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Autore: silverhind    14/12/2013    1 recensioni
E se il protagonista di Harry Potter non fosse più il famoso Harry ma una semplice altra ragazza di Hogwarts? Se il prescelto fosse una prescelta ignara fino all'ultimo del suo destino? Bene questa è la storia del destino di una ragazza. La storia di un amore difficile, ostacolato, combattuto, ricercato, rinato, tormentato, dimenticato, maturo, dolce, di sacrifici, vissuto, impulsivo, prorompente, vivace, segreto, esagerato, tenero. La storia d'amore tra un professore all'apparenza severo, insensibile, arrogante e prepotente ma in realtà anche lui capace di provare ammirevoli sentimeti, e una studentessa, all'apparenza normale ma in realtà l'essere più speciale per lui. E se è vero che il fiore nato nella tempesta è il fiore più bello e duraturo, i problemi e le difficoltà che i due protagonisti dovranno affrontare li uniranno in un legame indissolubile... o almeno lo spero!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Erano ormai passati diversi giorni dall’incontro tra Georgy e Corvax, il professor Piton doveva ancora rientrare ad Hogwarts e di Lupin non si era più saputo niente. Linda non era più andata in ufficio, aveva abbandonato il lavoro nel momento stesso in cui si era lasciata trascinare via da Georgy che scappava da Corvax. Non sarebbe più tornata da quell’uomo, non gli avrebbe più dedicato alcuna attenzione.
Entrambe le ragazze erano felici di poter trascorrere nuovamente dei momenti insieme, ad Hogwarts, come ai vecchi tempi. La McGranitt aveva permesso a Linda di dormire con Georgy e di seguire alcune lezioni di Erbologia e Trasfigurazione, le preferite di Linda. A dir la verità non le sarebbe dispiaciuto restare come aiutante-professore, in fondo se la cavava bene con alcune materie, e non era del tutto arrugginita.
Georgy invece continuava a fare lezioni di Difesa contro le Arti Oscure, e per fortuna che distrarsi con queste. Ogni momento libero che aveva lo passava pensando a Piton. Ogni suo gesto, anche il più semplice, era rivolto a un suo possibile ritorno. Aspettava tanto di vedere il suo Piton nuovamente seduto al tavolo dei professori che talvolta si dimenticava della minaccia di Corvax e del suo amico Lupin nei guai. Gli stessi pensieri, ma rivolti a Lupin, li faceva Linda. Erano due anime cui mancavano le rispettive gemelle, e la cosa forse peggiore era che sapevano, entrambe, di essere in un certo qual modo ricambiate.
<< Dobbiamo trovare Remus, ogni momento che passiamo qui a non far niente per lui potrebbe essere fatale >> sosteneva Linda a colloquio con la preside, Silente e l’Ordine al gran completo.
<< Non possiamo agire senza prudenza, dobbiamo almeno prima sapere qualcosa sul luogo in cui si trova Lupin e sull’esercito che Corvax dice di avere. >>
<< Ma chi se ne frega, non possiamo lasciarlo lì così. >>
Tutti avevano capito i sentimenti di Linda per Lupin, ma nessuno ne parlò mai, né glielo rinfacciò mai.  
<< Qual è il regno di Corvax? Cosa intende per “impero”? Di certo non può possedere tante terre con sudditi al suo servizio… >> chiedeva Georgy.
<< Ce lo siamo chiesti pure noi al ministero >> intervenne Kingsley, fino a quel momento rimasto in silenzio, pensieroso. << Abbiamo fatto delle indagini, interrogato uomini e licantropi, e alla fine siamo riusciti a scoprire qualcosa di davvero inquietante se fosse vero. Corvax è davvero un mago molto potente, e se non ha la forza di Voldemort ha di certo maggiore astuzia. Abbiamo notato che dopo un certo periodo di detenzione nelle sue celle, molti lupi mannari scomparivano nel nulla; talvolta veniva rilasciata la notizia della loro esecuzione, comparivano anche le carte, ma non si ritrovavano mai i corpi né le prove dell’omicidio. Le carte venivano firmate da Corvax in persona, Linda potrà confermarlo. Dove finivano tutte quelle creature? Erano davvero morte? Abbiamo indagato e tutto ciò che abbiamo scoperto è che sono scomparse >>.
