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Autore: Nenetl    16/05/2008    1 recensioni
Se solo avesse ricordato cosa gli era successo, forse avrebbe trovato una soluzione, ma ogni volta tutto svaniva in un vortice nero. Non ricordava nemmeno come piangere. C’erano solo immagini incomprensibili per lui, e sogni, strani sogni. Leslie cerca la sua verità. Titolo e primo capitolo sono stati modificati.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

Era quasi l’Alba, già si incominciava a sentire la chiara aria del mattino. Leslie camminava ormai da ore, e iniziava a sentire la stanchezza e la fame. Nessuno girava più per le vie ombrose. Era solo e aveva tutte le circostanze contro. Fece gli ennesimi due passi e cadde ai piedi di un grande portone di spesso vetro. Pensò che non poteva addormentarsi qui, allo scoperto, non era molto prudente. La vista gli si era annebbiata, tutto gli girava intorno, la testa gli faceva male, smise di lottare contro il proprio volere e si addormentò.

Nemmeno il vento soffiava più.

Per molte ore giacque svenuto. 

E non fece sogni.

Solo verso sera riaperse gli occhi al Mondo, trovandosi in un luogo a lui sconosciuto, precisamente in un ospedale.

Dove sono?

 

Un’infermiera gli venne presso il letto, Leslie si alzò in posizione seduta, la leggera coperta bianca gli scivolò sulle gambe. L’infermiera, una donna di mezza età dai corti capelli biondi, gli sorrideva con comprensione. Leslie però parve malinterpretare il suo gesto, e salò giù bruscamente ponendo il letto tra se stesso e la donna, la quale ebbe un moto di diffidenza e sorpresa. Lei tentò di avvicinarsi, ma Leslie girava intorno al letto d’ospedale come fosse un animale in gabbia. Lei provò a tranquillizzarlo ma fu invano.

- Sta tranquillo, nessuno vuole farti del male - gli disse lei, e Leslie dall’altra parte le lanciò un’occhiata feroce. L’infermiera a questo punto stanca del gioco, chiamò in aiuto i suoi colleghi, che furono li dopo poco.

- Sembra molto scosso -

- Dovremmo dargli un calmante, su prendetelo, poi quando si sarà quietato, vedremo di farci dire chi sono i genitori e li chiameremo, ovviamente se ce li ha e non è come penso io, un ragazzino di strada senza fissa dimora – disse il capo infermiere, mentre gli altri due cercavano di acchiappare Leslie, che non ne voleva sapere di starsene buono e fermo. La sua testa era pesante e nella sua mente lampeggiava in rosso il pericolo.

- Calmati adesso, è solo per il tuo bene questo – parlò l’infermiera di prima, mentre due lo tenevano fermo e lei gli iniettava sedativo nelle vene. Poco dopo era di nuovo nel letto, le tende delle finestre tirate a fare ombra, quella gente finalmente se n’era andata lasciandolo da solo. Era mezzo stordito, ma la sua voglia di scappare non si era per niente placata, anzi, adesso ne era più che mai convinto, di essere in pericolo.

 

Devo andare via.

Questo posto non è sicuro.

Mi troveranno.

 

Era molto preoccupato.

Più tardi quelle persone vennero da lui e gli fecero delle domande del tipo se aveva dei genitori o qualcuno che si prendeva cura di lui e se si dove abitavano, poi gli chiesero per quale motivo era per strada con vestiti sporchi e lacerati. Ovviamente lui non seppe che rispondere, non disse niente e quelli pensarono che forse era un ragazzino artistico o muto, provarono perfino a fargli scrivere il suo nome su dei fogli senza alcun risultato. Lo lasciarono di nuovo, forse qualcuno si sarebbe fatto vivo pensarono, altrimenti avrebbero chiamato quelli dei servizi sociali.

Venne di nuovo la sera, e Leslie fu costretto a letto senza potersi ribellare. Non voleva chiudere gli occhi, altrimenti non avrebbe sentito il pericolo giungere, e poi avrebbe avuto gli incubi, si sforzò di rimanere sveglio.

Un movimento lo ridestò all’improvviso, i suoi sensi non smettevano mai di stare allerta. Dei passi risuonavano lungo il corridoio bianco. Leslie aveva un nodo alla gola adesso, lo sentiva che qualcosa di brutto sarebbe accaduto se non si fosse alzato e se non se ne fosse andato al più presto. Qualcuno stava venendo qui.

 

Sono loro ?

 

Delle voci accompagnavano i passi pesanti.

La porta venne aperta.

Un infermiere seguito da due uomini fece la sua entrata, ma di Leslie non ne trovarono traccia. Li guardava lui dal condotto d’aria, in uno spazio davvero angusto. Doveva andare via da li, ormai era rassegnato a fuggire in eterno. Non poteva, lo sapeva bene ma questo era l’unica cosa di cui era capace.

 

 

Capitolo 02 – End

 

 

  
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