Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
Segui la storia  |       
Autore: red_1924    16/12/2013    5 recensioni
Era come se ad un tratto lui mi avesse salvata, ero in un baratro, e quanto toccai il fondo lui mi prese per mano, e mi aiutò a risalire. Lo sentivo dentro di me. Lo sentivo parte di me. Lui era sangue. Lui mi scorreva nelle vene, lui mi faceva vivere. Ed era strano, perché non sapevo che questo significasse amare qualcuno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora, lo so che mi odiate, perché sono mesi che non aggiorno.
Ma ho perso l’ispirazione.
In ogni caso, volevo scrivere una nuova fan fiction, chi è pro, chi è contro?
Detto questo..buona lettura dolcezze. Scusate ancora.

 

 

DEV'S Pov

Faccio qualche passo, chiudendomi la porta alle spalle.
"Cosa ci fai qui?" 
Domando, rimanendo immobile, vicino l'ingresso.
Poi ecco la sua voce, cupa e profonda, che non ascoltavo da.. bhe... da molti anni.
"Riunione di famiglia. Nate mi ha telefonato, dicendomi che era qui e sono passato. E poi… volevo venire a vedere quanto la mia piccolina è cresciuta."
Certo. Ti fai vivo solo tramite stupide lettere, ed un fottuto braccialetto, e pretendi di ritornare nella mia vita? 
Che vuoi fare? Vuoi essere quel padre che non sei mai stato?

"Wow. Mamma lo sa?" 
Annuisce avvicinandosi a me, allargando le braccia, ma decido di scostarmi. 
"Ho sonno. Notte."
Non potevo chiamarlo 'papà' e chiamarlo per nome era assurdo.
Oltrepasso la sua figura, salendo poi verso la mia camera.
Ecco un altro problema da aggiungere alla lista. Mio padre.
Cosa pretende? Che faccia finta di nulla, dopo che per anni non si è fatto vedere? Dopo che ha trattato me e mia madre in quel modo? Dopo che si è fatto la bella vita, mentre noi dovevamo risparmiare per arrivare a fine mese? 
Troppi pensieri, troppa rabbia, troppa delusione.
Decido di farmi una doccia bollente, almeno mi avrebbe distolta un po’ dai troppi pensieri.
Poco prima di entrare in bagno, sento il mio telefono squillare. Mi precipito ad afferrarlo, magari era Selena. 
"Chi parla?"
Domando, con un nodo in gola che si sarebbe sciolto a breve, facendomi urlare.
"Ehi, sono arrivato a casa... cosa succede? Che hai?"
La sua voce, cosi perfetta e rassicurante. Come poteva sapere le condizioni in cui stavo?
“J-Joe..vai a dormire, sei ubriaco.”
Percepisco il suo stato di tranquillità, mutarsi in nervosismo, e ascolto i suoi sospiri.
“Dems, per favore, sono stato un bastardo, ma puoi fidarti di me, lo sai.”
Annuisco, pur sapendo che lui non può vedermi. Prendo un profondo respiro e rispondo alla sua precedente domanda.
"M-mio padre è... è tornato Joe, ed io... non lo voglio qui"
A momenti sarei esplosa in un pianto isterico. Non potevo reggere tutto questo.
"Ehi ssh calma, so che mi prenderesti a pugni, ma sono qui per te, per ascoltarti... posso venire li e..." 
Lo fermo. Non poteva venire qui, dovevo restare da sola. Solo io potevo gestire la situazione con mio padre.
"No, Joe. Devo rimanere da sola. Io... io devo andare, ora riposati. Domani ti chiamo ok?"
Poi ecco che a zittirmi è lui.
"No ok? Niente domani. Io ho bisogno di te, ora, e so che tu hai bisogno di me. Sto venendo da te. Vengo a piedi, cosi stai anche più tranquilla. Aspettami, ok?"
Chiude il telefono e lo stesso faccio io, lasciandomi sprofondare nel letto.
Ci sarei ricascata ancora, lo avrei perdonato di nuovo. Ma a chi importa? Io ho bisogno di lui, adesso. Io ho bisogno di lui ora e sempre.
Mi faccio velocemente la doccia, per poi uscire e indossare un pantalone da tuta nero, una canotta bianca e una felpa nera con cappuccio.
Scendo nuovamente in soggiorno, aspettando Joe.
Vengo distratta da alcune voci. Faccio qualche passo, e vedo ciò che non vedevo da anni. Sembrava essere passata una vita dall’ultima volta. Mia madre e mio padre seduti insieme sul divano. A parlare. Come due normali esseri umani.
Mi poggio allo stipite della porta e li osservo in silenzio. Dove diavolo voleva spingersi quel bastardo?
Senza riflettere, inizio a parlare. La mia voce aveva preso il controllo.
"Ritorno di fiamma? Mamma, c'e troppa gente in questa casa che voglio evitare. La moglie di mio fratello e lui oppure me. Scegli."
Mia madre mi guarda perplessa e l’uomo di fianco a lei le lascia le mani e si alza, mentre lei prova a giustificarlo.
"Tesoro, non parlare cosi a tuo padre".
Questa frase doveva tenerla per se, che cosa pretendeva? Ora che finalmente stavamo bene e avevamo una situazione economica abbastanza agiata, lui ritorna? Lui non è mio padre. Mi ha solo concepita.
Per l’ennesima volta, la mia voce esce fuori senza comando, o forse per merito della rabbia che provavo.
"Mio padre? Può chiamarsi padre una persona che sparisce per anni, con una nuova compagna ai Caraibi, abbandonando quella che era la sua famiglia?” Gli punto il dito contro, continuando con gli insulti a ruota libera. Si, finalmente potevo rinfacciargli tutto. “Per colpa tua, ho passato anni nelle peggiori strade di questa città, ho lasciato la scuola, mi sono rovinata la vita. E tu ora torni qui, come se niente fosse? Sei il peggior bastardo che avessi mai potuto avere nella mia vita. Tu o io in questa casa."
Senza nemmeno aspettare una sua risposta, sento il campanello suonare e mi precipito alla porta ad aprire. 
Le braccia di Joe mi stringono forte, mentre lui mi sfiora i capelli con il naso, lasciandomi piccoli baci sulla fronte. Era incredibile come potessi stare bene fra le sue braccia. In quel momento ogni cosa negativa, diventava positiva. Ogni cosa incasinata tornava al suo posto.
Lui è il ragazzo che io amo. 
"Come stai?" 
Mi sussurra, mentre avvicina il suo viso al mio per guardarmi negli occhi.
Istintivamente basso lo sguardo, ma in ritardo, lui ha già notato che ho gli occhi lucidi. 
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente. 
Poi una voce, alle mie spalle, ci disturba.
"Chi è alla porta Demi?".
Mia madre.
Faccio entrare Joe e chiudo la porta, per poi prendergli la mano e dirigermi verso le scale.
"Nessuno che ti riguarda".
Saliamo i primi scalini, ma vedo Joe scuotere il capo, poi prendermi la mano e trascinarmi in soggiorno con i miei.
“Non voglio stare con loro, per favore Joe.” Sussurro, ma lui sembra non sentire.
"Lui chi é?" Domanda l’uomo che mi ha concepita, con un tono di acidità e superiorità nella voce. Ma come si permette?
“Io sono J…” Joe fa per presentarsi, ma prendo io la parola.
"Come ti permetti? Lui è la persona che mi ha salvata dai casini in cui mi hai fatta finire tu". 
Urlo con tutto l'odio e la rabbia presenti dentro di me.
Senza essermene accorta mi sono spinta in avanti, ma Joe prontamente mi ha bloccata. Avrei potuto prenderlo a schiaffi per quanto mi facesse schifo, ma la prese di Joe era ben salda, cosi alla fine mi arresi.
"Joe, per favore, non voglio stare un secondo di più in questa stanza".