<< Non mi sembra una grande scoperta, amico >> disse Sirius, beffardo.
Kingsley aggrottò la fronte e riprese a parlare. << Scomparse da questa terra, da questa dimensione. Conosciamo il potenziale di Corvax e abbiamo modo di credere che… sia riuscito a sviluppare una dimensione parallela, un suo “regno” dove radunare un esercito di lupi mannari che sta reclutando da anni, un impero dove lui comanda e i licantropi eseguono. Non sappiamo cosa succeda in quel posto, o come vi si arrivi. Non sappiamo se esista e cosa vorrebbe farne di questo esercito. Linda mi diceva che più di una volta nei suoi discorsi si chiedeva cosa sarebbe del mondo se fosse lui a comandare, o di come girerebbero le cose se lui potesse imporre ordine e disciplina. >>
Alcuni rimasero in silenzio, altri cominciarono a borbottare e a lamentarsi della fantasia del Ministero.
Silente prese la parola. << Signori, prego, ascoltatemi. Io credo che Kingsley abbia ragione, e che per una volta i sospetti del Ministero siano fondati. Propongo di cercare, controllare, muoversi con discrezione per avere più informazioni possibili. Anche ora c’è chi lavora per noi in incognito, rischiando la propria vita giorno dopo giorno. Non vi chiedo di sacrificare la vostra, non potrei mai farlo. Fate ciò che vi sentite. >>
La riunione fu sciolta. Molti se ne andarono con la faccia stupita, basiti per quell’insieme di fantasie e allucinazioni. Alla fine nell’ufficio della preside rimasero in quattro insieme alla McGranitt.
<< Non mi interessa cosa pensa il resto dell’Ordine o quanto pericoloso possa essere. Io dico che dobbiamo muoverci subito per liberare Lupin e porre fine a questa storia. >>
<< La ragazza ha ragione >> convenne Sirius. << Mi fa un po’ ridere l’idea di un mondo parallelo, ma se è vero che Corvax sta reclutando lupi mannari per minacciare il nostro mondo, bè mi vedo costretto a fermarlo. E poi un mio caro amico è di nuovo nelle sue mani… >>
<< Non ti facevo così sentimentale >> disse Kingsley con lo stesso tono di beffa che precedentemente aveva avuto Sirius nei suoi confronti.
<< Come facciamo ad accedere al suo “regno”? >> chiese Georgy, già proiettata con la mente allo scontro.
<< La foresta dove hanno trovato Lupin quando lo hanno accusato anni fa. La stessa foresta dove molti lupi mannari sono stati avvistati per l’ultima volta. Il passaggio deve essere lì da qualche parte. Domani sera, subito dopo il tramonto >> disse Kingsley. Tutti annuirono.
<< Bisognerà avvisare gli altri dell’Ordine? >>
<< Non credo saranno d’aiuto. Chi partecipa deve esserne convinto >> disse Silente con tono austero.
<< Siate prudenti >> concluse la McGranitt.
 
Linda e Georgy quella notte fecero fatica ad addormentarsi. Pensavano alle persone a cui maggiormente tenevano, ai rischi che correvano, a ciò che sarebbe toccato loro in sorte il giorno dopo. Parlavano, l’ansia viva nelle loro parole. Cercavano di scherzare come loro solito, tentando di scacciare brutti fantasmi. Il giorno dopo sarebbe andato tutto bene, si dicevano, nulla li avrebbe fermati, avrebbero liberato Lupin e posto fine all’egemonia di Corvax Swire.
