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Autore: Valente_M    01/12/2013    0 recensioni
Si osservava e si vedeva diversa, eppure quella nel riflesso era lei. Quelli erano i suoi occhi, le sue labbra e i suoi capelli. Erano i suoi eppure dentro di lei sentiva che non gli appartenevano più. Non si sentiva più Hermione Granger, quella ragazza era morta quella notte. Si sentiva una statua incapace di sentire più le emozioni che solitamente coloravano il suo mondo. Si sentiva falsa perchè indossava una maschera costantemente, perfino quando era con Harry e Ron. Sentiva le parole di lui, quel furetto platinato, bruciargli nel petto " Respirare non significa necessariamente vivere. E tu sei una morta che cammina. ". Quelle parole le davano una spinta doveva tornare a vivere. Come una fenice sarebbe risorta dalle ceneri.
Intanto da una colonna un biondo ben nascosto, osservava la determinazione di lei negli occhi con un sorriso soddisfatto. Tornerai a vivere è una promessa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano nella stanza di Ron Weasley, finalmente lontani dalla signora Weasley che faceva di tutto per non farli parlare da soli, come se quello rallentasse lo scorrere dei giorni. Lenticchia fingeva di pulire mentre la sua Hermione era in un angolo a dividere un mucchio di libri. Era entrato anche San Potter aveva un volto stanco , il volto di chi porta molti pesi. Avevano iniziato a parlare tra loro.
<< Secondo me Malocchio potrebbe essere ancora vivo.>> disse Ron.
<< Ma Bill ha visto che veniva colpito dall’ Anatema che Uccide » osservò Harry.
«Sì, ma anche Bill stava combattendo» insisté Ron. «Come fa a essere sicuro di quello che
ha visto?»
«Anche se l'Anatema l'avesse mancato, è comunque caduto da trecento metri di
altezza» fece notare Hermione, soppesando Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e
dell'Irlanda.
«Forse ha usato un Sortilegio Scudo...»
«Fleur ha visto la bacchetta saltargli via di mano» osservò Harry.
«E va bene, se volete proprio che sia morto» sbottò Ron, scontroso, prendendo a pugni il
cuscino per dargli una forma più comoda.
«Ma certo che non vogliamo che sia morto!» esclamò Hermione, esterrefatta.
«È terribile che sia morto! Però siamo realisti!»
«I Mangiamorte probabilmente hanno ripulito il campo, per questo nessuno l'ha trovato»
disse Ron saggiamente.
«Sicuro» convenne Harry. «Come Barty Crouch, trasformato in un osso e sepolto nel
giardino di Hagrid. Probabilmente hanno Trasfigurato Moody e l'hanno impagliato...»
«Smettila!» squittì Hermione con gli occhi pieni di lacrime.Draco stava per alzare e andare da lei mentre Harry si scusava.  «Hermione, non volevo turbarti...» Ma in un gran cigolio di molle rugginose Ron balzò su dal proprio letto e arrivò per primo. Con un braccio attorno alle spalle di Hermione, frugò nella tasca dei jeans e ne
trasse un disgustoso fazzoletto che aveva usato poco prima per ripulire il forno. Sfoderò la bacchetta, la puntò sullo straccio e mormorò: «Tergeo».
La bacchetta risucchiò gran parte dell'unto. Compiaciuto, Ron diede il fazzoletto ancora
fumante a Hermione.

