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Autore: LunaPiena20    27/12/2013    2 recensioni
Grays è una quindcenne con tanti amici, tra cui Miles ed April: i suoi migliori amici. Trevor è un sedicenne solitario orfano di madre e padre, con un grande segreto. Ma quando incontrerà Grays, vedrà in lei più di un'amica. Condivideranno paure, passioni e "vittorie", e dall'amicizia nascerà l'amore. Un amore impossibile. Ma niente è sbagliato se ti rende felice...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 AL PUB

<< Credo di aver mangiato un po' troppo... arrivo subito >> detto questo, April si diresse velocemente verso il bagno. Bhe, dopotutto si sapeva che il pesce fritto non è proprio... leggero!
<< Noi ci avviamo in giardino. >>
Era una bella giornata: il sole splendeva alto in cielo, con pochissime nuvole intorno, e il cielo era di un bell'azzurro intenso. Ma il vento che Grays tanto amava non mancava. Vaceva volare le foglie cadute a terra dal grande albero al centro del giardino, e soffiava forte sul viso della ragazza, come le apartenesse.
<< Hei, stasera facciamo qualcosa? Non mi va di stare chiuso in casa... >> Miles si bloccò di colpo, poi si sedette a terra a gambe incrociate e chiuse gli occhi, come  ìse avesse sentito un rumore e volesse capirne la fonte.
<< Miles, cosa fai? >> 
<< Shhh! Sento il vento tra le foglie. >>
<< Ma è venerdì, usciamo domani! >> April riemerse dal bagno e si sedette accanto al ragazzo.
<< Non dico di uscire proprio.. magari possiamo andare al pub! Che ne dite? >>
Un largo sorriso si fece strada sul volto di Grays. << Ci sto. >>

La giornata passò velocemente, tra un film, una chiacchierata e un'oretta a computer. Si fecero le 20.00 e dovevano iniziare ad avviarsi. 
<< Ragazze, per voi c'è qualche problema se con noi viene mio cugino? >> azzardò Miles.
<< Per me no, basta che ci sei tu e io sto apposto. >> April gli stampò un bacio sulle labbra.
Grays invece sembrava un po' turbata. 
<< Quanti anni ha? >> 
<< Un anno in più di noi, sedici. >> La voce di Miles suonava quasi supplichevole. Sapeva bene che Grays aveva qualche piccolo problemino di socializzazione con i ragazzi...
Sia April che Miles le fecero il musetto, al quale l'amica non sapeva proprio resistere. uindi dovette cedere.
<< D'accordo... >>
<< Ehm.. c'è solo un piccolo dettaglio... >> Ecco l'inganno. Quando Miles supplicva c'era sempre una scocciatura. Quale sarebbe stata questa volta?
<< Da quando sua madre è morta... non parla. >>

I tre ragazzi arrivarono puntuali davanti al pub al centro della città, alle 20.30. Ma del cugino di Miles neanche l'ombra.
<< Amore, chiamalo. >> April odiava i ritardatari. E da quando scattarono le 20.31, lui era un ritardatario.
Mentre Miles cercava il suo numero in rubrica, Grays si avvicinò all'amico per vedere il nome del misterioso ragazzo-muto. Trevor.
Un brivido le percorse la schiena. Quel nome le suscitava qualcosa nel petto... una sensazione piacevole ma angosciosa, eppure non conosceva nessuno che si chiamasse così. 
Ma Miles non ebbe neanche il tempo di portare il cellulare all'orecchio che un ragazzo arrivò di fronte a lui. E a Grays venne un colpo.
<< Sei tu!? >> La ragazza si mise davanti a lui per vederlo meglio in faccia.
Capelli lisci biondo cenere, occhi azzurri freddi e vuoti, naso leggermente all'insù, labbra sottili. Sì, era proprio lui.
<< Vi conoscete? >> Chiese Miles.
Trevor scosse impercettibilmente il capo, abbassando lo sguardo.
<< Ti sono venuta a sbattere contro stamattina! Ricordi? >> Ma le parole di Grays suonarono al vento: non ottenne risposta.
<< Insomma, vogliamo entrare!? >> Disse April aspramente.
Il locale era piccolo ma accogliente, con tavoli in legno scuro e pareti beje. 
I quattro rgazzi si sedettero ad un tavolo al centro del locale, e dopo qualche minuto stavano già ordinando.
April chiese un panino dietetico con solo hamburger e insalata.
Grays non badò alle calorie e prese un doppio cheesburger con patatine pomodori e maionese.
Miles ordinò un Jhonny Deep e Trevor indicò alla cameriera un panino con salsiccia e patate.
Verso le 21.30 i panini arrivarono e i ragazzi iniziarono a mangiare, parlando della scuola, delle ragazze o dei ragazzi carini e della musica, e cercando di coinvolgere anche Trevor. Ma fu tutto inutile. 
Grays trovava il suo atteggiamento leggermente infantile. Insomma, anche a lei era morto il padre, davanti agli occhi, ma continuò comunque a parlare affrontando il dolore e condividendolo con il resto della famiglia. Ma forse Trevor aveva i suoi buoni motivi per fare così, e lei non era nessuno per giudicarlo.
Un piccolo miglioramento però Grays lo aveva notato! Quella mattina il suo volto era tormentato, e i suoi occhi grondavano di lacrime. adesso invece sembrava molto più rilassato, e spesso rideva insieme agli altri. E quando gli angoli della sua bocca si piegavano in un sorriso, lei lo trovava ancora più bello.

