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Autore: CherryBlossomHime97    01/12/2013    5 recensioni
È tempo di SasuSaku! Questa storia è una raccolta di fic tutte inspirate a delicati momenti di convivenza tra l'ultimo del suo Clan e la giovane Kunoichi. Leggere, dai toni soffici e romantici in perfetto stile Uchiha per vivere insieme a loro tutto ciò che un amore così difficile può offrire.
Dal 1* Capitolo:
- Ti prego possiamo tenerlo?-
-Assolutamente no-
- Ma è così carino! Come puoi avere il coraggio di lasciarlo fuori ad una strada?-
- Mi chiedo come faccio ad avere la pazienza a non lasciare fuori te ad una strada!- Ma Sasuke si rese conto che l’ultima frase gli sarebbe costata caro quando vide gli occhi di Sakura spalancarsi offesi. Probabilmente l’avrebbe mandato a dormire sul divano per un bel po’. Vivere con quella donna era una vera fregatura, non erano sposati eppure era lui, il padrone di casa , a dover dormire sul divano quando lei aveva qualche motivo per essere arrabbiata.
** è gradita una recensione, per sapere cosa ne pensate :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Sakura e Sasuke vi ringraziono per essere arrivate fin qui,
e sperano che siete pronti per perdervi tra i loro ricordi che sono stati riportati per l'occasione in corsivo sul lato destro della vostra pagina.






Convivere per Sopravvivere Insieme.





Tra baci, letti e ricordi.

Era notte fonda quando Sakura Haruno spalancò gli occhi. Quelle iridi verdi si abituarono rapidamente al buio della stanza e le permisero di scorgere in fretta una figura, stesa accanto a lei nel suo stesso letto. Sasuke le dormiva accanto, era sereno e, stando su un fianco rivolto verso di lei sembrava osservala anche in quel momento. Sakura cercò di ricordare quale sogno strampalato l’avesse fatta svegliare, ma proprio non ci riusciva. Si concentrò allora sui lineamenti del suo uomo. Gli zigomi alti e dritti, la forma degli occhi così particolare e le sue labbra. Lei le conosceva benissimo quelle labbra. E ricordava  benissimo la prima volta che le aveva sfiorate. Era accaduto un paio di anni fa quasi per caso, quasi per gioco…

Quasi due anni fa.

-Sono già passati due anni, ne manca solo un altro alla fine della condanna di reclusione, Sas’ke-
L’ultimo Uchiha annuì per poi andare in giardino. Sakura lo vide sdraiarsi sull’erba ancora umida e chiudere gli occhi pensieroso. Sembrava dormire. La donna si sentì avvampare al ricordare quella parola. La sera precedente lei e Sasuke avevano dormito insieme. Di fatti i piedi del vecchio letto in cui lei dormiva nella stanza degli ospiti avevnoa ad un tratto ceduto, rosicati fino all’ultimo dalle tarme che per anni avevano infestato quella villa disabitata e che lei ancora non era riuscita a debellare. Si era così ritrovata nel letto di Sasuke, anzi meglio dire nel vecchio letto matrimoniale di Mikoto e Fugaku. Stranamente l’ex-nukenin non le aveva permesso di dormire sul divano, ma anzi le aveva addirittura proposto, se non ordinato, di seguirlo in camera da letto.
Ovviamente non avevano fatto nulla, e ognuno aveva dormito rigorosamente su di un lato, e solo in pochi momenti i loro corpi si erano sfiorati,
per caso, quando cercavano maldestramente di cambiare posizione. Si ricordava ancora l’imbarazzo di quei momenti, imbarazzo a cui neppure lui era probabilmente preparato.

Ormai lei e Sasuke condividevano lo stesso tetto da due anni, ormai si sopportavano, e forse c’era qualcosa di più.
E Sakura non era mia stata una persona particolarmente coraggiosa, ma era stanca di aspettare. Era decisa a fare qualcosa.
Fu così che ordinò al suo corpo di muoversi in direzione del giardino, e di sdraiarsi accanto a Sasuke. L’Uchiha non si scompose, anzi non diede segno alcuno di averla notata.

La donna si stava sforzando di cercare qualcosa da dire, qualsiasi cosa.

