L’esplosione
spedì i quattro ragazzi in punti diversi della foresta, in
base al punto in cui
si trovavano al momento dello scoppio.
Sakura
si trovò poco dopo coinvolta in uno scontro, impossibilitata
a preoccuparsi di
dove fossero finite le compagne.
Hinata
restò incosciente per poco, e appena ebbe riacquistato un
po’ di lucidità
attivò il Byakugan. Rintracciò Sasuke e Ino,
entrambi incoscienti, in un punto
a Nord rispetto alla sua posizione, mentre Sakura si trovava a Sud e
sembrava
in difficoltà. Dopo un attimo
d’incertezza,
Sasuke aprì gli occhi. Cos’è...
questo peso sull’addome...? si
chiese, cercandolo
risposta con gli occhi. La ragazza con cui poco prima aveva affrontato
una
sfida di sguardi era distesa sopra di lui. Si alzò facendola
scivolare a terra
senza tanti complimenti e si mise al lavoro per disfarsi delle manette,
fatte
di un materiale che gli impediva un corretto uso del chakra, che aveva
ancora
indosso. Si erano leggermente allentate, nella caduta.
Ino
si sentì scivolare a terra, e all’impatto con il
terreno spalancò gli
occhi. Che mal di testa...
Si alzò e vide Sasuke poco distante da lei, impegnato a
sfregare i polsi contro
un ramo appuntito. Si era praticamente liberato dalle manette.
Si
mette
male... non
aveva né il
tempo di raggiungerlo né la forza per fermarlo, quindi
mettendo a tacere i suoi
dubbi mise le mani nella posizione necessaria per lanciare
Funzionò,
perché un secondo dopo il corpo di Ino Yamanaka cadde a
terra; lo spirito della
ragazza si era rifugiato nel corpo di Sasuke Uchiha.
Il
moro si avviò verso Ino e la raccolse. Dove
saranno Sakura ed Hinata…? si chiese la
bionda, conscia che
non avrebbe potuto mantenere troppo a lungo quella tecnica. Intanto,
però,
aveva momentaneamente bloccato il ragazzo. Un punto per lei.
Alterato,
Sasuke non poteva far altro che pensare e sfogarsi maledicendo Ino,
perché il
suo corpo non dava segno di captare gli ordini provenienti dal
cervello. Non
dal suo, almeno. Perché
a muoversi, si muoveva. Infatti, con il corpo della ragazza in braccio,
si
stava dirigendo a caso nel bosco, verso dove presumeva si trovassero
prima,
sperando di trovare le altre due ninja.
Non
fu accontentata in questo, ma in compenso trovò la sacca con
tutte le loro
provviste, le armi, le medicine, tutto l’equipaggiamento in
pratica.
Non
potrò
mantenere la tecnica ancora per molto... considerò
preoccupata, ma poi le venne un’idea.
Appoggiò
il proprio corpo sul tronco di un albero e rovistò un
po’ nella borsa dei
medicinali fino a estrarne una pillola bianca. La fece ingoiare a
Sasuke
velocemente, deglutì e rilasciò la tecnica.
Riappropriatasi
del suo corpo, vide Sasuke seduto a terra, che si reggeva la testa con
le mani.
«Che mi hai fatto... Yamanaka» sussurrò
lui con rabbia.
Lei
sorrise. Sono un genio! «Non
preoccuparti, Sasuke-kun, è solo un innocuo
sonnifero» l’informò.
Lui
le rivolse uno sguardo furente... e chiuse gli occhi subito dopo,
scivolando
lentamente a terra.
A
quel punto, Ino prese un paio di manette di riserva e bloccò
nuovamente le mani
del ragazzo. È fatta! Ora devo trovare
Sakura e Hinata... spero stiano bene!
Nonostante il suo proposito, Ino non aveva davvero idea di dove poter
trovare
le due ragazze, e muovendosi a caso rischiava solo di allontanarsi
ancora di
più da loro. Cercò un posto sicuro in cui passare
la notte: il combattimento
singolo esulava dalle sue specialità, i suoi jutsu erano
perlopiù di supporto.
E non poteva certo sperare nell’aiuto dell’Uchiha.
Quella
sera si arrangiò con qualche bacca che aveva raccolto
durante il pomeriggio e
con un po’ di pane prelevato dalle provviste. Dopo poco si
svegliò anche
Sasuke, con ancora un po’ di mal di testa.
-Oh,
ben svegliato- lo accolse lei sorridendo. Era soddisfatta del modo in
cui
l’aveva reso inoffensivo, molto soddisfatta.
Lui
la ignorò. In che situazione sono
finito... come ho fatto a farmi catturare così?!, pensò
frustrato.
Ino
gli si avvicinò e gli porse delle bacche. «Devi
mangiare, Sasuke-kun».
