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Autore: Beby_Be    08/12/2013    7 recensioni
Dopo aver combattuto con onore l'ultima battaglia, Naruto torna a Konoha e alle responsabilità imposta dalla sua posizione. Il Maggiore Naruto Uzumaki ha promesso a un compagno in punto di morte che si sarebbe preso cura della sua cuginetta Hinata.
Ma quando il destino, tutto a un tratto, mette sulla sua strada la dolce Hinata ecco che la vita che credeva di avere davanti acquista un nuovo sapore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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Capitolo 15

 
Hinata sbattè le palpebre al chiarore lunare. Dove si trovava? Trasse un respiro e tentò di muoversi. Un dolore le percorse il braccio. Stava male… le girava la testa… svenne… Quando riprese i sensi, vide soltanto oscurità. Forse aveva dormito, anche se le pareva impossibile con quel tremendo mal di testa. Cosa l’aveva svegliata? Aveva sentito una voce? Eccola ancora: «Hinata!». Tentò di rispondere, ma non riuscì a emettere alcun suono. Non poteva parlare! Si agitò, cercò di spostare il braccio, ma il dolore divenne ancora più acuto. Di nuovo svenne.
Poi si svegliò, piena di brividi. Faceva freddo, era buio. Muri tutto intorno a lei… Era prigioniera! Con la mano sana tastò dietro la schiena: pietre, metallo. Com’era possibile? Era in fondo al pozzo del castello! Terrorizzata, invocò più forte che poté. «Naruto! Aiuto!» Ma emise soltanto un sussurro. Si abbandonò alla disperazione: nessuno l’avrebbe udita! Era gelata fino alle ossa… stava per morire. Mai più avrebbe rivisto Naruto, mai più gli avrebbe dichiarato il suo amore… No, non poteva morire! Doveva vivere, uscire da quell’orrenda prigione. Ma come ci era caduta? Si doveva concentrare, ma non era facile con quel dolore. Ancora semicosciente, tentò di mettere insieme i suoi ricordi. Le comparve innanzi agli occhi il volto di Tokuma, sconvolto dall’ira, con un taglio diagonale sulla bocca. Lo aveva colpito con il frustino… Perché? L’aveva assalita… E poi cosa era successo? La memoria non rispondeva. Gemette piano.
Quando aprì gli occhi, si sentì un po’ più sveglia di prima. La piccola fetta di cielo che riusciva a scorgere era meno scura. Stava finalmente spuntando il sole. Qualcuno sarebbe venuto a cercarla. Si sforzò di alzarsi in piedi. Il volto grondava di sudore, la testa pulsava e il braccio doleva da impazzire. Ma dimenticò il male quando udì Naruto che gridava.
«Hinata! Dove siete?»
«Sono qui, Naruto! Aiutatemi! Sono in fondo al pozzo.»
Sentì altre voci, poi di nuovo quella di Naruto, «Silenzio! Credo di aver sentito qualcosa. Ascoltate!»
Le ginocchia la sostenevano a malapena. Con la mano di aggrappò a un piolo di ferro. «Sono qui!» gridò. «Naruto, aiuto!»
 