-Guarda, quella nuvola sembra un cagnolino- era una stupida.
-Umhp?-
-Un cagnolino,ecco vedi, quella nuvola…- si, era davvero stupida. Comunque contro ogni previsione della rosa Sasuke aprì gli occhi e si mise ad osservare il celo insieme a lei.
-Si, hai ragione-
 Sakura era decisa a non rimanere in silenzio, non adesso che aveva finalmente ottenuto la sua attenzione. –Ti volevo dire…grazie per ieri sera, mi sarebbe venuto un gran mal di schiena sul quel divano-
                                                 -Figurati-
Loquace come al solito. –Bhe ti va qualcosa in particolare per pranzo? Più tardi vado al mercato a comprare qualcosa per og-
-Lo devo riparare il tuo letto?- la interruppe improvvisamente.
-Perché me lo chiedi?-
-Perché se non vuoi, non lo faccio-
Sasuke si pentì di averle dato quella risposta, si era sbilanciato troppo. Stava per andare in crisi, e continuava a tenere gli occhi fissi al cielo, mentre Sakura si era stesa su di un fianco, e lo fissava.
-E dove dormirei, scusa?-
 Sakura si pentì di avergli posto quella domanda, si era sbilanciata troppo. Stava per andare in crisi, e iniziò a torturare con le mani i fili d’erba circostanti.
Silenzio.

-Dove hai dormito sta sera, se non ti dispiace-.
-Non mi dispiace-
-Bene-
-Bene-.

Quasi non riusciva a crederci. E quella conversazione cosa sanciva? Il fatto che adesso dormivano insieme?. Nessuno dei due sembrava deciso a proferire di nuovo parola e Sakura si sentiva come una bimbetta di tre anni anziché di diciannove. Si fece coraggio.
-Questo significa che sposto le mio cose nella tua stanza?-
-. Vuoi che sia una cosa definitiva, quindi?-
Furbo da parte sua risponderle con un’altra domanda, così scaricava su di lei tutta la responsabilità di entrambe le risposte. –Credo di sì, il mio letto non si aggiusterà da solo-
-Io non lo farò- l’Uchiha deglutì un attimo: reggere quella conversazione era estremamente faticoso. Sentiva che in quei due anni qualcosa in lui era cambiato, o meglio era ritornato ad essere come quando era un bambino felice. –Però se vuoi posso dormire io sul divano- aggiunse.
-No!- Sakura pensò di aver dato quella risposta troppo velocemente e con troppa forza. Era una stupida, stupida, stupida.

Sasuke sorrise.
Poi accadde tutto molto in fretta. L’uomo si girò su un fianco, le prese la testa tra le mani e poggiò delicatamente le sua labbra su quelle della donna. Sakura restò con gli occhi spalancati e solo dopo alcuni secondi si ricordò di chiuderli per assaporarsi meglio quel momento, che era sempre stato oggetto delle sue fantasticherie da quando aveva dodici anni. Il bacio fu casto e puro, e durò poco, troppo poco per entrambi, ma Sasuke Uchiha era sempre Sasuke Uchiha e non poteva permettersi troppe romanticherie. Lentamente separò le sue labbra da quelle di quella che ormai considerava
la sua donna. Si alzò rapidamente e rientrò in casa. Sakura invece rimase imbambolata per alcuni secondi, e dopo aver mentalmente registrato l’accaduto si lascò cadere sull’erba, felice.

-Comunque per pranzo prepara l’insalata di pomodori-. La voce di Sasuke le arrivava ovattata a causa della grande vetrata chiusa. Sakura non poteva fare a meno di pensare che del pranzo proprio non le fregava niente, e che adesso tutti i suoi pensieri erano concentrati su quella sera, sulla notte che l’aspettava.

-A che pensi?-
La voce di Sasuke risvegliò Sakura dai ricordi in cui si era persa. –Uhmp?! Niente, niente, ricordi…-. Si affrettò a dire sorridendo. -Come mai ti sei svegliato?-
 -Come fai a non accorgertene?- disse Sasuke che scosse il capo rassegnato –Hai iniziato a stringermi il braccio qualche minuto fa, e te ne sei stata sorridente tutto il tempo-. Sakura arrossì accorgendosi che involontariamente la sua mano sinistra era ancora stretta in una morsa di ferro nel braccio dell’uomo, e che le sue unghie erano conficcate saldamente nella sua carne.
-Scusa, scusa!- disse in fretta, allentando la presa. Poi iniziò a ridere –era un ricordo carico di tensione-.
-Mi vuoi dire che ti prende?- si stava spazientendo.
-Va tutto bene Sas’ke, dimmi solo…hai più aggiustato il letto nella stanza degli ospiti?-
-Eh? No. Ma cosa c’entra adesso?-
Sakura rise ancora e l’uomo parve finalmente capire. L’ultimo Uchiha, o almeno l’ultimo ancora per poco, si avvicinò all’orecchio della compagna e con un bisbigliò affermò con determinazione che non aveva la minima intenzione di ripararlo.
 

