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Autore: Lully Cullen    14/12/2013    1 recensioni
Dal secondo capitolo:
"- Come stai ? - domandò Isabella, guardando le ampie spalle del ragazzo. All'improvviso si domandò quanti anni avesse, di sicuro non poteva essere più grande di lei, perchè gli atteggiamenti che aveva rispecchiavano un adolescente immaturo.
- Bene. - Neanche un grazie, Bella non si aspettava molto, ma un minimo di cortesia gliela doveva! Si ritrovò a stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche, con l'improvvisa voglia di farlo ruzzolare per tutte le quattro rampe di scale che ieri aveva fatto portandolo su.
- Grazie, ragazza sconosciuta che mi hai gentilmente salvato e medicato, ti devo la mia vita, ti ringrazio per esserti quasi slogata una spalla, portandomi a peso morto per quattro rampe di scale in questo palazzo senza ascensore, non so proprio come sdebitarmi - Ironizzò Isabella, dicendogli quello che si era aspettata da lui.
- Non ti devo nessun ringraziamento, nessuno ti ha detto di aiutarmi. - La voce di Edward era atona, come se non gli importasse che fosse vivo in quel momento, come se non gli importasse di nulla.
- E a te, nessuno ti ha detto di venirti ad accasciare davanti la mia macchina..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 4 - Stay the night.

 

Are you gonna stay the night?

Doesn’t mean we’re bound for life.



Isabella era distrutta, si era lasciata cadere sul divano della sua camera con tutto il cappotto addosso, quasi non riusciva a sentire i pensieri che le rimbombavano in testa, tanto era stanca.
' Complimenti Isabella, ti sei messa di nuovo nei pasticci. " Si maledì mentalmente e guardò il ragazzo malconcio sdraiato sul suo letto. Quasi non le prendeva anche lei per togliere dalla rissa quell'ingrato! Alla fine il colosso che stava pestando il rosso si limitò a dire "  non ti picchio perchè sei una femmina, e io non mi abbasso a tanto. " Femmina un par di zeppole, gli avrebbe conficcato volentieri un tacco nel bulbo oculare, certo, se non si fosse trovata tra le braccia un peso morto dalla chioma rossiccia.
Proprio come qualche sera prima Isabella lo trascinò privo di coscienza per qualche rampa di scale, fino alla camera da letto, su cui lo aveva malamente lasciato cadere.
Si slacciò il cappotto e si maledisse, forse stasera avrebbe dovuto dormire di nuovo su quel divano scomodo; scosse il capo e guardò l'ampio letto matrimoniale davanti a sè su cui giaceva il moribondo, era abbastanza grande da contenere entrambi, inoltre lui era svenuto, quindi non avrebbe creato nessun problema. Isabella si ritrovò ad annuire per la sua genialata e corse in bagno a cambiarsi e mettere la camicia da notte, dato che con i riscaldamenti condominiali sembrava di essere alle Bahamas. 
Si lavò e corse nel letto, tra le sue soffici coperte e il suo soffice piumone, chiudendo gli occhi e abbandonandosi a Morfeo.