<< Georgy, ti devo ringraziare >> disse ad un tratto Linda. << Sei stata davvero un’amica, sempre. Non avrei mai potuto trovare di meglio. Grazie. >>
<< Linda dai, lo sai che anche tu per me sei una grandissima amica, ma non parlare così, sembra che stiamo andando a morire! >>
<< Non capisci la grande potenza di Corvax, vero? Domani non sarà facile, nulla è mai facile con lui. Se dovesse succedervi qualcosa non me lo perdonerei. >>
<< Ma cosa dici Linda? Andiamo solo ad aiutare un amico, se sarà necessario useremo la forza. Dopo tutto abbiamo già sconfitto Voldemort, credo siamo pronti per un presuntuoso adulatore di lupi mannari! >>
<< Sì, ma se non avessi premuto o dato informazioni voi non sareste in questa situazione. Potrei fare tutto da sola… >>
<< No Linda, non ce la faresti. E noi lo facciamo volentieri. Hai visto chi saremo, solo gente fidata, esperta e convinta che ciò che si sta facendo sia giusto. >>
<< Ti voglio bene Georgy. >>
<< Anche io Linda. >>
 
Il giorno seguente passò molto velocemente. La solita routine aveva qualcosa di diverso, sapeva di nostalgia e di qualcosa destinato ad esaurirsi. Georgy si divertì molto coi suoi studenti, quasi le dispiaceva terminare le lezioni quel giorno, ma confidava nella ripresa il giorno seguente. In fondo si era affezionata a quella vita praticamente da professore, vista l’assenza di Lupin. Certo, lo avrebbe liberato volentieri e gli avrebbe riceduto la cattedra, ma le sarebbe mancato forse quel diretto contatto con gli studenti, il potere di ammaliarli coi suoi discorsi, il fatto che soprattutto quelli del primo anno pendessero dalle sue labbra e potesse dir loro qualsiasi cosa rendendola magica solo se accompagnata da uno sventolio di bacchetta. Insegnare ad Hogwarts, chi lo avrebbe mai detto. E tutto grazie a Piton. lui l’aveva prima conquistata e poi portata nel suo mondo, dalla sua parte, a suo modo, e l’aveva inserita in quel fantastico ambiente. Chissà dov’era adesso Piton, perché non si mostrava a scuola, quando lo avrebbe rivisto.
Quel pomeriggio la ragazza era introvabile. Linda la cercò in ogni angolo di Hogwarts dopo aver letto il biglietto che le aveva lasciato con scritto “Vado a cercare me e lui. Ci vediamo al tramonto alla torre”. Spaventata aveva chiesto aiuto anche a Sirius e alla McGranitt, ma quest’ultima aveva intuito che la ragazza cercava solo del tempo per pensare a se stessa, concentrarsi, riflettere. La preside capiva cosa mancasse a Georgy: il fatto di sapere che l’uomo che amava era da qualche parte ma non poterlo vedere o toccare o sapere al sicuro la terrorizzava. Lo stesso aveva provato lei aspettando che il suo amato si facesse avanti e la portasse al sicuro tra le sue braccia. Ora lo poteva vedere tutti i giorni nel suo ufficio, ma non era lo stesso che abbracciarlo e sussurrargli il suo affetto.
Georgy non era introvabile in realtà. Semplicemente si era rifugiata nell’unico vero posto che le ricordasse positivamente Piton: il giardinetto, la colonna, gli scalini, la siepe. Nessuno riusciva a vederla. Solo una persona avrebbe potuto trovarla, ma quella persona, tanto attesa e tanto amata, non sarebbe mai arrivata.
La ragazza passò l’intero pomeriggio accoccolata su stessa sotto la colonna, un timido sole che bastava solo a farle sentire meno freddo, le mancavano un caldo abbraccio e un tenero bacio. Forse dopo questa storia potrò rivederlo, pensava. Se gli avesse dimostrato che Lupin amava Linda e che lei non era minimamente interessata a Lupin una volta in salvo, forse, forse, Piton sarebbe tornato.
I pensieri si susseguivano veloci nella sua mente, le possibili soluzioni si arrampicavano in turbinii confusionari e talvolta troppo irreali. Quando si stancava di questi viaggi si riposava un attimo nel ricordo, nella dolce e ricercata rimembranza dei bei momenti passati assieme, dei viaggi, della scoperta l’uno dell’altra, dei litigi amorevoli e dei primi tempi di odio quasi profondo. Alla fine è vero che la nostra storia è fatta di ciò che ci siamo lasciati alle spalle, dei momenti vissuti e che non torneranno, perché è passato, la storia è passato, il futuro potrà solo essere influenzato dal passato ma non è ancora storia. La sua storia. La loro storia.
