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Autore: Shine_    11/12/2013    13 recensioni
Liam James Payne era sempre stato un ragazzino timido ed insicuro, l’unico momento in cui riusciva a mostrarsi per quello che era e non chiudersi a riccio era quando cantava.
[Ziam, perché non so scrivere altro; con singer!Liam, punk!Zayn e la partecipazione straordinaria di punk!Louis]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Di canzoni e tatuaggi.

 

 

Epilogo:

 

Aveva osservato Liam allontanarsi ed era poi tornato nella stanzetta, vestendosi con gesti lenti e meccanici, la mente affollata da mille interrogativi. Cosa doveva fare? Doveva seguirlo? Accettare quella strana proposta? Lasciare ogni cosa e buttarsi in altro di nuovo e pericoloso?

Si trattava di compiere delle scelte: seguire Liam e rischiare tutto, restare a New York e sopravvivere.

Quante probabilità aveva di resistere ad una storia con Liam Payne?

Era tutto quello che aveva sempre sognato, era il suo pensiero fisso, era il ragazzo che voleva.

Ma Liam Payne era anche un mix di successo, attenzione mondiale, soldi. Sarebbe riuscito a resistere ad una storia, non solo con lui, ma anche con la stampa intera? E i fan. I fan che avrebbero iniziato a studiarlo con attenzione per cercare tutti i suoi punti deboli. E i media che si sarebbero messi a scavare nel suo passato, avrebbero trovato sicuramente l’elemento giusto per distruggere lui e la sua relazione con Liam.

E come avrebbe fatto a ricominciare? Come sarebbe riuscito a tornare alla sua vita normale ed anonima dopo aver provato l’ebbrezza dell’essere il ragazzo di Liam Payne?

Aveva appena infilato una calza, e stava cercando l’altra, quando il suo occhio cadde sulla felpa che il ragazzo si era dimenticato sul divano; la prese e la strinse tra le dita sospirando.

Sembrava essere fatto tutto apposta per fargli raggiungere l’aeroporto, partire con lui e lasciarsi alle spalle quella vita piena di dolore e scelte sbagliate.

Cosa poteva offrirgli ancora New York? Cosa poteva dargli più di Liam?

Infilò la giacca di pelle e chiuse il negozio, tenendo la felpa tra le dita per ricercare quel calore che sembrava averlo lasciato con il castano.

Raggiunse in una ventina di minuti casa sua, salì velocemente i gradini per non incrociare lo sguardo di nessuno e fissò confuso la busta che si trovò davanti quando aprì la porta d’ingresso.

La prese e riconobbe immediatamente la scrittura di Louis, prese posto su un angolo del letto e restò immobile per qualche minuto studiandola; lo stomaco e il cuore che si stavano già contorcendo sapendo perfettamente il contenuto della lettera.

Appoggiò la felpa di Liam sulle sue gambe e aprì lentamente la busta, le mani che continuavano a tremare e gli occhi che diventavano sempre più lucidi.

 

«Non so proprio come iniziarla una lettera, Malik. Quindi, sì, penso tu abbia ragione quando mi consigli di leggere più testi di un certo livello che riviste di pettegolezzi. Cosa posso dire? È il mio tallone d’Achille. (e, sì, Malik, so perfettamente chi è. Non ho bisogno dell’ennesima lezione sugli eroi greci.)

Mi sto perdendo già nelle prime righe, e tu starai perdendo la pazienza non vedendomi arrivare ad un punto logico.

Sappiamo entrambi che questo momento sarebbe arrivato, non è così? Non ti ho forse preparato in tutti questi anni? Sai che avrei evitato le smancerie, sai che odio quando le persone piangono per nulla.

Non volevo nemmeno scriverla questa lettera, lo sto facendo solo perché penso tu meriti un qualche tipo di saluto.. di addio? Voglio essere onesto con te, Zayn, quindi non voglio riempirti di bugie su un mio probabile ritorno. Non so se tornerò mai a New York, non posso prometterti niente di simile, ma tu non devi scoraggiarti. So che dentro di te hai una forza incredibile, so che puoi prendere in mano la tua vita e farne grandi cose.

