Nonostante non siano arrivate recensioni ho
deciso comunque di continuare la storia, dato che dovrebbe essere discretamente
divertente spero di ricevere presto qualche commentino.
Vediamo come se la cava Draco a cena con la
piccola Astoria (ci sarà da ridere…)
Una cena alternativa
La serata era fredda, la fine dell’estate era
alle porte Astoria rabbrividì quando uscirono dalla Torre, Draco fece per
togliersi il mantello e posarglielo sulle spalle, ma lei lo guardò con un
sopracciglio sollevato:
- Piuttosto che mettermi addosso quella
palandrana da Vampiro preferisco gelare. Aspetta, guarda là ci sono delle
bancarelle Babbane!
Agguantò la mano di Draco che non si accorse
nemmeno di quello che stava succedendo e lo trascinò in mezzo ai Babbani, si
fermò di fronte ad una bancarella in cui vendevano sciarpe variopinte di tutte
le dimensioni.
Astoria ne acquistò una a colori vivaci
piuttosto grande, poi trascinò nuovamente Draco dietro ad un albero e con un
paio di colpi di bacchetta se la drappeggiò sulle spalle come uno scialle che
si abbinava perfettamente con il vestito leggero che indossava.
- Perfetto, posso renderti un po’ più
presentabile?
Draco Malfoy la guardò allibito: - Scusa?
- Ma
dai, diamo almeno un tocco di vita al tuo mantello e visto che ci siamo … -
Astoria studiò attentamente Draco e poi cominciò a muovere con perizia la
bacchetta.
In quattro secondi netti al posto del
mantello nero con cui era uscito di casa Malfoy indossava un cardigan con
cerniera della stessa tonalità dei suoi occhi.
- Tu sei pazza, quel mantello era di mio
padre, quando torno a casa mi ammazza…
- Ma va, al massimo ti Crucia un po’, se è
vero quello che dicono su di lui.
A Draco Malfoy cadde la mandibola, ma come
diavolo faceva quella ragazzina a parlare così a cuor leggero di certe cose?
- Senti, forse non è stata una buona idea,
quella della cena.
- Se non andiamo a cena, te ne torni a casa
col maglione invece che col mantello, conosco anche l’Incantesimo per farlo
tornare normale, dai, l’ho solo Trasfigurato! Prima sembravi mio padre, adesso
per lo meno si vede che hai solo uno o due anni in più di me!
Quella ragazza aveva una luce negli occhi che
lo ammaliava, non avrebbe accettato da nessuno di essere trattato in quel modo,
ma con lei era diverso, anche se non capiva proprio perché.
Tornarono in mezzo alla folla e ora nessuno
si voltava più a guardarli, il che non era affatto male, pensava Malfoy, nella
comunità magica non c’era una sola persona che non lo squadrasse dall’alto in
basso quando entrava in una stanza per poi ignorarlo senza neanche salutare, in
mezzo ai Babbani nessuno lo conosceva e quindi nessuno lo guardava con
disgusto, anzi un paio di ragazzine gli sorrisero addirittura.
- Ehi latin lover, guarda che sei con me,
quindi evita di fare il cascamorto, chiaro?
Draco si voltò ad osservare la più giovane
delle Greengrass.
Aveva i capelli lisci del colore del miele,
gli occhi chiari, anche se non riusciva a distinguerne nettamente il colore, le
labbra erano carnose ed il naso dritto finiva leggermente a patata. Non era
molto alta, ma in proporzione aveva gambe decisamente lunghe le dita affusolate
e sottili stringevano la borsetta in cui teneva la bacchetta.
- Allora dove vuoi andare a mangiare? A
Diagon Alley hanno aperto un paio di ristorantini niente male…
- Ma sei scemo? Ti ricordo che io dovrei
essere a casa di Luna Lovegood, quindi non ci avviciniamo né a Diagon Alley né
alle vie limitrofe! Stasera si mangia da Babbani!
Draco Malfoy deglutì a vuoto un paio di
volte:- Non mi va di cenare in mezzo ai Babbani.
- Bene, allora tornatene a casa col maglione
e scordati il tuo bel mantello da pipistrello.
“Maledetto il momento in cui ho accettato di
incontrare Blaise” pensò Draco e sbuffando continuò a camminare accanto ad
Astoria.
Mentre giravano per le vie del centro la
ragazza scorse in un vicolo un piccolo locale poco illuminato da cui proveniva
una musica particolare, prese Draco per mano e vi entrò.
Si sedettero a un tavolino in un angolo, e
attesero che arrivasse un cameriere; da un lato c’era una piccola orchestra che
suonava una musica che né Astoria né Draco conoscevano, eppure era una musica
calda e coinvolgente.
- Bene, signor Malfoy… - cominciò Astoria –
di te si dicono cose straordinarie…
-Tipo?
- Tipo che sei riuscito a disarmare Silente…
Draco si agitò sulla sedia.
- Sono cose che preferirei non ricordare, da
allora la mia vita è andata particolarmente bene.