Georgy piangeva, singhiozzava, taceva. Rideva da sola, ma piano, per non essere scoperta. Si addormentava per qualche minuto. In dormiveglia incontrava Severus e gli chiedeva di restare, di non partire più. Georgy sognava, e non distingueva più la realtà vera da quella falsa creata dalla sua testa.
Il sole volgeva al tramonto. Gli occhi azzurro-verdi della ragazza brillavano del debole rosso di quel tramonto, il rosso della passione, del sangue, dell’ira. Portava dentro di sé l’amore, il dolore, la convinzione. Era pronta.
 
Tramonto. Torre di astronomia. Quattro figure legate per mano. Sguardo sicuro, fermo, determinato. Un attimo e le figure non c’erano più. Sparite nel nulla.
 
Foresta. Alberi, radici, erbacce, fiori selvatici. Odore di terra, umidità, resina appiccicosa. Rumori. Un attimo e quattro figure si materializzano all’improvviso sul manto dissestato al centro della foresta.
<< Fa freddissimo qui >> disse Linda.
<< Temo che presto il clima si infiammerà e rimpiangerete il fresco della foresta calma >> rispose Kingsley guardando fisso un punto nel fitto intricarsi di alberi. Aveva sentito u rumore diverso da quelli tipici di una foresta desolata, un rumore di rami calpestati, petti ansanti, uno strano ringhiare.
Una risata che sembrava provenire da tutto intorno a loro li destò dai loro pensieri.
Come un cerchio che si chiude, una cintura di nere figura si stava sempre più avvicinando ai quattro maghi. Non ci volle molto per capire che le figure, ansanti e ringhianti erano lupi mannari. E tra loro si faceva strada un uomo ben vestito, con cappello e bastone, elegante e trionfante: Corvax.
<< Ah ah ah! Buonasera! E’ possibile sapere per quale motivo voi vi trovate in questa foresta a quest’ora? Una passeggiata… al chiaro di luna? >>
<< Dov’è Lupin? Che ne hai fatto di lui? >> irruppe Georgy.
<< Lupin? Mmm… credo che sia qui, accanto a me! >> rispose con un ghigno Corvax, e accato a lui si stagliarono due enormi e possenti lupi, uno a destra e uno a sinistra, identici per fattezze e colore del pelo. Persino le chiazze più chiare combaciavano per forma e dimensione.
I quattro maghi restarono sbigottiti.
<< Remus… >> disse Linda con un filo di voce.
<< Cosa vuol dire, Corvax? Qual è il mio amico? >> ringhiò Sirius.
<< Mi avete chiesto Lupin, bene, eccoli. Rivolete il vostro Remus con voi? Mi dispiace ma credo che sarà impossibile. Piuttosto potreste unirvi voi al mio esercito. Vedete come e quanto so essere generoso? >>
Kingsley e Sirius erano sbalorditi. Un intero esercito di lupi mannari era lì davanti ai loro occhi. Il loro amic Remus pure era di fronte a loro, nella sua seconda natura, incapace di riconoscerli.
Linda aveva il volto rigato dalle lacrime. Mosse qualche passo verso i lupi, ma Georgy di scatto la fermò, prendendola per un braccio.
<< Cosa fai? Sei impazzita? >>
<< Lasciami Georgy! Devo andare da Remus… lui non mi farà del male… >>
La ragazza mollò la presa dell’amica, colpita dalla sua determinazione, fiduciosa che fosse nel vero. In fondo, aveva pensato che se fosse stata al posto suo avrebbe lottato anche contro i suoi amici per avvicinarsi a Piton. Quanto avrebbe voluto fosse lì con lei a darle forza per l’imminente battaglia.
Linda si avvicinò ai lupi, una mano tesa in avanti. Scrutò i due lupi e ne scelse uno, quello alla sinistra di Corvax. Il mago elegante la guardò con aria di sfida ma non mosso un dito. “Questa sciocca ragazza non sarà un pericolo per me. La lezione gliela darà il suo Remus stesso!”.
<< Remus… >> continuava a sussurrare la ragazza, singhiozzante.
