Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: KateEAngy    14/12/2013    1 recensioni
Dal testo:
- Sei strana!-
- Io non sono strana, sono originale!-
- No, te sei tutta strana!-
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Sei strana!-
- Io non sono strana, sono originale!-
- No! Te sei tutta strana!- 
- Finitela lì dietro, o vi scendo qui...-
- Meglio di dove stiamo andando...-
- Finitela, vostro zio non vi vede da molto tempo, é felice di passare un po' di tempo con voi!-
- E voi siete felici di sbarazzarvi di noi...-
- Al, cosa stai dicendo?!-
- Non fare la finta tonta Angel, lo sai anche te che ci stanno scaricando dallo zio per tempo indeterminato.-
- Alexia smettila ora, non voglio più sentire una parola, intesi?!-
- Intesi mamma...- mugolammo in coro io e la mia 'adoratissima' sorella. Anzi, neanche sorella, addirittura gemella. Io nutrivo il forte sospetto che una di noi due fosse adottata, magari io visto che non assomigliavano per niente a nostra madre in confronto a lei che ne era la copia sputata. Lei aveva gli occhi azzurrissimi, i capelli biondi molto corti (forse l'unica differenza che aveva con mia madre), io invece ero il suo perfetto contrario, avevo gli occhi verdi e i capelli mori, beh, all'inizio erano mori, poi avevano passato quasi tutti i colori possibili immaginabili, ora per esempio avevo le punte viola e lilla. Beh, a questo punto viene da pensare, che forse ci potevamo assomigliare nel carattere, ma neanche in quello. Anzi nel carattere eravamo ancora più diverse, se era possibile. Io la consideravo un'altra 'ragazza pecora', ovviamente nel senso buono del termine, era comunque mia sorella. Ma se qualcuno guardava in un gruppo di 'ragazze pecora' non riusciva a riconoscerne una dall'altra, tutte seguivano il branco, con rigidi canoni. Insomma tutte uguali in tutto e per tutto. Invece lei mi considerava quella strana, solo perché mi vestivo un po' diversa, solo perché avevo i capelli viola, insomma solo perché non ero come lei e come le sue amichette. Ammetto che un po' di tempo prima anch'io ero una ragazza pecora, per carità, quindi non dico che lei stia sbagliando, anzi. Solo che, cavolo un po' di personalità?! Mica chiedo tanto, ma il minimo indispensabile. Sembrano un esercito di perfette barbie, e non ci tengo a farne parte, grazie.
- Comunque tu sei tutto tranne che originale, Al.- mi sussurrò piano la mia compagna di viaggio.
- Uuuh, sentite, ha parlato miss originalità, il capo dell'esercito di pecore!-
- La finisci di parlare di pecore?! Ma sei fissata?!-
- Tu non hai ancora capito cosa intendo con pecore eh?!-
- Ho capito si, ma io almeno ho delle amiche, per quanto possano essere pecore.-
- Preferisco stare sola innanzi che con quelle lì...- poi mi tornò in mente un cosa - mamma, la chitarra?!-
- É nel bagagliaio testona...-
- E la Nikon?!-
- C'è anche quella...-
- Non ti scordi la testa perché ce l'hai attaccata al collo, Alexia.-
- Piantala angelo!!- mi sarei sicuramente beccata un sacco di insulti da Angel per quel nome, lei odiava essere chiamata così. Ma d'altronde io adoravo farla arrabbiare. E poi ammettiamolo, la brava ragazza di casa con gli occhi azzurri e i capelli biondi come la chiami se non angelo?! Se poi il suo nome é anche Angel...
- Ti ho già detto che non devi chiamarmi così!-
- Scusa Angel, mi è scappato.-
- Ora basta voi due! State zitte. Dormite, spippolate, non m'importa cosa, basta che non mi disturbiate più.- 
Nostro padre, si sentiva di rado nelle nostre litigate, ma dopo il suo intervento rimaneva solo il silenzio, quindi passammo il resto del viaggio in completo silenzio. Un viaggio in giro per gli Stati Uniti diretti in un posti del quale neanche conoscevamo il nome.
