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Autore: hoshiko    04/05/2008    5 recensioni
una cosa però si vedeva: I capelli rossi, inconfondibili. Per mia sfortuna mi ero imbattuta proprio in un Weasley. E visto che era di corporatura abbastanza grande e dalle gambe si poteva notare che era altissimo, esclusi l’idea che fosse l’amico sfigato di Potter, quindi erano rimasti i due gemelli, si, ma quale dei due? [Ora si spiegano molte cose]pensai lasciandomi scappare un sorriso a fior di labbra. La mia prima GeorgexPansy commentate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Pistacchio e Vaniglia

Capitolo 2

 

che è successo non lo so
cha mi hai fatto non lo so
so soltanto che se te ne vai io morirò

 

[maledetto Wealsye, ti piace tanto insinuarti dentro la mia testa e non lasciarla più?]pensai davvero irritata.

Era una settimana che non facevo che pensare a quell’insopportabile Grifondoro.

Non sapevo quale malefico incantesimo mi avesse lanciato, ma una cosa era certa, non mi riconoscevo più.

Erano passati circa due o tre giorni dal nostro incontro e vi sembrerà sicuramente impossibile, ma riuscivo a malapena a chiudere occhi la notte.

Senza controllo tutti i miei pensieri venivano a cercarti, la notte, il giorno, senza che io potessi fare nulla.

E mi odiavo per questo, avevo rinunciato ormai da troppo tempo a questo mondo e non avevo intenzione di tornare indietro.

Non mi era mai capitato di sentirmi così fragile, impotente di fronte a tutto questo.

Dov’era andata la vera Pansy?

Mi rifiutavo di pensare di essermi presa una cotta per quella sotto specie di essere vivente.

La rincarnazione di tutto quello che mi hanno sempre insegnato ad odiare.

Provenivamo da due mondi completamente diversi.

Eppure è bastato una battutina, un sorriso dolce che hai distrutto tutte le mie difese.

Perché non mi ero mai accorta di te prima?

Cos’era cambiato in me da cercare qualcosa di diverso dalla vita che mi ero scelta?

E come se non bastasse il mio cervello si rifiutava di considerarti un “oggetto”.

Qualcosa di cui potevo prendermi gioco e poi buttarti via.

Perché purtroppo in questa situazione non comandavo io.

Avevo il coltello dalla parte della lama.

La cosa terribile è che scommetto che tra noi due ero l’unica a farsi tutti questi “filmoni” mentali,

non era da me.

Niente di tutto quello che stavo vivendo mi apparteneva.

Erano ormai passate le tre di pomeriggio, decisi di andare a fare un salto in biblioteca, sperando di scacciare questi pensieri dalla mente buttandomi sullo studio.

Vidi Malfoy in lontananza, che correva raggiungendomi correndo.

“ciao Pan, che fai?” disse il Serpeverde raggiante.

“quante volte ti ho detto di non chiamarmi Pan? Va , comunque come mai quell’aria allegra?”chiesi seriamente interessata, pensando che se mi sarei preoccupata dei problemi degli altri magari avrei trascurato un pochino i miei.

Era tipico mio, scappare di fronte alle difficoltà.

“ho appena visto Harry e indovina un po’, ci siamo insultati!”disse lui con un sorriso a 360°

“fammi capire, avete litigato e tu sei felice? Draco, io se vuoi ho un amico che ti può aiutare, lavora in uno studio psichiatrico!”

“non fare la spiritosa, non è che sono felice perché abbiamo litigato, ma perché adesso starà pensando a me e a un modo per farmela pagare, starò al centro dei suoi pensieri ancora per un po’, per esempio, in questo istante starà sicuramente pensando a me”disse il biondino con aria sognante.

Draco sei incredibile!”dissi io letteralmente sconvolta.

Comunque sia aveva funzionato, Malfoy era riuscito a tirarmi fuori un sorriso con le sue teorie stravaganti.

Risi un pochino e lo abbraccia stretto, stretto da soffocarlo.

Mamma mia era in quei momenti che gli volevo un gran bene.

Perché era il mio Draco di sempre.

Devo dire però che solo con lui avevo questi istanti di tenerezza, perché se no, di solito ero sempre molto fredda con tutti.

“Pan non pensi che quel tuo amico serva più a te che a me?”disse lui con un ghigno schifato in volto, rigido, naturalmente senza ricambiare il mio abbraccio.

Lui non era tipo da effusioni di calore inappropriate, se non sotto le coperte.

“comunque come mai tutto un tratto mi vuoi così bene” continuò sempre sconvolto e visivamente confuso.

“non lo so, in questo periodo sto cambiando, mi sento diversa e questa è una dimostrazione, è la nuova Pansy quella che ti ha abbracciato e poi insomma sei o non sei la mia puttana isterica, ti voglio bene”dissi io con il sorriso sulle labbra, mi aveva fatto tornare il buon umore.

“ok, Pan adesso mi spaventi davvero, un paio di giorni fa ti ho scovata a guardare il cielo e a fantasticare e tutte queste sciocchezze da ragazza, ora questo abbraccio, come mai?”

