Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: skeight    11/12/2013    1 recensioni
Una nuova battaglia incombe, e non si sa chi sarà il vincitore; ma si sa che tutti, vincitori e vinti, ne usciranno con più dolore che gioia.
2030: Harry, Ron, Hermione e tutti gli altri protagonisti della lotta contro Voldemort sono ormai adulti e più o meno felicemente sistemati. Ma una nuova minaccia turba la pace nel mondo magico, e quel che è peggio è che a guidarla è la figlia di Ron e Hermione, Rose Weasley. Harry, nonostante il suo desiderio di vivere una vita tranquilla, dovrà ricominciare a lottare, mentre la speranza di una convivenza pacifica tra purosangue e nati babbani crolla miseramente, e i figli di alcuni mangiamorte (Malfoy in testa) tornano a coltivare sogni di rivincita e vendetta, il cui risultato è una serie di delitti drammatici che sconvolgeranno i reduci della Battaglia di Hogwarts.
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella sera, Harry e Ginny sedettero insieme a Ron e Hermione, al tavolo dei professori. Neville fece sistemare le due coppie rispettivamente alla propria destra e alla propria sinistra. Fu da lì, e non senza un certa emozione, che Harry assistette alla cerimonia dello smistamento nella varie Case dei ragazzi del primo anno. Tutto sembrava uguale ai tempi di quando era uno studente, al di là dei volti che lo circondavano. Pure, gli sembrò che non ci fosse più quel clima di cameratismo e tifo che caratterizzava un tempo l’assegnazione degli studenti. Certo, applausi, urla e fischi c’erano ancora, ma sembravano meno forti, circoscritti, come se in ogni Casa gli studenti fossero divisi tra chi manteneva in vita le vecchie tradizioni e chi invece aveva altre priorità a cui pensare. Insomma, dietro il clima di festa da primo giorno di scuola si avvertiva una tensione preoccupante.

Quando lo smistamento fu terminato, Neville si alzò.

“Cari studenti e care studentesse” esordì “Benvenuti a Hogwarts se è il vostro primo anno, e bentornati se non lo è. Il percorso che vi accingete a iniziare o a riprendere è un percorso di formazione: l’obbiettivo della nostra scuola, come quello di ogni altra, non è solo di sfornare maghi in grado di lanciare incantesimi o preparare pozioni; il nostro scopo è che voi, entrati bambini tra queste mura, ne usciate come degni cittadini del mondo magico, in grado di usare le competenze che avrete imparato non solo per guadagnarvi da vivere o per soddisfare le vostre ambizioni personali, ma anche per dare un contributo alla comunità in cui vivrete, affinché continui a crescere e prosperare in maniera pacifica e solidale.

“Purtroppo, questo ideale a cui si ispirano i metodi e gli insegnanti di Hogwarts sono da tempo messi in discussione da certi movimenti che predicano piuttosto il conflitto e la sopraffazione…

Un brusio accolse queste parole, ma Neville non ci fece caso.

“… movimenti che prendono piede anche qui a Hogwarts, e che non possiamo accettare. Per questo ho invitato qui stasera alcune persone che in passato hanno dato un forte contributo alla causa della convivenza pacifica nel mondo magico, combattendo contro Voldemort e gli altri sostenitori delle persecuzioni contro i nati babbani. Li potete vedere qui con me: coloro che fondarono e guidarono la resistenza degli studenti di Hogwarts durante il dominio di Voldemort, la qui presente Ginevra Weasley e, anche se non la vedo…

“Scusate il ritardo!” esclamò una voce dal fondo della sala. Tutti si voltarono e videro una signora bionda avvicinarsi senza fretta al tavolo degli insegnanti. Neville sorrise.

“Ecco, ora la vedo. Luna Lovegood, l’altra leader dell’Esercito di Dumbledore.”

Mentre gli studenti applaudivano, Luna si sedette vicino a Ginny, che la abbracciò.

“Luna! Non ci avevi detto che ci saresti stata anche tu.”

