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Autore: Fenixia    23/12/2013    0 recensioni
Ben scopre insieme ad un gruppo di amici un cadavere in una casa abbandonata da anni. La sera stessa fa degli incubi e nei giorni successivi il fantasma della vittima gli chiede aiuto per scovare l'assassino. Così insieme agli amici intraprendere un'avventurosa ricerca di indizi e prove contemporaneamente alle indagini della polizia. Solo Ben può vedere il fantasma che poco alla volta si affeziona al ragazzo. L'assassino intanto comincia la caccia ai ragazzi che si sono intromessi in una faccenda sempre più pericolosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ben alle 7 di sera si trovava di fronte all’ingresso del parco che ormai aveva soprannominato nella sua testa “Il parco degli orrori”; c’era da immaginare il perché di quel nome tanto azzeccato purtroppo.
Dopo che aveva raggiunto i suoi amici quella mattina al bar, aveva proposto a tutto il gruppo di fare qualche piccola indagine, giusto per capire chi fosse quella ragazza e perché erano stati loro a trovare il cadavere prima di tutti ma non avevano ancora riferito niente alla polizia, insomma Ben sperava nel far salire un certo senso di colpa ai ragazzi per convincerli ad aiutarlo nella sua impresa.
Il ragazzo sapeva bene che era l’unica cosa che poteva fare e poi non voleva essere perseguitato da quel fantasma per tutta la vita solo per non aver indagato sull’assassinio.
Per tutto il giorno lo spirito della ragazza non si fece più vedere, il che era solo un bene per il ragazzo, visto il modo che aveva di presentarsi, così macabro e terrificante, era meglio che non gli facesse visita.
I suoi amici non avevano approvato l’idea, specialmente Alyce che aveva categoricamente rifiutato la gentile offerta e aveva incrociato le braccia in segno di disapprovazione.
Gli altri erano tutti scettici all’idea che dei giovani ragazzi potessero risolvere un mistero tanto grande e grave come quello.
< Non è un film d’avventura dove dei semplici adolescenti sono più avanti dei poliziotti come in Virals!> aveva detto Helen.
< Scendi dalle nuvole Ben, ci metteremo solo nei guai!> aveva fatto eco Andy.
Ben del resto non aveva biasimato i suoi amici, erano ancora scossi e poi loro erano molto più razionali e intelligenti di lui… ma come poteva rifiutare l’aiuto di un fantasma che l’avrebbe perseguitato fino alla fine dei suoi giorni per quel caso?
Ben si domandò se non fosse totalmente impazzito e nel pomeriggio, andando a fare le commissioni per la madre, era passato davanti allo studio dello psicologo e aveva fatto un mezzo pensierino di entrarci e chiedere un appuntamento.
Ma poi proseguì dritto preso da una strana forza che lo fece camminare senza badare alla scritta in alto: Non vergognarti dei tuoi problemi, parlamene!
Che fosse stato il volere del fantasma? Bah!
In ogni caso Ben ora si trovava davanti a quel posto maledetto, senza un piano, senza una strategia, senza nessuna arma per difendersi qualora si fosse trovato davanti l’assassino… si sa, l’assassino torna due volte sulla scena del delitto, ma forse la seconda volta era quella sera famosa quando i ragazzi avevano visto affacciarsi qualcuno alla finestra.
Chi lo sa?
Ben cominciò a tremare non appena fece un passo in avanti, in direzione del parco.
Chi glil’aveva fatto fare? Ah si il fantasma ok…
Si ma dove aveva trovato tutto quel coraggio per arrivare fin lì da solo, alle 7 di sera, quando tutto sono  acasa a guardarsi la partita e a godersi le ultime ore di domenica?
Il fantasma? Dov’era ora? Se doveva stargli vicino, Ben si augurava che lo proteggesse anche, dov’era?
Ben fu preso dal panico!