La macchia di luce sparì, eclissata da volti affacciati. Seguì un coro di esclamazioni: «Eccola!», «Guardate!», «E’ miss Hinata!».
Poi la voce di Naruto.
«Spostatevi! Lasciate entrare la luce. Andate a prendere le funi!» E, chinandosi, le chiese: «Hinata, siete ferita gravemente?».
Lei respirò a fondo. Le risultava difficile fare le cose più semplici, per esempio parlare. Quell’ invocazione le aveva strappato le ultime forze.
«Vi prego, Hinata! Dobbiamo saperlo per tirarvi fuori di lì sana e salva.»
Avanti, Hinata, rispondi. Trasse un respiro, poi riuscì a dire: «Credo… di avere un braccio rotto… Nient’altro». Si sentì di nuovo mancare, ma se si tenne salda al piolo di ferro.
«Bene!» Naruto si asciugò il sudore dalla fronte con una manica. «Scendo io» annunciò sfilandosi la giacca. «Per sicurezza, legatemi la corda intorno alla vita, ma credo di riuscire a cala        rmi da solo.»
Hayate Gekko, notando il suo pallore, azzardò: «Potrebbe scendere anche qualcun’altro».
«No! La voglio portare su io stesso. Grazie, comunque. Avrete altro da fare, Gekko. Sapete come si fa a tirare su due persone con una fune, oppure volete che ve lo spieghi?»
«Ci penso io, milord. Siete pronto?»
«Credo di sì.» Si sporse dal parapetto. «Hinata, ascoltami!»
«Vi… ascolto.» La sua voce pareva ancora più debole.
«Resistete!» la incoraggiò. «Tra un minuto sarò da voi. Ma tenetevi su un lato: non voglio cadervi addosso. Ci riuscite?»
«Credo.»
«Bene!»
Rivolse un cenno agli uomini che stavano preparando le corde e iniziò a calarsi. Il pozzo non era molto profondo, essendo riempito in parte di terra, e i resti della scala di ferro gli fornirono un utile appiglio. Nell’esercito gli era capitato di affrontare discese ancora più difficili, mai, però, in circostanze simili. Hinata stava perdendo le forza: lo aveva capito dalla voce. Forse si era fatta più male di quanto non immaginasse, o ammettesse. Anche lo spavento giocava la sua parte… Come poteva tirarla fuori di lì senza rischiare di peggiorare la situazione?
Se era ferita gravemente…
Naruto imprecò tra sé e fece di tutto per mantenere la concentrazione. Non le sarebbe stato di nessun aiuto comunicandole le sue paure. Scese con estrema attenzione finchè non la vide appena sotto di lui.
«Questo è il momento più difficile» la avvisò. Si lasciò scivolare al suo fianco e infine, con enorme sollievo, toccò il fondo con i piedi. «Brava!» si congratulò, vedendo che si faceva da parte per farlo passare. Ma non era per nulla tranquillo. Notò che la mano aggrappata al piolo aveva le nocche bianche, mentre l’altro braccio pendeva inutile lungo il fianco. Sotto lo strato di polvere, il viso era pallidissimo e si notava un livido sulla tempia. Sulla guancia c’era un grumo di sangue rappreso.
Respirò profondamente. Non era il momento adatto per abbracciarla, per esprimere il suo immenso sollievo. Prima di muoverla, doveva verificare che non avesse altre fratture, e poi la doveva estrarre da quel buco infernale il più in fretta possibile. La tastò con l’intero corpo, senza trovare altre lesioni. La fissò ancora in voltò: se possibile, era più bianca di prima. Le labbra le tremavano e, sebbene avesse reagito un sussulto al suo tocco, non aveva detto nulla.
Hinata era al limite delle forze. Le diede un rapido bacio, lieve come la piuma.
«Tra poco sarete al sicuro, Hinata!» sussurrò. «Ormai vi ho trovata e non vi lascerò più andare via.» Non era certo che l’avesse udito. La testa le stava ricadendo in avanti e le dita stavano lasciando la presa. Naruto lavorò più in fretta che poté nello spazio angusto. Con una fascia che gli avevano fornito immobilizzò il braccio rotto, legandolo al busto, e a quel punto Hinata perse i sensi. La afferrò al volo mentre cadeva e la tenne un istante tra le braccia, consolandosi con il pensiero che forse era meglio così: i prossimi minuti sarebbero stati troppo duri per lei. Poi fece passare le funi attorno a loro corpi e gridò agli altri di iniziare a tirare. Lentamente, faticosamente, il doppio carico emerse in superficie. Mani forti sollevarono Hinata oltre il parapetto e la fecero distendere sull’erba. Naruto si arrampicò dietro di lei. La coprì con la sua giacca, poi si alzò in piedi e prese a respirare in fretta per recuperare energie. I membri della squadra stavano già sistemando il coperchio del pozzo e avvolgendo le funi. Infine Naruto prese il braccio di Hinata e la portò dove erano legati i cavalli. La affidò per un momento a un altro soccorritore, poi montò in sella e la riprese con sé. Sholto diede immediatamente un segno di nervosismo, ma si calmo sentendo la voce del padrone. Le palpebre di Hinata si aprirono per un istante e un sorriso apparve sul suo volto esausto.
«Naruto!» esclamò felice. «Naruto!»
 
