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Autore: Nembayo    11/12/2013    10 recensioni
"Merry Christmas" è una raccolta di one shots natalizie sulle coppie di The Mortal Instruments:
Capitolo 1: Isabelle-Simon (Sizzy) = SANTHA CLAUS
Capitolo 2: Clary-Jace (Clace) = ANGEL OF SNOW
Capitolo 3: Magnus-Alec (Malec) = CHRISTMAS LIGHTS
Capitolo 4: Jocelyn-Luke (Jouke) = PRESENT(S)
Capitolo 5: Maia-Jordan (Jaia) = UNDER THE TREE
Capitolo 6: Maryse-Robert (Mabert) = CHRISTMAS LOVE
Dal Capitolo 1:
""Isabelle si avvicinò allo scatolone, tirando fuori quell'odioso pupazzo.
-E questo qua chi sarebbe?- chiese.
Per poco a Simon non venne un colpo.
-Per..- le parole gli morirono in bocca. Simon si afferrò la gola e rantolò qualcosa. Isabelle dedusse che avesse provato a dire “Dio”. Il ragazzo si riprese. -Izzy, non conosci Babbo Natale?-""
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGEL OF SNOW
CLARY-JACE


Clary era seduta alla scrivania della sua camera, in casa di Luke.

Di fronte aveva un foglio bianco, e in mano un lapis appuntito. Continuava a rigirarsi la matita tra le mani, guardando nel vuoto.
Era mezz'ora che se ne stava là immobile, in cerca di un barlume di ispirazione.
Di solito i disegni le venivano spontanei come respirare. In effetti, disegnava le cose per cui respirava. Sulle pareti della piccola camera c'erano disegni colorati o nero su bianco di tutte le persone che amava. C'era un primo piano di sua madre, sorridente e con la crocchia tenuta ferma da un pennello. C'era sua madre vestita da sposa, a braccetto con Luke: gli unici colori di quello schizzo erano l'oro del vestito di Jocelyn e l'azzurro splendente degli occhi di Luke. C'era Isabelle, sdraiata sul letto con le mani all'indietro a sostenerla, le gambe accavallate: aveva dei tacchi vertiginosi e la minigonna, i capelli raccolti in una lunga treccia e un sorriso distratto sulle labbra. C'era Simon, con una maglietta verde stropicciata, gli occhiali storti sul naso e il sorriso stanco. C'erano Magnus e Alec, per mano: Magnus guardava con amore il suo ragazzo, che aveva le gote arrossate (Clary amava quel suo disegno, era così reale). C'erano Alec e Jace dai capelli e gli occhi dorati, con il sorriso per cui lei moriva, con la tenuta da Cacciatori, spade angeliche in mano. Il suo preferito in assoluto era il mezzo busto di Jace, con le braccia incrociate sul petto muscoloso, il volto dai capelli dorati all'indietro, e un paio di splendenti ali angeliche sulle spalle. E poi c'erano immagini del piccolo Max, con un fumetto in mano, di Maia e Jordan abbracciati, di lei e Jace a Central Park, in autunno. Quei disegni nascevano sui fogli come se volessero prendere vita, quasi come se non fosse lei a crearli. Erano spontanei.

Eppure, in quel momento non aveva un briciolo di ispirazione.
Sbuffò frustrata, lanciando il lapis contro il muro e alzandosi dalla sedia. Si gettò sul letto, inarcando le sopracciglia, quando sentì il cellulare squillare.

Guardò fuori dalla finestra. La nevicata era finita, lasciando un manto spesso di neve per tutte le strade. La brina incorniciava i bordi dei vetri appannati dal freddo. Clary amava la neve più di ogni altra cosa. Non amava particolarmente il Natale: erano più sua madre, Luke e Simon, quelli che avevano sempre voluto festeggiarlo. Clary non credeva in Babbo Natale, ma le piaceva pensare che, almeno un giorno all'anno, ci fosse ovunque un po' più di bene nel mondo. Rispose al cellulare, senza controllare il nome stampato sul display.

-Scricciolo- era Jace. La sua voce ironica e calda la inondò, facendola sorridere.

-Jace.- esclamò lei, sorridente. -Come va?-

-Stavo camminando a Central Park, e c'è una neve che arriva al polpaccio, quindi tu ne saresti sommersa.- rise, e Clary roteò gli occhi. -Però.. beh, pensavo fosse carino fare una passeggiata, io e te. Che ne pensi?-

Si avvicinò alla finestra, aprendola, e sentendo un freddo terribile pungerle la pelle. Un brivido le corse per tutto il corpo. Guardò il cielo bianco, e sospirò.

