Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Morganna    19/12/2013    0 recensioni
[IN PAUSA]
Il Brothers Bright è un edificio imponente, ideato per spalancare le sue braccia di nosocomio in epoca vittoriana, e conserva in parte una struttura romantica e decadente. Si potrebbe dire, e forse a ragione, che sia abitato ancora quando ogni luce sembra affievolirsi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo






ore dalla morte

gradi persi/ ora

prime 3- 4

0.5°

successive 6- 8

successive 12 (e fino a circa 18- 24)

da 3/4° a 1/2° a 1/3° fino a T ambiente

 

 

Ti perdono. Per quello che mi hai fatto. Non mi importa più.
Non è vero. Vorrei perdonarti. Vorrei poterti perdonare con tutte le mie energie.
Ma non posso. Non voglio
.

Rimango legata qui, a questi luoghi dove sono stata, soltanto perché è qui che mi trattiene la rabbia. Dall’altro lato dello strappo c’è la pace.
Ma la pace è così accecante che mi imbarazza. Non è mia. Non fa per me.
Ho scoperto che il rancore è strettamente legato alle nostre fibre. Quando queste si sfaldano pian piano nel passare dei giorni, le cellule si arrendono granello per granello ad una clessidra che si ostina però a scorrere infinita, e se ne vanno anche i sentimenti più inutili.
Ma c’è sempre chi resiste per giorni, settimane, perfino anni.
Quando il sangue si secca nelle nostre vene si formano dei coaguli neri che turbano un sistema altrimenti perfetto.
 I nostri sentimenti sono l'imperfezione che ci rovina, la sbavatura nel quadro di un artista altrimenti più o meno abile.

Quello che mi hai fatto è impresso nella memoria del mio corpo. Io mi sento tanto sola. Mi sono sempre sentita così forte. Così salda.
Ma adesso sono tanto sola ed ho così tanta paura. Ho paura. Ho paura che qualcosa possa farmi del male.
Ho chiesto a Ciccio se questo è normale, e lui mi ha abbaiato si. Se lui abbaia con entrambe le sue due teste io gli credo.
Ormai so che, se è capace di fingere, è capace soltanto con una delle due. E comunque non ha alcun controllo sul suo sedere e sulla sua coda.

Quando gli ho fatto la mia domanda su Harmony Dawn e se fosse in grado di sentire dolore per i suoi due corpi martoriati dai tubicini ed i graffi dei camici bianchi lui mi ha detto no.
Non ne sente. Ma sua coda si è abbassata fino al pavimento. Aveva paura.

Harmony Dawn siede incessantemente accanto a se stessa, piangendo stupefatta e ciondolando davanti allo sconvolgimento di essersi trovata morta all’improvviso quando era così vicina a realizzare il suo desiderio più alto. Brillare per tutti. Essere desiderata da tutti.
Le sono andata vicino e le ho chiesto se provasse dolore e lei mi ha risposto che ne prova molto. I suoi corpi gemelli provano molto dolore.
La testa spiccata (è venuto da su perché sosteneva che i lamenti gli facevano venire l’emicrania) sostiene che ha detto così soltanto perché le hanno messo le targhette legate agli alluci da uno spago di infima qualità. E di non pensarci troppo. A lui lo hanno etichettato così tante volte da vivo e da morto che ormai non ci pensa più. Le semplificazioni dell'uomo, che ti chiamano ladro o omicida, numero o nome in esteso. Non hanno senso. L'agnello vegetale invece ha belato una riposta sottile sottile dal suo cantuccio, così sottile che bisogna chinarsi con l'orecchio vicinissimo al suo barattolo e sentire quel sussurro espandersi nella formalina
- è perché non ha mai amato che prova dolore... -

E’ stata una affermazione crudele.
Ciccio si è arrabbiato molto, non vuole che ascolti. Lui vuole giocare. A lui le cose vanno bene così come sono.
Ma io vorrei andare accanto ad Harmony Dawn e chiederle scusa. E’ tutta colpa mia se è nessuna delle due gemelle ha vinto il premio come reginetta dell’anno. Probabilmente lo avrebbero vinto entrambe, ex-aequo come sempre.
Sono davvero molto belle, anche da cadavere.
A loro non è accaduto nulla di brutto, i dottori non le hanno quasi toccate. E’ stata soltanto troppa polvere.
Probabilmente saranno imbalsamate. Saranno conservate in un vero mausoleo, pieno di fiori sempre freschi.
Qualcuno poserà sulla loro lapide due corone di brillanti con scritto su “Harmony Hobbs, reginetta della scuola, la più bella” e “Dawn Hobbs, reginetta dalla scuola, la più bella”.
L’anima dei gemelli è una cosa unica, il fatto che si possa dividere è solo una casualità ed un errore.
Sono davvero contrita a vederla penare così tanto sul suo corpo, ma non ho parole per lei. Non avrei modo di confortarla.
La morte non è un atto che si completa nell'immediato, ma è prolungata nel tempo. Harmony Dawn continuerà ad essere lei ancora per un pochino, perché la vita continua in organi e apparati, continua nell’infinitamente piccolo, anche quando si è ormai totalmente consumata. Gli occhi dei vivi sono molto distratti. Raramente si accorgono che sotto ai loro palmi battono ancora le folate di quel che eravamo. Noi vi sentiamo, noi siamo qui.
Io mi chiedo se i miei peli continueranno a crescere, se occorrerà ancora farsi la ceretta, se le mie unghia diventeranno artigli. A qualcuno è successo. Le anziane signore, ad esempio, hanno dei baffi da far impallidire un tricheco.
Io voglio che i miei capelli crescano. Voglio che crescano infinitamente fino a toccarmi i fianchi con la loro carezza, come le mani di un uomo. Fino all’osso, lì dove c’era alla notte dell’evoluzione una coda (ho studiato nei libri, sì, ho studiato nonostante i miei voti bassi). Fino alle natiche e alle ginocchia, che mi afferrino con forza, e mi facciano lo sgambetto.
E se arrivassero alle caviglie potrei farne un mantello e se ancora potessi andare avanti sarebbero un bozzolo.
Un bozzolo sublime in cui rifugiarmi per l’eternità, attendendo come una falena il calore della primavera.
Attenderei il disgelo in una prigione di seta, tendendo l’orecchio verso il tintinnio dei diamanti.
Mi basterebbe una carezza. Una sola carezza. Una carezza ancora. Per capire che è il momento di svegliarsi.
Anche io provo dolore. Provo un dolore forte, lì a sinistra nel petto. E’ il dolore di un vuoto che non riesco a colmare.
I dottori mi hanno tagliato una ciocca di capelli, ed io vedo quel taglio spiccare netto, sanguinando lì dove io non posso più.
Voglio raccontarti una cosa. Ascoltami. Lui non ha colpa, è innocente. Eppure si tormenta in maniera orribile.
Sento i suoi spasmi farsi miei, lo sento. C’è il rivolo che mi ustiona quando si sposta forte nel suo corpo vivo.
Le cose sono andate così, prendi bene gli appunti.
Io non mi sentivo bene se non quando andavo a caccia, o almeno, io credevo di non sentirmi bene fino a che non lo facevo.
Un capone o un coniglio, tutto andava bene.
Il capobranco era il mio innamorato, il mio unico innamorato, ed era così giovane.

