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Autore: Love_in_London_night    26/12/2013    9 recensioni
E se Emma per un periodo non fosse più l'assistente di Jared? E se al suo posto ci fosse una ragazza che il cantante ha assunto con una certa leggerezza?
Dal primo capitolo: «Si potrà togliere lo stucco che le hanno messo in faccia o no? La mia assistente deve almeno far credere di essere seria»
«Tomo, tienimi se no è la volta buona che lo ammazzo. Giuro che lo faccio senza pentimento»
Mofo la prese per i gomiti giusto in tempo, stava per partire alla carica. Gli faceva paura quando si arrabbiava, perdeva ogni controllo, poteva essere davvero letale. Se lui fosse stato in Jared non l’avrebbe mai provocata in modo così pesante.
«Quanto vorrei che lo shatush non ti avesse corroso gli ultimi neuroni rimasti!»
«Sei solo invidiosa» le rispose stizzito Jared. Nessuno poteva criticare il suo shatush, era la postilla aggiunta alla regola di non commentare la sua collezione di smalti.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lost in the city of Angels'
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Capitolo 1
 
Naughty girl
 
Logan stava ripensando all’esatto momento in cui si era sputtanata la vita. O2 Arena, ventitre novembre duemilatredici. A come era riuscita a far parte dello staff che allestiva e seguiva il concerto, vedere camminare il gruppo dietro le quinte, assecondare l’assistente dell’assistente dell’assistente. L’espressione attonita di Jared a fine live, quando aveva comunicato alle persone più vicine a lui, a Tomo e Shannon che Emma era incinta, quindi non li avrebbe più potuti seguire per un po’. Che poi, chi aveva avuto il coraggio di ingravidarla senza la paura di essere mangiato dopo l’amplesso?
Dopo un lungo ragionamento a distanza di mesi, Logan si rese conto che i calmanti che aveva assunto quel giorno – data la troppa eccitazione – dovevano essere scaduti, non c’era altra spiegazione. Non si drogava, non l’aveva mai fatto.
Quindi come le era saltato in mente di offrirsi come assistente al posto di Emma? E perché Jared aveva accettato?
L’aveva sfidato apertamente, davanti a tutti. Non aveva molta competenza a riguardo, ma gli aveva detto che era in grado di imparare in fretta, che lo faceva perché voleva far davvero parte di quella famiglia, che non lo faceva per loro ma per lei.
E Jared aveva ammirato e apprezzato quella determinazione, acconsentendo ad averla con sé. Sarebbe stato un piacere maltrattare quella ragazza dalla faccia così ingenua e ordinaria.
Cosa le era preso? Lei proprio, che non aveva avuto il coraggio di cambiare il domicilio quando era andata a vivere da sola e che adorava la routine di tutti i giorni. In confronto la vita di Bella Swan prima di arrivare a Forks e conoscere i vampiri sarebbe sembrata elettrizzante.
No, Logan non aveva incontrato il suo sbrilluccicante e personale Edward Cullen, era alla mercé di un divo isterico e glitterato che al posto di succhiarle il sangue le prosciugava l’anima senza l’ausilio dei denti, bastava il suo essere psicotico per assorbire ogni energia vitale.
Ripensò con nostalgia ai tempi in cui pensava che Emma fosse il male supremo, quando la vecchia assistente doveva istruirla prima della sua assenza: una volta tornati in America a fine novembre lei non si sarebbe più mossa da casa, lasciando l’ultima parte del tour nelle sue mani. Era convinta che lei fosse la figlia di Satana, la reincarnazione della bambina dell’esorcista, ma niente reggeva il confronto con Jared. Emma al suo posto assumeva le sembianze di Heidi, l’adorabile fattona che intavolava dialoghi con caprette e montagne.
Jared era l’impersonificazione del male, non avrebbero potuto però farci un film horror, perché l’immaginazione umana non era così sadica da arrivare a tanto.
L’unica cosa positiva di quei dieci mesi abbondanti di lavoro era che le avevano fatto perdere i chili contro cui combatteva da anni. I ritmi folli a cui si era abituata per organizzare le giornate del gruppo – e di Jared in particolare – erano stati la miglior dieta per lei, meglio dell’odiatissima zumba, del pilates o di qualunque altra diavoleria avesse sperimentato per anni.
