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Autore: percysword    02/12/2013    0 recensioni
Un enorme quadro ritraeva il viso di una bellissima ragazza, i capelli scuri le ricadevano dolcemente sulla spalla e circondavano la pelle chiara. Il naso era semplicemente perfetto, circondato da un poco di rossore, e gli occhi erano neri come la pece.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a Chiara ,

per il suo compleanno

 

Capitolo 17

 

Harry fissò Louis per un tempo indeterminato, chiedendosi se fosse reale, se fosse davvero lì con lui, ma soprattutto chiedendosi perché. Perché proprio adesso, quando aveva trovato una famiglia ed aveva iniziato a dimenticare? Perché non anni fa, quando si sentiva solo in quell'orfanatrofio?

-Perché te ne sei andato?-

Louis sembro sorpreso all'udire quelle parole, non si aspettava di certo un "ben tornato", ma quella non era la domanda a cui era pronto a rispondere.

-Hey, una cosa alla volta!Prima di tutto, sono felice di vederti anch'io-

-Chi ti dice che sono felice?- la voce di Harry inizio ad alzarsi, dimenticandosi che fosse ancora notte fonda. -E poi come cazzo hai fatto ad entrare? Non usa pi√π bussare?-

Louis cercò di tenere un tono di voce stabile e calmo, ma i suoi occhi gridavano paura, rispecchiavano tristezza e portavano con s√® il desiderio di cambiare il passato.

-Harry, posso spiegarti…-

-Dicono tutti così. Sbagliano e poi vengono a chiedere scusa dicendo "Hey, posso spiegarti". Ma cosa vuoi spiegare? Sono passati anni da quando ti ho visto, non hai mai chiamato, non mi hai mai contattato, cosa devi spiegare? So solo che…-

-Sono morto-

Harry si ammutolì. Cosa voleva dire? "Sono morto", no lui era lì. Poteva vederlo, poteva sentire la sua voce‚ ma poteva toccarlo? Poteva sentire il suo profumo di lavanda?

-Tu non sei morto- disse convinto il riccio

-Si, lo sono. È per questo che non ti ho mai contattato ed è per questo che ti ho lasciato solo.-

Non poteva essere vero. Quelle parole alle orecchie di Harry però sembravano sincere, ma lui stentava a crederci.

-So che non è un buon momento- riprese Louis -e so che non è una buon'ora,… Ma visto che eri sveglio ho colto l'attimo per salutarti.-

-Salutarmi? Perché? Te ne rivai? Ovvio.-

-No, volevo solo salutarti… Adesso vai a dormire Harry. Ci vediamo domani- voltò le spalle e uscì dal bagno. Harry gli corse dietro ma in camera sua non trovo nessuno.

"Dormire?" pensò "Come faccio a dormire?". Non credeva infatti alle parole dell'amico, ma tutto sembrava così reale e vero che aveva paura di addormentarsi e realizzare che era stato un sogno, un sogno fin troppo vero per i suoi gusti. Ma si fece forza e piano piano si addormentò.

 

La donna canuta vagava per il sentiero con una certa fretta, cercasi far fermare coloro che le venivano incontro, chiedendo aiuto. 

"Vi prego aiutatemi!" Gridava a ciascun passante, ma nessuno sembrava volerla aiutare. Alcuni pareva che neppure la vedessero, come se fosse trasparente. Così, giunta ad una panchina vi si sedette e sia per la tristezza che per la stanchezza causata da quel viaggio che le era sembrato eterno, iniziò a piangere silenziosamente, singhiozzando ogni tanto e coprendosi il viso con le mani. 

-Signora, sta bene?-

La donna sussultò, non aspettandosi che qualcuno le rivolgesse la parola, ma poi vedendo il dolce volto della ragazza che aveva parlato si tranquillizzò nutrendo la speranza di un aiuto da parte di quella.

 

Quella mattina Charlotte si svegliò con uno strano presentimento, come se sapesse che qualcosa sarebbe andato storto. Non avrebbe badato a quei pensieri, non aveva mai creduto alle superstizioni, ma l'ultima volta che si era alzata dal letto con quell'idea era stata quando Louis se n'era andato e non si era fatto pi√π vivo. Da quel momento niente poteva andare storto, perché il peggio l'aveva già vissuto. Ma decise di nascondere questo presentimento al fratello, poiché sapeva che quando Harry diceva di non credere alla fortuna e alla predizione del futuro, mentiva. Ci credeva eccome. La mamma le raccontava sempre che sua nonna era un'indovina e che una volta aveva predetto che ci sarebbe stata una nascita nella sua famiglia, ma lei era troppo vecchia per avere figli e la sua unica figlia aveva sposato un uomo che amava, ma con cui, sebbene erano ormai due anni che provava a rimanere incinta, non riusciva ad avere figli ed aveva quasi abbandonato l'idea. Quindi chi poteva partorire? Nove mesi dopo nacque la mamma, "una delle bambine più belle che siano mai nate", diceva la nonna. Alla fine della storia Anne dava il bacio della buonanotte a Charlie e a Harry, il quale rimaneva sveglio a pensare.

