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Autore: DarkFairy    20/05/2008    6 recensioni
Okay, Bells. Respira. Ce la puoi fare. Naturale.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Another Rainy Sunday...


2° parte


Okay, Bells. Respira. Ce la puoi fare.

Cercando disperatamente di apparire naturale, distolgo lo sguardo e faccio qualche passo nella direzione opposta.

Prendo un altro bicchiere di champagne dal vassoio di un cameriere di passaggio e lo mando giù veloce.

Con la coda dell'occhio noto che lui è ancora lì, voltato verso di me. Deglutisco nervosamente.

E ora che faccio?

Bevo un altro champagne mentre vaglio in fretta tutte le possibili vie di fuga.

L'entrata è troppo in vista, mi noterebbero subito e non sono poi così sicura che sia una buona idea.

Però potrei...travestirmi da cameriera e cammuffarmi con le altre in attesa di svignarmela, oppure...si! L'uscita sul retro! Perfetto, basterà fare qualche passo e sarò libera. Me ne andrò alla chetichella, fuggendo dal retro come le star, e domani telefonerò a Lucy per scusarmi. Le dirò di aver ricevuto una telefonata da mio padre che mi intimava di correre subito a casa perchè...il gatto aveva avuto una colica a andava portato in fretta dal veterinario. Oppure il cane. Si, il cane è meglio. Così se le venisse in mente la malsana idea di venire a controllare, potrò sempre chiedere a Jake di trasformarsi e fingere di essere il mio cane. Ottimo.

Peccati solo che Jake è un po' più grosso di un normale cane.

Oh, insomma. Le inventerò che...è un cane geneticamente modificato e che ha bisogno di cure particolari...

Isabella Swan”

Mi irrigidisco di colpo.

Accidenti. Avrei dovuto fare più in fretta.

E va bene, Bells. Rilassati.

Dopotutto non è nulla.

Dopotutto è solamente...Aspen Brooks in carne e ossa, vestiti firmati che costano più di casa mia e sigaro cubano tra le labbra.

Bene.

Mi schiarisco la voce, lievemente nervosa.

Bella...”sussurra lui tirando una grossa boccata dal sigaro.

Ehm...ciao”esordisco, ma la voce mi esce un po' più stridula del previsto.

Allora? Come va?” domanda salottiero.

Bene”rispondo, guardando tutto fuorché lui.

Com'è la vita qui a Forks?”

Oh,bè...niente di eccitante...”

Sai, Bella...pensavo che...insomma, quando Lucy ha chiamato per dire della festa...e ha detto che ci saresti stata anche tu,io...”

Oh no. No, no, no.

...tu cosa?”

Alzo lo sguardo verso di lui. È imbarazzato e sta cercando le parole giuste.

Bè, io ho pensato che...insomma, noi due...”

Terra inghiottimi. Seppelliscimi, fammi sparire...

Si sta avvicinando. Indietreggio di riflesso, sperando con tutto il cuore che qualche forma di giustizia divina decida di aiutarmi e mi faccia sparire.

O perlomeno faccia sparire lui.

Aspen. Grrrr....solo a pronunciare il suo nome mi viene l'orticaria.

Insomma, volete sapere perchè ce l'ho tanto con lui?

Il fatto è che io e Aspen una volta andavamo a scuola insieme. Per qualche anno abbiamo frequentato la stessa classe di matematica a Phoenix. Per i primi tempi il nostro è stato un ordinario rapporto di civile convivenza, niente di più niente di meno.

Poi, però, un giorno maledetto, durante la lezione, il prof mi fece un paio di domande, a cui non avevo idea di come rispondere perchè non avevo aperto libro, per il semplice fatto che la matematica, ancora oggi, semplicemente mi disgusta.