La piccola processione tornò in paese. Due uomini erano andati avanti per avvisare Kurenai e il medico del loro arrivo. E quando Hinata giunse nel cottage, trovò un letto pronto e il dottore in attesa. Questi si occupò subito del braccio fratturato e dichiarò che sarebbe guarito perfettamente. Era preoccupato, invece, per la lesione alla tempia e per la notte trascorsa in preda al trauma.
Dopo un momento di lucidità, Hinata era scivolata in uno stato di semi coscienza e, a mano a mano che passavano le ore, rimaneva sempre più immobile. Quando Mrs. Uzumaki arrivò, trovò Naruto seduto accanto a letto. Era di un pallore mortale, ma rifiutava con orgoglio ogni offerta di aiuto.
«Naruto, sii ragionevole» gli consigliò. «Vai a dormire un po’, Hinata non sa neppure che sei qui! Per il momento resto io.»
«Che cosa facciamo?»
«Il dottore ci ha offerto ospitalità per stanotte. Se adesso, mentre sono qui io, vai a dormire per qualche ora, stasera potrai vegliare su Hinata. Miss Kurenai non sta ancora molto bene, ma ci potrà dare una mano mandandoci a chiamare quando è necessario. Ti prego, riposati. Non le sarai di nessun aiuto se crolli!»
Con certa riluttanza, Naruto acconsentì. In passato gli era capitato tante volte di consigliare agli altri di essere ragionevoli, di non perdere la calma, di non preoccuparsi. Ma adesso tutto ciò gli pareva inutile.
 
Riuscì tuttavia a riposare per un paio d’ore e tornò da Hinata rinfrescato e pronto ad affrontare ciò che andava fatto. Sua madre lo accolse con sollievo.
«E’ molto irrequieta Naruto. Le ho dato qualche goccia, ma non hanno fatto un grande effetto, e il dottore mi ha raccomandato di non somministrargliene altre fino al suo arrivo. Sono contenta che tu sia tornato. Chiede continuamente di te, anche se non capisco bene cosa dica.»
Il braccio fasciato impediva a Hinata di muoversi come voleva, ma ruotava la testa da un lato all’altro, mormorando con impazienza, gemendo e poi gridando con voce spezzata: «Naruto! Aiutatemi! Avete detto che ci sarete! Dove siete?».
«Sono qui» le rispose con calma. Si sedette accanto al letto le prese la mano sana. «Sono qui, Hinata. Ora potete riposare.»
Il suono della sua voce sembrò calmarla un istante, ma poco dopo ricominciò ad agitare senza posa il capo. «Naruto, non mi lasciate, non andate via!»
Lui la rassicurò ancora e lei si tranquillizzò, ma solo temporaneamente. La voce spezzata riprese: «La guardate con tanta devozione, Naruto… perché non guardate così anche me? Con quel sorriso. Voi non mi amate, Naruto, è per questo! Vi sono amica, è tutto». La mano si muoveva in moti convulsi. «Mi basta. Vi prego, però, non mi abbandonate!»
Sentire la forte e indipendente Hinata che supplicava aiuto era troppo commovente per entrambi gli ascoltatori. Mrs. Uzumaki aveva le lacrime agli occhi.
«Lo sapevo che ti amava, ma non mi rendevo conto quanto. Non lasciarla Naruto.»
Lui scosse la testa. «No, non la lascerò. Adesso andate a riposare, madre. Rimango io qui.» Si voltò poi verso Hinata e le parlò con dolcezza, finchè si calmò di nuovo.
A poco a poco calò la sera. Kurenai entrò con una lampada, che posò su un tavolo lontano dal letto. Rimase per qualche minuto, poi tornò a riposare. La cameriera portò a Naruto un vassoio con la cena e a Hinata una caraffa di infuso. Più tardi ricomparve Mrs. Uzumaki e, dopo avere lanciato un’occhiata all’inferma, raccomandò al figlio di andare a prendere una boccata d’aria fresca.
«Hai detto che sta tranquilla da un po’? credo che stia dormendo. È un buon segno. Torna tra mezz’ora.»
Non appena mise piede per strada, gli abitanti del villaggio lo tempestarono di domande su miss Hyuga. Riferì ciò che poté per assicurarli, poi li ringraziò ancora per il valido aiuto.
«E’ stato per noi un brutto giorno quando è morto il signorino Neji» disse un contadino dai capelli grigi. «Villa Hyuga non sarà più la stessa senza miss Hinata.»
Naruto annuì. Neanche la sua vita sarebbe stata più la stessa senza di lei.
 
