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Autore: harrehs    27/12/2013    24 recensioni
Harry Styles, ragazzo di un piccolo paesino, sedici anni, un sogno nel cassetto, tenta in tutti i modi di farsi notare dalla sorella del suo migliore amico, Allison Morris.
Lei, la ragazza che gli spezzò il cuore.
Quasi tre anni dopo, quando Harry è ormai una superstar internazionale ed è convinto di aver dimenticato il suo amore del liceo, un imprevisto li farà incontrare di nuovo.
Harry si ricorderà di avere con lei un conto in sospeso.
***
Appoggiò i palmi delle mani ai lati della mia testa, e piegò i gomiti in modo da avvicinarsi ancora di più.
La sua bocca sfiorò maliziosamente il lobo del mio orecchio, mentre i ricci ricadevano ormai sulla mia guancia, pungenti ed eccitanti al tempo stesso.
- Sai, mi fa impazzire...- mi soffiò sul collo, per poi poggiarci sopra le labbra.
Ci lasciò un bacio umido, che sembrò durare un'eternità.
Passò poi dall'altro lato.
- ... L'effetto che ora ho su di te.- finì,  ridendo lievemente. Era soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14. You've been taking up my mind

That’s all I’m thinking about
All I keep thinking about
Everything else just fades away

If this room was burning
I wouldn’t even notice
‘Cause
you’ve been taking up my mind
With your, little white lies, little white lies
-One Direction, Little white lies

 
 
Allison's pov.
 
Nel tragitto verso casa non mi parlò.
Quando scesi dall’auto non mi salutò.
Mi lasciò andare, e in quel momento capii di averlo perso davvero. Non sarebbe tornato come le altre volte. Non era un ridicolo litigio. Lui era stato disposto ad un cambiamento, a fare un passo avanti, proponendomi di uscire insieme ufficialmente.
Ma come potevo stare con lui, se nella mia testa c’era ancora Will? Ma forse non sarei mai riuscita a dimenticarlo; il primo amore, la prima volta. E se era vero che per Will contavo ancora qualcosa, se lui voleva davvero riconquistarmi, allora non potevo illudere in quel modo Harry.
Ma allora perché ci stavo male?
Perché perdere Harry, in quel momento mi sembrò peggio che perdere Will?
Tornata a casa mi limitai a cenare silenziosamente e poi andai a dormire, ignorando le domande di Amy.
Nel letto, mi girai e mi rigirai incessantemente, e finii a piangere.
Silenziosamente, poche lacrime mi rigarono il viso mentre la mia mente cominciava a vagare altrove.
A qualche anno prima, nel mio vecchio paese, quando ancora non c’erano celebrità nella nostra vita.
 
 
-Mamma, mamma, mamma!- urlò Haydn, camminando con passo pesante per la casa. Allison alzò gli occhi al cielo, chiedendo silenzio per tornare al suo libro di letteratura. Il Lunedì successivo avrebbe avuto un importante compito, e voleva prepararsi al meglio.
Così solitamente passava il sabato pomeriggio, a differenza delle altre ragazze della sua età: sui libri.
La madre uscì dalla cucina e si affacciò nella sala da pranzo, dove Allison stava studiando.
-Mamma!- urlò ancora Haydn, raggiungendo le due ragazze.
-Potresti anche fare a meno di urlare in questo modo.- commentò la sorella, ma fu ignorata.
-Ti va bene se stasera vengono i ragazzi a cenare qui? Prendiamo un po’ di pizza.- domandò Haydn entusiasta.
Allison cominciò a tremare; odiava quei ragazzi, e per di più trovarseli in casa le dava i nervi.
-Non ci sono problemi, tesoro.- le sorrise la mamma. Allison scattò in piedi.
-Che cosa? Mamma, sono così rumorosi.- protestò.
-Rumorosi? Sei tu che sei troppo silenziosa, lagna.- la canzonò il fratello.
-State zitti.- intimò la madre. –Haydn potrà invitare i suoi amici. Allie, perché per distrarti non inviti qui Maya? Così facciamo felici tutti.-
Stavolta però, fu il fratello quello innervosito.
-Non se ne parla, quella ragazza è un dito su per il…-
-Haydn!- rimproverò la madre.
-I tuoi amici non sono da meno.- incalzò Allison.
-Fate silenzio!- urlò furiosa la madre. –I ragazzi e Maya potranno venire qui. Prenderete della pizza e starete ognuno in camera sua. Non vi disturberete. Ora andate entrambi nella vostra stanza.-
Allison non se lo fece ripetere: senza degnare di un ultimo sguardo il fratello, afferrò impacciatamente tutti i libri e si diresse in camera sua, socchiudendo la porta.
-E tu migliora il tuo linguaggio.- udì la voce ovattata della madre rimproverare il fratello.
Lui farneticò qualche scusa che non riuscì a distinguere.
-E se restassero anche a dormire?- domandò Haydn.
Allison rizzò subito le orecchie.
-Che cosa?!- urlò furiosa.