Quindi promettimi che lo farai. Non per me o per altre misteriose persone, ma per te. Meriti una vita decente e in questi anni ho cercato in tutti i modi di mostrarti che esiste una seconda scelta; che una seconda scelta c’è sempre. Anche nei momenti più difficili, quando pensi di non avere altre possibilità.

Hai sempre due scelte davanti, non per forza una giusta e una sbagliata. Solo due scelte, due strade che ti porteranno in due direzioni opposte o simili. Tu pensa con la testa, segui il cuore e vivi.

Continua a scegliere e non spaventarti se un giorno ti sembrerà di avere sbagliato tutto dal principio, di aver fatto la scelta sbagliata in quel certo giorno. Vivi, scegli e non arrenderti.

So che puoi farlo, so che ne sei in grado.

Non ti dimenticherò mai, Zayn Malik.

Grazie per essere riuscito a trattenermi in una città per più di una settimana; grazie per avermi mostrato di nuovo cosa vuol dire essere legati ad una persona.

Con affetto, Louis. »

 

Quando finì di leggere la accartocciò tutta e la lanciò in un angolo della stanza, si rannicchiò nel letto e strinse la felpa di Liam nascondendoci contro il viso bagnato di lacrime e soffocandoci i singhiozzi.

 

 

 

 

Era passata una settimana dal suo arrivo a Los Angeles e non stava andando affatto come Harry gli aveva promesso.

Erano giorni che le uniche parole che l’amico gli rivolgeva erano: “passerà”, “dagli tempo”, “lo dimenticherai”.

E invece non passava proprio un bel nulla, anzi sembrava solamente amplificarsi con i giorni che passavano.

Chiudeva gli occhi e sognava Zayn, cantava e pensava a Zayn, scriveva bozzetti di canzoni nuove e gli veniva in mente Zayn. Solo Zayn, sempre Zayn.

Aveva appena finito un’intervista piuttosto faticosa, in cui aveva dovuto smentire voci di una relazione col suo migliore amico, e si era fatto portare nell’hotel lussuoso in cui alloggiava per quel mese.

Sembrava stupido ma aveva espressamente chiesto un hotel con un terrazzo che dava sulla vista della città illuminata; ogni sera, dopo il solito concerto, passava le ore con le ginocchia strette al petto e lo sguardo perso sulle luci dei grattacieli.

Ma niente era paragonabile a New York; in quella città aveva seriamente lasciato ogni cosa di lui, e più se ne rendeva conto più si stringeva in se stesso trattenendo le lacrime.

Scosse la testa quando sentì la voce dell’amico richiamarlo e nascose il viso contro le ginocchia per non mostrargli le guance bagnate.

- Liam.- lo chiamò di nuovo Harry appoggiando una mano sulla sua spalla e facendo una certa pressione. - Ti pass-..-

- Non ci provare a dirlo.- sibilò sollevando il viso e guardandolo negli occhi deciso. - Non questa volta. Stai zitto.- continuò calcando su ogni parola.

Il ricciolino restò per qualche minuto in silenzio, studiando l’amico attentamente, e poi annuì sussurrando: - Va bene, Liam.-

- E ora potresti..- continuò il castano indicando con una mano l’interno della stanza; strinse le gambe al petto ed appoggiò il mento sulle ginocchia ignorando l’altro, che lo fissava sempre più confuso.

- Per favore, Harry. Vattene.- ripeté, la voce roca per il pianto che tratteneva nella gola. - Lasciami solo. Vai via.-

Liam chiuse gli occhi, ascoltando i passi dell'amico allontanarsi, e prese un respiro tremante passando le dita tra i capelli.

Il suo sguardo cadde improvvisamente sull'ultimo tatuaggio che Zayn gli aveva fatto, una semplice piuma che sembrava quasi bruciare sulla sua pelle, e spalancò gli occhi sentendo le dita tremare per la voglia di tenere in mano una matita e annotare nuovi bozzetti di canzone.

Solo verso le tre della mattina, quando gli sbadigli iniziarono ad essere più frequenti, decise di andare a riposare nell'enorme letto al centro della stanza.