Aspen, che era seduto dietro di me, mi suggerì le risposte, e il prof, ignaro della truffa colossale, si complimentò e mi mise pure un buon voto. Usciti dall'aula ringraziai Aspen, e per un motivo che ancora oggi non mi riesco a spiegare, ebbi la malaugurata idea di dargli un bacio sulla guancia. Bene. Anzi male. Malissimo. Perché Aspen quel bacio lo intese nel modo sbagliato. Quel giorno si prese una cotta del tutto innaturale (e ovviamente a senso unico) per la sottoscritta. E da quel giorno non fece altro che venirmi dietro come un cagnolino, regalarmi cioccolatini, fiori e quant'altro e invitarmi a uscire e roba del genere. Una volta più di tutte, uno dei miei ultimi giorni a Phoenix, mi invitò a cena e io risposi di no perchè stavo per partire per Forks e quindi tra noi due non avrebbe potuto esserci nulla. Fine della storia. Solo che ora lui è qui, venuto a Forks solo per me (ci scommetto le ossa che non gliene importa niente del compleanno di Lucy e che si è portato quelle due gemelle ochette e Jude solo come copertura. Andiamo, chi si sciropperebbe mai quattro ore di volo solo per andare alla festa di compleanno di una stupida baguette bionda? Appunto).

E io non so come accidenti comportarmi.

Se lo ignoro o lo tratto male verrò assalita dai sensi di colpa.

Se mi fingo interessata invece penserà che lo sono sul serio e allora...e allora sarò davvero nei guai.

Bella,io...ho pensato molto a te, in questi anni...” e mi poggia una mano sul braccio molto liberamente.

Forse l'idea di mandarlo affanbrodo non è poi così male.

La mano si sposta poi dal braccio al viso, comincia ad accarezzarmi e stavolta mi innervosisco sul serio.

Sono fidanzata, Aspen!” ringhio, brusca, scansando la sua mano e mostrandogli l'anello che prima non aveva notato.

Ah”dice, preso in contropiede, osservando basito l'anello di Elizabeth saldato al mio dito. Ci pensa su qualche secondo e poi sbotta “bè, è con questo?”

Come e con questo?” stavolta sono io quella allibita. Sta parlando sul serio?

Io sono innamorato di te, Bella” mormora alla fine, fissandomi dritto negli occhi.

E tre. Sentirlo non mi scalfisce più di tanto, ormai, con tutti quelli che me l'hanno detto.

Io...”

Non so proprio cosa dire. Insomma, non è una situazione normale.

Tu?” mi incita, mentre un lampo di speranza si impadronisce dei suoi occhi verdastri.

Io...”Su, Bells. Trova qualcosa di intelligente da dire.

Io...ho bisogno del bagno”

Non oso alzare lo sguardo su di lui. Mi volto e mi dirigo a passo spedito verso i bagni delle ragazze.


Quando rientro in sala, parecchi minuti dopo, la festa è nel pieno.

Lo champagne e gli altri alcolici hanno fatto il loro effetto e quasi tutti sono letteralmente impazziti.

Aspen pare che abbia deciso di ignorare lo smacco, e lo vedo seduto su un tavolo intento a fumare qualcosa di sospetto in compagnia di due tizi che non conosco.

Lucy è al centro della pista che balla scatenata insieme a Jude, le gemelle ochette e altre sue due amiche francesi dal nome impronunciabile.

Grace è poco lontana e sta ballando sul tavolo una specie di Rock 'N Roll di sua invenzione, completamente strafatta di alcool dalla testa ai piedi. Più in là, in disparte, l'avocato faccia-da-bambino-petulante, che per tutto il pomeriggio non ha fatto altro che parlare al cellulare, palmare alla mano e portatile aperto davanti a sé. Mi dirigo a un tavolo per prendere qualcosa da mangiare,e sento qualcuno che mi chiama.

Isabella Swan!”

Mi volto verso la voce e vedo Amy, la receptionist, farsi largo tra la folla, sorpassare un paio di ragazzini ubriachi e fermarsi davanti a me.

Miss Swan, è desiderata ala telefono. Un certo...Edward Cullen”

Edward?? Praticamente volo fino al banco della reception, dove un telefono aperto mi sta aspettando con l'aria invitante e lo afferro, mentre il mio cuore comincia con suo solito boogie-woogie nello sterno.

Edward?”esclamo senza fiato.

Bella” è la sua voce calda, morbida e rassicurante. Solo a sentirla mi vengono le lacrime agli occhi. Sono quasi 24 ore che non la sento.

Edward”ripeto come una stupida.

Sono io, amore”

Sei a casa? Come è andata la ca-ehm, il trekking?” mi correggo, vedendo Amy che mi osserva incuriosita da dietro il “Vogue” che sta leggendo. Probabilmente pensa che sono la solita stupida ragazzina in piena crisi ormonale. Cosa che in effetti sono.

Benissimo. Siamo tornati da poco. Sei ancora alla festa?”