Fece per voltarsi e tornare sui suoi passi, pronto a tornare a casa sano e salvo a sorbirsi le soap opere della madre che aveva registrato su un DVD.
Ma poi Ben, voltandosi, si ritrovò davanti chi non si aspettava di trovare: i suoi amici.
Matt, Helen, Bea, Andy e Bart…
Alyce mancava.
Ben non riuscì a dire niente, assolutamente niente, era immobile, impassibile, la gola secca, tutto merito del suo panico misto allo stupore che ne era seguito.
< Abbiam pensato che fossi pazzo… ma che era ancora più da pazzi lasciarti da solo.. visto che sei talmente testardo che non ci avresti mai ascoltato..> disse Matt.
Ben quasi pianse dalla contentezza, ma non lo fece no, lui era un ragazzo e i ragazzi non piangono.
< Grazie ragazzi!> disse infine.
< Allora, che cosa hai in mente di fare?> chiese Beatrix.
< A dire il vero non lo so, sono stato portato qui dall’istinto ma… ma il fatto è che non ho la minima idea di che cosa fare>
I ragazzi restarono zitti, non era una situazione facile la loro ma per Ben era un sollievo vederli.
< Beh.. entriamo!> esortò Andy anche se non era granchè convinto.
I ragazzi percorsero i primi dieci metri di strana ma rallentavano ad ogni passo che conduceva alla casa.
Ben sentì un brivido percorrere la sua schiena e capì che il fantasma della ragazza era vicino a lui, da qualche parte ma pur sempre vicino.
Girò lo sguardo a destra e a sinistra, poi si voltò e la vide in fondo alla fila, dietro a Andy e a Bart che si strofinavano le braccia: percepivano anche loro la sua presenza.
Forse allora non era tutto inventato, forse esisteva realmente il fantasma e non era solo frutto del suo incoscio, se anche Bart e Andy avevano freddo in sua presenza, allora forse era reale.
La ragazza accennò ad un sorriso, per la prima volta da quando Ben la vide, poi il ragazzo si girò e continuò la camminata.
Ad un certo punto i ragazzi si fermarono di colpo avendo sentito un rumore circospetto venire dalla loro destra.
Sbucò un gattino grigio e bianco che miagolava forte tanto da rendere più nervosi i ragazzi.
< Fate tacere quel gatto!> sibilò Bart.
Ben provò a cacciarlo ma non ci fu verso di mandarlo via, però si azzittì subito quando Helen lo prese in braccio per calmarlo, era piccolo e indifeso.
< Per piacere non è il momento di fare da mamma-gatta a un micio, lascialo giù sarà pieno di pulci!> la rimproverò il fratello.
I ragazzi continuarono a camminare fino a che non arrivarono davanti alla porta della casa.
Ben la aprì leggermente e quella scricchiolò da matti.
< Torce alla mano ragazzi..> ordinò Matt.
< Ma non le abbiamo..> mugugnò Andy.
Porca vacca! Niente torce, e come facevano adesso a vedere oltre il proprio naso senza sbattere da qualche parte?
Porca vacca!
< Bene non si entra!> concluse Andy, ormai terrorizzato.
< E allora che siamo venuti qui a fare?>
< Bella domanda! Torniamocene a casa>
< Ma non possiamo!>
< Ragazzi! Non abbiamo un piano, né delle protezioni, niente! Torniamo domani più preparati e con delle idee ora rischiamo solo di metterci nei guai.> disse infine Beatrix.
L’idea allettava molto Ben, in fondo cosa avrebbero potuto fare quella sera.
D’un tratto tutti i ragazzi si arrestarono, non emisero fiato avendo sentito un rumore che catturò la loro attenzione.
< Avete sentito?> chiese Helen.
< Ma che cosa?> intervenne Matt.
Restarono ammutoliti, fermi immobili, trattennero il fiato, il cuore che minacciava di esplodere in petto.