 

Alle otto della mattina dopo era già sveglio e stava facendo colazione completamente solo nella sua camera, la matita in una mano e la tazza di caffé nell'altra.

Era così concentrato nel suo lavoro frenetico da non accorgersi della testa riccia che era sbucata all'improvviso dalla porta.

- Li?- lo chiamò con un filo di voce l’intruso, cercando di non disturbare quello che appoggiò tutto sulla scrivania e si sollevò in piedi voltandosi verso di lui.

Harry spalancò gli occhi e la bocca, sempre più confuso, quando vide un sorriso fin troppo allegro sulle labbra del castano e lo sentì dire: - Voglio farmi un nuovo tatuaggio.-

- Un.. un tatuaggio?- chiese scettico e indeciso. – Vuoi.. vuoi farti un.. tatuaggio?- ripeté per essere sicuro di aver sentito bene; quando vide l’altro annuire aggiunse: - Sicuro di stare bene, Li?-

- Certo che sto bene, Harry!- esclamò quello che iniziò a girare per la stanza, indossò un paio di jeans che gli cadevano lungo i fianchi e una canottiera nera. – Voglio farmi un tatuaggio.- insistette facendo una giravolta veloce per guardare nuovamente l’amico.

- Tu vuoi dirmi che stai bene?- ripeté il riccio seguendolo fuori dalla stanza e sull’ascensore. - Fino a ieri eri in coma, in catalessi, e ora ti trovo con un sorriso che ti divora la faccia.-

Liam sbuffò scuotendo appena la testa, come se tutto quel che il suo amico stava dicendo fossero un mucchio di idiozie, e poi premette il tasto “T” incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi con la schiena alla parete di cristallo.

- Ho trovato l’ispirazione.- sussurrò spostando lo sguardo a terra per un secondo, il sorriso che non voleva lasciargli le labbra. - Credo di aver trovato la mia musa.- aggiunse sospirando e appoggiando la nuca contro la parete. - Non riesco a smettere di scrivere, un fiume di idee e così poco tempo per metterle su un foglio, per non farle volare via.- concluse rigirando il braccio per guardare il tatuaggio.

Scoppiò a ridere quando sentì il riccio bisbigliare, tra sé e sé: - A me sembra solamente tu ti sia fatto più di una canna.-

- Forza, muoviti.- ridacchiò Liam prendendo l’amico per il braccio e facendo un cenno alle guardie del corpo che cercarono di seguirlo. - Ora devi correre.- mormorò tirandolo appena ed iniziando a farsi spazio tra i marciapiedi affollati, le dita strette attorno alla mano di quello che lo seguiva capendo sempre meno.

 

 

 

Dopo una mezz’oretta di corsa senza sosta Liam si fermò di fronte all’insegna di un negozio di tatuaggi, appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia per riprendere il fiato e poi rivolse un sorriso incoraggiante ad Harry ed entrò nel salone pieno di uomini robusti e dall’aria quasi minacciosa.

- Liam.- sibilò il riccio cercando di afferrarlo per la mano. - Che stai facendo?- chiese, tenendo un tono di voce basso e continuando a guardarsi attorno.

- Sto per farmi un tatuaggio, tu aspetti qui?- lo informò con sempre lo stesso sorriso sulle labbra, sorriso che stava iniziando ad infastidire l'altro che lo raggiunse scuotendo la testa e borbottando qualcosa sul non voler restare solo.

Seguì velocemente Liam, che si era fermato al bancone a ridere e scherzare con il proprietario, ed aspettò pazientemente guardandosi attorno; c’era un tavolo da biliardo proprio al centro della stanza e le pareti erano tappezzate di enormi tabelloni che raffiguravano i più svariati tatuaggi.

-.. e vorrei anche una frase, proprio sotto la piuma.- stava spiegando tranquillamente il castano lasciandosi toccare il braccio da un uomo alto e grosso.

- Preferivo il Tommo.- borbottò tra sé e sé Harry seguendoli sul divanetto e restando in piedi accanto all’amico.

Si sporse solo verso la fine, per vedere il tatuaggio ultimato, e chiese con un filo di voce: - Cos’hai capito?-

Liam sollevò lo sguardo sul riccio e si morse il labbro, un leggero rossore ad imporporargli le guance.