-Arrivo tra dieci minuti, aspettami alla radura.- disse.


La “radura”, per le precisione, era il luogo in cui gli shadowhunters si allenavano all'aperto. Non d'inverno, con quella neve e quel gelo, ovviamente, ma d'estate. Clary scansò un Babbo Natale finto che si stava avvicinando con un sorriso per chiedere qualche spicciolo, e addio al fatto che Babbo Natale non chiede niente, ma dà e basta a chiunque.

Si infilò le piccole mani gelate nelle tasche del cappotto marrone, socchiudendo gli occhi per non permettere al vento di gelarle pure quelli.

Si stavo guardando attorno, chiedendosi dove fosse andato a finire Jace, quando, dall'alto, sentì una voce. Alzò lo sguardo. Jace era appollaiato sopra il ramo di un albero, con le gambe penzoloni. La guardava da lassù, con gli occhi dorati e i capelli arruffati. Sorrideva, e Clary pensò che sembrasse un angelo come non mai.

-Sembri ancora più piccola, vista da quassù.- le disse lui, facendo un salto che avrebbe tramortito un comune mondano e atterrando perfettamente incolume davanti a lei. -Ma sei sempre bellissima.- concluse, baciandole le lentiggini e poi il naso gelato.

Lei scrollò le spalle.

-Spero tu abbia un buon motivo per avermi fatta uscire di casa con questo freddo per..-

-Per incontrarmi.- disse lui, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
La bocca di Clary si socchiuse leggermente. Affilò lo sguardo.

-Potevamo incontrarci ovunque.- disse, battendo i denti.

Jace si avvicinò ancora, abbracciandola. Il freddo pungente che aveva sentito fino a pochi attimi prima abbandonò Clary. La ragazza si lasciò sopraffare dal calore di Jace, dal fuoco che sentiva nei punti in cui la pelle calda di lui toccava la sua.

-La maggior parte delle ragazze qua fuori morirebbe per incontrarmi sotto la neve, e tu ti lamenti.- disse Jace, soffiandole sull'orecchio.

Clary sorrise.

-Io non sono certamente una delle comuni ragazze qua fuori.- rispose, scansando Jace con una spintarella e incrociando le braccia al petto. Il suo ragazzo sorrise.

-Lo so.- disse, avvicinandosi nuovamente. -Secondo te perché ti amerei, altrimenti?- domandò, posandole le labbra calde sulla guancia.

Clary affondò le mani nei suoi capelli dorati, mentre la bocca di Jace scendeva sulle sue labbra. Il bacio da casto e leggero aumentò per calore, forza, ardore. Le loro bocche si muovevano una sull'altra con una sintonia ormai spontanea, come respirare, come i disegni di Clary. Le mani di Jace la afferrarono per il retro delle cosce, permettendo a Clary di sollevarsi per circondargli la vita con le gambe. Clary si slanciò in avanti con forza e passione, sbilanciando Jace, che cadde sulla neve con un tonfo leggero.

I due si staccarono l'uno dalle labbra dell'altra, ridendo.

-Ecco la piccola furia che mi piace tanto.- disse Jace, sorridendo. Clary gli fece la linguaccia, alzandosi in piedi. Jace stava per seguirla, quando la ragazza lo bloccò.

-Aspetta.- esclamò, allungando una mano aperta in avanti, come a volerlo bloccare se avesse provato ad alzarsi.

Osservò il suo ragazzo sdraiato nella neve, con i capelli biondi sparsi su un manto bianco, l'espressione, di solito impassibile, confusa e divertita, le labbra socchiuse, le braccia allargate ai lati del corpo. Clary lo inquadrò per qualche secondo, e Jace sbuffò.

-Insomma, che cos..?-

Clary fece un saltello, sorridente.

-Oh sì, è perfetto. Aspettami qua, esattamente come sei, non ti muovere.- disse, senza aspettare una risposta. Corse fino alla metro più vicina, tamburellando con le dita sui vetri.

Quando fu davanti casa sua, volò quasi su per le scale, afferrò il quaderno dei disegni ed il lapis gettato contro la parete, e corse nuovamente in strada, fiondandosi nell'abitacolo affollato della metro.

