Maledizione! Non riesco nemmeno a dormire. Ogni volta che chiudo gli occhi vedo lo sguardo di Tashigi carico di rabbia nei miei confronti. Spero di non vederla per un bel po’.
Per fortuna la mocciosa ha dato disposizione per spostarci al largo. Se fossimo stati ancora ormeggiati alla costa credo che sarei stato con la perenne paura di vederla comparire all’orizzonte.
E ora sono solo di vedetta a fare il turno di guardia.
 Ho dovuto fingere di ubriacarmi per impedire al cuoco di farmi domande. Sono troppo imbarazzato per dire quel che è successo. Se penso che l’ho baciata per un qualcosa di così futile. Sono un vero idiota. Forse più del cuoco.
Drizzo le orecchie sentendo lo scalpiccio di alcuni tacchi sul ponte. Di sicuro è Nami che aspetta Rufy. Sulla nave si incontrano di notte per sfuggire agli occhi indiscreti di tutti noi ma non sanno che, a parte il cuoco, stiamo solo aspettando che si decidano a dircelo. Sono stanco di dover far finta di non sapere niente.
Ma questi non sono i passi della mocciosa. Nami non è così incerta. Mi sporgo leggermente per guardare giù senza essere visto. La sagoma scura di una donna. Riesco a distinguere solo un lungo capotto. Chi può essere?
La sconosciuta porta il braccio destro al fianco sinistro e vedo chiaramente lo scintillio di una spada che viene sfoderata alla luce della luna. Al buio e armata?
Nessun duello potrebbe essere più interessante.
Svendo piano dalla vedetta. Mi muovo senza fare il minimo rumore. Non vedo nessuno oltre a lei. Sguaino la Sandai Kitetsu, mi avvicino silenziosamente e gliela punto alla schiena. La vedo rizzarsi sorpresa. “Voltati” dico calmo.
La sconosciuta si volta piano. La luce della luna illumina i suoi lineamenti, i suoi capelli neri, i suoi occhiali rossi.
Abbasso la spada, sorpreso di vedere Tashigi di fronte a me “Che ci fai qui?” le chiedo.
“Sono venuta per arrestarti” e mi si lancia contro con la spada alzata.
Alzo la mia Katana per parare il suo fendente. Mi ha colto di sorpresa. Finché continua a colpire così velocemente non riuscirò a sguainare le altre due spade.
Le luci della Sunny si accendono. I miei compagni sono stati svegliati dal rumore.
“Perché sei venuto?” Tashigi continua ad aggredirmi mentre parla “Cosa significavano quelle parole?”
Che le rispondo? Mi è venuto un infarto perché credevo volessi sposare un idiota qualunque e avevo paura che non ti avrei mai più rivista perché ho creduto alle parole di quello stupido cuoco?
“E’ stato un errore!” la spingo lontano. Lei atterra bene mettendosi subito in posizione di attesa “Ma sentivo di dover essere lì”. Lei mi guarda sorpresa. Riconosce le parole che lei disse a Punk Hazard quando combatté al mio fianco contro la donna- neve.
“Ehi, marimo! “ perché quel babbeo non sta zitto? “Che vuoi?”  gli urlo continuando a tenere lo sguardo su di lei. La sua tecnica è notevolmente migliorata, se mi distraggo non posso essere sicuro di uscirne del tutto illeso.
“Non provare a farle del male!”. Ma perché ancora non l’ho affettato? Secondo lui io potrei mai far del male alla mia Tashigi, la persona che più ricorda Kuina? Ma lei non è Kuina. Kuina è morta tanto tempo fa.
“Che ci fa la donna marine qui?” questa è la voce del capitano.
Mentre continuo a parare e a lanciuare fendenti, scorgo con la coda dell’occhio la mocciosa dare ordini a tutti.
“Usopp, Chopper controllate che non ci siano navi della marina intorno! Sanji, Brook, Robin perlustrate tutta la nave! Franky al timone, pronto al mio segnale! Rufy, con me alle vele e tieniti pronto a combattere!”
“Ma non è lui il capitano?” mi chiede Tashigi mentre para i miei colpi, sembra troppo sicura di sé. Incrociamo le spade e mi trovo il viso a pochi centimetri dal suo.
“Lei è la donna del capitano” rispondo “Per questo può!”
Sento un tonfo. Forse il cuoco mi ha sentito. Ma non posso assicurarmene, lei ha sfiorata il mio orecchio sinistro con la sua lama.
“Se tu non fossi più un pirata!” sibila. Sembra quasi una preghiera. Che vuole dire?
“Se smettessi di esserlo”le dico spingendola verso il parapetto “sarei comunque un ricercato e verrei condannato a morte!” si irrigidisce.  Ne approfitto; con un colpo di elsa lancio la sua katana lontano.
Sembra impietrita non sembra neanche essersi accorta che non ha più la sua arma tra le mani. “Io non voglio che tu muoia” parla quasi con un sussurro spaventato mentre cammina all’indietro ma non si accorge del parapetto dietro di lei. Mi lancio in avanti per afferrarla ma non faccio in tempo. Lei cade di sotto nell’acqua scura e gelida.
Tolgo velocemente le spade e la parte superiore della veste lanciandole incurante“Lanciatemi una corda!” grido a chiunque possa sentirmi mentre mi tuffo dietro di lei.
L’acqua è gelida. La sento fendermi la pelle come se fossero delle lame. Ma non posso riemergere, la devo trovare.
 Ed eccola li, forse ha perso conoscenza. Fluttua con gli occhi chiusi.