“In teoria non ci dovevo essere, ma poi oggi mi sono ritrovata per caso qui vicino e allora mi sono detta ‘perché no?’”

Come sarebbe a dire per caso? avrebbe voluto chiederle Harry, ma Neville nel frattempo aveva ripreso a parlare.

“Oltre a loro, ci sono i tre che più di ogni altro hanno contribuito alla caduta di Voldemort, coloro che hanno abbandonato tutto per raggiungere questo obbiettivo. Sto parlando di Ronald Weasley, Hermione Granger e  Harry Potter.”

Quel nome fu accolto da un applauso ben più forte dei precedenti. A quanto pareva, la leggenda di Harry Potter non era ancora scomparsa, per quanto il suo protagonista lo desiderasse.

Quando il clamore fu cessato, Neville concluse il suo discorso.

“Spero che ora ascolterete con rispetto e interesse ciò che i nostri ospiti hanno da dirvi.”

La prima ad alzarsi per parlare fu Hermione. Appena fu in piedi, si levò un mormorio sordo carico di ostilità. Quell’accoglienza sembrò avere un brutto effetto sulla donna, che prima di iniziare a parlare si schiarì la voce e resto qualche secondo in silenzio, esitante, come se non riuscisse a scegliere le parole con cui iniziare. Harry ne fu sconcertato: quando mai Hermione si era fatta intimidire così? In trent’anni di lavoro al Ministero si era scontrata senza paura con pezzi grossi e maghi potentissimi, e ora una platea di ragazzini la mandava in crisi? Ma un’altra domanda si sovrappose con forza nella sua mente: se i rumori di disapprovazione venivano, come era lecito attendersi, dai sostenitori della Mudblood Alliance, perché erano così maldisposti verso quella che era la madre della loro leader? Non ci trovava un senso, e nel cercare di raccapezzarsi si pentiva di non aver prestato molta attenzione alla vicenda sino a quel momento, forse avrebbe capito meglio la situazione.

Finalmente, Hermione iniziò a parlare; ma non fu un bel discorso.

“Ragazzi, vi parlo in qualità di Primo Funzionario del Ministero della Magia. Da sempre il mio ufficio è in prima fila nell’impegno per riformare la legislazione nella direzione di una maggiore apertura a tutte le categorie che lavorano nel mondo magico, per contrastare le discriminazioni che frenavano la civile convivenza, per promuovere l’accesso di tutti al processo decisionale. Per questo considero del tutto infondate le contestazioni che vengono mosse in alcune sedi…

Il linguaggio burocratico e il tono a metà tra autocelebrativo e difensivo andavano bene per i dibattiti assembleari del Ministero, ma non per parlare a una platea di studenti. Durante il discorso di Hermione il rumore di fondo proveniente dalla sala non accennò a diminuire, e anzi, quando iniziò a elencare i motivi per cui non avevano senso le accuse si sentì addirittura un fischio, che lasciò tutti di sasso, compresa, purtroppo, Hermione stessa, il cui tono di voce divenne sempre più esitante: perse il filo una, due volte, nel citare una direttiva che aveva approvato balbettò nel pronunciarne il codice legale (e delle risatine commentarono la difficoltà, mentre i professori al tavolo o si scambiavano sguardi imbarazzati o sembravano assorti nel contemplare i propri piatti o la volta del soffitto), infine chiuse il suo intervento in maniera affrettata e con un “Grazie dell’attenzione” quasi impercettibile; tornò a sedersi con gli occhi rossi.

Si alzò Ginny, con uno sguardo truce che Harry le aveva visto solo in pochi momenti.

“Una piccola nota prima di iniziare” esordì “Questa non è una partita di quidditch e voi non siete sugli spalti, quindi se sento ancora un altro fischio vi farò piangere come feci piangere la Bulgaria nella finale del 2010, intesi?”

Quelle parole suscitarono un po’ di risate e un applauso abbastanza convinto, in particolare dal tavolo dei Grifondoro: Ginny era popolare più come giocatrice di quidditch che come eroina della battaglia di Hogwarts, e questo la rendeva più simpatica alla platea studentesca.