Già, sono ancora qui. Quasi quasi vengo a trovarti quando finisce”

Ottima idea, amore. Ho proprio voglia di vederti. Mi sei mancata così tanto”

Oh, Edward, amore mio! Mi fermo appena in tempo dal lanciarmi in un monologo melenso e sdolcinato alla Via col vento, nel vedere Amy spiarmi cercando di nascondersi dietro “Vogue”. Maledetta pettegola!

Anche tu mi sei mancato. Non vedo l'ora di veni-”

Un odore dolciastro mi penetra nelle narici, stordendomi.

Mi volto sorpresa e...vedo Aspen che viene verso di me, con l'andatura ciondolante alla Jack Sparrow, gli occhi iniettati di sangue e un qualcosa di fumante e ignoto tra le labbra.

Oh, no!

Bella”biascica avvicinandosi, tirando una lunga boccata di fumo.

Bella, amore”

Shhh! Zitto, per la miseria, stai zitto!”

Bella?” Accidenti. Lo sapevo che avrebbe sentito.

Ehm, Edward?”

Bella, che sta succedendo? Con chi stai parlando?”

No...nulla, amore...è solo la receptionist...”

Amy alza gli occhi da “Vogue” e fa segno di no con la faccia di una che vuole dire non-mettermi-in-mezzo-alle-tue-stupide-faccende-o-te-la-faccio-pagare. Uffa!

La receptionist?”mi chiede Edward, scettico “La receptionist ti ha chiamata amore?”

Dio, non gli sfugge una virgola,eh?

Si...cioè, no...in realtà era...Lucy...”

Lucy? La nipote di Phil? Sbaglio o avevi detto che era francese?”

Aaaargh! Basta, basta, basta!!!!!!!!!!!!!!

Bella, amore mio! Ti amo, Bella, ti amo!”

Aspen si è lanciato in un monologo shakesperiano probabilmente più per l'effetto dei fumi che per altro, e ci stanno guardando tutti.

Amy ha abbandonato “Vogue” e si è messa a guardarci interessata, dopo aver mollato una gomitata alla collega seduta vicino a lei, una bionda con una gran naso che si stava facendo la manicure.

Bella...”sussurra Aspen avvicinandosi pericolosamente. Oh, Dio. Se resto qui è finita.

Devo squagliarmela. E anche subito.

Ehm, Edward? Io devo anda-”

Come?”risponde lui, ma non sta parlando con me “Stai dicendo sul serio?”

Edward?”lo richiamo, disperata, osservando impotente e con orrore Aspen venire chiaramente verso di me.

Che cosa?” Ancora non mi ascolta “Alice, vuoi dirmi che cazzo sta succedendo?”

Non sento quello che dice dopo. So solo che, proprio mentre Aspen si butta verso di me, io faccio un salto di lato per lo spavento, urlo un “stanno servendo i gamberetti, devo andare!” ad Edward e mi lancio in avanti, ben attenta a schivare Aspen ma del tutto incurante di tutto il resto. Faccio appena un paio di passi, poi qualcosa di freddo e duro cozza violentemente contro la mia fronte ignara.

E subito dopo, il buio.


Mmh.

Che cosa...

Stai giù!” mi ordina una voce imperiosa sopra di me.

Dove diavolo sono finita?

Un'improvvisa fitta alla fronte mi fa rinsavire e allora ricordo tutto.

Porca miseria” biascico, aprendo gli occhi a fatica, trovandomi di fronte una scena piuttosto singolare.

Sono stesa su un dovano, ed Edward è seduto accanto a me: mi tiene un qualcosa di bianco e gelido sulla fronte lesa e ha lo sguardo furioso e nerissimo fisso su...Aspen. Aspen che tiene gli occhi bassi,e di tanto in tanto tira una boccata di fumo, con l'espressione più offesa (lui offeso,eh?) che si possa immaginare.

Accanto a lui, Lucy, le gemelle ochette Hayden, Jude, Amy e la collega col naso da censura che fissano Edward con espressioni da merluzzo che parlano da sole. Anch'io guardo Edward, ma lui si ostina a tenere lo sguardo da vampiro incazzato su Aspen, che per conto suo non sembra minimamente scalfito dalla cosa.

Nessuno sembra curarsi di me, né tantomeno si premura di informarmi di quello che è successo mentre ero svenuta.

