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Autore: unannosenzapioggia    24/12/2013    2 recensioni
"Ora tutta questa luce mi fa male sai. Il vuoto che hai lasciato è ancora qui e forse il tempo non ti ha cancellata mai, ma un altro natale senza regali è qui."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III
"Mi son svegliato solo anche oggi, mi chiedo se va bene ancora così"
 
24 dicembre.
Mae si chiuse la porta alle spalle sbattendola forte. Scosse la testa allontanandosi e lasciando che il candidato successivo entrasse. Lo sapeva. Sapeva che quella mattina non sarebbe stata in grado di sostenere un esame, uno dei più importanti per di più. Aveva fatto scena muta: tutto quello che aveva studiato, tutto l’impegno di tre mesi era sparito così, da un momento all’altro. Camminò fuori dal grande stabile e solo quando fu fuori, stringendosi nel giaccone, il suo cellulare iniziò a squillare. Inizialmente, sentì un buco nello stomaco, la colpì l’inutile paura che fosse Harry, ma poi si ricordò che lui non aveva il suo numero di telefono. Tirò fuori l’apparecchio e rispose, dopo aver visto che era sua madre a chiamarla.
“Mamma – rispose, cercando di essere il più convincente possibile – Dimmi tutto.”
“A che ora arrivi domani?” – esclamò la madre, con il fiatone. Mae sorrise continuando a camminare verso il dormitorio, pensando che sicuramente era già indaffarata ai fornelli. Il Natale nella sua famiglia era sempre stato importante, l’unica occasione in cui si riunivano tutti, l’unica cosa che la ragazza forse amava davvero.
“Ho il treno alle otto e mezza – disse Mae, cercando di ricordare l’ora precisa – Dovrei essere lì alle dieci, più o meno.”
La madre ci mise qualche secondo per rispondere. “Mh, viene tua sorella a prenderti, va bene? – chiese – Ah, tesoro, come è andato l’esame?”
Mae prese tempo, doveva inventarsi qualcosa. Non voleva dare una delusione del genere alla sua famiglia: insomma, era sempre stata la più brava, la più intelligente e tutti avevano fiducia in lei. E in più la madre non sapeva che aveva rivisto Harry e quindi era meglio tacere tutto. “L’ho rimandato, mamma, non mi andava di darlo il giorno della vigilia.”
La madre rispose che aveva fatto bene e Mae, contenta che c’avesse creduto, la salutò velocemente ed entrò definitivamente in camera. Non appena fu dentro, vide Michelle studiare e la salutò con un cenno della testa.
“Allora – la bionda chiuse il libro andando verso l’amica – Com’è andata?”
“Come pensavo – rispose Mae, spogliandosi e posando libri, borsa e cose varie sul letto – Sono andata nel panico e non ricordavo più niente.”
“Non pensi di esagerare?” – chiese l’amica.
“In che senso?” – Mae si sentì incolpata di qualcosa che nemmeno lei sapeva.
“Senti io non ti conoscevo fino ad un anno e mezzo fa e non c’ero quando Harry se n’è andato, ma Mae, non puoi permettergli di mandare a puttane tutto quello per cui stai lavorando, per il tuo futuro. Quell’esame era più importante di lui.”
La ragazza avrebbe voluto sputarle in faccia e urlarle che Harry era di più. Lui sarebbe sempre stato qualcosa di più: più dell’università, più del Natale, più dell’amore, più di Londra, più dell’ultimo bacio che si erano dati.
“Forse hai ragione, Michelle – acconsentì alla fine – Ma non mi sembra che sia finito il mondo, darò quell’esame tra un mese.”
L’amica non ebbe tempo di rispondere che Mae già era sotto la doccia. Aveva bisogno di dimenticare quella giornata e possibilmente anche la sera precedente, voleva togliersi di dosso l’odore di Harry: probabilmente era solo per quello che si stava facendo una doccia. Non voleva avere più niente a che fare con lui. Si rilassò quando sentì l’acqua calda scendere lungo il suo corpo e chiuse gli occhi. Continuava a sentire Michelle leggere e poi ripetere, ma non era un rumore fastidioso. Cose come quelle le piacevano, perché facevano parte della sua vita e la facevano sentire al sicuro. Pensò immediatamente ad Harry: anche lui era stato parte dei suoi diciotto anni, ma ne era uscito. Perché doveva sentirsi protetta con lui?
 