 
 


La determinazione del Clan Haruno.

-Sasuke…- mormorò non appena entrata in casa. Aveva finito un turno sfiancante all’ospedale, e non aveva la minima energia per intraprendere una discussione con lui, perché ne era sicura, da lì a poco ne sarebbe iniziata una. Con sua grande fortuna però il suo compagno stava dormendo serenamente sul divano, steso in una posizione piuttosto scomoda e con le mani ancora chiuse su dei rotoli di pergamena, probabilmente i resoconti della sua ultima missione. Sbuffò piano. La loro discussione era stata rinviata a quella sera.
Sakura iniziò a prepararsi al meglio le frasi da dire “Ehm, Sas’ke, i mei genitori vengono qui a pranzo, domani!”. Troppo diretto. “Sai, credo che sia arrivato il momento di dire che sono incinta, almeno a loro”. Oppure “Domani avremo ospiti a pranzo”. In ogni caso sarebbe stato un disastro. Esattamente come lo era stato poco più di un anno fa, l’ultima volta che l’uomo aveva cercato di essere gentile con i signori Haruno, quando i suoi genitori erano piombati a Villa Uchiha per sapere perché la loro unica figlia non tornasse a casa adesso che la condanna di Sasuke era finita, e che lei era quindi finalmente libera da quella fastidiosa e prolungata missione.


-La porta Sas’ke, vai tu- mugugnò Sakura, lo voce impastata dal sonno.
-Umph- disse lui di rimando,  girandosi su di un fianco dandole la schiena.
-Su, muoviti- sussurrò, dandogli un piccolo spintone. Sasuke per poco non cadde dal letto. Si voltò di scattò verso di lei e la guardò decisamente male, ma decise di alzarsi, quando sentì dei rumori tonfi provenire dal piano di sotto.
-Chi sarà mai? Se continuano così, sfonderanno la porta- Si stava innervosendo parecchio. Era sicuro più che mai che dietro tutto questo ci fosse stato lo zampino di quel dobe rompiscatole, e scese di sotto senza neanche premurarsi di indossare i pantaloni, ma con il solo intimo che Sakura quella notte aveva avuto la decenza di lasciargli addosso.

Aprì la porta di scatto, infuriato. Quando si avvide di chi era, avrebbe voluto richiuderla subito.
-Dove è Sakura?- tuonò minaccioso l’Haruno non appena i suoi occhi incrociarono quelli neri di lui. La donna al suo fianco invece lanciò un gridolino non appena lo vide e si portò una mano su gli occhi.
-Ma chi è che fa tutto questo rumore a quest’ora? Naruto, anche se sei l’Hogake, giuro che sta volta ti mando all’ospedale-.  Proferì Sakura, scendendo lentamente le scale. Poi vide tutto.
Vide Sasuke pallido, mezzo nudo, paralizzato sull’uscio, e i suoi genitori dietro di lui.
 –oto-san, ok-san- bisbigliò.
-Sakura!- urlò la donna correndole incontro e abbracciandola forte. La rosa lanciò allora uno sguardo d’intesa con il suo compagno, che sembrava da poco ad essere tornato in vita. Era giunto il momento di uscire allo scoperto di confessare tutto.

L’atmosfera era visibilmente tesa. Sakura era seduta rigidamente su di una sedia, mentre di fronte a lei, dall’altro lato del tavolo sedevano tanto scomodamente anche i suoi genitori, che non andava a trovare da quasi un mese e a cui non aveva mai rivelato nulla della sua nuova relazione. La tazza di the’ fumante che sua madre continuava convulsamente a bere, forse perché era una donna ed aveva capito già tutto, sarebbe potuta rompersi da un momento all’altro nelle sue mani, e suo padre la guardava preoccupato. Finalmente Sasuke li raggiunse, sedendosi accanto a Sakura, vestito con una tuta nera e una maglia blu che riportava orgogliosamente lo stemma del suo clan dannato.

