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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    08/05/2008    0 recensioni
[No Mary Sue-Gary Stu] Alcuni degli amici e amiche di Hinata scompaiono in circostanze misteriose, e al loro posto compaiono proprio dei corvi... Tsukuyomi, la dea della luna e della notte, è stata sottomessa dal potere delle tenebre. Ce la farà la timida Hinata a salvare i suoi amici e a combattere Yomi, l'oscutrità eterna, accompagnata dal re dei Tengu Sojobo e il leggendario Masamune? (fic basata sullo shinto e la mitologia giapponese) Scopritelo...
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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月夜見の尊 月齢

                                                                    (Tsukuyomi Moon Phase)

 

 

 

Yomi si stava trasformando. Qualunque cosa fosse, Hinata era pronta. Si ritrovò di fronte Neji, nello stesso stato di Amaterasu, Tsukuyomi e Susano. Lei si bloccò.

 

“E’ inutile, madamigella Hinata. Per quanto lei si impegni, rimarrà sempre una fallita. Il destino non si può cambiare…”

“Tu non sei Neji-kun. Sparisci!”

 

E diede un fendente con la spada che avrebbe mozzato la testa a una persona, ma dato che quella non era che l’oscurità, le passò attraverso il collo.

 

“Bravissima Hinata!”

 

Questa era la voce di Naruto. Da dove veniva? Aveva assistito anche ai precedenti scontri? Yomi si trasformava ancora: questa volta, il gigantesco serpente a otto teste Yamata no Orochi. Sulla fronte di ogni testa c’erano degli strani tatuaggi, diversi, e al loro interno un kanjii. Si potevano leggere:

 

Fuoco

Acqua

Aria

Terra
Oscurità

Veleno

Elettricità

Luce

 

Dalle fauci di ogni testa gocciolava una roba verdastra, che doveva essere del veleno. Hinata era sorpresa: per quanto ne sapeva, il demone Orochi era stato sconfitto almeno cento anni fa… Proprio dal dio Susano! Pensò in fretta… Come aveva fatto a ucciderlo? Ma certo… Aveva ubriacato le sue otto teste con del sakè e poi le aveva tagliate via! Ma adesso… Dove lo trovava del sakè?

Intanto, sulla Terra alla Collina dei Kami…

Masamune, sentendo la forza dell’entità, capì che si trattava di un demone, di Orochi. Andò di corsa da Inari, interrompendolo\a dalla sua attività.

 

“Inari… Se non sbaglio, oltre a essere dio\dea delle volpi, lo sei anche del riso, no?”

“Beh… E con questo?”

“Ci serve del sakè, e come Lei sa esso è ricavato dal riso fermentato…”
”Ho capito! Vuoi del sakè in modo da aiutare la ragazzina! Ci vuole un bel po’ per prepararlo…”

“Sì, ma… I fedeli non donano alle sue messaggere del sakè in modo che glielo portino?”

“Oh vero… Posso provare a chiamarle, ma non so se hanno sakè…”

“La prego, provi!”

“Va bene…”

Inari formulò qualcosa in quella che doveva essere il linguaggio delle volpi, e due myobu bianche si materializzarono dal nulla. Una di loro aveva una grossa bottiglia del tanto desiderato vino di riso. Altre parole del\la dio\a e sparirono di nuovo. Stavano andando da Hinata a consegnarglielo.

 

“Yomi… Anzi, Orochi… Tu non puoi vincere…”


Hinata sospirò. Era coperta di sangue: aveva mozzato già cinque teste. La forza della rabbia. Si era dimenticata delle parole che Amaterasu le aveva detto tempo addietro: “Non dovrai provare sensazioni umane come il cercare un potere sempre maggiore. Non dovrai provare il sentimento di vendetta”

Quello era il momento che Yomi stava aspettando: il momento in cui lei era indebolita dai suoi sentimenti. Sotto forma di spettro nero, entrò dentro Hinata. Lei opponeva una dura resistenza, le myobu erano arrivate. Quella senza la bottiglia di sakè corse verso la piccola dea, tra le zampe dei fogli da esorcismo. Ne posizionò uno sulla fronte, uno al cuore e un altro sulla schiena: avrebbero aiutato Hinata a rimuovere Yomi. E così fu. Appena uscito, riprese le sembianze del leggendario serpente, ma con cinque teste in meno. La myobu con il sakè volò verso le tre teste ancora vive, facendo ingoiare a ognuna il liquido. Caddero a terra, ubriache. Lei le tagliò senza problemi, quando, nell’ultima, sentì qualcosa di duro. Era la spada Kusanagi. La estrasse, e con le sue ultime forze, vi sigillò Yomi. Cadde a terra, priva di forze.

