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Autore: Mari Lace    30/11/2013    1 recensioni
-Scusami Sasuke-kun, ma ora devo controllare i tuoi ricordi-
Così, vide Sasuke da bambino, spensierato, giocare con Itachi.
Lo vide allenarsi per rendere fiero suo padre, non volendo essere da meno del fratello, a cui voleva comunque un gran bene.
E lo vide tornare a casa, il giorno dello sterminio del suo clan.

[SasuIno]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha, Team Hebi/Taka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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L’esplosione spedì i quattro ragazzi in punti diversi della foresta, in base al punto in cui si trovavano al momento dello scoppio.

Sakura si trovò poco dopo coinvolta in uno scontro, impossibilitata a preoccuparsi di dove fossero finite le compagne.

Hinata restò incosciente per poco, e appena ebbe riacquistato un po’ di lucidità attivò il Byakugan. Rintracciò Sasuke e Ino, entrambi incoscienti, in un punto a Nord rispetto alla sua posizione, mentre Sakura si trovava a Sud e sembrava in difficoltà. Dopo un attimo d’incertezza, la Hyuuga si avviò a meridione.


Sasuke aprì gli occhi. Cos’è... questo peso sull’addome...? si chiese, cercandolo risposta con gli occhi. La ragazza con cui poco prima aveva affrontato una sfida di sguardi era distesa sopra di lui. Si alzò facendola scivolare a terra senza tanti complimenti e si mise al lavoro per disfarsi delle manette, fatte di un materiale che gli impediva un corretto uso del chakra, che aveva ancora indosso. Si erano leggermente allentate, nella caduta.

Ino si sentì scivolare a terra, e all’impatto con il terreno spalancò gli occhi. Che mal di testa... 
Si alzò e vide Sasuke poco distante da lei, impegnato a sfregare i polsi contro un ramo appuntito. Si era praticamente liberato dalle manette.

Si mette male... non aveva né il tempo di raggiungerlo né la forza per fermarlo, quindi mettendo a tacere i suoi dubbi mise le mani nella posizione necessaria per lanciare la Tecnica Segreta del suo Clan, il Capovolgimento Spirituale. Prese la mira e la attivò, pregando che funzionasse.

Funzionò, perché un secondo dopo il corpo di Ino Yamanaka cadde a terra; lo spirito della ragazza si era rifugiato nel corpo di Sasuke Uchiha.

Il moro si avviò verso Ino e la raccolse. Dove saranno Sakura ed Hinata…? si chiese la bionda, conscia che non avrebbe potuto mantenere troppo a lungo quella tecnica. Intanto, però, aveva momentaneamente bloccato il ragazzo. Un punto per lei.

Alterato, Sasuke non poteva far altro che pensare e sfogarsi maledicendo Ino, perché il suo corpo non dava segno di captare gli ordini provenienti dal cervello. Non dal suo, almeno. Perché a muoversi, si muoveva. Infatti, con il corpo della ragazza in braccio, si stava dirigendo a caso nel bosco, verso dove presumeva si trovassero prima, sperando di trovare le altre due ninja.

Non fu accontentata in questo, ma in compenso trovò la sacca con tutte le loro provviste, le armi, le medicine, tutto l’equipaggiamento in pratica.

Non potrò mantenere la tecnica ancora per molto... considerò preoccupata, ma poi le venne un’idea.

Appoggiò il proprio corpo sul tronco di un albero e rovistò un po’ nella borsa dei medicinali fino a estrarne una pillola bianca. La fece ingoiare a Sasuke velocemente, deglutì e rilasciò la tecnica.

Riappropriatasi del suo corpo, vide Sasuke seduto a terra, che si reggeva la testa con le mani. «Che mi hai fatto... Yamanaka» sussurrò lui con rabbia.

Lei sorrise. Sono un genio! «Non preoccuparti, Sasuke-kun, è solo un innocuo sonnifero» l’informò.

Lui le rivolse uno sguardo furente... e chiuse gli occhi subito dopo, scivolando lentamente a terra.

A quel punto, Ino prese un paio di manette di riserva e bloccò nuovamente le mani del ragazzo. È fatta! Ora devo trovare Sakura e Hinata... spero stiano bene!
Nonostante il suo proposito, Ino non aveva davvero idea di dove poter trovare le due ragazze, e muovendosi a caso rischiava solo di allontanarsi ancora di più da loro. Cercò un posto sicuro in cui passare la notte: il combattimento singolo esulava dalle sue specialità, i suoi jutsu erano perlopiù di supporto. E non poteva certo sperare nell’aiuto dell’Uchiha.

Quella sera si arrangiò con qualche bacca che aveva raccolto durante il pomeriggio e con un po’ di pane prelevato dalle provviste. Dopo poco si svegliò anche Sasuke, con ancora un po’ di mal di testa.

