per ospitare eventi di quel calibro.

Gokudera e Yamamoto presero la loro macchina, lasciando Bianchi arrivare con gli altri due Guardiani.
L’argenteo muoveva nervosamente la gamba e sbuffava cronicamente, costringendo l’altro ad afferrargli la mano, per calmarlo, mentre guidava.
Arrivarono quindi tranquillamente, per quanto possibile, e sempre tenendosi per mano percorsero i corridoi fino ad arrivare al punto di incontro prefissato. All’interno della sala, uno grande studio riccamente arredato secondo un gusto classico, con mobili antichi e bellissime opere d’arte – una statua e dei quadri -, una scrivania, un tavolino da caffè e delle sedie foderate, stavano già il presto Boss e Hibari.
L’ultimo indossava un completo come gli altri con una semplice camicia bianca, Sawada un abito bianco con sotto una camicia nera e gli immancabili mantello e guanti appartenuti al Primo. Stranamente l’espressione del Firmamento era calma e serena, l’ex-disciplinare invece la stessa altera di sempre.
Lo spadaccino lasciò la mano del compagno andando a circondare affettuosamente l’amico di sempre.

- Finalmente è ora. Da oggi diventiamo veramente adulti. - Disse Yamamoto con l’allegria di sempre.

- Non credo proprio! Io e il Decimo possiamo essere considerati adulti, tu al massimo un moccioso. -
- Andiamo Gokudera, non essere così duro con lui. Oggi voglio solo pace e che si faccia festa, vi prego non fate scenate. -
Ed eccolo, lo Tsuna di sempre, preoccupato ed agitato.
- Lo sapevo che non saresti stato per niente calmo! -
- Calmo! Non dormo da quasi due giorni, ho paura di fare le mie solite figuracce e Reborn ha già promesso vendetta se qualcosa andrà  storto! - Il ragazzo rabbrividì – Non sono nervoso, sono terrorizzato. -
Ryoei e Lambo entrarono proprio in quel momento con Chrome, sbattendo la porta tanto violentemente da soffocare un probabile – Erbivoro - detto da un soggetto non ben precisato; anche loro avevano il completo scuro con camicia rispettivamente rossa, oro pallido e viola.
- Stai tranquillo Boss, ci siamo noi ora a sostenerti, no? All’estremo! - Il grande sorriso del pugile e il suo entusiasmo ebbero il potere di contagiare tutti.
Mancava poco ormai, qualche minuto dopo la porta si aprì nuovamente. Reborn, il Nono e il signor Sawada entrarono schierandosi davanti ai sette, un ghigno, un sorriso bonario, uno di orgoglio.

Sapevano cosa fare: silenziosamente, si diressero in un’altra stanza sotterranea, questa ad uso esclusivo dei Vongola per la prima parte della cerimonia.
Era illuminata da  torce appese pareti, era lunga e alta. Un unico tappeto bordeaux, che risultava più color sangue alla luce delle torce, conduceva alla parte opposta della stanza dove un rialzo a cui si arrivava salendo tre gradini, ospitava un trono.
Su quel trono si sedette il Nono, alla sua destra Sawada-padre, alla sinistra Reborn. Tsuna si portò esattamente di fronte a lui, i Guardiani dietro di lui si schierarono in riga, leggermente più avanti di tutti Gokudera.
Il Decimo si inginocchiò rispettosamente all’altezza del gradino più basso, mettendo una mano sul cuore.

In quel momento battevano tutti all’unisono, furiosamente, legati da un filo invisibile.

-  Che cosa chiedi? - La voce dell’anziano riecheggiò per tutta la sala.
- Sono qui, in ginocchio di fronte ai testimoni e a coloro che ho scelto come miei Guardiani, per offrire ciò che sono, ciò che rappresento e ciò che posso al servizio della Famiglia. A voi chiedo la benedizione, a loro la pazienza e il consiglio. -

Il Firmamento non tremava, non quella volta.