«Ciao Logan» il fotografo la salutò gentile mentre sistemava i propri oggetti del mestiere con dedizione e cura su un tavolo.
«Ciao Terry» sorrise allegra «Cappuccino con latte di soia e cannella»
«Te ne sei ricordata? Sei un tesoro» rubò la tazza dalle sue mani e ne bevve un sorso, quella mattina si era giusto dimenticato di fare un qualcosa che assomigliasse anche lontanamente a una colazione.
«È il mio lavoro ricordarmi queste cose»
«Sei sbattuta, ma sei più bella del solito» le disse osservandola con rinnovato interesse.
«Terry, non è sbattuta. Non può conoscere il vero significato di questo termine se prima non è passata dal mio letto. E, credimi, non succederà mai»
«Sempre molto carino, Jared» disse allungandogli il the caldo con aggressività «Al gelsomino»
«Brava, almeno impari in fretta» sorrise sarcastico, compiaciuto della sua cattiveria quotidiana. Come si era permesso Terry di dire che era bella? Lì dentro c’era solo una persona bella, la più bella tra tutte, e non era Logan, né le modelle che si aggiravano mezze nude per il set. Solo il riflesso della finestra gli diede la giusta risposta, e mandò un bacio a se stesso, ammiccando un po’.
L’assistente alzò gli occhi al cielo con una faccia schifata, poi scosse la testa e si concentrò sugli altri bicchieri.
«Una caraffa di caffè amaro» e lo porse a Shannon con un sorriso.
«Sei un tesoro» e le lasciò un bacio sulla guancia, grato e allegro.
«Cappuccino al caramello, per te» e si avviò verso Tomo, che la ringraziò con una carezza sulla testa.
«Sei bella davvero Logan, dentro e fuori. Non ascoltare Jared, sai che si diverte in questo modo» bevve un sorso della sua colazione «Lo sai, il suo scopo è irritare gli altri, specialmente le sue assistenti»
«Grazie Tomo, me lo ricorderò» anche se non era vero. Logan si era concessa una ceretta degna di questo nome dopo due mesi dall’inizio del suo ingaggio. Avrebbe avuto bisogno di giornata di quarantotto ore, dove le prime quarantasette erano dedicate a programmare, incastrare e inventare gli impegni di Jared, e nell’unica ora rimasta poteva concedersi il lusso di lavarsi i denti, i capelli, fare pipì e dormire.
Altre cose non erano contemplate.
Era stato impossibile considerarsi carina per lei fino a qualche giorno prima: sopracciglia incolte, baffetti incipienti, capelli senza forma. Sembrava una deviata scappata da una clinica di disintossicazione.
Per fortuna era riuscita a ritagliarsi un buco per l’estetista per far finta di sentirsi di nuovo un po’ femminile.
Non si ricordava il tempo di fare sesso.
No ok, ricordava l’ultima volta in cui era successo e sorrise. Che performance.
«Sei pazza?» il sorriso di Jared era più gentile delle altre volte, segno che non c’era sarcasmo nella sua domanda, era solo divertito dal fatto che nonostante la stressasse troppo trovasse ancora un motivo per incurvare le labbra. Era la forza che cercava nelle persone che erano degne di circondarlo.
Le si mozzò il respirò, quando non era lo stronzo acido psicotico che le rivolgeva la parola nove volte su dieci, era davvero di una bellezza e una carineria indescrivibile.
Sospirò, notare lo splendore e gli atteggiamenti normali del suo capo era la certezza personale di avere bisogno di un uomo, era palese.
«No, stavo solo pensando a una bella cosa»
«Siccome non ti pago per pensare, andresti a prendere la sacca con dentro i nostri vestiti per il servizio? L’ho dimenticata nell’auto. Grazie mille» tipico suo. Essere gentile quando gli serviva un favore.
Almeno l’aveva ringraziata.
«Iniziamo a perdere i colpi?» aveva già iniziato da un po’, in realtà. Il fatto che durante i soundcheck leggesse ancora il testo di Bright Lights era indicativo.
A fine mese avrebbe compiuto quarantatre anni e non li dimostrava affatto. Ne dimostrava dieci di meno, aveva l’energia di un ventenne e la creatività di un’immortale. Era solo la memoria, a volte, a fare cilecca.
Ma quel termine non avrebbe fatto piacere a Jared e si concentrò sul suo compito, prima che si indispettisse riguardo la sua lentezza.