Silenzio.

-Ehm, all-allora, come vanno le cose alla Biblioteca?- chiese, incerta Sakura.
-Oh, non prendermi in giro figliola. Andiamo subito al sodo piuttosto- lo sguardo del signor Haruno era freddo, arrabbiato, puntato dritto negli occhi di Sasuke. Non lo aveva mai visto così. –Perché non sei ancora tornata a casa, Sakura? La condanna per questo traditore è finita due settimane fa. Io e tua madre abbiamo pensato che ti servisse del tempo per recuperare le tue cose, e ne hai avuto più che a sufficiente. Adesso torniamo a casa-.
La giovane donna cercò di sostenere lo sguardo del padre –E-e-ccco, oto-san, i-io non voglio tornare. Io credo di essere già a casa-. Iniziò incerta, ma serena.
-Non dire assurdità, figliola.-
Entrambi si sforzavano di mantenere il tono basso, ma quando l’uomo vide la mano del nukenin posarsi su quella tremante di sua figlia, sentì il sangue circolargli più velocemente nelle vene e il cuore battergli fino allo spasimo. L'atmosfera cambiò.

-Lo sapevo che sarebbe finita così! – si alzò di scatto -Lo sapevo che quando tre anni fa l’Hogake ti chiese di diventare il suo tutore- e puntò l’indice contro il giovane traditore – sarebbe andata a finire così! Avresti dovuto darmi retta allora, quando ti chiesi di rifiutare questa missione! Ma tu sei testarda come nessuno Sakura!- sua moglie cercò di calmarlo, ti farlo tornare seduto, ma non ci riuscì. –Cosa credi che si dica di te al villaggio? “La piccola del clan Haruno che dorme ormai stabilmente nel ghetto degli Uchiha, con il nukenin!-
Sasuke concentrò il suo sguardo sulla sua mano e su quella della sua compagna. Perché era questo che Sakura era diventata in quei tre anni, la sua compagna di vita, la sua salvezza. Si riscoprì per la prima volta incapace di parlare, di difendersi, forse perchè sapeva che tutte quelle accuse erano vere. Era vero, lui era un nukenin.
La giovane Haruno sentiva gli occhi pungerle, ma non avrebbe ceduto al pianto.
-Tu non devi stare qui!- suo padre continuò –Non puoi stare qui con lui! Che futuro ti darà? Nessuno. Magari un giorno sarà riabilitato a Jonin, ma cosa vuoi che importi se sei un Uchiha che ha causato la distruzione dell’intero Paese del Fuoco? Cosa? Vuoi davvero entrare a far parte di questo clan? Sono seminatori d’odio, Sakura!. Anche la storia del povero Itachi, che ha sacrificato tutto per questo villaggio, non ha fatto altro che seminare odio tra i suoi membri, è quest’odio ha portato allo scoppio della guerra ninja più grande di tutti i tempi!-.
-Non pronunci il nome di mio fratello- Sasuke si alzò e il suo viso divenne improvvisamente minaccioso.
-Già. Tuo fratello. Io l’ho conosciuto, era una gran brava persona, almeno lui. Ma tu!Tu non puoi stare con mia figlia, tu non la meriti!-

Sasuke accusò il colpo. -Adesso smettila papà, basta con questa storia! -.
-No bambina mia, perché non capisci? Anche se dicono che ha fine guerra ci abbia aiutato, ha comunque ucciso decine e decine e di persone innocenti. È un assassino-.
E quelle ultime parole furono scandite lentamente, e a Sasuke sembrano prendere quasi consistenza, divenire dense ed appiccicarsi a lui per soffocarlo. 