Quando tornò da Hinata, sua madre si assicurò che non aveva mosso un muscolo. «Non preoccuparti, caro! Sono convinta che si stia riprendendo. È venuto il dottore e le ha detto ancora qualche goccia per farla dormire. Era ottimista. Dobbiamo farle bere l’infuso. Poi rimanere qui, se vuoi. Io mi riposerò sul divano.»
Mrs. Uzumaki si mise comoda sul sofà e Naruto si sedette di nuovo accanto al letto. Il colorito di Hinata era migliorato e la sua respirazione più regolare. Regnava il silenzio e il paese si stava preparando per la notte.  Naruto si soffermò a riflettere su Neji, su come la morte di un giovane uomo potesse cambiare la vita di tante persone. Si domandò che sarebbe stato di Villa Hyuga e dei suoi abitanti, adesso che l’erede di Ko Hyuga non c’era più e provò persino compassione per la famiglia di Tokuma. Ma soprattutto era contento di stare vicino a Hinata, e pieno di gratitudine perché era sopravvissuta.
 
 
La mano di Hinata si mosse. Naruto si alzò e si chinò tempestivamente su di lei. I suoi occhi si aprirono.
«Avete sete?» le chiese in un sussurro. Lei annuì e lui le mise alle labbra un bicchiere, sostenendole il capo mentre beveva. Quando fece per ritirare il braccio. Hinata emise un gemito di protesta.
«Non ve ne andate!» bisbigliò. «Rimanete con me: ho bisogno di voi, Naruto. Credo che avrò sempre bisogno di voi. Non so affrontare la vita se non ci siete.»
Naruto era commosso nel profondo del cuore. «Ve l’ho detto: non me ne andrò» rispose con dolcezza, poi posò il bicchiere sul comodino e sistemò il braccio in una posizione più comoda. «Adesso però non dovete parlare.»
Hinata gli rivolse un sorriso assonato. «Ma io vi devo parlare.  L’unica cosa a cui io riuscivo a pensare in fondo al pozzo era che… se fossi morta non avrei potuto dichiararvi… che vi amo, Naruto. Ho sbagliato a dirvi che non vi avrei sposato. Vi amo così tanto che non importa…» La sua voce si spense.
«Cosa non importa?»
«Che non mi amate come io vorrei. Come amavate Ino.»
«Ma io vi amo, Hinata!»
«Lo so che mi volete bene e sarebbe sciocco da parte mia esigere di più. Ma io ho abbastanza amore per tutti e due. Mi basta rimanere con voi. Non mi lasciate, non lo sopporterei…»
Le lacrime le inondarono le guance e ricominciò ad agitarsi.
«Hinata avete bisogno di dormire. Non vi abbandonerò mai, ve lo prometto. Ora, però, riposate. Parleremo quando starete meglio. Dormite, amore mio.» le adagiò la testa suo cuscino, le asciugò le lacrime e la baciò con tenerezza la guancia. Lei emise un sospiro soddisfatto e si addormentò.
Naruto si alzò in piedi e si stirò. Aveva il braccio intorpidito, ma non importava. Sembrava che Hinata stesse davvero tornando in sé. Ma chi era veramente Hinata Hyuga? Ebbe l’impressione di non conoscerla affatto. Osservò la sua figura dormiente. Era sempre stata tanto attenta a nascondere la donna vulnerabile e appassionata che corrispondeva alla sua vera identità. Ma lei stessa se ne rendeva conto? Naruto aveva scoperto così di recente la profondità dell’amore che provava per lei, che non aveva avuto il tempo di riflettere sui sentimenti di Hinata nei suoi confronti. Quegli ultimi dieci minuti erano stati un’autentica rivelazione. L’orgogliosa e indipendente Hinata aveva pianto, lo aveva supplicato, gli aveva aperto il suo cuore. Lo amava quanto lui amava lei!
Guardò di nuovo il letto.
Amore mio, pensò, mai mi sentirò più fiero o più umile di quanto mi senta in questo istante.
Ti adoro! E mai, finchè respiro, ti farò del male!
 