«Direi di sì, se non ti ho ancora licenziata» sorrise sarcastico e le fece cenno di andare.
Tornò poco dopo aver recuperato dall’auto di Shannon la sacca, Terry avrebbe scattato un intero shoot alla band e aveva chiesto loro di essere il più naturali possibile, così aveva suggerito di portare i loro abiti per i cambi.
«Molto gentile» la ringraziò Shannon con il capo.
«È il suo lavoro» aggiunse Jared guardando il fratello con ironia.
«Sì, padrone» lo prese in giro la diretta interessata, aggiungendo un inchino.
«Ripetilo, potrebbe piacermi. Anche se per dargli un certo senso mancherebbero frustini e cose fetish che la gente pensa mi piacciano tanto».
No, era talmente perversa la sua mente che non aveva bisogno d’altro, ma questo Logan non glielo disse.
«Mai che tra quegli attrezzi tu possa utilizzare, per sbaglio, un collare troppo stretto, vero?» a volte doveva rimetterlo al suo posto. Sapeva sempre di rischiare, ma sapeva anche che in fondo Jay apprezzava la sua audacia, se no l’avrebbe già licenziata davvero. O forse era solamente a causa dell’efficienza nel suo lavoro, dato che di casini grossi non ne aveva mai combinati. Non ancora, perlomeno.
«Jared, com’è che non te la sei portata ancora a letto? È bionda, non affatto male, sa tenerti testa e tra voi c’è un certo… feeling. Ti divertiresti di sicuro» Terry era solito essere alquanto schietto, non gli importava poi molto mettere in imbarazzo la gente, dato che aveva parlato all’amico proprio davanti a lei che li fissava esterrefatta.
«È bionda sì, ma il fisico boh, cioè, come fai a dirlo? È sempre coperta come se indossasse una tuta da palombaro. Per quanto riguarda il carattere non me ne parlare. Emma in confronto era poco insistente, dire che Logan è rompipalle è farle un complimento. E poi ce la vedi a letto? Non fare questo, non fare quello, aspetta che piego la maglietta» scosse la testa convinto.
Logan era sconcertata. Lei peggio di Emma? E da quando passava per perfettina? Era vero, era gelosa delle proprie cose e in tour tendeva a tenerle in ordine, ma non era certo maniacale. La riprova era in camera sua, dove la poltrona  era diventata il suo armadio quattro stagioni.
«Jay, amico, i vestiti le stanno larghi e si vede lontano un miglio, è ovvio che li sotto si nasconde un fisico che può stupire» non sapeva se essere lusingata dalle parole di Terry o se esserne spaventata. Conoscendo la fama del fotografo, avere i suoi occhi addosso non era una cosa così positiva.
«Per me ti sbagli»
«Ehi, sono qui» disse lei cercando di distogliere i loro sguardi e non passare come il cartonato della pubblicità di Victoria’s Secret, ma loro non la calcolarono.
«Scommettiamo: io ti dico che riuscirò a mostrarti che è una donna bellissima»
«Ok, io dico che ti sbagli» Jared era sicuro di sé, convinto delle proprie idee.
«Voi fate il vostro shoot, poi ne faccio uno a lei. Ci stai?» Terry allungò una mano verso il cantante.
«Ovvio. Mille dollari?» si girò a fissarla, lo sguardo famelico, sicuro che lei avrebbe rifiutato e, quindi, i soldi sarebbero entrati nel suo portafoglio. Strinse la mano dell’amico, beffardo.
«Logan, te la senti?» il fotografo finalmente la interpellò.
Ah, ora era importante il suo parere.
Se la sentiva?
Non che fosse timida, ma un servizio fotografico come una modella forse era troppo. Ma l’avrebbero coccolata come non le succedeva da tempo: trucco, piega, magari dello smalto… Erano soldi che avrebbe risparmiato e sarebbe stato del tempo in più passato lontano da Jared, lontano da quella maledetta agenda dove segnava interviste, servizi, prove o bagni di folla per gratificare il suo ego.
Sentiva lo sguardo di tutti su di sé: Shannon trattenere il respiro, Tomo era preoccupato che di lì a poco scoppiasse una bomba nucleare con le fattezze di una donna.
«Certo, accetto» sorrise sfrontata, con un coraggio che non le apparteneva. Forse avrebbe messo a tacere Jared DeMon, sperava davvero che Terry sapesse il fatto suo.