- Allora parliamo di qualcosa di più
divertente, qual è la tua squadra di Quidditch preferita?
Draco iniziò a parlare dello sport dei maghi
e si rilassò, finché Astoria saltò fuori con un’altra domanda piuttosto inopportuna:
- Ma è vero che il falso Malocchio Moody ti ha Trasfigurato in un furetto?
Draco sbiancò, poi la fissò con uno sguardo
di ghiaccio che la fece arrossire fin alla punta dei capelli.
La ragazza però si riprese subito: - Dai,
dovevi essere carino, tutto morbido e peloso…
Draco non sapeva se mettersi a ridere o a
piangere, ma a Corvonero erano tutti fuori come dei balconi o lo studio li
rincretiniva al punto da non renderli più in grado di mantenere una
conversazione vagamente cortese ed equilibrata?
Optò quindi per chiarire alcuni punti: -
Senti Astoria, tu mi stai simpatica, ma non ho intenzione di raccontarti nulla
che riguardi la mia vita nel periodo in cui andavo a scuola.
- Bene, allora raccontami cosa facevi quando
eri piccolo.
Draco capì che non sarebbe venuto a capo
della situazione in quel modo perciò propose: - Balliamo?
Non aveva idea di come si ballasse quella
musica ma, visto che Astoria accettò subito, colse la palla al balzo per non
dover più fare conversazione.
Non c’era una vera e propria pista da ballo,
solo qualche metro quadrato di spazio tra la band ed i primi tavolini, i due
ragazzi si avvicinarono ed i musicisti attaccarono con una musica lenta e
triste, Astoria appoggiò le mani sulle spalla di Draco e lui le cinse la vita
con le braccia. Lei sorrise e sollevò lo sguardo per incrociare gli occhi del
ragazzo. Solo in quel momento Malfoy ne colse finalmente il colore: erano di un
verde brillante con pagliuzze dorate che si irradiavano dalla pupilla, ma la
loro espressione denotava una purezza ed una serenità che lui non aveva mai
provato ne rimase affascinato, poi Astoria abbassò lo sguardo perché aveva
colto negli occhi del ragazzo una tristezza ed una sofferenza che non era
ancora pronta ad affrontare.
- Senti, non mi va più di ballare, andiamo a
mangiare?
Cenarono in silenzio, guardandosi
alternativamente, poi i loro cocchi si incontrarono di nuovo e, come se fossero
stati colti da una scarica elettrica rimasero immobili a fissarsi, fu una
questione di istanti, questa volta fu Draco ad abbassare per primo lo sguardo
prendendo il bicchiere di vino e portandoselo alle labbra, Astoria osservò quel
gesto molto signorile, ma che nascondeva una certa tensione così gli disse
maliziosamente: - Alcuni dicono che è più intimo guardarsi negli occhi che fare
sesso, secondo te è vero?
Draco impallidì, poi divenne rosso, nel
frattempo il vino che stava bevendo gli era andato di traverso e, molto poco
signorilmente, cominciò a tossire e sputacchiare nel bicchiere.
- Ma tu sei matta, secondo me a frequentare
la Lovegood ti deve essere andata fuori posto qualche rotella.
Astoria sollevò un sopracciglio e rispose: -
Primo, Luna Lovegood è una ragazza molto eccentrica ma innocua, secondo, domani
lei ed io andiamo a Diagon Alley insieme ufficialmente per “fare shopping” in
realtà perché ho un colloquio di lavoro alla Gringott, terzo se ti spaventi a
sentir parlare di sesso sei un bacchettone.
Detto questo la ragazza si alzò e si diresse
al banco per pagare. Malfoy la seguì, ma quando la vide tirare fuori dal
portamonete dei biglietti le chiese: - Ma quello che roba è?
- Si chiamano sterline, ignorante! È denaro
Babbano, mica vorrai pagare con i Galeoni?
Draco la guardò allibito.
- Va beh, per stavolta pago io, ma la
prossima tocca a te.
E, ricevuto il resto, uscì in strada.
Si incamminarono in silenzio poi Draco
chiese: - Come mai vuoi lavorare alla Gringott?
- Perché sono una persona discretamente
indipendente e non ho la benché minima intenzione di farmi mantenere dai miei
mentre aspetto il pollo da accalappiare come fanno tante fanciulle della mia
età, io non sono il tipo.
Astoria si appiattì contro il muro: - Vieni qua,
c’è un gruppo di maghi, laggiù, e preferirei non incontrarli.
- Amici di tuo padre?
-No, ex compagni di Casa e sono uscita almeno
con un paio di loro, quindi per favore allontaniamoci, ti va?
Draco Malfoy era sempre più stupito da quella
ragazza che lo stava destabilizzando senza pietà, perciò la prese per mano, si
infilò con lei in un vicolo buio e poi si Smaterializzarono
via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche
e di uomini che ti sono piaciuti...
Via con me
P. Conte
(1981)