- Direi che abbiamo finito.- ridacchiò il tatuatore dando una pacca sulla spalla al castano, Harry giurò di aver sentito qualche ossa scricchiolare e seguì con gli occhi quello che, dopo aver stretto la mano al suo amico, si allontanò per raggiungere un nuovo cliente.

- Tu sei matto ad avermi portato in questo posto.- sibilò, riportando l’attenzione su quello che teneva lo sguardo puntato sull’inchiostro fresco.

- Non ci hanno ucciso tranquillo!- esclamò avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle ed uscendo dal negozio.

-.. e poi siamo scappati via da tutti, appena torniamo ci uccideranno. Senza contare che qualcuno potrebbe riconoscerti e allora saremmo proprio nella merda.- stava continuando a lamentarsi e borbottare il riccio venendo completamente ignorato da quello che lo stava guidando per le vie della città affollata.

Dopo altri sbuffi e borbottii Harry decise di arrendersi, strinse la mano attorno al polso di Liam, che teneva ancora il braccio attorno alle sue spalle, per poi intrecciare le dita alle sue con un piccolo sorriso.

- Sei un coglione, Li.- ridacchiò avvolgendo l’altro braccio attorno alla sua vita, scuotendo la testa e scoppiando poi a ridere.

- Dovremmo farlo più spesso.- sussurrò il castano, ignorando l’insulto dell’altro che inarcò un sopracciglio chiedendo: - Fare cosa?-

- Questo.- insistette stringendo la presa sulle dita dell’amico. - Scappare via da tutto ed essere di nuovo Li e Haz. Ti ricordi quand’eravamo piccoli? Ora è tutto così diverso che a volte mi sembra di aver perso il Liam originale.-

- Quindi?- lo incitò il riccio cercando di inclinare il viso per guardarlo. - Appena torniamo a Londra vuoi tornare ad essere Liam? Vuoi lasciare tutto?-

- No, assolutamente no.- rispose scuotendo la testa, una smorfia sulle labbra e le sopracciglia aggrottate. - Voglio solo ritrovare il vecchio Liam.-

Harry annuì per poi scuotere la testa e stringergli il fianco borbottando: - Sai che sarà difficile, la tua vita privata è continuamente sbattuta sulle riviste e tu sei una..-

- Harry.- lo chiamò con un sussurro e gli occhi lucidi. - Io l’ho ritrovato quel Liam.-

- E come hai..- cercò di chiedere per poi bloccarsi, sia con le parole che con la camminata lenta.

Il castano annuì e poi ridacchiò, quasi senza forze, aggiungendo: - È da stupidi.. e da masochisti.. non mi passerà mai, ora capisci? Perché lui ha visto oltre, ha guardato dentro di me. E dicevano che l’amore a prima vista era qualcosa di impossibile, una bugia, e io ci son finito dentro come un coglione.-

- Li..-

- E controllo ogni giorno quelle stupide riviste solo per trovare la nostra storia venduta. Una parentesi, verrà descritta sicuramente così. Una fottuta parentesi, un flirt passeggero, un divertimento. E non è così, perché in pochi giorni ha cambiato ogni cosa di me. ha riportato alla luce cose che prima tenevo nascoste, cose che pensavo fossero inutili.-

- Liam..-

- Vorrei vederlo in una qualsiasi intervista e raccontare gli aneddoti più assurdi su noi due e quello che c’è stato. E sai perché lo vorrei? Perché così avrei una scusa per tornare indietro e mandarlo a fanculo. E poi lo pregherei  di nuovo di partire con me, di darci una possibilità, di provare a vedere fin dove arriverà questa cosa.-

- Liam, Liam. Calmati.-

Si lasciò abbracciare da Harry, accorgendosi solo in quel momento dei singhiozzi che continuavano a bloccare il suo discorso, e spinse il viso tra la sua spalla e il suo petto ascoltando le parole incoraggianti dell’amico e cercando di calmarsi.

 

 

Zayn quella mattina si era svegliato fin troppo presto, aveva preso il cellulare e twittato gli auguri al suo cantante preferito, sicuramente tra tutti quelli che avrebbe ricevuto sarebbe passato inosservato.