Mrs. Uzumaki si svegliò. «Scusami, Naruto, mi sono addormentata. C’è qualche novità?»
«Forse» tentando di non sorridere. «Mi pare che stia meglio. Dorme tranquilla. Se è come spero, è fuori pericolo.»
La madre lo scrutò in volto. «Naruto, non ti vedo con quell’espressione da quando eri bambino e tuo padre ti aveva regalato il primo pony, ricordi? Eri in estasi per la felicità.» Si alzò e gli diede un bacio. «Credo che ci siano grosse novità. E sono convinta che sarete felici insieme.»
Naruto la abbracciò. «Anch’io, madre. Avevate ragione su Hinata Hyuga: è la donna adatta a me, l’unica. Ma come facevate a saperlo?»
«Lo sapevo» rispose.
Il giorno dopo, però, la situazione non si profilava altrettanto rosea.
 
Hinata dormì tutta la notte e al mattino, a parte il braccio rotto e il livido in testa, sembrava in discreta salute. Il dottore dichiarò che poteva rimanere alzata per qualche ora e magari andarsi a sedere in giardino. Naruto tornò da lei non appena fu vestita e le propose di portarla giù per le scale.
«Grazie, ma non è necessario» rispose con freddezza, «Riesco a camminare da sola.»
La fissò incuriosito. Questa era l’Hinata che aveva conosciuto vicino al templio quasi un anno prima, l’acida bisbetica. Ebbe voglia di scoppiare a ridere, ma si trattenne. Evidentemente si era indurita per reazione agli avvenimenti del giorno prima. Avrebbe dovuto prevederlo.
«In questo caso» le disse calmo, «mi limiterò a precedervi giù per i gradini. Sarebbe un vero peccato se vi faceste male anche al braccio. Venite!»
Lei attraversò la camera con un passo malfermo, ma si fermò sulla porta e si appoggiò allo stipite. «Credo che resterò qui. Fa troppo caldo fuori.»
«Hinata, adorabile bisbetica, mia dolce strega, lasciate che vi porti in braccio in giardino! Solo per farmi un favore. Vi voglio parlare e non lo posso fare qui.»
«Avete parlato abbastanza ieri sera» ribattè.
«Voi avete parlato più di me.»
«Stavo male, non sapevo quello che dicevo.»
«Davvero, Hinata?» la fissò negli occhi.
Dopo un secondo, lei distolse lo sguardo. «Non dovevate prestarmi attenzione» affermò con il ben noto tono distaccato.
«No, non mi potete più parlare così, mai più. Ormai ho visto la vera Hinata Hyuga.»
Hinata lo guardò disperata. «Non potreste dimenticare ciò che ho affermato ieri sera, Naruto? Era così umiliante.»
«Lasciate che vi accompagni giù. Non ci disturberà nessuno. Mia madre ha portato miss Kurenai a fare un giro in carrozza.»
«Che cosa volete?»
«Andiamo prima in giardino.»
Lei fece un segno di rassegnazione e gli permise di prenderla in braccio.
In giardino si sedette sotto il melo con gli occhi bassi, rifiutando di guardare Naruto. Lui la prese per mano.
«Non chiudetemi le porte, vi prego, mi ferireste troppo. Sarebbe terribile se mi negaste la ragazza che ho conosciuto ieri sera. Lasciate pure che gli altri vedano l’Hinata Hyuga che ballava nei saloni di Konoha, ma non mi private della vera Hinata. Mi ero innamorato di lei ancora prima di sapere che esistesse, ma ora che l’ho vista, non ne potrò più fare a meno. Io vi amo. Non mettetelo in dubbio. Vi amerò con passione per sempre.»
«Avete detto che volevate sposarmi perché a me occorre una casa e a voi una moglie.»
«Sciocchezze! Ho bisogno di voi! Non desidero nessun’altra donna. E vivere insieme a voi a Villa Uzumaki, costruire insieme il nostro futuro, è tutto ciò che sogno. Riuscirete a perdonarmi per essere stato tanto cieco in passato?»
«In effetti mi avete chiamata amore mio» ricordò a bassa voce.
«Credevo che dormiste.»
Lei sorrise. «Vi ho sentito. Quindi forse state dicendo la verità, non parlate così soltanto per compassione?»
«Compassione? Siete impazzita? Aspettate soltanto di sentirvi meglio e poi avrete una dimostrazione dei sentimenti che provo per voi!»