«Bene!» annuì l’uomo entusiasta. Corse dai suoi assistenti e soltanto Logan lo sentì mormorare «Rossetto rosso e brillante, eyeliner nero, capelli gonfi e per i vestiti…»
Non era riuscita a capire le parole, ma una volta fatta entrare nella zona make up, dopo che i tre uomini furono spediti sul set bianco, aveva capito cosa era saltato in mente a Terry. Aveva detto agli assistenti di farle indossare solo degli indumenti dei ragazzi, uno a testa.
Male, molto male.
Voleva dire esporre tanta, troppa carne agli occhi altrui. Lei non era come quelle secche modelle che si stavano aggrappando ai suoi datori di lavoro, lei amava la Nutella e soprattutto mangiarla davanti a film romantici senza percepire il benché minimo senso di colpa, quindi la cioccolata non aveva possibilità di abbandonare il suo corpo, non era grassa, ma la tonicità muscolare non sapeva cosa fosse.
Il dubbio era legittimo: scoprire le gambe o il busto? Aveva le gambe abbastanza lunghe e il seno piccolo. Una seconda scarsa non era certo da mostrare come un trofeo, quindi scelse tutti i capi superiori: un canotta di Shannon, la giacca di pelle che Tomo stava indossando in quel momento e il gilet di jeans di Jared.
Quando le videro l’intimo i ragazzi decisero di non farglielo cambiare, quei semplici slip in pizzo con i capi scelti sarebbero stati benissimo. Le misero davanti delle decolleté nere e lucide dal tacco altissimo e sottile che constatò essere delle Louboutin. Si commosse: due passi con quelle e sarebbe morta, ma sarebbe morta con stile.
«Bene, ora ti renderemo una bomba sexy» le dissero due addetti alla sua cura. Bomba nel senso che l’avrebbero resa come se fosse uscita dalla centrifuga della lavatrice? Si fidava di quelle persone, dovevano dare il meglio di loro stessi perché doveva far tacere Jared.
Un’ora e mezza dopo guardò il proprio riflesso nello specchio: era stupefacente. Aveva le labbra rosse come il peccato e rese lucide e brillanti dal gloss, una riga di eyeliner che le rendeva gli occhi grandissimi, messi in risalto da ciglia lunghe e sopracciglia piene e strutturate. I capelli erano mossi e spettinati. Era semplice ma d’effetto.
Si ricordava un po’ una donna di facili costumi, più forse una prostituta d’alto bordo e non era da tutti: quell’aura pericolosa e non così facile che avevano gran parte delle donne che camminavano su un red carpet.
«Grazie. Io… Grazie. Non mi sono mai vista così…» così come? Ringraziò quelli che per lei erano diventati degli illuminati, non semplici parrucchieri e truccatori.
Nel tempo in cui l’avevano truccata e rimessa al mondo Terry aveva raccolto i propri scatti ed era abbastanza soddisfatto, pronto a portare a termine una nuova sfida, molto più appagante.
Ok, era il suo momento, doveva uscire e mostrarsi sicura di sé.
No, doveva uscire e cercare di non fare la figura della cretina ed evitare di cadere da quelle scarpe.
Indossava la canotta di Shannon, i tacchi e gli slip e non si sentiva propriamente a suo agio.
Ringraziò mentalmente di essere fresca di ceretta ed aver tolto pure i baffetti, espirò e si buttò nella mischia, imponendosi di sembrare calma e padrona della situazione.
Sbagliava o camminare su quei tacchi la faceva sculettare?
No, non voleva sapere la risposta.
«Ehi, e tu da dove spunti dolcezza? Non ti ho vista prima sul set, peccato» ammiccò Jared con i suoi occhi azzurri posati sul sedere di quella ragazza, la trasparenza del pizzo era gradita alla sua vista «Carini gli slip»
Logan si girò con il suo miglior sguardo inceneritore «Dai tuoi migliori incubi, padrone».
Alzò un angolo della bocca, soddisfatta di vedere il sorriso del cantante infrangersi di colpo.
Si girò verso Terry, afferrandolo per i lembi della camicia «Ridatemi la mia assistente!»
Negli occhi il terrore.
«È ovvio che sia stata rapita!» non poteva perdere così, non poteva essere stato cieco fino a quel momento «Ok, era una rompipalle, ma era stata educata da Emma, faceva bene il suo lavoro. Ridatemela!»