Si fece una doccia veloce ed infilò un paio di pantaloni neri e una maglietta a maniche corte, prese le chiavi del suo piccolo appartamento e poi lanciò un’occhiata alla felpa decidendo all’ultimo momento di indossare anche quella.

Percorse il solito vialetto e raggiunse la pasticceria per ordinare i soliti due caffè e due cupcakes dall’aria invitante.

- Mary!- esclamò quando si trovò davanti la proprietaria del negozio, che sembrava averlo preso sotto la sua ala e lo trattava come un figlio. 

Si lasciò stringere dal suo abbraccio, che gli toglieva ogni volta il fiato, e prese il sacchetto che gli stava porgendo la cassiera.

- Oggi non lavori, Zayn?- la sentì chiedere mentre teneva aperta la porta per i primi clienti assonnati.

- Oggi ho la giornata libera, come fai ad averlo dimenticato?- ribadì con un sorriso allegro facendole un cenno con la mano libera e riprendendo a camminare tra quelle strade che non aveva ancora imparato.

Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cercò il messaggio con le istruzioni necessarie, messaggio che aveva ricevuto solo il giorno prima e che era stato il motivo della sua perdita di sonno.

Quando si trovò davanti al portone d’ingresso percepì il cuore aumentare i battiti e le gambe tremare, si morse forte il labbro e deglutì quando sentì il rumore della serratura che veniva aperta.

Strinse forte il sacchetto della pasticceria, per paura di rovesciare tutto nel momento in cui incrociò i suoi occhi dopo mesi, e cercò più volte di sorridere trattenendosi dal nascondersi tra le sue braccia e implorarlo di non lasciarlo andare più.

- Cosa ci fai qui, Zayn?- gli chiese solamente quello fermo sulla porta d’ingresso, un semplice paio di pantaloni della tuta che scivolavano lungo i fianchi.

- Io.. ecco..- cercò di spiegarsi muovendosi sui talloni. -..vuoi tenermi qui fuori? Perché non sono ancora abituato a questo clima che..- s’interruppe quando l’altro inarcò semplicemente un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.

- Come hai fatto a trovarmi?- insistette quello fermo sulla soglia, un tono di voce deciso e gli occhi incatenati nei suoi.

Zayn gli mostrò il cellulare e sussurrò: - Un messaggio ieri sera.-

Cercò di non farsi prendere dal panico alla domanda: - E perché sei qui?-, infilò il cellulare in tasca e prese un respiro.

- Son venuto fin qui per darti questa..- tentennò stringendo con le dita della mano libera la felpa. -.. ma faceva freddo e.. l’ho indossata.. perché l’hai lasciata sul divano e l’ho tenuta con me per tutto questo tempo ma ha perso il tuo odore da quando ti ho visto uscire dalla stanza.- confessò abbassando lo sguardo e sentendosi in colpa come un bambino.

Ascoltò attentamente il silenzio dell’altro, lanciando solo una veloce occhiata alla porta per assicurarsi di non trovarla chiusa, e giocò con il piercing sul labbro per tenersi impegnato.

- E quelli?- chiese dopo almeno cinque minuti indicando il sacchetto che Zayn stringeva e gli mostrò con un piccolo sorriso sussurrando: - Caffè e dolci per fare colazione, non potevo venire a mani vuote il giorno del tuo compleanno.-

Liam si morse il labbro per trattenere il sorriso e mormorò: - Sei venuto fino a qui per riportarmi la mia felpa e offrirmi un caffè?-

- Per il tuo compleanno.- aggiunse sollevando velocemente gli occhi ed arrossendo, prese un altro respiro e poi confessò: - In realtà sono qui a Londra da un mese almeno.-

- E cosa ci fai a Londra, Zayn?- insistette mantenendo la sua postura rigida e decisa.