-Sakura, tuo padre ha ragione. Io non ti merito. Tu dovresti stare fuori da qui, adesso che puoi, adesso che il tuo compito è finito. Dovresti conoscere qualcun altro e vivere una vita che non sia al mio fianco. Cosa potrei mai offrirti io-. La voce dell’ultimo Uchiha era atona, priva di qualsiasi emozione, e i suoi occhi neri, sembravano ancora più vuoti e scuri del solito.
-Ecco, finalmente sta ragionando anche questo ragazzo-

-No! Smettetela tutti quanti dicendomi cosa devo o non devo fare!. Sono adulta ormai, posso scegliere da me. E la mia scelta non cambia, è la stessa che feci quando avevo dodici anni e lo vidi per la prima volta, quando ne avevo sedici e partì via. È la stessa scelta di dieci, cinque, tre , o un anno fa. Io scelgo di rimanere acconto a Sasuke Uchiha. Perché probabilmente ora che ci penso, forse non è mai stata neppure una mia scelta. È sempre stata più come una necessità quella di amarlo, un po’ come respirare-.
Era una donna adesso. Non avrebbe permesso a nessuno di lasciarla indietro e di decidere per lei.

Ci furono di nuovo dei minuti di interminabile silenzio, forse perché tutti, compresa lei, erano scioccati dalla verità contenuta in quella parole, sconvolti dalla determinazione che gocciolava da ogni singola sillaba.
-Se è questo ciò che ti rende felice, allora sii finalmente libera di essere felice figlia mia-. Sussurrò lievemente la signora Haruno, facendo udire la sua voce per la prima volta. –. È inutile stare qui a parlarne caro, non ci seguirebbe comunque. È arrivato il momento di lasciarla andare-
-oka-san, grazie-bisbigliò commossa.
Il capostipite del clan Haruno sospirò, in fondo aveva sempre saputo che se sua figlia aveva già deciso, allora niente le avrebbe fatto cambiare idea.-. È davvero questo quello che vuoi?-
-Si-
-Bene, va bene. Ma sappi che non approvo neanche un po’… e per quanto riguarda te- e ripuntò il suo indice contro Sasuke – Se fai di nuovo del male a mia figlia, giuro che ti farò raggiungere tutti i tuoi antenati-.
-Non ne ho intenzione, signore-
-Lo spero per te- . I due uomini, fieri ambedue come due leoni selvaggi, si squadrarono un poco, cercando di dimenticare tutto quello che era stato detto poco prima, e si strinsero la mano. Forte, molto forte, quasi volendosela stritolare a vicenda. A Sakura scappò quasi un sorriso vedendo quella scena. Forse un giorno sarebbero potuti andare quasi d’accordo.

 
Sakura andò in cucina, doveva sbrigarsi a preparare qualcosa per la cena altrimenti Sasuke si sarebbe lamentato di lei di nuovo. Stava ancora pensando alle parole giuste per poter dire a Sasuke che l’indomani i suoi genitori sarebbero arrivati per il pranzo. Ad un certo punto sentì due braccia forti stringerle intorno alla vita, e il volto del compagno sulla spalla.
-. È impossibile dormire quando tu cerchi di cucinare Sakura, fai un baccano assurdo-
-Mai un complimento da fare, eh tu?- rispose prontamente lei, lasciandosi avvolgere da quella stretta forte.
-Ho visto tutte quelle buste sul tavolo, hai deciso di comprare tutto il supermercato?-
-No, bhe…veramente domani abbiamo ospiti a pranzo-
-Cosa? Chi?- Chi è tanto folle da venirmi a disturbare fino a casa. Un intuizione attraversò la mente dell’ultimo Uchiha, in fondo era da tanto che non li vedeva.
-Non mi dire che…-.
-Si, proprio loro Sas’ke-kun, è arrivato il momento di dirgli del piccolo-
Sasuke sbiancò. Non era certo che l’Haruno avrebbe preso bene la notizia che lui, l’ex-nukenin, aveva preso tutto di sua figlia…ma proprio tutto.
Probabilmente avrebbe finalmente raggiunto i suoi antenati.









Angolino Autrice.
Eccoci qui, siamo arrivati al quinto capitolo^^. Questo non aggiunge niente di nuovo alla storia che più o meno stavo portando avanti, ma questi due "momenti" della vita di Sakura e Sasuke mi sono sembrati troppo importanti per ometterli dalla storia, ed allora eccoli qui, sotto forma di flashback. Che ne pensate?. So che magari la seconda one-shot è molto dura, ci sono termini come nukenin, assassino, odio... ho cercato di stempeare i toni nel finale, e renderla meno angosciosa e più allegra, perchè alla fine ogni cosa va bene (per la frotuna di Sasuke) ^^.
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, ricordate, seguite...e soprattutto chi la la santa pazienza di recensire^^. Veramente, Grazie <3.




Flyonclouds.



 
  
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