Verso metà serata si stavano tutti divertendo, ed avevano anche finito i loro panini. Stavano chiacchierando spensieratamente, quando successe una cosa davvero strana.
Trevor fissò un angolo del locale, vicino al tavolo in cui sedevano un uomo, una donna e una bambina, con gli occhi sbarrati e l'espressione del volto terrorizzata. Eppure nell'angolo non c'era niente.
<< Trevor, cos'hai? >> Ma fu inutile. Il ragazzo non chiudeva neanche le palpebre... fissava scandalizzato quell'angolo, senza neanche muoversi. I tre ragazzi lo chiamavano, lo scuotevano, gli urlavano contro.. ma era tutto inutile. Lui neanche li guardava. Delle lacrime iniziarono a scorrergli lungo il viso, e si alzò di scatto per poi dirigersi verso i bagni.
Miles fece per alzarsi e rincorrerlo, ma April lo fermò, terrorizzata.
<< Aspetta... guarda... >> 
<< Cosa...? >> Ma due secondi dopo, Grays e Miles notarono qualcosa di strano al tavolo dov'era seduta la famigliola: la bambina. Si alzò lentamente con la faccia bianca come un lenzuolo, fece per andare dalla madre ma cadde a terra con gli occhi sbarrati. I genitori la chiamavano, la scuotevano, ma lei non dava segni di vita. Era morta. 

Quando arrivò l'ambulanza, tutti tornarono scandalizzati ai propri posti, i genitori che chiamavano la bambina, Lola, che veniva ricoperta da un telo bianco.
April singhiozzava. Era sempre stata molto sensibile, e pensando alla giovane bimba la cui vita era stata appena portata via, numerosi lacrimoni scesero lungo le sue guance. 
Mentre Miles abbracciava la fidanzata per consolarla, Grays si alzò per andare a cercare Trevor. Per qualche strana ragione, lui sapeva cosa sarebbe successo...
I bagni del locale non erano semplicemente due porte. C'era una piccola saletta con quattro lavandini, e sui lati le due porte. Trevor era accovacciato in un angolo della saletta, le gambe strette al petto e le mani a sorreggere la testa. Piangeva.
<< Trevor... >> Grays si avvicinò cauta al ragazzo.
<< Così giovane... perchè la morte gioca questi brutti scherzi? La vita è un'avventura.. tutti meritano di godersela. E lei era solo all'inizio... >> Era la prima volta che Grays sentiva la sua voce. Era dolce ma profonda, incerta ma allo stesso tempo sicura di se'. 
<< Tu sapevi che sarebbe morta... guardavi lei, prima. >> azzardò la ragazza.
<< Per favore, non chiedermi della bambina. Lo sapevo e basta. Se sei venuta per chiedermi questo puoi anche andartene. >> Grays colse una nota di malinconia nel tono aspro con cui pronunciò quell'ultima frase. 
<< No, non volevo parlare di questo... >> Si sedette accanto a lui, e Trevor alzò lo sguardo, piantando i suoi occhi azzurri in quelli verde smeraldo di lei.
<< E di cosa? >>
<< So cosa è successo a tua madre... volevo dirti che ti capisco perchè a me è successa la stessa cosa con mio padre. Quello che non capisco è perchè tu abbia smesso di parlare. Anche io sono stata male, ma non ho perso la parola... >>  Trevor scostò una ciocca dei suoi capelli neri dagli occhi di Grays, sistemandogliela dietro all'orecchio. 
<< E' complicato, io e mia madre eravamo molto legati... condividevamo un peso. Era un segreto che nessuno conosceva, a parte mio padre. Poi, quando mio padre morì, rimanemmo solo io e lei, e chiamammo una badante che si prendesse cura di noi. Insomma, ero piccolo, combinavo solo guai... >> Grays capì che Trevor era diverso... aveva qualcosa di speciale, qualcosa che lo rendeva diverso dagli altri. E la storia del peso che condivideva con la madre... lo faceva ancora più misterioso. 
La ragazza, con la testa poggiata sulla sua spalla, lo ascoltò, lo ascoltò e lo ascoltò ancora... lo fece sfogare, facendogli capire che di lei si poteva fidare.
<< E poi tu avevi degli amici con cui confidarti, che ti hanno aiutata a far sparire il dolore... io non ho nessuno. >> Grays si sentì male per lui... come faceva a vivere senza amici? Sono loro con cui si conidividono gioia e dolore, è con loro che ci si diverte dimenticando ogni tristezza, sono loro a farti andare avanti.
Si sentì molto fortunata ad avere amici come Miles ed April.
<< Trevor, voglio che tu sappia che noi siamo con te. Ti puoi fidare, ci saremo sempre per te. >> Gli sorrise, rassicurandolo.
<< Grazie, Grays. >> 

ANGOLO DI LUNA :)
Ecco, questo capitolo è un po' più lungo.
Come promesso ho accennato all'aspetto di Grays :')
In questo capitolo i nostri protagonisti parlano per la prima volta, e iniziano a diventare amici ^_^ 
C'è un po' di mistero ma ho già fatto capire che ha qualcosa di speciale! u.u lascio a voi la libertà di immaginare cosa potrebbe succedere dopo, ma fino a domani mattina perchè pubblicherò il terzo capitolo hahaha xD bacioni ciauuu <3


 
  
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