Era notte inoltrata quando Edward aprì gli occhi, era in un luogo che aveva già visto, ma non era quello della sua camera, non di certo, quella era troppo luminosa.
Si voltò e vide una schiena, cazzo, non si ricordava di aver scopato con qualcuno la sera prima, ma aveva un tale mal di testa che non si sarebbe stupido se si fosse ubriacato e andato con la solita sgualdrinella da quattro soldi. Poi notò il suo corpo interamente vestito e abbandonò quell'idea, no, di sicuro non aveva scopato.
Poi come un flash gli vennero in mente un paio di occhi color cioccolato.
" Isabella " si ritrovò a mormorare tra sè e sè. 
Quella ragazza era veramente una stupida. Era la seconda volta che lo portava in casa sua senza nemmeno conoscerlo, e questo o era stupidità, o alruismo. Edward cercò di alzarsi per andare via, Isabella aprì gli occhi e  si scontrò con un paio di occhi verdi, verdi come solo le praterie irlandesi potevano esserlo.
" Vedo che andartene di soppiatto, oltre che farti tramortire a dovere, è una delle cose che ti riesce meglio " trovò a bisbigliare Isabella con la voce ancora impastata dal sonno. Edward si ritrovò a sorridere, senza però darlo a vedere.
" E a quanto pare, una delle cose che riesce meglio a te, è quella di impicciarti in affari che non sono tuoi " rispose il ragazzo, voltandosi verso di lei, trovandola ancora seppellita dalle coperte con la testa che sprofondavano nei bianchi cuscini, tanto che erano morbidi.
" Touchè. " 
" Sarà meglio che io vada " Edward si alzò con non poca fatica e preso da un capogiro dovette sedersi subito, Bella ridacchiò e lo fece stendere sul letto, mettendosi a cavalcioni su di lui.
" Dove credi di andare Superman? Sei debole. "
" Beh, se volevi saltarmi addosso bastava che me lo dicessi, per certe cose non mi tiro mai indietro. " Isabella arrossì, mentre sulle labbra di Edward si dipinse un sorrisetto malizioso.
" Scemo, non era mia intenzione. " Detto ciò, si portò dalla finestra,mentre un sorrisetto estasiato le increspava il volto, aprì la finestra e alzò il capo verso il cielo. " Sei pazza, hai due stracci addosso, ti prenderai una broncopolmonite! " Tuonò Edward che con fatica si alzò e la raggiunse, rimanendo spiazzato dal comportamento della ragazza, che stava girando su se stessa ridendo come una bambina. " Si può sapere cosa stai facendo? " mormorò, cercando di non scoppiarle a ridere in faccia.
" E' la prima neve Edward! E'... stupenda! " Isabella guardava gli enormi fiocchi, grandi come un cece, che continuavano a scendere dal cielo bianco come una nuvola. " Lo faccio sempre " Disse la ragazza, catturando l'attenzione di Edward  che fino a quel momento era rimasto in silenzio, " Quando c'è la prima neve, esco sempre. Non importa cosa io stia facendo, è... qualcosa che deve essere ammirato. "
" Non... non lo capisco " Ammise il ragazzo, cercando di capire cosa stesse cercando di dire la ragazza.
" Lo facevo sempre con mia madre. Quando ero piccola.. poi lei si è risposata, e sono rimasta da sola, con mio padre. Mi sono detta che vedere la prima neve senza di lei non sarebbe stato lo stesso, e invece mi sbagliavo. Le emozioni sono le stesse, perchè infondo, se una cosa ti trasmette delle emozioni, non può smettere di farlo da un momento all'altro. "  Edward si ritrovò a sorridere a quelle parole, alla logica contorta della ragazza. " Tu perchè lo fai, Edward? "
" Cosa? "
" A fuggire dalle emozioni... " Isabella si voltò verso di lui, con quella camicia da notte bianca come quei fiocchi di neve che si erano incastrati tra i suoi capelli.
" ... Perchè non merito nessuna emozione positiva , Bella. Dolore, ecco quello che merito. " Lei si avvicinò di qualche passo a lui, e lo abbracciò, immergendo il capo nel suo petto. " Non è vero... Tu... "
"Ssh, Bella. Non dirmi che non dovrei, tu non conosci la mia storia. "
" Non voglio saperla, se non vuoi dirmela. Piuttosto, ti va di fare qualcosa per me, stanotte? " Lui si ritrovò ad annuire, stringendo a sè quel corpicino completamente ghiacciato. " Dormi qui, non farmi stare in pena. " Edward annuì e si misero sotto le coperte, Bella si strinse a lui in cerca di calore e lui ricambiò la stretta, respirando quell'odore di cioccolata, cocco e neve.
E si addormentò sereno, forse per la prima volta in un anno intero.

 
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Sono qui con la mia tesana per l'insonnia, tra qualche giorno ho un esame importante e io non riesco a dormire.
Dopo Natale arriverà il capitolo di LIP.
Il capitolo è cortino, ma è di passaggio, quindi scusatemi!
Scusatemi se non mi dilungo, ma sto cercando di raccattare qualcuno per dormire da me, dato che sono sola a casa ._. ODIO stare sola a casa!
Buona notte!
Buon Natale!
   
 
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