Piagnucolò davanti a Terry sempre più divertito, scosso dalle risa e dai soldi che pensava potessero entrargli in tasca a breve.
Educata? Manco fosse un Labrador.
«Jay, bro» lo prese ragionevole per le spalle il fratello «Respira».
Quando il più piccolo seguì il consiglio del maggiore, questi continuò «Girati, piano. Guardala: non è Logan? Bionda, occhi scuri, bocca grande, neo accanto all’occhio…»
«Santa divah! Santo me!» esclamò disperato.
Cazzarola, era bella. Lo era davvero.
Lo capiva da come nei suoi jeans qualcosa si muovesse, sembrava una mobilitazione degna di un rave.
Non doveva dare a vedere quanto la cosa l’avesse colpito.
«Si potrà togliere lo stucco che le hanno messo in faccia o no? La mia assistente deve almeno far credere di essere seria»
«Tomo, tienimi se no è la volta buona che lo ammazzo. Giuro che lo faccio senza pentimento»
Mofo la prese per i gomiti giusto in tempo, stava per partire alla carica. Gli faceva paura quando si arrabbiava, perdeva ogni controllo, poteva essere davvero letale. Se lui fosse stato in Jared non l’avrebbe mai provocata in modo così pesante.
«Quanto vorrei che lo shatush non ti avesse corroso gli ultimi neuroni rimasti!»
«Sei solo invidiosa» le rispose stizzito Jared. Nessuno poteva criticare il suo shatush, era la postilla aggiunta alla regola di non commentare la sua collezione di smalti.
«Logan, ti andrebbe di metterti al centro del set?!» ci volle Terry a riportare la situazione alla normalità.
«Dolcezza, credimi» intervenne Shannon con lo sguardo divertito e famelico. Lui gradiva tutto ciò che vedeva, a partire dal fatto che indossasse la sua canotta, solo quella, e un paio di slip «Quel culetto è migliorato parecchio dall’ultima volta che l’ho toccato»
«Lo so, Shan» ammiccò maliziosa lei dopo che il batterista le diede un leggero schiaffo sulla natica.
Jared, ancora in preda al precedente shock si avvicinò a loro con sguardo folle «Scusate, cos’è questa storia?»
«Nessuna storia, lo sai bro come la penso! Niente legami»
«Perché tu le hai toccato il culo?» li guardava entrambi, curioso e furioso. Aveva perso mille dollari ed erano le undici della mattina, volevano dirgli che non aveva controllo nemmeno sulla sua assistente?
«Sai com’è. L’ho conosciuta meglio…» Shannon non sapeva come affrontare l’argomento, quando il fratello era fuori di testa bisognava usare una certa delicatezza.
«Abbiamo fatto sesso» intervenne Logan.
Ecco, appunto.
«CO… Come?! Quando?»
Entrambi ci pensarono su, assorti nei ricordi.
«Vuoi davvero sapere come?» domandò lei sarcastica.
«La prima sera che si è unita con noi al tour. Sai, era da conoscere…» si giustificò Shannon. D’altronde non era colpa sua se lui non era cieco come il fratello!
«Ma è la mia assistente» piagnucolò Jared in uno dei suoi attacchi di egocentrismo ferito.
«Oh beh, per assistere… Mi ha assistito bene! Fino alla fine».
Ridacchiarono entrambi al ricordo di quella notte che sembrava essere stata molto divertente.
«Iniziamo prima che a Jared venga una crisi di nervi?» Logan si stava spazientendo, era in mutande davanti a una manica di uomini che non conosceva, non era poi così sciolta come voleva far credere.
Terry le rivolse tutta la propria attenzione, sempre più soddisfatto. Era quasi dispiaciuto di non aver alzato la posta in gioco.
«Jared, forse tu non l’hai mai presa in considerazione, ma ti sei perso una gran scopata. Credimi se ti dico che non è una che piega le cose prima di darci dentro» Shannon glielo sussurrò all’orecchio, adorava essere un passo avanti rispetto al fratello. «E se vuoi un consiglio spassionato, legati una camicia in vita, perché si nota che quello che stai guardando ti aggrada».
E andò a sedersi sul divanetto accanto a Mofo. Se c’era una cosa che il terzo di loro aveva imparato nel tempo era che le questioni tra fratelli andavano risolte tra loro due, se ci si intrometteva si rischiava di perdere un arto, o peggio, la vita.