Harry non si dava per vinto, ci credeva ancora. Non era mai stato un tipo da oroscopo e destini che si incontrano, ma se la vita gli aveva dato una seconda possibilità, quella possibilità che aveva sognato solo di notte negli ultimi due anni, allora voleva dire sicuramente qualcosa. Mae era sempre stata la sua stella, il suo punto fisso di riferimento, era sempre stata il tutto che rendeva perfetta la sua vita. Non poteva lasciarla andare di nuovo, non adesso. Camminava spedito per le strade di Londra, con in mente solo il viso della ragazza e il ricordo dei suoi baci. Non sapeva di preciso quale università frequentasse, ma nella zona ce n’erano un paio e solo una aveva i dormitori. In base a quel poco che la ragazza le aveva detto, poteva andare sul sicuro. Dopo aver fatto qualche ricerca sul navigatore del cellulare, prese un paio di metro e si ritrovò in una zona periferica della capitale; facendo un pezzo a piedi si ritrovò davanti al grande stabile. Non aveva idea di come sarebbe riuscito a trovarla: forse c’erano centinaia e centinai di studenti. Guardò l’ora sul display del telefono e pensò che non fosse a lezione. Lui aveva smesso da un po’ di frequentare l’università, ma si ricordava abbastanza bene come funzionava. Così si diresse ai dormitori e dopo aver individuato quelli in cui stavano gli alunni del secondo anno, cominciò a bussare ad ogni porta, a chiedere di Mae e a ricevere di tanto in tanto un “vaffanculo” da qualcuno. Ma nessuno, davvero nessuno che gli dicesse “Sì, entra, Mae è qui.” Arrivò ormai arreso davanti all’ultima porta e bussò aspettandosi sin da subito l’ennesimo “no”.
Aspettò qualche secondo ed una ragazza bionda venne ad aprire con una penna tra i capelli. “Sì?”
Harry si schiarì la voce e partì con il solito discorso. “Scusa se ti disturbo, conosci una ragazza che si chiama Mae Hall? – chiese – Penso frequenti questa università.”
La ragazza annuì. “E’ la mia compagna di stanza – rispose – Tu chi sei?”
“Sono Harry e devo assolutamente parlare con lei.”
Michelle alzò un sopracciglio e osservò il ragazzo. Sembrava stanco, era leggermente sudato e aveva uno sguardo frustrato. “Adesso non c’è, ma se vuoi, puoi dire a me o tornare più tardi – lo informò – Non domani però, perché se ne va.”
Harry sentì il cuore scoppiargli nel petto. Che significava? “Dove?”
“Oh, penso vada dai suoi genitori per passare lì il Natale.” – rispose.
Harry si fece serio. “Sei sicura?”
“Sì, ma..” – tentò Michelle.
“Sai a che ora parte? – chiese Harry; la ragazza scosse la testa, grattandosi il collo – Ti prego, è importante.”
Michelle sbuffò rientrando leggermente nella stanza e cercando qualcosa. Harry la osservò dalla soglia della porta senza capire quello che cosa effettivamente stesse facendo. Quella ragazza, di cui non sapeva nemmeno il nome, era davvero strana. Insomma, non lo conosceva e pretendeva di evitare l’argomento e di fare il portavoce di Mae. Nessuno avrebbe dovuto mettersi tra di loro, dovevano risolvere un po’ di cose e se non lo avessero fatto, sarebbe finito tutto per sempre. Ritornò alla realtà, quando la ragazza tornò da lui con un biglietto del treno in mano.
“Ha il treno alle otto e trenta – disse – Domattina, ovviamente.”
Harry le sorrise cordiale, forse non era così male. “Da quale stazione parte?”
“Da quella in fondo alla strada.” – rispose.
“Perfetto – la ragazza lo guardò con uno sguardo strano – Grazie mille e ah, non dire niente a Mae per favore.”





Salve!
Di nuovo eccomi con il capitolo, siete felici? Allora, intanto ne approfitto per fare gli auguri di compleanno al mio raggio di sole, Louis e per ricordarvi che domani posterò l'ultimo capitolo, che è leggermente più lungo. Voglio - ovviamente e di nuovo - ringraziarvi per le bellissime recensioni che mi avete lasciato: non ho risposto perchè non ho mai internet durante il giorno ma sappiate che le ho lette e apprezzate tutte. Infine volevo fare una precisazione: una delle recensioni, quella di AbigayleWood giustamente ha evidenziato il fatto che il discorso finale di Mae ad Harry (del secondo capitolo) è abbastanza confuso e contradditorio. E' vero, ha ragione, ma l'ho fatto di proposito. Sia Harry che Mae (lei soprattutto), dopo essersi rivisti, sono molto confusi e di conseguenza la ragazza non riesce bene ad esprimere quello che vuole dire, perchè da una parte ama Harry ma dall'altra lo odia per averla lasciata. Quindi se nemmeno voi avete capito il suo discorso, va bene così. Spero di aver risposto alla tua domanda, Abigayle!
Bene, mi sono dilungata troppo, quindi vi auguro una buona vigilia di Natale, tanti regali e.. Ci vediamo domani con l'ultimo capitolo.
un bacio, Giulia

 
  
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