Dopo un tempo interminabile finalmente la macchina rallentò e ci fermammo davanti ad una casa mezza sfasciata con il tetto quasi caduto per la pioggia. Qualcosa mi diceva che in quel posto dimenticato da Dio piovesse un giorno si è l'altro pure. Da questa casa uscì immediatamente nostro zio con un sorriso a trentadue denti. Erano un omino bassino con pochi capelli biondi e dei piccoli occhietti verdi. 
- Alexia! Angel! Siete arrivate finalmente! È tutto il giorno che vi aspetto!-
- Mi dispiace, ma papà guida molto lentamente...-
- Al, piantala!-
- Su ragazze, andate in camera. Intanto noi parliamo con lo zio.-
Noi cominciammo a dirigersi verso la casa, quando nostra madre ci richiamò pretendendo un abbraccio. E con la scusa che non ci saremo viste per un po' ci scaricò a casa dello zio.
- Il letto vicino alla porta é il mio!-
- Ok Angy, prendi quello che vuoi.-
- Non brontoli neanche un po' per questo?!-
- No, non mi interessa...- poggiai la mia valigia sul letto, insieme alla mia preziosissima chitarra e afferrai la Nikon affacciandomi alla finestra. Adoravo fare le foto, quasi quanto suonare la chitarra, erano le mie due più grandi passioni. In queste cose non avevo passioni strane, ma non ero la tipica ragazza sportiva, a differenza di mia sorella. Lei tutte le mattine si alzava di buon ora e andava a correre, e faceva minimo due o tre sport, come facesse a trovare il tempo e risultare comunque perfetta era per me un mistero.
- Ma la molli un attimo quella macchina fotografica?!-
- Che c'è di male nel fare foto?!-
- Non fai mai foto alle persone, perché?!-
- Te l'ho già spiegato, non ho trovato il soggetto giusto, quindi finché non l'avrò trovato mi accontenterò dei paesaggi...-
- Ma via...- lei provò a controbattere ma la zittii immediatamente quando vidi i nostri genitori parlare con lo zio.
- Loro sanno?!- lo zio sembrava abbastanza preoccupato mentre parlava, mamma e papà fecero meccanicamente cenno di no con la testa.
- Ma devono rimanere in casa tua per forza?!- chiese timidamente la mamma.
- Assolutamente, loro c'erano prima delle tue figlie. Non li manderò via. Scordatevelo, se non vi va bene, scaricate le due ragazze da un'altra parte.-
- No va bene, loro staranno qui, anche se ci sono quelli.-
- Bene, ora andatevene per favore... Sapete cosa pensano di voi, non vorrei vi vedessero.-
- Certo.-
E mamma e papà salirono in macchina partendo a gran velocità.
- C'è altra gente in casa oltre a noi...-
- Come fai a dirlo?!-
E in quel momento sentimmo un tonfo nella stanza accanto e fragorose risate, mentre qualcuno chiedeva se andava tutto bene. Ci precipitammo lì e vi trovammo cinque ragazzi, tre sul letto che stavano ridendo come matti, uno per terra che si massaggiava la testa, mentre un altro tutto preoccupato gli tendeva la mano cercando di non ridere.
- Uuuh, guardate, qualcuno ci è venuto a fare visita...- uno dei ragazzi sul letto, ci fulminò con gli occhi color nocciola. Aveva la pelle un po' più scura degli altri, che erano stranamente bianchissimi, e i capelli neri alzati in un ciuffo.
- Le gemelle Irwin!- disse il biondo che fino a due minuti prima era sdraiato per terra, e ci sorrise sia con la bocca che con i suoi occhi azzurrissimi.
- Solo feccia qui dentro...- riprese il moro dagli occhi coloro nocciola.
