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Autore: protectmehoran    16/12/2013    8 recensioni
«Piacere Niall.» Disse togliendosi il cappello e tendendole la mano.
Fu in quel momento che riuscì a vedere bene i suoi occhi: erano celesti, di un colore così puro e chiaro... esattamente come il cielo.
Un colore che aveva già visto, ma che la sua mente, aveva rimosso da ormai tanto tempo.
«Piacere Charlotte...» Disse finendo la stretta timidamente.
«Hai qualcosa di familiare.» Continuò.
«Ci siamo già visti da qualche parte?» Rispose lui.
«Sì, nei miei incubi.» Concluse lei, lasciando sul volto del ragazzo un'aria interrogativa.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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 She is stuck in the past.


Four years ago.

«Ti ho vista con un altro ieri, chi era?»
«Sam non stiamo più insieme, non ti deve interessare con chi esco.»
«Rispondimi stai uscendo con qualcuno?»
Sam era sempre stato dannatamente geloso nei confronti di Charlotte, si alterava facilmente e questo era uno dei tanti motivi per cui avevano rotto.
Era stata una relazione in catena, così la definiva lei.
usciva, se lui le dava il permesso.
parlava, solo se lui le dava il consenso.
passava del tempo con le sue amiche, solo se lui aveva altro da fare.
Charlotte era accecata, riusciva a vedere solamente quei meravigliosi occhi celesti, che le impedivano di vedere la realtà.
Cosi aveva passato oltre un anno della sua vita, poi un giorno lui si stancò di lei e la lasciò senza una spiegazione ma questo servì alla ragazza per capire che si meritava di meglio, che Sam era stato solamente uno sbaglio.
E adesso eccolo di nuovo lì, con i suoi atteggiamenti possessivi che non la lasciavano respirare.


«Continui a non rispondermi Charlotte.»
«E tu a non capire che non sono più tua.»

Era infastidito, arrabbiato, turbato dalla mancanza di risposte che stava ricevendo.
Il suo sguardo si fece ombroso, le faceva paura.
Le braccia tese, chiaramente nervose.
Lei non lo aveva mai visto così.


«Sam devo andare..» Disse guardando il sole tramontare al di fuori della finestra.
Si voltò e a passo svelto si dirisse verso la porta, ma fu incapace di aprirla, perchè subito una mano pesante si posò sulla sua, costringendola a voltarsi.

«Sam non fare il cretino.» Ripetè più volte, con lo sguardo fisso nel suo.
«Tu sei mia.» Disse quasi ringhiando.
«Una volta lo ero.» Disse cercando di liberarsi dalla sua forte mano, ma invano.
Continuava a stringere, era come intrappolata dalla sua morsa.

«Forse non comprendi, tu sarai sempre mia.»
Così tanta convinzione in poche parole, le fece gelare il sangue.
Il ragazzo si avvicinò a lei, spingendola con la schiena contro una delle pareti di camera sua e le baciò il collo, un bacio umido.

«Sam per favore..» Charlotte sussurrò.
Cercò con l'unica mano libera che aveva di allontanarlo, ma anche questa volta la legge del più forte prevalse su di lei... così piccola e fragile.
«Mi sei mancata.» Disse quel ragazzo con un sorriso meschino sul volto.

Charlotte tremava, perchè non riusciva a fermarlo.
Charlotte aveva paura, perchè si sentiva troppo piccola per difendersi.
Charlotte piangeva, perchè lui era stato il suo primo ragazzo e adesso le stava facendo del male.

Il suo esile corpo fu scaraventato sul letto poco distante, come un pupazzo che i bambini decidono di portarsi a letto prima di addormentarsi.
Continuava a dimenarsi, a scalciare, a ripetere di lasciarla andare, ma inutilmente.
Lui la guardava dall'alto, rideva. Era un bastardo.

«Adesso ci divertiamo.» Le disse, prima di avventarsi completamente sul suo corpo, riempiendola di momenti che le avrebbero segnato la vita per sempre.

Four years later.

Charlotte si svegliò con il fiato corto, come se avesse appena fatto una corsa.
E in effetti era come se l'avesse fatta; aveva percorso la strada del suo passato per poi ritornare nella vertoginosa realtà.
Quei momenti, quei dannati momenti, si facevano vivi ogni notte dopo l'aggressione subita.
I ricordi.
Le cicatrici.
Le lacrime.

Il suo corpo e la sua mente erano stati marchiati così pesantemente, che si chiedeva quando avrebbe potuto tornare a vivere veramente.
Si alzò lentamente da letto, cercando di fare più piano possibile per non svegliare Liam, che dormiva nella stanca di fronte.
Una coperta sulle spalle e scese al piano di sotto, dove si mise seduta sul tavolo della cucina a guardare le foto della sua famiglia.
Era sola e l'unica cosa che le teneva compagnia era il silenzio di quella casa.

Erano passati quattro anni da quella aggressione e ancora la sveglia giaceva in uno dei tanti cassetti della scrivania.
Senza un ticchettio, senza un segno di vita, perchè ormai erano quegli incubi a farle capire che un'altra giornata era appena iniziata.

 



Spazio autrice:
Eccomi qui ad aggiornare.
Intanto voglio ringraziare tutte le persone che hanno recensito
il precedente capitolo, vi adoro.
Spero che questa nuova parte della storia vi sia piaciuta.
Aspetto con ansia le vostre recensioni.
un bacio a tutte/i.

 
  
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