«Oh... grazie, Ron... Mi dispiace...» balbettò lei. Si soffiò il naso e singhiozzò.
«È orri-bi-le vero? Su-subito dopo Silente... Io n-non avrei mai immaginato che Malocchio
potesse morire, era così forte!» «Sì, lo so» disse Ron, stringendola. «Ma lo sai che cosa ci
direbbe se fosse qui?» «Vi-vigilanza costante» rispose Hermione, asciugandosi gli occhi.
«Giusto» annuì Ron. «Ci direbbe di imparare da quello che è capitato a lui. E io ho imparato
che non bisogna fidarsi di quel piccolo verme codardo di Mundungus».
Hermione rise un po' incerta e si chinò a prendere altri due libri. Un attimo dopo, Ron
ritrasse il braccio dalle sue spalle perché lei gli aveva fatto cadere sul piede Il Libro Mostro
dei Mostri. Il volume, liberatosi della cinghia che lo Shiudeva, azzannò la caviglia di Ron.
Eccolo li il Trio. Lui era stato esterno all’ intera conversazione , come se non esistesse. Quello non era il suo posto. Lui non era il buono e non era il cattivo. Lui era il niente. Sua madre si sbagliava i Malfoy non risplendono i Malfoy sono solo tenebre. Hermione si girò a guardarlo mentre lui era chino col viso basso ad osservare il pavimento. I muscoli tesi, i pugni chiusi fino a far divenire le nocche bianche.
<< E’ tardi.. meglio che andiamo a riposare. Ron,mostra ad Harry l’altro te. >> disse con un sorriso. Prese per mano Draco e scese le scale fino alla sua stanza. Non dormivano insieme ma voleva che quella notte lui restasse. Le diede un bacio sulla fronte e fece per andarsene.
<< Resta..>> lo supplicò, Hermione Granger aveva supplicatop qualcuno, ma per la prima volta non le importava. Tutto quello che contava, erano quegli occhi grigi tormentati da chissà quale orrore.

 
 
 
Era rimasto, lei ne aveva bisogno, l’aveva letto nei suoi occhi.
Aveva bisogno d’aria. Sciolse l’abbraccio e si alzò attento a non svegliarla. Scese in cucina a prendere un poco d’acqua. C’ era un silenzio snervante che lo faceva pensare fin troppo.
<< Soffri d’ insonnia Malfoy ? >> la voce del Bambino Sopravissuto lo riscosse dai suoi pensieri.
<< E tu Potter ? Mangiato pesante ? >> rispose con il suo ghigno.
L’altro gli sorrise andando verso la credenza.
<< Ti va di farti un goccetto ? >> disse porgendogli il Firewiskhy.
<< Perché no ? >>
Erano fuori incuranti dal freddo, al secondo bicchiere.
<< Ho dovuto farla finita con Ginny. >> disse il moro guardando il cielo stellato.
<< E perché mai? >>
<< E’ più sicuro cosi… Voglio che viva ,che sia felice e che un giorno si sposi, abbia figli e che invecchi al caldo nel suo letto accanto al suo amore. >> aveva la voce un po’ rotta.
<< E’ una cazzata Potter. Tu tornerai e farai una nidiata dai capelli rossi, marchio Weasley. Te lo garantisco Sfregiato.>> era toccato nel profondo.
<< Non capisci .. Io non tornerò. L’ho sempre saputo Draco.. Alla fine io morirò comunque. >> Era la voce di un rassegnato, la voce di un condannato che sa che all’alba verrà messo al patibolo.
<< Harry.. Tornerai. Torni sempre. E’ impossibile sei come le zecche, non ti liberi mai di loro. >> tentò di rincuorarlo.
<< Lei ti amerà comunque. E’ tosta la Piattola. >>
Affermò convinto.
<< Sai che non ti farà andare via >> rispose l’altro.
<< So che ti senti come un invasore ma in questo periodo ho avuto modo di conoscere e di apprezzare il Draco meno borioso , arrogante e viziato.
Sei in gamba  e hai le palle per esserti ribellato al tuo destino. Lei ti ama e se lei è felice, bhè spero che lo sia anche tu. Al primo anno non ho accettato la mano di un ragazzino pieno di se e pieno di pregiudizi, ma diventerei amico dell’ uomo che ho davanti.>> Harry gli tese la mano.
Era rimasto spiazzato. Potter gli stava dando quello di cui aveva bisogno : amico. Perché dopo aver perso le tracce di Blaise si era sentito solo..
Prese la mano e disse : << Sono ancora un po’ pieno di me. So di essere il più bello. >> Frase che scatenò le risa dei due notturni.

 
  
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