Il lupo cui si stava avvicinando continuava a respirare profondamente, per il freddo e l’umidità si poteva vedere il fumo uscire dalla sua bocca, i denti brillavano quando colpiti dai deboli raggi di luna che entravano dagli spazi lasciati dalle fronde degli alberi. Linda non riuscì ad avvicinare la mano al muso del lupo mannaro perché questo con un ringhio la allontanò e fece per saltarle addosso, ma uno scintillio rosso proveniente dalla bacchetta di Sirius lo scaraventò contro un albero.
<< Scusa amico… >> disse il mago.
Georgy aiutò l’amica a rialzarsi. << Visto? Non ti riconosce più… cerca di non fare altre cazzate del genere per favore, e fai in modo di restare viva in futuro… >> disse la ragazza.
Corvax sghignazzava. << Non capite? Loro sono miei. Unitevi al mio esercito e conquisteremo l’intero mondo magico. Oppure preparatevi a morire. >>
<< Non ci uniremo mai a te, Corvax. E non avrai mai questo mondo, né nessun altro uomo diventerà tuo servo. Noi combatteremo >> rispose in tono deciso la ragazza. Gli altri maghi a queste parole annuirono e si prepararono, le bacchette levate, a combattere. Era finito il tempo dei preamboli. Con questo scontro si sarebbero decise le sorti delle loro vite, e forse il destino del mondo magico, nuovamente minacciato.
<< Fate come volete, volete suicidarvi? Bene, i miei amici qui saranno ben contenti di aiutarvi >>
<< Noi non vogliamo loro, Corvax. Vogliamo te! >> rispose Sirius.
<< Come temevo. È dura essere famosi, tutti ti desiderano. Bè, carissimi, temo non sarà possibile, soprattutto se prima di arrivare a me dovete affrontare un intero esercito di lupi mannari. Ah ah ah… in bocca al lupo! Ah ah ah >> replicò Corvax, svanendo tra le fila di lupi che si avvicinavano minacciosi ai quattro maghi.
<< Fermo, maledetto! >> gridò Kingsley, ma fu troppo tardi. I lupi si erano lanciati su di loro, erano iniziati a volare i primi incantesimi. Lo scontro finale era cominciato.
 
Linda si era ripresa, combatteva bene, spalla a spalla con Sirius, ma con un occhio sempre fisso sul lupo che credeva essere Lupin. Kingsley invece combatteva accanto a Georgy. Se la stavano cavando tutti bene, quando ad un tratto i due lupi identici presentati prima da Corvax e che erano rimasti fermi tutto il tempo dello scontro si mossero, e iniziarono a correre verso le due coppie di maghi che si stavano dando da fare per avere la meglio su un branco di lupi affamati. Comparvero improvvisamente, sopra agli altri, come attratti all’improvviso da qualcosa, gli occhi assetati di sangue. Sirius vide in tempo quello che si era diretto contro lui e Linda e con abile maestria riuscì a colpirlo con un incantesimo che aveva lanciato anche ad un altro lupo. Entrambi furono sospesi a mezzaria, e ricaddero a terra lontano dalla coppia di combattenti, con un tonfo pesante.
L’altro lupo si era invece diretto contro Georgy e Kingsley, i quali però non si erano accorti della sua minaccia in quanto impegnati in un acceso duello. Si accorsero della sua presenza quando ormai era troppo tardi: sbarazzatisi degli altri lupi avevano alzato gli occhi al cielo coperto di alberi e avevano visto una grossa figura cadere dall’alto. Non c’era tempo per formulare un incantesimo. Kingsley ebbe la prontezza di accovacciarsi su Georgy, per proteggerla ed accusare lui stesso il colpo. Georgy si lasciò proteggere, implorando per un miracolo. Sirius e Linda si accorsero di ciò che stava succedendo ai due amici, e videro tutta la scena, colti alla sprovvista.