Dei passi concitati e Lucy irrompe correndo nella piccola stanza, con un paio di camerieri zelanti alle calcagna. Ci guarda in faccia uno per uno (con una significativa sosta su Edward, il mio Edward) ed esclama, portandosi le mani alla bocca:

Mon Dieu!

Il suo sguardo schizza poi dalla mia fronte alla mano di Edward, ad Aspen, poi di nuovo su di me e infine si sofferma su su Aspen. Spalanca gli occhi, mentre una mera consapevolezza si impossessa si lei, realizzando solo ora il motivo di questa bella riunione.

Qu'avez tu fait à mon amie?” quasi ringhia, percorrendo la stanza a grandi falcate e piantonandosi di fronte ad Aspen. Lui alza la testa un po' confuso, quasi sorpreso che si stesse rivolgendo proprio a lui e dice “Nulla”.

Lucy sbuffa incattivita, strattonandolo per la camicia,e lui risponde con un'alzata di spalle.

Tu...tu as vraiment...”la voce le si incrina, mentre le prime silenziose lacrime amare cominciano a trasbordare dagli occhietti alla Audrey Tatou.

Lucy...”Aspen sembra fare uno sforzo da Hercules ad alzarsi in piedi e guardarla finalmente negli occhi.

Lo sai che io...”

Lei gli volta le spalle, singhiozzando rumorosamente.

Eddai, Blanche...”

Blanche? L'ha chiamata proprio...Blanche?

D'istinto lancio un'occhiata a Edward, che fa un mezzo ghigno nell'osservarli, rilassandosi appena. Io torno a guardare loro, getto un'occhiata al pubblico femminile disposto in sala(anche loro hanno spostato l'attenzione dal mio Edward per rivolgerla alle neo coppia che si è appena formata sotto i nostri occhi increduli)e torno a guardare loro: Lucy singhiozzante, con la testa basta, che di tanto in tanto mormora qualcosa di incomprensibile e intraducibile in francese (che siano imprecazioni contro Aspen? Mah...) e il solito Aspen dietro di lei, le tiene la mano sulla spalla e sussurra qualcosa di altrettanto incomprensibile. Guardo di nuovo Edward, il quale sembra stia facendo una fatica da titano per cercare di non ridergli in faccia.

Ehi, un momento...

Qua sta succedendo qualcosa di interessante.

Vuoi vedere che...

Mi avvicino un po' a Edward, e riesco a dirgli nell'orecchio “mi spieghi che sta succedendo?”.

Lui si volta a guardarmi, si morde un labbro e con la testa fa un mezzo cenno verso i due.

Quei due fanno morire...altro che tutte le telenovelas che fanno impazzire Rose, Esme e Alice...”

Non starà dicendo sul serio che...

No, è impossibile.

Non posso crederci!

Oddio!!! Devo dirlo a Renée!!

Strattono Edward per un braccio, eccitata. Voglio sapere di più. Devo sapere!

Ma stanno insieme?” gli chiedo a bassa voce, agitandomi sul divano, come una bambinetta mocciosa tutta contenta.

Lui fa di no con la testa. Peccato. Sono un po' delusa, a dirla tutta. Ero già pronta a sentire i particolari più piccanti e divertenti, e invece...

Però hanno....” Inizia a ridere sommessamente, poi scuote la testa e mi prende la mano.

Forza, è ora di andare. Come ti senti?”

Hanno cosa?

Cosa? Cosa stavi dicendo prima? Cosa hanno...”

Lui ghigna, senza sbilanciarsi.

Edward!”

Sospira, poi rotea gli occhi in modo molto eloquente, accennando ai due, sempre immobili al centro della stanza.

No! Non posso crederci!”

Andiamo, su! Abbiamo già perso troppo tempo. Charlie ti sta aspettando”

Non crederai davvero che me ne stia buona buona dopo una notizia del genere! Avanti, dimmi di più! Quando? Come? Dove????”

Mi prende per un braccio, trascinandomi fuori dalla stanza.

Aspetta!”urlo, nel vano tentativo di estorcergli qualche altra informazione.

Dimmi solo una cosa: quante volte?”

Lui mi guarda, mentre un ghigno vampiresco e consapevole si fa strada lentamente sul suo volto.

Dimmelo, dimmelo!!”