Il moro sospirò e si passò una mano sul viso borbottando: - Va bene, tutte le carte in tavola.-

Il castano fece spallucce e tenne le braccia strette al petto mormorando: - Son curioso di sentire la tua storia.-

- Io ero in aeroporto.- confessò incatenando il suo sguardo a quello confuso dell’ora diciannovenne. - Ero lì e ti ho visto.- continuò passando una mano sul collo tatuato. - Ma non potevo partire con te, non avevo nulla da offrirti.. il negozio che mi aveva lasciato Louis ormai era in fallimento e ho guadagnato solo pochi soldi vendendolo. Potevo solo offrirti me..- tremò appena indicandosi per poi riprendere velocemente: - .. e il mio amore. Nient’altro, Liam.-

- A me sarebbe bastato.- s’intromise, sentendosi quasi chiamato in causa. - Pensavo l’avessi capito che del denaro non m’importa nulla, che volevo solo conoscere quello Zayn che mi aveva fatto sentire..-

- Non m’interrompere.- sussurrò il moro con gli occhi lucidi e le mani che continuavano a tremare. - Per favore, fammi finire senza interrompermi.-

Fece un semplice cenno col capo, appoggiandosi contro lo stipite della porta, ed aspettando.

- Non avevo nulla da offrirti.- riprese, con più sicurezza nella voce. - Solo un passato tormentato alle spalle e una vagonata di scelte sbagliate. Tutte cose che sarebbero state in fretta usate contro di te, Liam. E mi avrebbero solamente fatto sentire ancora più in colpa. Nessuno dei due lo meritava, giusto?-

Strofinò un palmo contro il naso e poi continuò: - Ero in aeroporto, ti ho visto ma non ce l’ho fatta a raggiungerti. Ho preso il primo aereo per Londra. Perché.. non ne ho idea. Volevo ricominciare, crearmi una nuova vita.. cercare di riprendere in mano quella vecchia. A New York ero sicuro di non volerci stare e ti avevo già detto di amare la tranquillità dell’Inghilterra, no? E allora sono partito, nessun ripensamento. Ho trovato un motel non troppo costoso e ci sono stato per una settimana. Ho cercato lavoro e l’ho trovato qui.- ridacchiò appena sollevando il sacchetto della pasticceria. - Con i pochi soldi che guadagno, e quelli che avevo già, mi son comprato un piccolo appartamento. E, fidati, è migliore di quella bettola in cui abitavo prima.-

Allargò le braccia con un sorriso un po’ più vispo e aggiunse: - Ho sentito che stavi tornando, ti amano tutti qui..e Harry, credo, mi ha mandato questo messaggio e mi ha scritto di pensarci bene perché poteva essere la mia ultima possibilità. Io.. spero di essere arrivato in tempo.-

- Sei qui per restare?- chiese staccandosi dallo stipite ed avvicinandosi lentamente al moro. - Vuoi restare per me? Vuoi dare una possibilità a noi due?- insistette appoggiando un palmo sulla sua guancia e sorridendo con gli occhi lucidi.

- Io..- annuì e poi sussurrò: -..penso ancora che il mio passato verrà usato contro di te. Ma non posso cancellarlo, anche se vorrei davvero che..-

- Non importa.- lo bloccò Liam continuando a sorridere e muovere il pollice lungo il profilo del suo viso. - Il tuo passato ti ha reso quello che sei ora.-

- Sono felice, Liam.- mormorò appoggiando la mano libera sulla schiena nuda del coetaneo. - Come non lo sono mai stato in vita mia. E voglio frequentare l’università e continuare ad essere felice..con te. Se mi vuoi.- aggiunse velocemente con le guance completamente rosse.

Il moro chiuse gli occhi quando sentì le dita dell’altro ragazzo scorrere lungo il suo viso e intrecciarsi tra i suoi capelli, sorrise quando lo sentì sussurrare contro le sue labbra: - Ti voglio con me finché tu mi vorrai.-

- Io vorrei tenerti per sempre.- ricambiò, per poi ridacchiare quando la lingua di Liam iniziò a giocare con il piccolo anello sul labbro; si alzò sulle punte e strinse le dita di una mano tra i suoi capelli marroni per baciarlo con decisione e passione.