“Bene. Ora che ripenso a quella coppa del mondo, qualcuno si ricorda chi giocava?”

Molti levarono il braccio, si sentirono gridare diversi nomi. Ginny li mise a tacere con un gesto della mano.

“Non intendevo questo, i nomi se li ricordano in tanti, e per chi non se li ricorda ci sono gli almanacchi biennali sul quidditch a riportarli. Quello che forse non molti ricordano è che in quella squadra che vinse la coppa del mondo c’erano due purosangue, due nati babbani e tre mezzosangue; e sapete chi era il nostro preparatore atletico? Un magonò! Quindi, se siete abbastanza intelligenti per leggere le idiozie che circolano su certi giornaletti, allora lo siete anche per capire il succo del discorso: e cioè che se noi avessimo iniziato a discutere e a guardarci in cagnesco sulla base del nostro pedigree addio gioco di squadra e addio coppa del mondo. E se qualcuno mi viene a dire che il gioco di squadra conta nello sport ma non nelle altre attività allora vuol dire che quando studiava pozioni deve aver ingurgitato qualcosa che gli ha fatto male al cervello. Però il preside Longbottom mi ha invitato a parlare perché ero nell’Esercito di Silente e non nella nazionale di quidditch, quindi concludo dicendovi questo: noi decidemmo di fondare un gruppo clandestino a nostro rischio e pericolo, chi ciancia di cupole purosangue lo fa a suo rischio e ridicolo. Grazie.”

Ginny si sedette tra applausi che coprivano le proteste di alcuni. Harry ne approfittò per cercare di capire la distribuzione delle opinioni: notò che gli applausi più entusiasti venivano dai tavoli di Grifondoro e, in parte, di Corvonero, mentre i Serpeverde erano la tavolata più quieta, che non mostrava né ostilità né consenso verso il discorso di Ginny; era invece il tavolo dei Tassorosso quello dove maggiore era il numero di facce scure e proteste, e chi applaudiva si trovava praticamente ai margini del gruppo centrale degli studenti.

Era il turno di Ron di parlare. Se il discorso di Hermione era stato incerto e inefficace, il suo fu un autentico disastro: nessuno lo contestò o rumoreggiò prima che iniziasse a parlare – l’avvertimento di Ginny aveva avuto effetto – ma ciò nonostante era ancora più confuso ed esitante della moglie.

“Be’, buonasera a tutti e a tutte, io sono Ron, Ronald Weasley, sono un auror… sono un reduce della battaglia di Hogwarts, forse non un eroe come dice Neville… cioè il preside Longbottom… però, insomma, ho dato il mio contributo, non che voglia togliere nulla agli altri, ma… vabbe’, il concetto è chiaro, quello che intendo dire è che contro voi sapete chi, cioè, contro Voldemort, eravamo in tanti, sia purosangue che mezzosangue e quindi non è possibile generalizzare… naturalmente, oggi non è che il punto sia solo discutere della battaglia di Hogwarts, so benissimo che il problema è un altro, anche se quale sia di preciso non l’ho capito… ma non nel senso che sono io che non lo capisco, anche se forse voi lo pensate, e quando dico voi dico quelli che sono d’accordo con questi che scrivono questo giornale che semina odio, e l’odio non è mai una buona cosa, ma poi appunto dicevo che non capisco il problema perché alla fine quali sono i problemi che avete con i purosangue, perché si parla tanto ma poi alla fin fine mica è chiaro cosa hanno fatto di male, no? Cioè, in passato sì, ma le cose sono cambiate e, insomma, continuare con antipatie superate non porta da nessuna parte, altrimenti saremmo ancora tutti a combattere, e poi come ha detto Ginny, cioè, Ginevra Potter… anzi no, lei usa il suo cognome ma non è importante che siamo fratelli, cioè, io sarei d’accordo comunque con quello che ha detto che la coppa non l’avremmo vinta se avessimo, cioè, se i giocatori avessero fatto come voi… sempre voi che la pensate così, non tutti voi, sia chiaro… però, insomma, pensate se non vi sembra uno spreco, litigare invece di lavorare insieme… pensate a quello che potreste fare…

“Ron ha ragione!” esclamò Luna, alzandosi in piedi. Gli altri commensali del tavolo la guardarono stupiti, ma anche un po’ sollevati che qualcuno intervenisse per aiutare Ron a uscire dal discorso in cui si era impelagato.