Passarono cinque minuti e Terry la invitò a togliere la maglietta e infilare altro. Alla fine Logan optò per il giubbino di pelle di Mofo, il fotografo le aveva chiesto di osare.
«Logan, io non starò a dirti di fare l’amore con l’obiettivo, odio queste cazzate. Ora devi essere sessuale, maliziosa»
«Facile per te, mi sento un po’ idiota a essere "sessuale e maliziosa" da sola, non sono abituata a stare da questa parte del set» alzò gli occhi al cielo sbuffando e Terry scattò, era una posa divertente.
Stava per consigliare di servirsi dei lecca lecca o altro messi a disposizione dallo staff, ma una voce non glielo permise.
«Malizia e sessualità? Eccomi» Shannon si alzò dal divano e si stiracchiò, sapeva come dare a Terry ciò che aveva richiesto, era spassoso non solo provocare Logan sul set, ma vedere lo stupore di Jared a quella proposta. Il fratello era ormai fuori di sé, non si sarebbe ripreso prima della fine di quella lunghissima giornata.
Odiava non essere al centro dell’attenzione.
«Prego Shan, a te le redini del gioco» Terry ridacchiò interessato, vedeva le rotelle del proprio amico, in lontanza, fumare.
Iniziò a fotografarli mentre si guardavano fingendo occhiate sexy, poi li immortalò in pose stupide, passando per mani addosso ovunque, labbra sfiorate e braccia sulle spalle, colletti tirati e pose che a Jared rimandarono subito al video di Hurricane. Gli stavano rovinando i suoi ricordi migliori.
Shannon e Logan lo stavano fissando così, con fare stizzito, si portò i capelli dietro le orecchie, accarezzandone poi le punte chiare come se fossero un animaletto da coccolare.
«Lilli» sussurrò Logan a Shan, il quale scoppiò a ridere divertito. Dovette lasciare la presa attorno alla vita di lei per piegarsi e reggersi la pancia preda dei crampi.
Lilli era il segreto di Logan che conosceva solo il batterista.
A dire il vero era il soprannome che aveva propinato a Jared. Quando si accarezzava i capelli più chiari e mossi lo associava a  “Lilli e il vagabondo”, le ricordava la cockerina snob del cartone disneyano. In più Jared aveva solo quell’accenno dispotico che al cane era estraneo, per il resto erano uguali, soprattutto le pose altezzose.
«Ragazzi?» Terry era stupito, ma erano i momenti migliori da catturare.
Shannon tentò di ritornare concentrato sul servizio. Stava per baciare Logan quando lei mormorò ancora la parola Lilli, così l’uomo scoppiò a ridere appoggiando la fronte sulla sua spalla.
«Ora basta, qui si sta scherzando troppo. Vuoi qualcosa di sessuale Terry? Lo avrai» Jared si avviò con fare minaccioso accanto al fratello e l’assistente. Anche lui voleva partecipare al divertimento. A modo suo.
«Basta che non ti metti a rompere» lo ammonì Shannon.
Jay lo fulminò con lo sguardo.
«Ok» Terry scosse la testa, si divertiva in quelle situazioni pregne di elettricità «Logan, perché non prendi il colletto delle magliette di entrambi e… Beh, giochi un po’ con loro?»
La ragazza assecondò il fotografo, prese i colletti tra i pugni e i due si avvicinarono e, faccia a faccia, si guardavano in cagnesco. Sul fondo, tra i loro profili, comparivano le labbra rosse di lei semiaperte.
Dopo tirò a sé Shannon lasciandogli un bacio a fior di labbra, giusto per farle entrare a contatto ma non rovinare il lavoro del make up artist. Shan ne approfittò e prima di separarsi provò a mettere un po’ di lingua, cosa che venne immortalata da uno scatto sotto lo sguardo furente di Jared che, curioso, aveva provato a sbirciare sotto il giubbino, ma quella piccola megera aveva chiesto lo scotch per vestiti di modo che la giacca non si muovesse di un millimetro. Era Shannon l’amante delle tette dalle grandezze di una boa, a lui il seno piccolo piaceva.
Logan subito dopo tirò il suo colletto, cercando le sue labbra, voleva divertirsi un po’ e giocare anche con Jared, dato che era lui il maniaco del controllo. Era facile urtarlo, visti i precedenti, e levargli il comando gli avrebbe fatto saltare i nervi.