-Credi che sia vero?- le chiedeva. Ma la sorella diceva "É solo un caso, non esiste la magia". Era una bambina strana, aveva sempre pensato Harry, come poteva non credere alla magia? -Tutti i bambini ci credono, perché lei non lo fa?-

-Perché la magia è illusione e tua sorella è realista Harry. É molo matura per la sua giovane età, fin troppo giovane. E la mia più g-rande preoccupazione al momento è se definirlo un problema o no… Queste erano le esatte parole con cui suo padre rispose. Ed era stato un problema per lei, perché il suo primo brutto presentimento si era realizzato come veritiero e adesso aveva paura, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti non poteva non credere a ciò. Insomma, aveva visto un fantasma e l'aveva visto tornare umano. Questo non era possibile, o almeno così credeva.

 

Harry entrò nella cucina con un'espressione piuttosto malinconica, non si poteva dire che avesse dormito bene. La sorella lo salutò con un sorriso, che lui sforzandosi ricambiò, prese una ciotola dalla credenza e la riempì di cereali e latte. Mentre mangiava ripensava all'avvenimento della scorsa notte: era successo davvero o se l'era immaginato? Non poteva dirlo con certezza, ma sentiva che qualcosa di vero c'era perché il sogno che aveva fatto, quello della casa, sembrava fin troppo reale e quel Louis sembrava veramente essere Louis, sapeva per certo che il suo subconscio non avrebbe scelto quelle battute da mettergli in bocca, magari qualcosa di più soddisfacente. C'era poi qualcosa di troppo reale in quella che credeva fosse stata un'allucinazione in bagno, ma dovuta a cosa? L'unica cosa che aveva fatto prima di vivere quell'esperienza era stato mangiare dei cereali. Allontanò di colpo la ciotola e optò per un bicchiere di succo d'arancia. Liam fece il suo ingresso in cucina canticchiando seguito da Amelia che portava un libro in grembo, per leggero durante la colazione. Il primo prese una fetta di pane con la marmellata e poi con un "Vado a fare un giro", sotto cui si nascondeva un "Vado da Lydia", se ne andò. Charlie poco dopo andò con i nonni al parco, per incontrare Niall. Non sembrava molto contenta, visto la preoccupazione nei riguardi del fratello, ma andò comunque: aveva bisogno di confidarsi con un amico.

Harry finì poco dopo la colazione, ma rimase lì a pensare e a tenere compagnia alla ragazza, anche se non sembrava ne avesse bisogno. Quando leggeva per lei c'era solo il libro, quello che le stava attorno non importava. Tutto ad un tratto alzò lo sguardo, come se si fosse appena ricordata di qualcosa, chiuse il libro e si voltò verso Harry.

-Caro mio, dobbiamo parlare.-

 

-Non tanto bene, sono preoccupata-

In effetti il volto della signora era contratto in un'espressione di angoscia, paura.

-Per chi? Se posso chiedere…-

-Ma certo che puoi chiedere!- disse entusiasta -Aspetto da tanto qualcuno che parli con me, ma qui sembrano tutti così distanti, come se non ci fosse alcuno al di fuori di loro. Ma non voglio dilungarmi in pensieri che probabilmente non ti interessano. Posso darti del tu, vero?-

La ragazza annuì.

-Bene. Sono preoccupata per mio nipote, avrà una vita piuttosto dura… E vorrei aiutarlo, sai. Ma non riesco a capire come!-

-Come fa a sapere che avrà una vita dura?-

La donna la guardo sorridendo, ma con gli occhi tristi.

-So più cose di quante tu creda, cara. Sono sempre stata capace di vedere il futuro. All'inizio accadeva per caso, qualche sogno a volte riempiva le mie notti e mi faceva svegliare di colpo, molte volte gridando. Mia madre voleva l'aiuto di un esorcista, ritenendo che il diavolo mi avesse impossessato. Ma piano piano riuscii ad abituarmi agli orrori che vedevo, solo più tardi capii cosa riguardavano. Non erano semplici deja-vu o sensazioni, bensì fatti futuri chiari e concisi. Ne rimasi alquanto sconvolta quando, una volta, sognai la morte di un vecchio signore di provincia che conoscevo da molto tempo e quando nella realtà arrivai al funerale il pastore pronuncio le esatte parole che aveva detto un sogno e i fiori erano gli stessi, stessi colori, stesse posizioni. Le persone compivano gli stessi gesti che avevo sognato, senza sbagliare di attimi. Questa fu una delle prime volte che mi accorsi di ciò che potevo fare: riuscivo a vedere il futuro delle persone che mi stavano vicino e molte volte erano faccende spaventose: intrighi, tradimenti, omicidi. Solo dopo capii che potevo vedere anche quello degli altri possedendo un oggetto che gli apparteneva, ma questa è un'altra storia.-

 

Il parco era quasi pieno di gente, non come nel pomeriggio, ma Charlie preferiva proprio per quello andare di mattina: c'erano meno persone, l'aria era più fresca e gli unici rumori che si potevano sentire erano il fruscio degli alberi mossi dal vento e il cigolio delle altalene su cui lei e Niall solitamente andavano a passare il loro tempo. Infatti il suo amico biondo era già seduto che agitava la mano in segno di saluto.

 

 

 

 

TO BE CONTINUED

il continuo del capitolo lo posterò stasera o mercoledì :)

   
 
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