Guardò l'orologio: dieci minuti. Probabilmente Jace stava gelando, ma Clary non poteva perdersi quell'ispirazione improvvisa. Aveva visto Jace sdraiato sulla neve, e se l'era figurato come un angelo. Forse perché, da piccola, lei e Simon si sdraiavano sempre nella neve, muovendo braccia e gambe per formare angeli di neve.

Si guardò intorno, battendo un piede a terra per la fretta. C'erano vecchiette con buste enormi di regali impacchettati tra le mani, un paio degli odiosi Babbi Natale finti, dei bambini avvolti in cappotti enormi e sciarpe che arrivavano fin sopra il naso, per mano con i genitori. Natale. Quella parola fuoriusciva da ogni poro. Dalle risate che si scambiavano le persone, dalla musica natalizia che fuoriusciva dalle casse della metro, leggera.

Finalmente Clary arrivò a destinazione, e si rimise a correre come una furia, avvantaggiata da una frettolosa runa della velocità che si era fatta sul braccio con lo stilo.

Quando vide Jace, sdraiato nella neve, che parlava con una ragazza alta e bionda, la gelosia la oppresse. Clary strinse il quaderno e il lapis talmente forte tra le mani, che le nocche le divennero bianche. Si avvicinò a passo di marcia a Jace, liquidò la biondina con un “questo è il mio ragazzo”, e poi lanciò un'occhiataccia ad un, chiaramente, congelato Jace.

-Come mai parlavi con quella tipa?- chiese lei.

-Sai com'è: è un quarto d'ora che sto sdraiato nella neve, e quella si è incuriosita. Mi ha chiesto che stavo facendo, e io le ho detto che sotto la neve in realtà c'è una panchina, e che io sto sdraiato su questa panchina a guardare le nuvole.- disse ironicamente.

Clary rimase a bocca aperta, poi scosse la testa.

-Comunque, resta fermo ancora qualche minuto, devo farti il ritratto.-

Questa volta fu il turno di Jace di spalancare la bocca.

-Mi vuoi dire che.. mi vuoi far stare mezz'ora a congelarmi le mie divine chiappe nella neve, solo per un disegno?- chiese, stizzito.

-Uno: le tue chiappe non sono divine. Due: certo che sì.- rispose Clary, senza degnarlo di altre parole. Si sedette a gambe incrociate davanti a lui, lanciandogli occhiate svelte, per poi fiondarsi sul foglio della pagina, la matita in mano.

Dopo dieci minuti sorrise, osservando il foglio.

-Ecco, ora puoi alzarti.- disse, tirandosi su a sua volta, scuotendosi la neve gelata dai pantaloni. Jace si alzò in un attimo, battendo i denti.

-Sei pazza, Clarissa, lasciatelo dire.- disse, mentre si toglieva di dosso la neve. Niente da fare, aveva il retro del cappotto a i pantaloni completamente bagnati e i capelli mezzi.

Clary scrollò le spalle.

-Però è venuto bene. Cioè.. è venuto veramente, ma veramente bene. È la prima volta che riesco a riportare il tuo lato ironico, dolce, arrabbiato, divertente, sicuro di sé e impassibile in un solo disegno.-

Era vero. Clary non era mai riuscita a disegnare veramente Jace. Ma ora.. eccolo lì. Il disegno a matita leggera, di un Jace sdraiato, come un angelo di neve, con i capelli sparsi intorno al volto, la sua solita espressione sul volto, un angolo della bocca alzato in un minuscolo sorriso ironico, le braccia e le gambe larghe. Era veramente orgogliosa di quel lavoro. Lo mostrò a Jace.

-Sembri un angelo.- disse.

Jace scosse la testa, sorridendo.

-Oh, no, Clarissa. Io sono un angelo.- disse, prima di baciarla. -E ora mi porti a casa tua, così mi faccio una doccia. Calda, rigorosamente calda.-

Clary rise.

 

Quando furono a casa di Clary Jace gettò il cappotto sull'attaccapanni, e poi corse verso il bagno, rabbrividendo. Clary si sedette sul bauletto in mezzo al corridoio, ma Jace si affacciò dalla porta del bagnetto, guardandola con un sopracciglio inarcato.

-Oh no, scricciolo. Dopo avermi fatto gelare in mezzo alla neve, ora ti meriti una punizione.- disse.

Clary roteò gli occhi, alzandosi e raggiungendolo in bagno.

-E dimmi, quale sarebbe la tua punizione?- chiese, mentre lui si sfilava il maglione, lasciando il petto muscoloso segnato da rune e cicatrici scoperto.