Lui tace. Senza il minimo sforzo mi trascina fuori dall'hotel, lasciando Lucy singhiozzante vicino ad Aspen, circondati da un pubblico sempre più attonito.


Edward parcheggia di fronte casa di Charlie e si volta a guardarmi. Non gli ho più rivolto la parola da quando abbiamo lasciato l'hotel. Sono rimasta piuttosto offesa dal suo comportamento. E soprattutto sono molto seccata dal fatto che abbia volutamente lasciato correre sui particolari. Insomma. Non è che gli avevo chiesto la luna o chissà cosa. Volevo solamente sapere quante dannatissime volte Lucy e Aspen abbiano...

Dio, a pensarci mi viene ancora da ridere. Chi avrebbe mai pensato che quei due...

E comunque, era mio diritto saperlo. Lui è libero di ficcare il naso nella testa degli altri quando gli pare e piace, però di rivelarmi qualcosina, proprio no.

Bella, è tardi” mi fa notare, indicando l'orologio sul cruscotto, il quale sta segnando le 19:37, proiettando un bagliore rossastro alquanto sinistro nell'oscurità dell'abitacolo.

Io sbuffo, giusto per fargli notare il mio persistente disappunto, poi apro la portiera e metto un piede fuori centrando in pieno una pozzanghera, residuo dell'ennesima pioggia torrenziale di questa domenica. Fortunatamente riesco a scendere dall'auto tutta intera e senza scatenare catastrofi. In un lampo lui è già davanti a me, che mi cinge la vita e mi conduce piano dentro casa.

Bella, per favore”

Cosa c'è?” gli chiedi io di malumore.

La vuoi piantare di fare la bambina capricciosa?”

Non sto facendo la bambina capricciosa!”

Ah, no?” mi guarda negli occhi, una certa tendenza allo scetticismo tradita dalla sua espressione.

Ti avevo solo fatto una domanda. Potevi anche rispondermi!”

Ma saranno fatti loro, o no?”

Tu sei libero di sapere tutto e di mettere il naso nelle faccende altrui quanto ti pare e piace! Sbirciata per sbirciata potresti anche dirmi qualcosa!”

Lui rotea gli occhi, del tutto stufo della discussione. Siamo di fronte alla porta.

Buonanotte, Bella. Ci vediamo di sopra”

Io sospiro in modo molto plateale, liberandomi dalla sua stretta e avvicinandomi alla porta. Pochi secondi prima di sentire le sue labbra gelide premermi sul collo, togliendomi il respiro.

E comunque saranno state...una decina di volte, non so...i loro pensieri erano piuttosto confusi...”mi sussurra all'orecchio, prima di darmi un bacio a fior di labbra e mollarmi sulla porta.


Questa giornata è stata totalmente irreale. Pura fantascienza. Voi credete sia possibile che succedano talmente tante cose in una sola giornata? E che cose! Una più assurda dell'altra. Sarà difficile dimenticare questo giorno.

Hei, Bells!”

Mi volto di scatto, incrociando gli occhi di papà che mi osservano dal divano, il suo rifugio preferito quando c'è una delle sue entusiasmanti partite in Tv. Ai suoi piedi una mazza da baseball della sua squadra preferita, una bottiglia di birra e una ciotola di dimensioni spropositate traboccante popcorn.

Hei, papà! Stasera si vince, eh?”

Lui agita in aria la mazza da baseball, come a vole dare adito a quello che ho appena detto.

Allora, come ti è andata la giornata?” mi chiede.

Io roteo gli occhi, mentre tutte le immagini di questo pomeriggio mi scorrono in testa come in un film. Totalmente irreale.

Niente di che,pa...è stata solo un'altra domenica di pioggia!”

Scrollo le spalle e salgo le scale chiudendomi in bagno, con in testa ancora l'immagine di Lucy e Aspen e le parole di Edward al loro riguardo ben impresse nella memoria.

Mi libero delle scarpe e le butto in un angolo con un calcio, cercando di non mettermi a ridere.

Solo un'altra stupida e... normalissima domenica di pioggia.


Fine


Per concludere questo attacco di demenzialità acuta volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la prima parte di questa storia e soprattutto:


pinefertari85

pazzerella_92

_sefiri_

sophie_95

alice brendon cullen

ambra peperina

algin91

Midnight Dream


Grazie infinite per avermi prestato attenzione! Un bacione a tutte!!


  
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