Gli ho ucciso io il padre, con una pallottola in fronte. Esattamente al centro. Un colpo perfetto.
Non sopportavo che tiranneggiasse il mio bosco. L’ho ammazzato senza pensare.
Io credevo che, libere da quel sovrano, avrebbero svolto altrove la loro vita. Che mi avrebbero lasciata.
L’erede era ancora un cucciolo, ma tenne fede al suo giuramento, e prese il suo posto. Come potevo sapere che lo avrebbe fatto? Era ostinato ad andare in direzione contraria a quanto io avevo scritto.
Lottò. Ed io lo guardai lottare. Si ferì. Ed io lo guardai sanguinare. Agonizzò, ed io lo guardai risollevarsi.
Fuggivo da casa per guardare il branco. Divenne la mia ossessione. Non avevo mai visto qualcuno così aggrappato ai propri valori.
Era come me, non voleva che la famiglia si disperdesse. Non voleva i frantumi di una vita inutile. Voleva la vita.
Stavo con i cervi, all’altura, quando vidi quell’altro. Stava camminando spavaldo, faceva rumore.
La gelosia mi divorò dalle ossa. Aveva una sacca di iuta con del fieno, ed era solo, come me.
Camminava nel fango, a piedi, ma senza l’aspetto di un escursionista.
Sembrava fuggito di casa, aveva gli occhi grigi come il cielo di inverno.
Un uomo alto e scarmigliato, e dietro di lui si stagliava il mio cervo. Per un attimo vidi il palco dell’animale soprapporsi alla sua testa.
Il mio innamorato mi tradì, ed andò dall’uomo e dal suo fieno.
Giungere fin lì, a quella altura nel fitto, è una ostinazione;  non ci sono sentieri, occorre conoscere la strada, averla incisa nella pelle.
Il desiderio delle braccia di quell’uomo, il suo sorriso, i nodi nei suoi capelli. Mi attraversarono come il lampo che arriva sempre prima del tuono.
L’ho capito subito, ma non glielo ho detto mai. Lo volevo perché era tanto triste. Lo volevo perché in lui c’ero io.
Ma anche perché c’era qualcosa che non sarebbe mai stata me. Non era mio, non lo sarebbe mai stato.
La condensa di accalcava intorno alle nostre labbra, densa, quando non avevamo ancora inventato le parole.
C’era soltanto il mormorio del bosco ed io lo guardavo e non comprendevo. Forse già lo amavo.
Quando si muore il corpo si raffredda piano. Dicono che per prima si perde quella che chiamano presenza al mondo (meno di sessanta secondi, nel caso di un colpo al cuore), poi se ne va la sensibilità (bugia, io sento le mani che mi scavano dentro al corpo, le sento premere sullo sterno e la gabbia di ossa, aprendola come un libro desideroso  solo di esser letto), poi dicono che cessi il circolo (però sono arrossita al tocco del mio primo bacio), e che cessi il respiro (ma sento il fumo di un ultimo tiro infisso nella gola).
Ci si raffredda piano. Si aspetta che il corpo diventi rigido. Che si arrossi e si macchi e si disintegri alla fine.
Li chiamano fenomeni cadaverici, qui. Ma è soltanto un discorso sospeso.
Sai, quando mi hanno trovata nel mio bosco, ero distesa ed ero bella. Ero bella per la prima volta. Bella come sono sempre state Harmony e Dawn Hobbs, le più belle ragazze della scuola. Quelle che tu desideravi.
E’ stato lui a rendermi bella, a comporre il mio corpo come se stessi soltanto dormendo.
Non devo ferirlo così tanto, arrecargli così tanto dolore. Ma non riesco a smettere.
Nel gelo, il mio corpo era perfetto, ancora libero dalla cucitura a Y che adesso lo rovina.
Quando mi hanno trovata era ancora tiepido.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Morganna