«Ma è soltanto il braccio, Naruto…» gli lanciò un’occhiata di traverso. Lui non potè fare a meno di ridere. La risata uscì da sola, felice, trionfante. Quando Hinata cominciò ad assumere un’aria offesa, lui la fece alzare in piedi, le cinse con il braccio la spalla sana e la strinse lentamente a sé. Il bacio che seguì iniziò con dolcezza, ma poi si colmò di passione, di sentimento, di ardore. La sensazione che lei provò non assomigliava a nulla che avesse conosciuto prima. Si sentiva turbinare al vento come una foglia, il sangue le scorreva nelle vene in un ruscello di gioia e, allo stesso tempo, si sentiva al sicuro, stretta tra le braccia di un amante. Quando infine Naruto la lasciò, dovette reggersi a lui per evitare di cadere. Lui la trattenne con la mano tremante per qualche momento e, oltre al tumultuoso battuto del cuore, si senti i potenti palpiti di lei.
«Scusami» le disse. «Dovevo prestare più attenzione. Mi hai inebriato, Hinata! Ho quasi rischiato di farti male.»
«No, non ti scusare. Non mi sono aggrappata a te per debolezza, Naruto. Non scusarti per avermi baciata così. Mi è…piaciuto e voglio baciarti ancora!»
Lui scosse la testa. «Lo stesso non avrei dovuto. Non è il momento né il luogo adatto.» la fece sedere di nuovo. «Ma adesso che ci siamo chiariti…»
«A dire la verità, non mi sono mai sentita più in confusione» mormorò lei.
Naruto ignorò l’interruzione. «Ecco cosa intendevo dirti, e ormai non temo più di essere frainteso: io ti voglio sposare…»
«Ma certo!»
«Lasciatemi finire. Voglio sposarti al più presto. A parte il desiderio di averti per me, mi devo assicurare che tu non corra più nessun rischio per quell’eredità. Finché non sei sposata, sei ancora esposta a pericoli.»
«Non credo proprio che Tokuma mi tenderà altri agguati. Rimarrà così sconvolto quando saprà che sono ancora viva, che non oserà farmi nulla.»
«Ricordi cosa è successo al castello?»
«E’ arrivato all’improvviso Tokuma. Mi voleva parlare. Ha detto che mi avrebbe sposata, che io fossi d’accordo o no. Io ho cercato di andare via… e lui mi aggredita.»
«Ti ha fatto male?»
«Non in quel momento. Sono stata io a ferirlo con il frustino. Aveva il viso insanguinato.»
«E poi cosa è accaduto?»
Hinata aggrottò la fronte. «Non so esattamente. Credo che mi abbia colpita con un oggetto duro… Mi sono svegliata in fondo al pozzo.»
Lui esitò un istante. «Era una canaglia. Grazie a Dio ti abbiamo trovata.» le strinse la mano. «Ma te lo devo dire: Tokuma è morto.»
«Morto! E come?»
«Lo abbiamo trovato così. Era stato sbalzato di sella.»
«Ma non aveva il cavallo con sé.»
«Dov’era Sen?»
«L’avevo legata all’albero. Non volevo arrischiarmi a portarla alle rovine.»
«Tokuma deve aver tentato di scappare a galoppo. Probabilmente era in preda al panico.»
«E Sen lo ha fatto cadere. Forse l’aveva trattata male.»
Naruto annuì. «Sarà andata così.»
«Non posso evitare di dispiacermi per lui. Quella maledetta eredità! Se solo non avesse avuto quell’idea fissa!»
Rimasero in silenzio per qualche minuto. «Ti voglio comunque sposare il più in fretta possibile» dichiarò infine Naruto.
Lei gli lanciò un’occhiata ironica. «Non è più necessario, ormai.»
«Ora più che mai, invece. Celebreremo le nozze qui a Villaggio Hyuga non appena ti sarai rimessa. Sarà una cerimonia semplice. Tanto per cominciare, tuo cugino è appena morto, quindi non è il caso di…»
«Mi stai ordinando cosa devo fare, Naruto?»
«Si!»
«In questo caso, e solo in questo caso, obbedisco. Mi sembra una splendida idea!»
«Bene, inizio subito a organizzare tutto. Devo invitare Kiba, naturalmente.»
«Sono contenta.»
«Perché?»
«Perché è un tuo amico e mi è simpatico. Balla meravigliosamente e ha fascino da vendere.» commentò Hinata con innocenza.
Naruto le prese il mento tra le due dita e le disse con finta aria minacciosa: «Se mai ti sorprenderò a fare la civetta con un altro, vecchio amico o no, lo taglierò in due con la mia sciabola. Intesi?»
«Perfettamente. E se ti scopro a lasciarti stregare da Ino Yaman…»
«Non mi sono mai sentito stregato in vita mia!» la interruppe. «Adesso, però, sono ammaliato dalla mia futura moglie!»
 