 Nuoto velocemente verso di lei. La afferro per il polso e lotto con tutte le mie forze per riemergere in cerca d’aria.
L’aria fredda della sera mi sembra un toccasana in questo momento, scrollo Tashigi ma non si sveglia. Porca miseria!
Le do dei colpi decisi sulla schiena e lei tossisce, sputando acqua. Tiro un sospiro di sollievo.
Lei mi guarda come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno e improvvisamente comincia a scalciare “Lasciami” urla.
“Vuoi farci annegare?” le grido “Siamo in mezzo al mare se non te ne fossi accorta!” mi guarda spaventata e sta ferma. La vedo tentare di rilassarsi.
“Ehi Zoro” questa è la voce di Rufy, mi volto e vedo una corda scendere dalla Sunny.
“Tashigi!”  mi volto insieme alla ragazza che è stretta tra le mie braccia. La sento tremare contro il mio petto. In lontananza vedo una luce di una piccola barchetta.
“Sono i miei amici” dice lei “Stanno venendo a prendermi”
La tengo stretta con un braccio e provo a nuotare verso la Sunny. “Che fai?” chiede lei
“Devo pur riposarmi, non posso rimanere in mezzo al mare con te tra le braccia mentre aspettiamo loro. La Sunny è più vicina e tu sei troppo debole per nuotare” lei corruccia le labbra ma non risponde, sa che ho ragione.
“Togli il cappotto” le dico. Lei fa no con la testa “Questo fa parte della divisa della marina, non posso toglierlo!” replica indignata
“È zuppo d’acqua! Coleremo a picco se continui a tenerlo!”
Lo toglie riluttante e lo lascia cadere in acqua. Afferra le mie spalle e mi lascia nuotare fino alla Sunny per afferrare la corda.
“Aspetto che vengano a prenderla!” urlo ai miei nakama che guardano dal parapetto. Credo che siano più curiosi che preoccupati.
Tashigi trema. La stringo forte in maniera impacciata, non mi piace questa situazione.
“Perché mi hai salvata?” chiede senza guardarmi dopo un po’ di silenzio.
“Non voglio che tu muoia. Non  l’ho mai voluto.”
Silenzio. Ma perché quegli idioti dei suoi amici non vengono a prenderla?
 Da sopra sento le urla del cuocastro. Deve aver saputo della tresca. Sorrido. Ben gli sta per avermi dato false notizie.
“Io non voglio lasciare la marina” riprende lei continuando a non guardarmi “ma non voglio neanche che tu muoia”
Sorrido. È così piccola tra le mie braccia. Potrei stritolarla ma non le farei mai del male. È un fiore forte e delicato.
“Lo vedi quell’uomo lassù?” le indico col viso Rufy che se la ride appoggiato al parapetto “Lui diverrà il re dei pirati e io sarò lo spadaccino migliore del mondo. Può sembrare un idiota ma è determinato ad far avverare il suo sogno e così faremo noi tutti. Per questo non smetterò di essere un pirata.  Ma ora io ti chiedo una cosa, perché non hai avvisato gli altri della marina che eravamo qui?”
Mi fissa con i suoi grandi occhi scuri “Non voglio che ti venga fatto del male” confessa, arrossendo. Poi fa leva sulle mie gambe e si solleva dall’acqua, portando le sue mani sulla mia testa “Solo io posso arrestarti!”
“Ehi, ma cosa?” mi spinge sott’acqua facendomi perdere la presa della corda. Ma è impazzita? Vuole che anneghiamo entrambi?
Ma è proprio mentre il mio viso scende sotto il pelo dell’acqua gelida che lei poggia le sue calde labbra sulle mie.
Da fuori poteva sembrare una lotta. Spruzzi che si alzavano nella foga dei baci sottomarini che ci scambiavamo lottando per poter avere aria sufficiente per non riemergere, ma tutto durò pochi secondi: il bisogno di ossigeno era troppo forte per poterlo ignorare a lungo.
Quando riemergemmo la barchetta degli amici della bella capitanuccia era a pochi metri da noi. “Questo dimenticalo!” mi dice mentre si allontanava nuotando da me. Era pur sempre un Marine orgoglioso di essere tale. Non poteva di certo ammettere di aver baciato un deplorevole pirata. Ma non mi importa, sarà un ricordo che custodirò gelosamente.
Rufy allunga un braccio per aiutarmi a salire. Intanto Robin porta la spada di Tashigi giù dalla nave, facendola cadere  sulla piccola imbarcazione senza provocare alcun danno.
“Levate l’ancora e ammainate le vele!” urla la navigatrice con quanto fiato ha in gola.
Rufy mi sorride poi fa il broncio. “Sanji vuole lasciarci a digiuno per un mese” mi avvisa “Dice che siamo troppo fortunati per mangiare!” Rido. Quanto può essere idiota quel cuoco?
“Roronoa Zoro!” un urlo da lontano. Mi sporgo dal parapetto imitato da tutti gli altri. Tashigi è in piedi sulla piccola barca. La luna e la lanterna la illuminano “Un giorno ti catturerò!” grida con tutto il fiato che ha in corpo. Sembra euforica.
Sorrido divertito. L’hai già fatto, capitanuccia. Solo che nessuno lo deve sapere.




Ammetto che è stato difficile stare nella testa di Zoro e ho paura che in questa seconda parte Zoro sia un pò OOC. Spero comunque che vi sia piaciuta e grazie mille per esservi fermati a leggerla. Un bacio 
Fra_eater