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Autore: bic    19/05/2008    3 recensioni
Con questa fic ho cercato di rispondere ad alcune domande che non lasciavano dormire le fan di Draco di notte: 1 Come si sono conosciuti Draco e Astoria? 2 Come è fatta Astoria? 3 Chi ha avuto la brillante idea di chiamare il loro unicogenito Scorpius e perchè? Se vi ho incuriosito... seguitemi!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante non siano arrivate recensioni ho deciso comunque di continuare la storia, dato che dovrebbe essere discretamente divertente spero di ricevere presto qualche commentino.

Vediamo come se la cava Draco a cena con la piccola Astoria (ci sarà da ridere…)

 

Una cena alternativa

La serata era fredda, la fine dell’estate era alle porte Astoria rabbrividì quando uscirono dalla Torre, Draco fece per togliersi il mantello e posarglielo sulle spalle, ma lei lo guardò con un sopracciglio sollevato:

- Piuttosto che mettermi addosso quella palandrana da Vampiro preferisco gelare. Aspetta, guarda là ci sono delle bancarelle Babbane!

Agguantò la mano di Draco che non si accorse nemmeno di quello che stava succedendo e lo trascinò in mezzo ai Babbani, si fermò di fronte ad una bancarella in cui vendevano sciarpe variopinte di tutte le dimensioni.

Astoria ne acquistò una a colori vivaci piuttosto grande, poi trascinò nuovamente Draco dietro ad un albero e con un paio di colpi di bacchetta se la drappeggiò sulle spalle come uno scialle che si abbinava perfettamente con il vestito leggero che indossava.

- Perfetto, posso renderti un po’ più presentabile?

Draco Malfoy la guardò allibito: - Scusa?

 - Ma dai, diamo almeno un tocco di vita al tuo mantello e visto che ci siamo … - Astoria studiò attentamente Draco e poi cominciò a muovere con perizia la bacchetta.

In quattro secondi netti al posto del mantello nero con cui era uscito di casa Malfoy indossava un cardigan con cerniera della stessa tonalità dei suoi occhi.

- Tu sei pazza, quel mantello era di mio padre, quando torno a casa mi ammazza…

- Ma va, al massimo ti Crucia un po’, se è vero quello che dicono su di lui.

A Draco Malfoy cadde la mandibola, ma come diavolo faceva quella ragazzina a parlare così a cuor leggero di certe cose?

- Senti, forse non è stata una buona idea, quella della cena.

- Se non andiamo a cena, te ne torni a casa col maglione invece che col mantello, conosco anche l’Incantesimo per farlo tornare normale, dai, l’ho solo Trasfigurato! Prima sembravi mio padre, adesso per lo meno si vede che hai solo uno o due anni in più di me!

Quella ragazza aveva una luce negli occhi che lo ammaliava, non avrebbe accettato da nessuno di essere trattato in quel modo, ma con lei era diverso, anche se non capiva proprio perché.

Tornarono in mezzo alla folla e ora nessuno si voltava più a guardarli, il che non era affatto male, pensava Malfoy, nella comunità magica non c’era una sola persona che non lo squadrasse dall’alto in basso quando entrava in una stanza per poi ignorarlo senza neanche salutare, in mezzo ai Babbani nessuno lo conosceva e quindi nessuno lo guardava con disgusto, anzi un paio di ragazzine gli sorrisero addirittura.

- Ehi latin lover, guarda che sei con me, quindi evita di fare il cascamorto, chiaro?

Draco si voltò ad osservare la più giovane delle Greengrass.

Aveva i capelli lisci del colore del miele, gli occhi chiari, anche se non riusciva a distinguerne nettamente il colore, le labbra erano carnose ed il naso dritto finiva leggermente a patata. Non era molto alta, ma in proporzione aveva gambe decisamente lunghe le dita affusolate e sottili stringevano la borsetta in cui teneva la bacchetta.

- Allora dove vuoi andare a mangiare? A Diagon Alley hanno aperto un paio di ristorantini niente male…

- Ma sei scemo? Ti ricordo che io dovrei essere a casa di Luna Lovegood, quindi non ci avviciniamo né a Diagon Alley né alle vie limitrofe! Stasera si mangia da Babbani!

Draco Malfoy deglutì a vuoto un paio di volte:- Non mi va di cenare in mezzo ai Babbani.

- Bene, allora tornatene a casa col maglione e scordati il tuo bel mantello da pipistrello.

 Maledetto il momento in cui ho accettato di incontrare Blaise” pensò Draco e sbuffando continuò a camminare accanto ad Astoria.

Mentre giravano per le vie del centro la ragazza scorse in un vicolo un piccolo locale poco illuminato da cui proveniva una musica particolare, prese Draco per mano e vi entrò.

Si sedettero a un tavolino in un angolo, e attesero che arrivasse un cameriere; da un lato c’era una piccola orchestra che suonava una musica che né Astoria né Draco conoscevano, eppure era una musica calda e coinvolgente.

- Bene, signor Malfoy… - cominciò Astoria – di te si dicono cose straordinarie…

-Tipo?