Continuarono a ridere e baciarsi per qualche minuto, finché Liam non si staccò sfilandogli il sacchetto dalle dita e mormorando: - C’è qualcosa che si raffredda qui, vieni dentro.-

Zayn lo seguì, appoggiando i palmi sulla sua pelle nuda, si guardò intorno una volta dentro la piccola villetta e spalancò gli occhi vedendo il mobile a vetrata pieno di premi. Rabbrividì quando sentì il fiato caldo del compagno contro il collo e la sua frase: - Dopo posso farti fare un giro, partendo dalla camera da letto.-

Si lasciò guidare tra i corridoi di quella casa sconosciuta, le mani del castano sui fianchi e le sue labbra sul collo, e prese posto sul divano del piccolo ma grazioso salotto.

- Quando ho deciso di comprarmi un appartamento da solo..- iniziò a spiegare Liam porgendogli la tazza di caffè e addentando il cupcakes colorato. - ..mamma ha voluto arredare tutto quanto, dice che ho un gusto orribile e io non avevo poi così tanto tempo da dedicare ai mobili e tutte le altre cose.- continuò leccandosi le labbra per togliersi la glassa.

- Ah, tra poco sarà qui!- esclamò rigirandosi sul divano ed appoggiando le gambe su quella dell’altro ragazzo che sbiancò iniziando a tossire convulsamente. - Di solito il giorno del mio compleanno lo passo sempre con tutta la famiglia, non ti da noia..vero?- chiese sollevando lo sguardo su quello che iniziò a scuotere la testa borbottando: - Posso andare via e noi ci vediamo quando vuoi e..-

- Zayn..- sussurrò il castano concentrandosi sul dolce tra le sue dita e bisbigliando, con le guance rosse e un piccolo sorriso sulle labbra. - ..era un modo per chiederti se ti andrebbe di passare il mio compleanno con me e la mia famiglia.-

- Io..- tentennò torturandosi il labbro tra i denti e abbassando lo sguardo su quello che aveva appoggiato la guancia contro la sua spalla bisbigliando sottovoce: - Mi piacerebbe davvero tanto passare questa giornata con te.-

- D-Davvero?- chiese sentendolo annuire e vedendolo muovere la lingua sulla glassa rossa ripetendo: - Davvero.-

- Allora.. allora resto.- stabilì, cercando di risultare deciso, ma fallendo miseramente con la voce che gli venne a mancare quando incrociò i suoi occhi così marroni, illuminati da una gioia quasi infantile.

- Finché voglio io?- lo interrogò quello che aveva iniziato a dondolare le gambe e aveva ormai finito il dolcetto.

- Dopotutto è il tuo compleanno quindi..- tentò di dire bloccandosi immediatamente quando sentì la lingua del più piccolo percorrergli lentamente il collo.

- Anch’io ti voglio per sempre.- sussurrò contro la sua pelle mordicchiandogliela appena e staccandosi con un sorriso felice chiedendo: - Posso mangiare anche il tuo cupcakes?-

Annuì a corto di parole e osservò il ragazzo che si era allungato verso il tavolino per prendere il sacchetto della pasticceria e ora stava mangiando tutto contento rannicchiato contro il suo petto.

- Ti piaceranno, vedrai.- lo informò dopo aver deglutito il primo morso del dolcetto. - Gli ho parlato così tanto di te che ormai fai parte della famiglia.- continuò mettendosi in bocca quello che era rimasto del cupcakes. - Non ti offendi se il giro della casa lo rimandiamo a domani? E poi stanotte resti qui con me?-

Annuì ancora, spingendosi con la schiena contro la spalliera del divano quando se lo trovò a cavalcioni con le labbra contro le sue.

- Sono davvero, davvero, davvero felice che tu sia qui.- sussurrò Liam baciandogli una guancia e sussurrando contro il suo orecchio: - Sei tu, la mia musa sei tu.-

 

 

 

Angolo Shine:

Sono riuscita a finire l’epilogo, non ci credo.

Scusate se vi ho fatto aspettare per tanto tempo ma le scorse settimane ero piena di impegni con mia sorella che è tornata dal Belgio (a voi non frega assolutamente niente ma la tiro in ballo per difendermi u.u)

Quindi, questo è quanto.

Grazie per tutti i commenti, per chi ha solamente letto e per tutto l’affetto che mi dimostrate.

   
 
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