Ben allungò il collo per sentire meglio, non un passo in più in avanti, non un singolo rumore coi piedi.
Poi li sentirono di nuovo e questa volta erano chiari e precisi.
Rumori di passi scendere le scale e farsi sempre più forti sempre più concreti e precisi… sempre più vicini!
Quando Ben realizzò che c’era qualcuno là dentro che si stava avvicinando sempre di più al gruppo di amici, era troppo tardi.
Iniziò a sudare freddo e il panico si insidiò come un serpente velenoso tra i compagni, agitando la massa.
Dietro la stanza qualcuno aprì leggermente la porta e il suo scricchiolio provocò nei ragazzi un’esplosione di adrenalina che li indusse a fare retromarcia e schizzare via senza chiedersi chi fosse, senza sapere che ci facesse lì e senza vedere chi era!
Corsero alla velocità della luce avendo come unico scopo quello di raggiungere l’uscita del parco ed essere sani e salvi.
Non importava se dietro quella porta ci fosse stato il barbone Willy che aveva preso quella baraca come la sua unica casa, erano spaventati i ragazzi e in quel momento desideravano solo andarsene a casa.
Ben quasi inciampò nello schivare il micio che li aveva seguiti fin lì.
Il micio piangeva disperato.
Ben si ritrovò di colpo in un bivio.
Scappare o tornare indietro a prendere il gatto?
Quando si voltò a guardare l’uomo, quello stava uscendo dalla casa, nella penombra e stava smanettando con qualcosa che aveva in mano..un fucile?
Ben era spaventato ma valutò la situazione.
Se tornava indietro avrebbe accorciato il tempo che lo separava da quello strano sconosciuto che ora stava avanzando.
< Ben ma sei impazzito! Muoviti!> urlava Matt più avanti di lui, fermo nella speranza che l’amico si muovesse.
Matt coraggiosamente tornò indietro a recuperare l’amico, spaventato che il suo blocco fosse dovuto da un attacco di panico.
Ben non esitò ancora molto, con uno scatto si liberò dalla stretta del suo amico e tornò indietro e recuperare il gatto.
Appena in tempo per evitare un proiettile che rimbalzò a terra e per poco non prese il gatto e la mano di Ben.
< Ben!!!!!!> urlò Helen.
Quel disgraziato aveva davvero un’ arma in mano e la stava usando su dei ragazzi innocenti come loro.
Dannato!

"Brucia all’inferno!” sentì nella propria testa una voce strozzata, la voce della ragazza morta.
Ben, con stretto in grembo il micio, si girò e prese al volo il suo amico per un braccio.
Ricominciarono la corsa stenuante fino alla fine del parco.
Dietro l’uomo misterioso continuava a sparare, in aria, in terra.
Ben, in cuor suo strinse i denti e iniziò a pregare qualsiasi Dio ci fosse per evitare i proiettili.
Non poteva girarsi e guardare, sarebbe stata la sua condanna a morte.
Ben e Matt corsero e corsero fino a che raggiunsero gli amici che li stavano aspettando fuori dal cancello laterale e schizzarono via protetti dagli alberi che davano ombra e dalla luce che cominciava a mancare.
Le urla e le grida degli amici disperati si placarono nel vedere che Matt e Ben erano sani e salvi e scomparvero del tutto quando, superati parecchi quartieri si ritrovarono nel centro del paese inondato di luci, bar aperti e musica dal vivo al centro della piazza.
L’avevano scampata, erano riusciti a fuggire dal raptus omicida di un uomo che aveva avuto il sangue freddo di sparare contro degli adolescenti.

Erano in pericolo ora, ne erano consapevoli, l’uomo li aveva riconosciuti, forse si sarebbe messo sulle sue tracce e, dopo quella sera, il problema di scoprire chi fosse l’assassino era un caso che li coinvolgeva, erano delle vittime, delle possibili future vittime di un pazzo maniaco.

  
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