Jared si avvicinò, era convinto di voler mordere quel labbro, perché Shannon non si era azzardato a tanto, ma Logan si fermò prima, lasciando per quei pochi secondi sempre un piccolo spazio tra le loro labbra. La frustrazione di non poter avere quello che al momento desiderava, la punizione per il suo egocentrismo. Logan lo conosceva bene, non c’era che dire.
Aprì gli occhi irritato, le mise una mano sul collo e infilò il viso tra la mandibola e la spalla, lasciando baci che potessero essere nitidi a favore dell’obiettivo. Logan, stupita, strinse il colletto della maglia di Shan e aprì la bocca quasi in un urlo smorzato.
In quel momento il cellulare di Shannon squillò, era il tecnico della batteria, non poteva non rispondere. Si allontanò facendo l’occhiolino a quella specie di amica a mo’ di scusa.
Jared sorrise perfido, abbassandosi davanti a lei in ginocchio, con la faccia davanti ai suoi slip. Logan lo guardò impaurita e, mentre Terry scattava la foto, gli sussurrò qualcosa a denti stretti.
«Non provare a toglierle, a strapparle o a infilarci dentro le mani se no ti eviro con la stessa biro con cui segno i tuoi appuntamenti in agenda. Non so ancora come, ma posso ingegnarmi»
«No, tranquilla. È solo a beneficio delle foto. Forse lo farò solo quando ti vedrò supplicarmi con gli occhi. E non» e le leccò l’ombelico sotto lo sguardo compiaciuto del fotografo.
«Bene, ora passiamo a qualcosa di più soft prima che Jared tenti di impollinarti davanti a tutti»
«Io sono padrone di me, questo non è che un divertente passatempo, niente di veramente sessuale» per fortuna era attore, perché ora che gli era stata messa davanti agli occhi avrebbe voluto quantomeno assaggiarla, anche se gli scocciava avere gli scarti di Shannon.
Forse gli sarebbe passato quel capriccio momentaneo, il tempo di togliere il rossetto rosso e il trucco curato, o di farle rimettere i vestiti fin troppo coprenti per i suoi gusti.
Seduto a sorseggiare il the ormai freddo non aveva notato le disposizioni di Terry: al posto del gilet di jeans le aveva fatto indossare la sua cuffia a lupo, praticamente lasciandola quasi nuda.
Il suo amico era un vero stronzo, sapeva come fargli perdere una scommessa.
Intanto il rave nei pantaloni si stava mobilitando con estrema facilità.
«Un ultimo sforzo. Ora fammi le facce da Mars, le espressioni più buffe che ti riescono».
Fu così che si ritrovò a imitare i tre uomini, evitando così di pensare all’imbarazzo di indossare solo una cuffia e le mutande.
E fu lì che Jared la vide davvero per la prima volta: non si credeva come le modelle, non si vedeva bella e lo si percepiva. Ma era naturale, a suo agio in quelle pose e si stava divertendo. Rideva di se stessa.
Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto la minaccia di vedersi estirpata con violenza la parte più importante di sé, ma Jared la desiderava. Gli piaceva ciò che vedeva e si diede dello stupido per non aver aperto gli occhi prima.
«Ok, abbiamo finito» annunciò il newyorkese, poi si avvicinò a Jared «Un paio le userei per il photoshoot di prima se non ti dispiace, sono venute meglio con Logan che con le modelle. Mi dispiace solo che non ci sia Tomo»
Il diretto interessato intervenne sollevato «Non preoccuparti, ho intenzione di continuare ad avere una moglie, meglio che io in certe non ci sia!»
Shannon era tornato e si era fermato a parlare con Logan, il fratello minore li raggiunse convinto di aver riacquistato la giusta calma, ma arrivò al momento sbagliato.
«Ricordami perché non abbiamo più bissato…» il batterista aveva sfoderato la voce bassa e roca. Il più banale dei cliché.
«Perché penso non ce ne sia stata più l’occasione»
«Quando vuoi tesoro, non c’è problema» ammiccò divertito.
«Anche stasera!» rise Logan maliziosa.
«La smettete per favore?» Jared era ormai esasperato, e il fatto che ora i due non avessero il benché minimo pudore in pubblico gli faceva saltare i nervi. Odiava non essere desiderato da tutte, il prescelto per eccellenza. Decise così di sfoderare un po’ di melodrammaticità.