- Sei consapevole dei tuo doveri verso la tua Famiglia, verso i Guardiani e verso chi deciderai di proteggere come tuo alleato. -
- Lo sono. -
- Conosci le responsabilità di un Capo, di un Padre. -
- Le conosco. -
Occhi di fiamma, occhi pieni di Volontà.
- Se è vero quello che dici… - Il Nono si alzò – mostraci qui le fiamme della tua Volontà, immettile nell’anello del Firmamento in modo che possa sempre illuminare il tuo cammino e quello di coloro che farai stare al tuo fianco. - Si tolse l’anello e lo porse al ragazzo che lo indosso come aveva fatto negli anni precedenti. Non appena l’ebbe al dito, subito delle scintille sferzarono l’aria finché scaturì un fuoco che illuminò tutto di una dolce luce.
- Questa è la tua Volontà. Qui e ora davanti ai miei testimoni, cedo a te Sunayoshi Sawada, il titolo di Decimo Boss dei Vongola. Con quell’anello guiderai tutti noi verso il futuro della Decima generazione.-
Reborn e il signor Sawada si avvicinarono ai due Boss con in mano due cofanetti, dandoli al Nono.
- Con questi suggelli un patto di alleanza con coloro che hai scelto come Guardiani. -
Tsuna si alzò. Le due scatole contenevano le due parti degli anelli. Riunì il primo, quello della Tempesta, andando di fronte a Gokudera e dandogli l’oggetto.
- Hayato Gokudera, ti nomino Guardiano della Tempesta… Sarai di fianco a me come mio Consigliere e Braccio Destro. -
Fu poi il turno degli altri a partire da sinistra.
- Yamamoto Takeshi, ti nomino Guardiano della Pioggia… Sarai di fianco a me come mio Consigliere. -
Riunì anche per lui l’anello e sta volta, come sarebbe accaduto poi, fu Gokudera a passarlo.
- Lambo Bovino, ti nomino Guardiano del Tuono… Sarai di fianco a me come mio Consigliere.  –
Il bambino sorrise e guardò allegro il più grande.
- Hibari Kyoia,  ti nomino Guardiano della Nuvola… Sarai di fianco a me come mio Consigliere.  –
Il moro lo guardò con aria di sfida, ma lasciò andare i due.
- Sasagawa Ryoei, ti nomino Guardiano della Sereno… Sarai di fianco a me come mio Consigliere. –
Il pugile strinse forte il pungo, sorridendo soddisfatto.
- Dokuro Chrome, in vece di Rokudo Mukuro, ti nomino Guardiano della Nebbia… Sarai di fianco a me come mio Consigliere. –

Una volta che questa parte del rituale fu completato, il giovane Decimo si rimise, sta volta in piedi, davanti al predecessore.
- Ho compiuto la mia scelta, la Decima Generazione dei Vongola è ora nata. -
Il Nono guardò sorridendo i ragazzi: vedeva nei loro occhi la determinazione e non poteva esserne più felice.
- Lascio con gioia a voi il futuro della Famiglia. - Disse inchinandosi.
Non era finita lì. Ora li attendeva una seconda parte, su in un’altra sala i capi delle Famiglie e i loro Vice aspettavano di conoscere il nuovo Boss che non tardò ad arrivare.
Procedette senza esitazione, preceduto dal Nono, verso due sedie poste a capotavola nel lato opposto alla porta. Una era posta più avanti, li si sedette l’anziano, un’altra più indietro per il successore. Da li vedevano chiaramente i Boss seduti e gli uomini dietro di loro, mentre i Guardiani stavano ancora vicino all’ingresso.
- Costui è Tsunayoshi Sawada, per sangue, diritto e Volontà degno erede della Famiglia Vongola. Vogliate accettarlo. -
Non appena la frase venne pronunciata un brusio iniziò a spargersi tra i presenti; la cerimonia era chiara, se tutti si fossero alzati sarebbe stato ufficialmente riconosciuto.
Tsuna rimase seduto, occhi fissi sugli amici, agitato, nervoso, con il cuore pronto a scoppiare. Si voltò poi, sentendo una sedia che si spostava e alla sua sinistra Bianchi fu la prima a dare il Consenso, seguita da Dino, dai Bovino e uno a uno dagli altri. Tutti in piedi: era fatta.
- Abbiamo sentito parlare di te, crediamo potrai essere un prezioso alleato. -
- Giusto, con la tua forze saprai tenere testa ai possibili problemi. -
- Si, non ci deluderai. Le tue gesta ti precedono. -
Con un gesto dell’ormai ex Boss, il silenzio riprese. Spostò piano la sua sedia dietro quella del giovane che si mise solo capo tavola, alzandosi.
- Sono Tsunayoshi Sawada, Decimo Boss dei Vongola. Qui vi prometto aiuto e alleanza. -
E mentre quelle parole erano accolte da un applauso generale, Gokudera prendeva il posto che gli spettava dietro il suo Capo, il posto da Braccio Destro.