Fine capitolo quindici.
 
 
Salve!!!
Grazie per aver letto il penultimo capitolo del “La promessa di Naruto”.
Siamo arrivati alla fine siete contenti??
A causa delle vostre minacce ho cambiato il finale, lasciando vivere Hinata…. No stavo scherzando!
Non avevo nessuna intenzione di farla morire, ma è stato divertente leggere i commenti dove erano convinti che lo fosse. Ho solo aumentato il patos. Spero che non vi abbia deluso.
Finalmente l’Amore ha vinto.
Hinata ha accettato Naruto.. e si sposeranno!
*Festeggiamo*
Diciamo che è un Happy Ending, quelli che piacciono a tutti. E spero che sia piaciuto anche a voi!
 
Passiamo ai ringraziamenti!
Grazie ancora a chi ha messo la storia nelle preferite, da ricordare, e da seguire. Grazie anche a chi ha solamente letto!
 
Per chi ha commentato:
 
A Fleur92: ahhahah! Mi dispiace che hai dovuto cambiare computer, ma finalmente adesso funziona! Mi fa piacere che hai letto i scorsi capitoli e ti sono piaciuti! Tokuma eh si, è dovuto morire. Mi dispiaceva farlo in verità, ma per forza doveva morire! Ringraziamo il Cielo per Naruto! Hinata come hai visto non è morta, ma dico io come potevo farla morire?!?!?!?! Un bacio!
 
A naruhinafra: Carissima!! Grazie di tutto! Le tue minacce mi hanno fatto cambiare idea ahahhahahah! Scherzo! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Comunque ho intenzione di scrivere un'altra Naru\Hina, ma con ambientazione un po’ diversa! Spero che la leggerai! ** Ci sentiamo al prossimo e ultimo capitolo! Baci!
 
A boss_heartandsoul: AHAHAHAH Perdonami l’attesa! Ma proprio non voglio farla finire questa fan fiction! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Aspetto tuo notizie! Un bacio!
 
A alegargano1: Diciamo che il tuo sclero mi è piaciuto molto ahahhahahahahah!!! Oddio le minacce di morte a causa di Hinata mi hanno fatto un po’ paura! .-. Beh spero che questo quasi finale ti sia piaciuto! Ù_ù Ciao ciao
 
A elcrazy_NarHin: Si credo che era piuttosto ovvia la fine, ma spero che ti sia piaciuta lo stesso ahahah! Un bacio!
 
A crazyfrog95: Beh diciamo che finale drammatico proprio no, non è il mio genere, perdon!
Si avrei voluto farli battere, ma così mi è sembrato più inaspettato xD spero che comunque ti sia piaciuto. Baci xD
 
A ery98sole: Tu e questo Chuck Norris ahahahhahahahha! Mi fai morire! Sen è un pericolo della natura! Eh! Ma era ovvio che la trovava. LOL  Vabbeee spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Un bacioo!

A Dolcemente Complicata: L’unica che mi capisce ahahahhah! <3  In primis dico Hai ragione per le NaruSaku, io le odio veramente, ecco perché fin dal principio ho usato Ino invece di Sakura, l’ho fatto per necessità del mio animo! Mi fa piacere che ti sia piaciuta la morte di Tokuma (intendo come l’ho impostata), ci ho pensato molto, prima di scriverlo. Ti dico la verità anche io mentre la scrivevo mi sono messa a piangere per Naruto! E che mi sono trovata nei suoi panni… e vedevi solo me piangere come un’idiota mentre scrivevo .-.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie ancora di tutto! Un bacio forte!
 
 
E siamo giunti alla fine di questo capitolo!
Il prossimo sarà veramente la fine quindi leggetelo in tanti. Mi fa piacere che ancora mi seguite! E grazie ancora di tutto per avermi seguito fino ad adesso!
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, dove l’Amore, la Passione, e la Voglia di Vivere vincono.
Naruto e Hinata sono così. Diversi, ma perfetti l’uno per l’altro.
E basta credo che vi siete scocciati di sentirmi.
Un Bacio forte a tutti!
Bea.

 
  
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