Tanto valeva scoprire le proprie carte con un po’ di astuzia, camuffandola con capricci e ironia da divah.
«Perché lui? Perché non me?»
«Perché avevo bisogno di staccare dal mio lavoro. Il mio lavoro sei tu e assorbi tutto il mio tempo, anche quello libero» disse lei pratica «E poi non ti ho mai guardato da quel punto di vista, un po’ come hai fatto tu con me»
Bugiarda e acida.
«Ti licenzio, così avrai più tempo libero e non sarò più il tuo lavoro!»
La diva in lui stava piagnucolando senza pietà.
«Già, ma siccome dovrei cercarne un altro non avrei tempo da dedicarti. Ti è piaciuto quello che hai visto, eh?» era compiaciuta, anche se la faceva arrabbiare a morte essere notata solo perché mezza nuda e tirata a lucido, in fondo era la stessa di tutti quei mesi «Inoltre Shannon si è accorto di me senza che mi presentassi nuda al suo cospetto»
«Sei senza cuore»
«E tu ragioni con l’uccello»
Jared incrociò le braccia «Non è una novità»
«Bene, dopo questo profondissimo quanto illuminante discorso vado a cambiarmi, mi sento più a mio agio con i vestiti addosso»
«Non si direbbe!» le urlò di rimando Shannon che, dopo aver visto l’occhiolino di lei, tornò a concentrarsi sul telefono.
«Sbaglio o qualcuno qui mi deve mille dollari? Dato che non ho dimostrato solo che è bella, ma che è soprattutto desiderabile…»
«Te ne do duemila se non me lo rinfacci mai più»
«Jared, un consiglio: ora che hai il pallino non cercare di conquistarla, sarà solo peggio, anche perché lei sa di avere il controllo della situazione. Prova piuttosto a conoscerla davvero senza attaccarla come un rottweiler con la rabbia, magari ottieni qualcosa di più».
Così si ritrovò senza duemila dollari, con un’assistente sulla quale aveva messo gli occhi addosso e avrebbe voluto mettere anche altro e una voglia insoddisfatta, ed era solo l’una.



                Angolo di una logorroica:
 
Un buon non Natale a tutti! E auguri Jared per i tuoi quarantad… 24 anni!
Bando alle ciance, che queste note saranno lunghissime, ho un po’ di cose da dirvi.
Innanzitutto: so che è una storia leggera, un po’ idiota se vogliamo dirla tutta, e se la trovate senza senso spero solo non vi abbia urtato il sistema nervoso. Quindi, se non mi conoscete e siete appassionate di un genere un po’ meno “comico” (sì, mi allargo con i termini) e più introspettivo, posso linkarvi la mia OS su Jared sicuramente più nelle mie corde per quanto riguarda il genere di scrittura, magari può piacere di più anche a voi. La trovate qui: The triad in him.
Per quanto riguarda questa storia, invece, sarà composta da cinque capitoli più l’epilogo. L’ho detto e lo ripeto: è una storia senza pretese, e non diventerà altro.
Anzi, se i primi tre capitoli rientrano più nell’avvertenza “commedia”, gli ultimi tre presumo abbandoneranno un po’ questo lato per dedicarsi al “fluff” o al “romantico”.
I titoli dei capitoli riassumono un po’ il contenuto o ben si addicono al capitolo, e saranno sempre e solo i titoli di canzoni scelte perché adatte. Per esempio, in questo primo capitolo abbiamo Beyoncé, non sono proprio una sua fan ma l’idea di questi titoli canterini mi piaceva un sacco.
So che oltre a Emma c’è Shayla, ma l’ho lasciata fuori proprio per permettere alla storia di realizzarsi.
La copertina arriverà a breve, un’amica ci sta lavorando su, perciò verrà aggiunta qua sopra quando sarà pronta.
Niente, oggi ho voluto postare perché è il compleanno di Jared, ma da settimana prossima il giorno dell’aggiornamento sarà il mercoledì. Quindi, se non erro, ci dovremmo risentire il primo di gennaio.
Siccome saremo già nell’anno nuovo vi auguro un buon inizio per un 2014 strepitoso!
Se volete mi trovate qui: Love Doses.
Sbaciucchiamenti natalizi, Cris.
   
 
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