“Complimenti, hai detto esattamente quello che penso io” continuò Luna, e poi si volse verso gli studenti “Pensate a quello che potreste fare! Voi siete maghi, ma la magia non cresce e non migliora se non siete voi stessi a coltivarla anche finita la scuola. Pensate che i grandi maghi che hanno fatto la storia siano giunti alle loro scoperte stando dietro a una scrivania ministeriale, o contando banconote alla Gringott’s? No! Prima di tutto hanno viaggiato, e hanno scoperto tante cose, hanno ampliato i loro orizzonti. E là fuori c’è ancora tanto da scoprire, e io lo so, perché viaggiare è il mio mestiere, e cercando nuovi animali e nuove piante ho trovato anche ciò che non cercavo. Pensate a quante meraviglie ci sono nel mondo: sapevate che in Perù esistono api viola dal cui pungiglione si può estrarre un siero che rende incorporei? Io non lo sapevo, ma le ho scoperte mentre studiavo le tigri antropomorfe! Sapevate che nei laghi finlandesi vivono draghi anfibi? Pochi lo sapevano perché quando vanno in letargo si nascondono sotto i fondali e dormono per mille, millecento anni, ma per caso mi sono trovata lì quando una famiglia di loro si è svegliata; ma non cercavo i draghi, nossignore, stavo inseguendo un caribù d’acqua, e invece è finita che sono stati i draghi a inseguire me e i miei assistenti; quindi vedete, se sono stata così fortunata a trovarmi lì è stato perché continuavo ad andare da una parte all’altra, altrimenti non avrei mai potuto studiare le abitudini di caccia di questi simpatici animali. E mica solo animali sono le meraviglie di questo mondo! Conoscete le piante parlanti delle oasi del Sahara? Lo sapete che sui Pirenei c’è una tribù di maghi che praticano la castità, e per riprodursi i maghi usano un incantesimo con cui materializzano il loro seme nelle ovaie femminili? Il mio gruppo di ricerca li ha scoperti solo l’anno scorso!”

Quest’ultimo esempio suscitò l’ilarità degli studenti e gli sguardi scandalizzati di alcuni professori, ma Neville rideva di gusto, e anche Harry trovò difficile trattenere un sorriso.

“Potrei andare avanti per ore a raccontare delle cose che ho scoperto durante i miei viaggi. Ho scoperto anche un marito, tra l’altro, e ora abbiamo due figli… non abbiamo seguito il metodo dei maghi pireneici, ma questi non sono fatti vostri… e allora vi dico che per vivere così ci vuole energia e voglia di sapere, e se le vostre energie le usate per cercare dei nemici e per farvi la guerra tra di voi, invece che per scoprire il mondo e le sue meraviglie, be’, è un gran spreco, non vi pare?”

Luna tornò a sedersi tra applausi quasi più forti di quelli riservati a Ginny, potenziati anche dalle risate di sottofondo e dal fatto che chi aveva brontolato prima ora taceva, e si limitava a guardare gli oratori in silenzio.

Era il suo turno: Harry respirò a fondo, e si alzò. Fissò la sala, e poco alla volta il clamore si attenuò fino a che non ci fu perfetto silenzio. Sapeva che gli studenti lo guardavano come una specie di eroe di guerra e di leggenda vivente, e se la cosa non gli piaceva poteva comunque essere utile da sfruttare per cercare di ottenere l’effetto più forte. Aveva pensato ad un discorso da fare, ma dopo le alterne fortune di chi lo aveva preceduto sentiva che ciò che si era preparato non era sufficiente, non era adeguato. Chiuse gli occhi, per ordinare i pensieri, li riaprì e tornò a guardare verso gli studenti. Iniziò a parlare.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: skeight