Intanto, sulla Terra, sempre alla Collina dei Kami… Gli dei e le dee si stavano, pian piano, trasformandosi in pietra. Così, colti in posizione di preghiera, continuavano imperterriti. Anche a Raijuu toccava la stessa sorte, ma non se ne preoccupò. Sojobo si guardò preoccupato intorno, esclamando:

 

“Che… Che sta succedendo?!”

“Hinata ha sigillato Yomi. Ce l’ha fatta, ma esso era anche il custode delle anime divine. Hinata, sigillandolo, ha tolto il Male dal mondo, ma ha anche eliminato la Speranza, rappresentata dai Kami. Un mondo senza il male è un mondo perfetto, e la perfezione non esiste. Ma la Speranza è la cosa che permette all’umanità di andare avanti, di non arrendersi mai fino al raggiungimento dei propri obiettivi. Ricorda le mie parole, tengu. Adesso le nostre strade si dividono, ma sento che un giorno ci rivedremo. Salutami Hinata, addio… Per il momento”

 

E Masamune, in una nuvola di fumo, scomparse. Ricominciò il suo viaggio verso l’ignoto, solitario.

 

“Le terrò bene a mente… Yondaime Hokage”

 

Sojobo osservò i paraggi: tutti erano diventati statue di pietra, grigia e fredda. Disposti in cerchio, ancora preganti. Ancora giacciono lì, ancora pregano…

 

 

Hinata si risvegliò nel candido letto dell’ospedale migliore di Konoha, era in una stanza singola. Accanto a lei era seduta Kurenai. Naruto aveva in mano un bouquet di fiori.

 

“Ecco Hinata! Sei stata incredibile! Cosa posso fare per ringr…”

“Calmo, Naruto. Lasciamo Hinata riposare”

 

L’esagitato ragazzo lasciò i fiori sul comodino vicino al letto, pieno di bigliettini con scritte tipo “Guarisci presto” e “Sei la nostra eroina”. La jonin e il genin uscirono, chiudendo delicatamente la porta. Lei prese i fiori, sentendo il loro delicato profumo. Tra i bigliettini, ce ne era uno con una nera piuma. Una piuma gigantesca. Lei lo prese e lo lesse:

 

“Cara Hinata,

Ce l’hai fatta! Hai vinto! Ora i tuoi amici sono salvi!

Ma purtroppo, tutto ha un prezzo. Non voglio spiegarti cosa intendo ora.

Gli strumenti divini, dopo la battaglia, sono diventati come pietra e sono volati a chilometri

di distanza, ora nessuno sa dove si trovino. Masamune ti saluta, purtroppo,

ora non so dove si trovi. Mi ha sbolognato qui da solo al villaggio raso al suolo! Ma ti rendi conto?

Non posso rivelarti dove sta il mio villaggio, ma sento che ci rincontreremo presto. Potrebbe essere domani, potrebbe essere tra dieci anni. Ma di una cosa, sono sicuro…

Non ti dimenticherò mai.

Saluti, il Re dei Tengu Sojobo”

 

Hinata strinse a sé la piuma. Sojobo già gli mancava.

Sui volti di pietra degli Hokage, una figura era in piedi su quella del Quarto.

 

“Alla prossima, Hinata… La sola che non vede mio figlio come un mostro”

 

Detto questo, sparì.

 

FINE

 

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Note:

 

La fanfic è finita. Spero vi sia piaciuta, dato che, probabilmente, scriverò il seguito.

 

Inari: Inari è la divinità shinto della fertilità, del riso, dell'agricoltura, delle volpi, dell'industria e del successo terreno. E’ rappresentato sia come divinità maschile che come divinità femminile, anche sotto forma di volpe, ma può apparire anche sotto forma di drago o serpente. Nella fic ho voluto lasciare ai lettori la scelta: maschio o femmina?

 

Myobu: Sono volpi di un bianco candido e agiscono come messaggere di Inari.   

 

Alla prossima

 

 

 

  
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