Lui
scrutò torvo la ragazza e il cibo che aveva in mano.
«Cosa sarebbe, un altro
sonnifero?» chiese sarcastico, deciso a non ingerire nulla
che venisse da lei.
«No.
E se non vuoi mangiare non è affar mio, ma indebolirti non
ti aiuterà a
scappare» gli fece notare lei, apparentemente tranquilla.
Lui
ancora una volta non rispose, ma non accennò a cambiare
idea. Testardo di un Uchiha! esclamò
tra sé Ino. Benissimo allora, peggio per
te!
Ma
era preoccupata. Quello era pur sempre il primo, e finora unico,
ragazzo che
avesse mai amato.
Quella
sera, Sasuke non mangiò niente, e lei rimase sveglia fino a
tardi per fare la
guardia, osservandolo. Ci vollero ore perché il ragazzo si
assopisse. Ino lo
guardò pensierosa. Aveva solo un pensiero in testa: Devo
riuscire a convincerlo ad aprirsi con me.
~
«Qui
abbiamo finito. Torniamo da Sasuke», disse Suigetsu.
Per
una volta dici
qualcosa di giusto, sardina. Karin,
ansiosa di tornare dal suo
Sasuke, si concentrò per individuare il chakra
del ragazzo. Non avrebbe
dovuto essere troppo lontano da loro. Lo trovò, ma ebbe una
sorpresa.
Si
sistemò gli occhiali, stupita e furiosa. «Sasuke
non è da solo, percepisco un
chakra estraneo vicino a lui... sbrighiamoci»
ordinò, iniziando a correre in
direzione del chakra del ragazzo, che le arrivava stranamente debole e
a tratti
spariva. Che ti hanno fatto, Sasuke?!
«Ehi,
aspetta, racchia!» urlò Suigetsu correndole
dietro. Lui, a differenza della
compagna, non era tanto preoccupato. Che
combini Sas'kè? Possibile che tu sia nei guai?
Allora
lo
Sharingan non è così infallibile... Ora arrivo io
a salvarti, tranquillo! pensò
sogghignando.
Sasuke... 'Kimimaro...' Juugo
seguì Karin, preoccupato sicuramente più di
Suigetsu.
~
Ino
si alzò. Era ancora molto stanca, ma era sola e non osava
concedersi più di un
paio d’ore di riposo; avrebbero potuto essere attaccati da un
momento all’altro
e non sapeva quanto avrebbe potuto contare su Sasuke. Sasuke che, a
quanto
pareva, era già sveglio da un pezzo. Si era tirato su a
sedere e la guardava.
Con sguardo vuoto, ma comunque fisso su di lei. Si sentì a
disagio, spiata da
quegli occhi più scuri della notte stessa, e si
sbrigò ad alzarsi. Si sforzò di
sorridere, mentre si scrollava i vestiti per togliere il terriccio che
vi era
rimasto, e parlò. «Buongiorno, Sasuke-kun. Dormito
bene?»
Mi prende in giro? Distolse lo
sguardo. «Avrei dormito meglio se non fossi legato e privato
del mio chakra»,
rispose, rinfacciandole la realtà dei fatti.
«Se
non lo fossi, saresti qui?» chiese retoricamente Ino, e
subito dopo un pensiero
le attraversò il cervello. Si incupì.
«E io... sarei viva?»
aggiunse quindi, dando voce
alla triste immagine venutale in mente.
Non
le arrivò risposta, ma forse era perché non la
conosceva neppure il ragazzo a
cui era stata posta la domanda. Dovrei
ucciderti, Yamanaka? Sasuke era stato
momentaneamente
attraversato da un dubbio, non aveva senso ucciderla... forse. Ma lo
scacciò
presto. Certo, che me lo chiedo a
fare? Scosse la testa per scacciare
quell’attimo di dubbio.
Non poteva certo permettersi ripensamenti. Aveva scelto la vendetta
contro
Konoha, e quella ragazza non ne era certo esonerata. Anche se una parte
di lui,
quella sepolta sotto strati di odio e amarezza, sentiva che
né Ino né nessun
altro abitante del Villaggio aveva colpa per quel che era successo ad
Itachi.
Forse ne aveva Danzo, forse anche gli altri consiglieri. Ma la gente
comune non
ne sapeva niente e non aveva senso coinvolgerli. Però,
troppo accecato
dall’odio per affrontare quella piccola parte di
sé stesso e per accettare la
realtà, lui aveva scelto la vendetta. Dunque avrebbe seguito
la strada che
quella scelta comportava, e perché no, la prima a morire
sarebbe potuta essere
proprio quella fastidiosa ragazza dai capelli biondi. Ti
sei immischiata in affari che non ti
riguardano, Ino Yamanaka.