- No, loro no Zay.- si affrettò a rispondere il ragazzo che aiutava il biondo a rialzarsi, lui aveva gli occhi nocciola e una piccola cresta mora. Gli altri due sul letto non avevano aperto bocca. Uno aveva gli occhi verdissimi e dei riccioli mori, mentre l'altro aveva i capelli castani e gli occhi azzurri, ma a volte sembravano grigi. 
Il biondo ci si avvicinò sempre con il suo sorriso.
- Ben arrivate, Carl ci aveva avvisati.-
- C... Carl?!- io è Angel ci guardammo un po' stupite.
- Si, vostro zio Carl...- ora anche il biondo sembrava perplesso.
- Aaah, si lo zio!- mi affrettai a rispondere io con non-chalance, avevamo visto lo zio si e no tre volte e lo avevamo sempre chiamato zio, non ci eravamo mai posti la questione di come si chiamasse.
- Comunque io sono Niall, lui è Liam,- disse indicando il ragazzo che prima lo aveva aiutato ad alzarsi - lui Harry, - il riccio- Louis,- il ragazzo con gli occhi strani - e Zayn.- disse indicando il ragazzo moro che ancora ci guardava male. - E voi siete le...-
- Io sono Alexia e lei Angel, e per favore non chiamarci più le gemelle Irwin, perché io ho ancora dei dubbi che sia mia sorella.-
- Guarda che neppure io ci tengo ad averti come mia sorella...-
- Ok, quindi siete Alexia e Angel.- il riccio, ehm Harry parlò per la prima volta.
- Si Haz, la peggior feccia della terra.-
- Zay!- lo richiamò Louis.
- Dimmi che non è vero?! Dimmi che gli Irwin non ci hanno rovinato la vita? Dimmelo se ne hai il coraggio.-
- Si, ma loro non ne hanno colpa... Carl ti ha già spiegato che loro non hanno niente a che fare con la stirpe degli Irwin se non il cognome.- riprese Liam.
- Non mi interessa, il cognome basta e avanza. Non vedo l'ora che se ne vadano da qui, altrimenti me ne andrò io.- 
Sentii Angel mentre mi stringeva la mano, la guardai in viso. Si stava mordendo il labbro inferiore e tratteneva a stento le lacrime, mi teneva raramente la mano, ma quando lo faceva ne ero felice, perché insomma oltre tutto l'odio eravamo comunque sorelle. Mi lasciò la mano con le guance rigate e corse in camera.
- Non so chi tu sia, e tra l'altro non me ne frega più di tanto. Ma non permetterti mai più di parlare così della mia famiglia, perché non la conosci. E non permetterti mai più di far piangere mia sorella.- e alla fine corsi via anch'io. Angy era sdraiata sul mio letto con la testa sul cuscino, lei era molto più emotiva di me. Io ero riuscita a costruirmi un muro di indifferenza che nessuno poteva scalfire, mi tenevo tutto dentro. Certo ogni tanto scoppiavo, ma sempre quando ero sola, chiusa in bagno, quando nessuno poteva vedermi. Così sembravo sempre una che non aveva sentimenti, ma mi ero adattata. 
- Cosa cavolo vogliono quelli dalla nostra famiglia?!-
- Non lo so Angy, e non m'importa.-
Poi lei si girò verso di me, proprio nel mentre in cui mi stavo asciugando una lacrima con il pollice.
- Stai... Stai piangendo?!- mi chiese mentre si asciugava il viso con la manica della felpa.
- Beh, tu ti stai asciugando con la tua felpa nuova, questo posto deve farci davvero male.- e scoppiammo a ridere insieme, e ci abbracciammo, e forse dalla volta in cui avevo deciso di cambiare quello fu il primo vero abbraccio da sorelle.
- Eh si, questo posto ci fa davvero male.-
E ci rimettemmo a ridere come sceme.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: KateEAngy