Clary si mordicchiò un labbro, dondolandosi sul posto.

-Ma come? Non te la immagini?- chiese, avvicinandosi a lei e iniziando a baciarle il collo coperto dal colletto alto della maglia. Jace sbuffò, sfilandole ogni indumento con velocità, carezze e baci sulle labbra. Si sporse per aprire l'acqua della doccia, e mentre si toglieva le scarpe e i pantaloni Clary si avventò sulle sua labbra, finché, indietreggiando, non finirono nella doccia bollente. Le mani di Jace passarono per tutto il corpo di Clary, avvinghiato al suo, e quando si liberò anche delle mutande, rimaste l'unico indumento a frapporsi tra i due, il calore della doccia sembrò quasi gelato, rispetto al calore che emanavano i loro corpi.

 

Clary e Jace erano sdraiati sotto le coperte del letto di Clary, con solo la biancheria intima addosso. Le mani di lui continuavano a carezzarla, mentre lei sorrideva.

Clary continuava a pensare a lei, a Jace, all'atmosfera nella doccia. E poi passò a pensare inaspettatamente all'atmosfera del Natale, alle lucine brillanti, agli abeti addobbati.. Si ricordò dei Natale che aveva festeggiato da bambina. Alcune volte era andata a casa di Simon che, anche se era ebreo, festeggiava sempre quella festa. Simon e Rebecca, sua sorella, avevano sempre creduto fermamente in Babbo Natale. Clary non ci aveva mai pensato veramente. Che esistesse o meno, a lei il Natale non piaceva granché.

Poi pensò a Jace. Lui come lo passava, il Natale? O meglio, lo festeggiava?

-Tu credi nel Natale?- si sentì dire Clary, dando voce ai suoi pensieri.

Jace aggrottò le sopracciglia, per poi rispondere.

-Noi shadowhunters non lo festeggiamo mai, il Natale. Non crediamo alle feste mondane. Ricordo che, quando vivevo con Valentine, nemmeno sapevo che cosa fosse. Ma poi, dai Lightwood, c'era Max. Maryse ha sempre raccontato più storie a Max, che a me, Izzy e Alec. Lo coccolava di più, forse lo amava addirittura di più. Come se..- deglutì, e il suo sguardo si incupì. -..come se sapesse.- concluse. -Comunque, Isabelle aveva sempre odiato il Natale, e Alec era troppo occupato a rispettare la regola che le feste dei mondani non sono le nostre feste, quindi per festeggiare con Max rimanevo solo io. Non credo di.. credere in Babbo Natale, o cose del genere. Ma amo l'atmosfera, l'allegria. So che è falsa, che dura un solo giorno all'anno, ma è bello. È bello vedere che, anche se solo per un giorno, i mondani provano a vivere in pace.- si fermò, lo sguardo fisso sui capelli rossi di Clary.

Lei rimase immobile, riflettendo sulle parole di Jace, poi sorrise debolmente.

-È proprio come la penso io.- rispose. -E quest'anno..- si incupì pure lei, maledicendosi per aver tirato in ballo l'argomento -..senza Max.. come lo festeggerai, il Natale?-

Jace scrollò le spalle. Tra pochi giorni sarebbe stato il 25 dicembre. Gli shadowhunters vivevano alla giornata, e quindi Clary dubitava che già lo sapesse.

-Non ne ho idea. Con te, probabilmente.- poi sorrise. -Ma di sicuro non mi metterò a fare l'angelo nella neve.-
Risero insieme, per poi riprendere a baciarsi, come se ogni volta, per quanto tempo lo facessero, e per quanto intenso fosse, non bastasse mai.





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EHI, PEOPLE.
eccomi qua, con il secondo capitolo di questa fan fiction natalizia.
i clace. ah, quanto sono teneri.. non so se sono riuscita a rendere veramente onore a questa coppia, dato che negli ultimi due libri mi sono un po' distaccata da loro perché.. boh, perché la mia mente perversa e malvagia è molto, ma molto, strana.
comunque, eccovi i clace. spero mi facciate sapere che cosa ne pensate, lalala
il prossimo capitolo sarà sui malec. MALEC. MALEC. MALEEEEC. quei due sono la mia coppia preferita, quindi aspettatevi qualcosa di grosso (oppure no.. boh, ancora devo scrivere)
by the way, mi dileguo
bacioni a tutti,
one

  
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