- Tipo che sei riuscito a disarmare Silente…

Draco si agitò sulla sedia.

- Sono cose che preferirei non ricordare, da allora la mia vita è andata particolarmente bene.

- Allora parliamo di qualcosa di più divertente, qual è la tua squadra di Quidditch preferita?

Draco iniziò a parlare dello sport dei maghi e si rilassò, finché Astoria saltò fuori con un’altra domanda piuttosto inopportuna: - Ma è vero che il falso Malocchio Moody ti ha Trasfigurato in un furetto?

Draco sbiancò, poi la fissò con uno sguardo di ghiaccio che la fece arrossire fin alla punta dei capelli.

La ragazza però si riprese subito: - Dai, dovevi essere carino, tutto morbido e peloso…

Draco non sapeva se mettersi a ridere o a piangere, ma a Corvonero erano tutti fuori come dei balconi o lo studio li rincretiniva al punto da non renderli più in grado di mantenere una conversazione vagamente cortese ed equilibrata?

Optò quindi per chiarire alcuni punti: - Senti Astoria, tu mi stai simpatica, ma non ho intenzione di raccontarti nulla che riguardi la mia vita nel periodo in cui andavo a scuola.

- Bene, allora raccontami cosa facevi quando eri piccolo.

Draco capì che non sarebbe venuto a capo della situazione in quel modo perciò propose: - Balliamo?

Non aveva idea di come si ballasse quella musica ma, visto che Astoria accettò subito, colse la palla al balzo per non dover più fare conversazione.

Non c’era una vera e propria pista da ballo, solo qualche metro quadrato di spazio tra la band ed i primi tavolini, i due ragazzi si avvicinarono ed i musicisti attaccarono con una musica lenta e triste, Astoria appoggiò le mani sulle spalla di Draco e lui le cinse la vita con le braccia. Lei sorrise e sollevò lo sguardo per incrociare gli occhi del ragazzo. Solo in quel momento Malfoy ne colse finalmente il colore: erano di un verde brillante con pagliuzze dorate che si irradiavano dalla pupilla, ma la loro espressione denotava una purezza ed una serenità che lui non aveva mai provato ne rimase affascinato, poi Astoria abbassò lo sguardo perché aveva colto negli occhi del ragazzo una tristezza ed una sofferenza che non era ancora pronta ad affrontare.

- Senti, non mi va più di ballare, andiamo a mangiare?

Cenarono in silenzio, guardandosi alternativamente, poi i loro cocchi si incontrarono di nuovo e, come se fossero stati colti da una scarica elettrica rimasero immobili a fissarsi, fu una questione di istanti, questa volta fu Draco ad abbassare per primo lo sguardo prendendo il bicchiere di vino e portandoselo alle labbra, Astoria osservò quel gesto molto signorile, ma che nascondeva una certa tensione così gli disse maliziosamente: - Alcuni dicono che è più intimo guardarsi negli occhi che fare sesso, secondo te è vero?

Draco impallidì, poi divenne rosso, nel frattempo il vino che stava bevendo gli era andato di traverso e, molto poco signorilmente, cominciò a tossire e sputacchiare nel bicchiere.

- Ma tu sei matta, secondo me a frequentare la Lovegood ti deve essere andata fuori posto qualche rotella.

Astoria sollevò un sopracciglio e rispose: - Primo, Luna Lovegood è una ragazza molto eccentrica ma innocua, secondo, domani lei ed io andiamo a Diagon Alley insieme ufficialmente per “fare shopping” in realtà perché ho un colloquio di lavoro alla Gringott, terzo se ti spaventi a sentir parlare di sesso sei un bacchettone.

Detto questo la ragazza si alzò e si diresse al banco per pagare. Malfoy la seguì, ma quando la vide tirare fuori dal portamonete dei biglietti le chiese: - Ma quello che roba è?

- Si chiamano sterline, ignorante! È denaro Babbano, mica vorrai pagare con i Galeoni?

Draco la guardò allibito.

- Va beh, per stavolta pago io, ma la prossima tocca a te.

E, ricevuto il resto, uscì in strada.

Si incamminarono in silenzio poi Draco chiese: - Come mai vuoi lavorare alla Gringott?

- Perché sono una persona discretamente indipendente e non ho la benché minima intenzione di farmi mantenere dai miei mentre aspetto il pollo da accalappiare come fanno tante fanciulle della mia età, io non sono il tipo.

Astoria si appiattì contro il muro: - Vieni qua, c’è un gruppo di maghi, laggiù, e preferirei non incontrarli.

- Amici di tuo padre?

-No, ex compagni di Casa e sono uscita almeno con un paio di loro, quindi per favore allontaniamoci, ti va?

Draco Malfoy era sempre più stupito da quella ragazza che lo stava destabilizzando senza pietà, perciò la prese per mano, si infilò con lei in un vicolo buio e poi si Smaterializzarono

via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche
e di uomini che ti sono piaciuti...

 

Via con me

P. Conte

(1981)

 

  
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