 

*****


Siamo nel mio letto, con la porta chiusa a chiave. Nate e Melissa nella stanza affianco, con le urla del mio bellissimo nipotino, che non aveva niente in comune con la madre.
Era tutta colpa di Nate se ora stavo cosi, sapeva bene che non volevo vedere mio padre. Lui lo conosceva da più tempo, erano stati insieme per più tempo. Io, però, lo odiavo.
Joe mi sfiora i capelli con le dita e nessuno dei due parla, ma io stavo bene cosi. Mi bastava averlo affianco.
Poi ecco la sua voce cosi roca, ma allo stesso tempo perfetta.
"Incredibile. Ti faccio del male, eppure sei l'unica persona che mi fa star bene anche in queste circostanze, anche in letto senza dire parole, cosi come stiamo ora. Dems, mi dispiace, credimi mi sento un mostro."
Non posso far altro che ammirare la sua bellezza, e osservandolo meglio noto i suoi occhi lucidi, pieni di senso di colpa. Decido di non pensare ai problemi e di stringermi più forte a lui. 
"Mi giuri che io e te, non diventeremo lo schifo che sono diventati i miei?"
"Non giuro quasi mai, ma stavolta lo giuro su tutto. Saremo molto meglio, perchè io ti amerò ogni giorno della mia vita, e quando ci sposeremo, in ogni caso, ci sarai sempre e solo tu al primo posto, nemmeno il lavoro o le spese. Solo una baby te o un baby me potranno raggiungere il tuo livello. Ti darò tutto il meglio".
Nelle sue parole, nei suoi occhi nella sua voce, posso percepire solo sincerità. È una promessa la sua.
Non lo avevo mai sentito parlare del futuro con questa convinzione. Voleva davvero una famiglia, voleva davvero me. Rispecchiava per la prima volta i miei desideri.
"Sarei disposta a vivere anche sotto un ponte. A me basti tu."
Vedo le sue labbra piegarsi in un sorriso, e i suoi occhi illuminarsi e di conseguenza mi scappa una risata.
"Che c'e? Che ho detto?".
"C'e che hai detto la cosa più bella che potessi dirmi."
Si sporge verso di me, sfiorando il naso con il mio per poi baciarmi dolcemente. 
"Ti amo, Joe."
Poggia la fronte contro la mia, e mi osserva. Stessa cosa faccio io. I suoi occhi, cosi scuri e cosi intensi.
"Ti amo da morire." Mi sussurra.



 
ANGOLO AUTRICE:
Sono stata buona dai, che ve ne pare?
Non vi ho lasciato con i miei soliti “Cosa succederà…?”
Stavolta sta a voi esprimere un giudizio sul quello che potrebbe accadere in generale.
Per ogni cosa, sono xwashappy su twitter. Scusatemi bellissime. <3

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato / Vai alla pagina dell'autore: red_1924