-Oh, ben svegliato- lo accolse lei sorridendo. Era soddisfatta del modo in cui l’aveva reso inoffensivo, molto soddisfatta.

Lui la ignorò. In che situazione sono finito... come ho fatto a farmi catturare così?!, pensò frustrato.

Ino gli si avvicinò e gli porse delle bacche. «Devi mangiare, Sasuke-kun».

Lui scrutò torvo la ragazza e il cibo che aveva in mano. «Cosa sarebbe, un altro sonnifero?» chiese sarcastico, deciso a non ingerire nulla che venisse da lei.

«No. E se non vuoi mangiare non è affar mio, ma indebolirti non ti aiuterà a scappare» gli fece notare lei, apparentemente tranquilla.

Lui ancora una volta non rispose, ma non accennò a cambiare idea. Testardo di un Uchiha! esclamò tra sé Ino. Benissimo allora, peggio per te!

Ma era preoccupata. Quello era pur sempre il primo, e finora unico, ragazzo che avesse mai amato.

Quella sera, Sasuke non mangiò niente, e lei rimase sveglia fino a tardi per fare la guardia, osservandolo. Ci vollero ore perché il ragazzo si assopisse. Ino lo guardò pensierosa. Aveva solo un pensiero in testa: Devo riuscire a convincerlo ad aprirsi con me.

~

«Qui abbiamo finito. Torniamo da Sasuke», disse Suigetsu.

Per una volta dici qualcosa di giusto, sardina. Karin, ansiosa di tornare dal suo Sasuke, si concentrò per individuare il chakra del ragazzo. Non avrebbe dovuto essere troppo lontano da loro. Lo trovò, ma ebbe una sorpresa.

 Si sistemò gli occhiali, stupita e furiosa. «Sasuke non è da solo, percepisco un chakra estraneo vicino a lui... sbrighiamoci» ordinò, iniziando a correre in direzione del chakra del ragazzo, che le arrivava stranamente debole e a tratti spariva. Che ti hanno fatto, Sasuke?!

«Ehi, aspetta, racchia!» urlò Suigetsu correndole dietro. Lui, a differenza della compagna, non era tanto preoccupato. Che combini Sas'kè? Possibile che tu sia nei guai?

Allora lo Sharingan non è così infallibile... Ora arrivo io a salvarti, tranquillo! pensò sogghignando.
Sasuke... 'Kimimaro...' Juugo seguì Karin, preoccupato sicuramente più di Suigetsu.

~

Ino si alzò. Era ancora molto stanca, ma era sola e non osava concedersi più di un paio d’ore di riposo; avrebbero potuto essere attaccati da un momento all’altro e non sapeva quanto avrebbe potuto contare su Sasuke. Sasuke che, a quanto pareva, era già sveglio da un pezzo. Si era tirato su a sedere e la guardava. Con sguardo vuoto, ma comunque fisso su di lei. Si sentì a disagio, spiata da quegli occhi più scuri della notte stessa, e si sbrigò ad alzarsi. Si sforzò di sorridere, mentre si scrollava i vestiti per togliere il terriccio che vi era rimasto, e parlò. «Buongiorno, Sasuke-kun. Dormito bene?»
Mi prende in giro? Distolse lo sguardo. «Avrei dormito meglio se non fossi legato e privato del mio chakra», rispose, rinfacciandole la realtà dei fatti.

«Se non lo fossi, saresti qui?» chiese retoricamente Ino, e subito dopo un pensiero le attraversò il cervello. Si incupì. «E io... sarei viva?» aggiunse quindi, dando voce alla triste immagine venutale in mente.

Non le arrivò risposta, ma forse era perché non la conosceva neppure il ragazzo a cui era stata posta la domanda. Dovrei ucciderti, Yamanaka? Sasuke era stato momentaneamente attraversato da un dubbio, non aveva senso ucciderla... forse. Ma lo scacciò presto. Certo, che me lo chiedo a fare? Scosse la testa per scacciare quell’attimo di dubbio. Non poteva certo permettersi ripensamenti. Aveva scelto la vendetta contro Konoha, e quella ragazza non ne era certo esonerata. Anche se una parte di lui, quella sepolta sotto strati di odio e amarezza, sentiva che né Ino né nessun altro abitante del Villaggio aveva colpa per quel che era successo ad Itachi. Forse ne aveva Danzo, forse anche gli altri consiglieri. Ma la gente comune non ne sapeva niente e non aveva senso coinvolgerli. Però, troppo accecato dall’odio per affrontare quella piccola parte di sé stesso e per accettare la realtà, lui aveva scelto la vendetta. Dunque avrebbe seguito la strada che quella scelta comportava, e perché no, la prima a morire sarebbe potuta essere proprio quella fastidiosa ragazza dai capelli biondi. Ti sei immischiata in affari che non ti riguardano, Ino Yamanaka.

  
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