Kingsley urlò di dolore quando il lupo si fece su di lui, e venne scaraventato lontano con una seconda zampata dell’animale. Sanguinante e dolorante non si mosse da terra. In un attimo il lupo fu su Georgy che era rimasta a terra e ora guardava il feroce lupo negli occhi, come fosse paralizzata. L’animale si preparò a colpire nuovamente, e l’ultima cosa che vide la ragazza prima di chiudere gli occhi fu un guizzo di luce. Non sentì dolore, né avvertì ferite o un tocco di alcun genere. Riaprì gli occhi e il lupo di fronte a lei non c’era più. Si guardò attorno per capire cosa fosse successo. Dagli sguardi attoniti di Linda e Sirius capì che loro non potevano aver mosso la bacchetta. Fissavano un punto alle sue spalle, proprio da dove sentì provenire un rumore di rametti calpestati. Georgy atterrita dalla minaccia che poteva prospettarsi alle sue spalle si voltò, con lentezza e cautela, per poter vedere il pericolo in faccia. Poteva essere un altro lupo mannaro, o Corvax che la teneva in scacco. Al vedere la figura che l’aveva salvata dal lupo mannaro sbiancò i faccia. Le gambe iniziarono a tremarle, la gola le si seccò, gli occhi si riempirono di lacrime. Alle sue spalle, vicinissimo a lei, avvolto nel suo mantello nero, gli occhi piccoli e neri, lo sguardo deciso e fermo, la bacchetta ancora levata: Severus Piton.
<< …S… S-S… Sev… >> singhiozzò la ragazza, incapace di muoversi per l’emozione e il pianto.
L’uomo si avvicinò alla ragazza, si mise di fronte a lei, si accovacciò e la guardò dritta negli occhi.
Lei ricambiò lo sguardo, per quello che le lacrime potevano concederle, e lo baciò, con forze e passione.
Sorrisero.
La ragazza si stacco leggermente dal volto dell’uomo che amava, alzò la mano destra e… tirò uno schiaffo forte e deciso sulla guancia del professore.
<< Hai ragione >> disse Piton, il volto basso. << Hai perfettamente ragione, ti ho fatta star male, e mi dispiace. Ma ora sono qui, e qualunque cosa tu decida io ti starò accanto. Per sempre. >>
La ragazza scoppiò nuovamente in lacrime e lo abbracciò forte. Finalmente il suo Severus era tornato.
 
Passato il momento romantico di riavvicinamento il gruppo di maghi si fece stretto attorno a Kingsley, ridotto in fin di vita.
<< Dobbiamo portarlo subito a Hogwarts >> disse Linda.
<< E chi è che abbandona il campo? Siamo troppo pochi, non mi fido a lasciarvi qui soli a combattere >> rispose Sirius.
<< Non…non vi preoccupate per me… >> intervenne con un filo di voce Kingsley. << Lasciatemi qui, voi combattete. Abbiamo una missione. A me non resta molto… >> terminò la frase tossendo e girando la testa a guardare un punto lontano, in direzione di Hogwarts. << Per me è stato un onore combattere con voi, e sarà un onore morire sul campo di battaglia, mentre faccio ciò in cui credo, mentre combatto per il mio mondo. Andate voi, e state attenti. Per favore. Io sarò comunque con voi. >>
Georgy non sentì più altre parole provenire dalla sua bocca. I quattro maghi si fecero forza e continuarono a combattere. Kingsley era stato un buon amico, fedele all’Ordine e a Silente, era un ottimo combattente e credeva negli ideali per cui anche loro stavano combattendo. Tutti sapevano che sarebbe stato giusto cercare di aiutarlo, le ferite però erano davvero profonde, probabilmente non ce l’avrebbe fatta comunque. Sapevano che la loro missione per quella notte era trovare Corvax e fermare il suo terribile piano una volta per tutte. Dovevano continuare a lottare, e l’avrebbero fatto anche per Kingsley.
Una cosa strana però avvenne non appena l’amico ebbe esalato l’ultimo respiro: una piccola luce bianca si levò dal suo petto e si andò a posare sulla bacchetta di Georgy, scomparendo dentro di essa. Questo fatto spiazzò la ragazza e gli altri componenti del gruppo.
<< Ti ha dato una parte di sé Georgy >> spiegò Piton. << Kingsley ha voluto restare accanto a te e una parte della sua magia è passata alla tua bacchetta. E’ il suo modo per continuare a proteggerti. >>
La ragazza cacciò indietro le lacrime che stavano per inondarle nuovamente gli occhi e si voltò verso i lupi che minacciosi si facevano sempre più vicini. Lo scontro poteva riprendere.
  
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