“ho deciso che è tempo di cambiamento, voglio innamorarmi come non mai, voglio riprendermi le mie rivincite, porca miseria sono una donna anch’io, voglio il principe azzurro!”dissi infine decisa.

“pensavo di essere io il tuo principe azzurro?”confessò Draco un po’ sconsolato, con una faccia da cucciolo abbandonato.

Non feci neanche in tempo a rispondere che a Malfoy si accese tipo la lampadina e mi disse:

“quindi niente più sesso amico?” in più come se la sua uscita non fosse già abbastanza idiota, si mise in un angolo accucciato e come nei cartoni giapponesi iniziò a diventare cupo, con gocciolina sulla fronte al seguito.

“non ti preoccupare, sarai sempre la mia squillo personale”gli risposi cercando di consolarlo.

Lui non si era ancora convinto del tutto e ripetè:

“scommetto che è stato Blaise ha rifilarti tutte queste cazzate del cambiamento, della rivincita personale…bla, bla, bla”cercò pure di fare il verso al povero Zabini, naturalmente con scarsi risultati.

magari lui mi ha dato l’idea”dissi io piccola, piccola.

[e un incontro un po’ speciale mi ha dato la spinta decisiva]pensai subito inevitabilmente.

“lo sapevo, andrò a dirgliene quattro”

“e se ti dicessi che ti finisco il compito di pozioni…risparmieresti l’anima di Blaise?”chiesi cercando un compromesso.

“quanto amo la nuova Pansy”annunciò lui, andandosene allegro.

Mi sentivo strana, come se un vento fresco mi avesse invaso i polmoni.

Potevo sentire il profumo di novità attaccarsi alla mia pelle.

Era giunto l’ora di cambiare.

L’avevo appena ammesso a me stessa, mi sentivo con un peso in meno sullo stomaco, libera come una farfalla.

Dicendolo ad alta voce mi ero data la forza per voltare pagina.

D’ora in poi mi sarei presa più cura di me stessa.

Avrei amato, avrei pianto, avrei riso.

D’ora in poi la strada sarebbe stata tutta in salita.

Prosegui a passo svelto verso la biblioteca.

Per la fretta avevo lo sguardo basso e non mi accorgevo di chi passava.

Giusto appunto mi scontrai con un omone alto si e no 1 metro e 80, all’inizio lo scambiai per un pilastro.

La prima cosa che vidi furono le scarpe, un po’ concie, di seconda mano.

Avevo un presentimento orribile.

Alzai la testa piano, squadrando la figura che avevo d’avanti da piedi a cima.

Giusto appunto, il mio presentimento era azzeccato.

Uno dei gemelli Weasley (non sapevo bene ancora quale dei due, ma visto la sfiga che avevo sicuramente George)sfoggiò un sorriso beffardo, di chi sta vincendo una partita a scacchi.

“bene, bene, Parkinson proprio te cercavo”disse il ragazzo, con la stessa aria di sfida del fratello.

“eh sentiamo, perché staresti cercando proprio me, Weasley?”dissi io provando a tenere a freno la nuova Pansy e di richiamare a rapporto la vecchia, quella acida e scontrosa(ma con scarsi risultati)

“cerchiamo di arrivare subito al soda, cosa hai fatto a mio fratello?”continuò lui, senza perdere l’aria da sbruffone.

[allora cerchiamo di ragionare, a detto :”a mio fratello” questo vuol dire che molto probabilmente quello che ho di fronte è Fred, il fratello...meno male, pensavo già di aver fatto una figuraccia]pensai cercando di mettere a posto un po’ le idee.

“perché scusa?”ero veramente interessata ora, la cosa si faceva succulenta.

“perché Serpeverde dei miei stivali, è da un paio di giorni che ha il cervello in pappa, non fa altro che chiedermi “Fred ma secondo te Parkinson è carina” disse Fred cercando di imitare il fratello, e devo dire con risultati ottimi, ma penso che lo aiutava il fatto che fossero uguali.

“è arrivato addirittura a chiamarti Pansy, mi tiene sveglio la notte, non vuole più fare scherzi, si addormenta in classe e come se non fosse già abbastanza quando sente pronunciare il tuo nome arrossisce come un idiota, ani mi correggo, è diventato un idiota, che incantesimo gli hai fatto?”continuò il gemello.

Io arrossi un pochino immaginando George completamente cotto pronunciare il mio nome.

Il mio cuore fece un balzo senza controllo.

E il mio sorriso mi tradì, comparendo sulla mia faccia, stampato.

“forse quello dell’amore!”risposi io ancora fra le nuvole.

 

Continua…

 

N.D ed ecco qua il secondo capitolo, visto che non avevo nulla da fare mi sono messa a scriverlo, magari troverete un po’ di errori ma non ho tanta voglia di ricontrollarlo, perché non vedo l’ora di pubblicarlo quindi spero mi perdonerete.

Mi auguro che questo capitoletto vi abbia divertito, ho usato il mio Dracuccio come capo espiatorio.

Ringrazio tutti e vi mando un bacio, continuate a seguirmi ^ ^

Hoshi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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