La Cerimonia era conclusa, il futuro iniziava da ora. Un futuro che avrebbero affrontato insieme, da vera Famiglia.
 

“Insieme. Era cominciato così, con molta ritrosia.
Insieme. Avevano affrontato tante battaglie.
Insieme. Avevano rischiato la vita molte e molte volte.
Insieme. Avevano condiviso gioie e dolori.
Insieme: era questa la parola che ormai poteva descrivere passato, presente e futuro.”
 
 
- Senti Takeshi,… -
- Sì? -
- Sarà il caso di dire a tutti gli altri che stiamo insieme? -
- Hayato devo confessarti una cosa. -
- Mh? -
- Lo sanno già tutti da tempo. -
- Ah. – Respirò. – COSA? -
- Okay, forse è il momento di fare una certa chiacchierata... - 



Reine_DePoitiers prima di tutto grazie mille per aver commentato e seguito tutta la storia :) E' stato proprio un vostro commento a farmi venire l'idea di ritardare ancora l'entrata in scena di Gokudera! ahahaha! Però Dino e Tsuna in versione diavoletti fanno la loro figura. Ancora grazie mille per il tuo supporto e spero di tornare presto con una nuova storia. Un bacione <3 

musa07 ahaha mi dispiace ma l'entrata in scena di Dino al posto di Gokudera ci stava ;) Mi sono divertita un mondo ad immaginare lui e Takeshi spiati dal Cavallone e da Tsuna! Grazie mille per avermi seguita e supportata con i tuoi commenti, spero di tornare presto. Un abbraccio <3 

Kyote grazie mille per le tue difficilissime recensioni (ti giuro, risponderti era impossibile perché riuscivi a cogliere esattamente tutte le sfumature del testo); ti ringrazio per avermi supportata e seguita! Ribadisco siete state voi a ispirarmi per quanto riguarda Dino perché era troppo ovvio che fosse Gokudera ahaha! quindi il colpo di scena ci stava! Poi, un po' di Dino sta bene ovunque ;) No guarda, ti prego non scrivere niente di troppo malinconico o triste perché finisco per commuovermi anche io se no! Be' per parlare della 8059 ci sono sempre io no problem, scrivimi pure quando vuoi!  Un abbraccio <3 



Angolino della beta: 
Ciao a tutti! :)
Siamo arrivati all’ultimo capitolo e devo confessarvi che mi dispiace perché mi sono affezionata a questa storia.
Ringrazio tutti, davvero, perché leggere le vostre opinioni ci ha rese  felicissime. Ringrazio anche mia sorella per avermi dato la possibilità di betare questa fanfiction.
Grazie davvero di cuore <3 Un bacione,
Aihara. 


Ragazze e ragazzi, stamattina ho giocato per la prima volta a baseball. Mi sono sentita molto Takeshi in quel momento, anche se non sono altrettanto brava comunque. Niente, volevo condividere con voi questa mia gioiosa esperienza ;) Ora vado a nascondermi, ciao! :D


 
   
 
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