Settimo giorno.
Rabastan immerse la penna nel calamaio, per poi estrarla. Velocemente tracciò un'altra stanghetta, vicino ad altre, settimo giorno di prigionia.
Pulì la penna d'oca, e tornò a leggere il libro.
Ventesimo giorno.
Come fosse stato un automa, Lestrange eseguì il solito processo, una stanghetta sopra le altre quattro. Nascose la pergamena, temendo gli sbeffeggiamenti del fratello.
Quarantottesimo giorno.
Incominciava a stufarsi, Rabastan. Ogni giorno lo stesso giorno, il tempo che passava si notava solo grazie al calendario magico – cambiava ogni giorno automaticamente. Nuovo giorno, nuova stanghetta.
Ultimo giorno.
Finalmente, quel giorno era arrivato. Lestrange tracciò l'ultima stanghetta, e osservò il baule già pronto vicino al letto. Ultimo giorno di prigionia, prima dell'inizio del quinto anno scolastico.
[110 parole]
Angolo del Baobab:
Heilà! Mi rendo conto di non star salutando nessuno, probabilmente, ma c'est la vie. Continuiamo sulla strada di questo Rabby secchione, anche se l'ho sempre immaginato come una specie di troglodita col QI in cifra negativa, manco Anderson gli avesse urlato nell'orecchio, quindi non ha senso nemmeno per me. Ma vabbé.