 
Mi girai nuovamente nel letto, fino a quando accettai l’idea che dormire sarebbe stato impossibile. Mi alzai lentamente e mi trascinai verso la cucina; quando ero di cattivo umore, solo il cibo poteva aiutarmi.
Frugai nella dispensa e trovai alcuni biscotti al cioccolato, e decisi di farmi davvero del male. Con l’aiuto di una sedia, riuscii a raggiungere lo scaffale più alto, appropriandomi così del burro d’arachidi e della crema di nocciola.
Mi sedetti comodamente al tavolo e aprii la busta di biscotti. Cominciai a mangiarli, solo dopo averli intinti nei barattoli gustosi, certa che avrei messo almeno un paio di chili.
Tuttavia, nonostante il meraviglioso sapore del cioccolato, non riuscii a non pensare, e la mia testa tornò a vecchi momenti.
 
 
-Non li sopporto, lo sai?- commentò Maya, nella camera con la sua migliore amica, riferita alle voci rumorose. Gli amici di Haydn erano arrivati, e stavano facendo un gran baccano dalla camera di fianco. Ridevano e urlavano in modo animalesco, e per le due ragazze era davvero troppo.
Ma Allison aveva promesso alla madre che non avrebbe interferito con il divertimento del fratello, e quindi sopportava il tutto, addentando una fetta di pizza vegetariana.
-E resteranno anche a dormire qui.- commentò amareggiata.
-Non ti invidio.- disse l’amica, che non aveva ricevuto il permesso dei genitori per passare la notte a casa dell’amica.
Poco dopo le voci smisero di sghignazzare, e le ragazze rizzarono le orecchie insospettite.
Qualcuno bussò alla porta della loro camera, e Allison serrò la bocca indispettita, poiché suo fratello stava rompendo la promessa fatta alla madre.
-Chi è?- domandò Maya, con la bocca piena.
-Chiunque vuoi che io sia.- rispose una voce divertita, scoppiando poi a ridere.
Allison alzò gli occhi al cielo, e poi si diresse verso la porta.
-Nick…- sussurrò Maya, avendo riconosciuto la voce. Quel ragazzo le faceva il filo da un pezzo.
Allison aprì la porta, per trovarsi due sorrisi beffardi davanti.
Nick Clough stava appoggiato allo stipite della porta, e teneva in mano una scatola di pizza. Dall’altro lato invece c’era Harry Styles, che mostrava raggiante le due fossette.
Quei due andavano in giro sempre insieme, praticamente inseparabili.
E poi, non era una sorpresa che avessero fatto visita alla camera della ragazze, dato che entrambi avevano una cotta per una di loro.
-Abbiamo voglia di pizza con i funghi.- disse Styles.
Allison aggrottò la fronte, non capendo.
-Voi avete quella con i funghi, ce ne date un pezzo, e noi vi diamo quella ai peperoni.- spiegò Nick.
-Non mi piacciono i peperoni.- rispose con naturalezza Allison, distruggendo l’entusiasmo dei due.
-Quindi- cominciò Maya, raggiungendo la porta. –Ci si vede in giro.- dichiarò, sbattendogliela in faccia.
Le due amiche scoppiarono a ridere involontariamente e tornarono a mangiare; nonostante tutto, a loro piaceva ricevere attenzioni.

-Oh, avanti!-
-Solo un pezzo-
-Al massimo possiamo offrirvi quella al prosciutto, ultima offerta!- si lamentarono un po’ i ragazzi.
Il che non fece altro che far aumentare le risate delle due.
Dopo un po’ i due ragazzi ci rinunciarono, sbuffando un po’ e promettendo vendetta.

 
 
Mi addormentai senza neanche accorgermene.
Il giorno dopo fui svegliata da Amy, verso le dieci e mezza. Fortunatamente quel giorno non avevo lezioni all’università, e neppure lavoravo.
Al lavoro le cose andavano in modo pessimo: non avevo nessuno con cui parlare, e dopo il litigio con Bradley, lui non faceva altro che raccontare sciocchezze su di me, disegnandomi con una puttana che gioca con il cuore della gente.
Con lui avevo chiarito il bacio con Harry, chiedendogli di non raccontarlo in giro.
Era stato onesto, e mi aveva giurato di mantenere il segreto. Ma questo non gli aveva tolto il diritto di buttarmi fango addosso.
-C’è un taxi qui di fuori.- mi disse Amy quella mattina, costringendomi a vestirmi in fretta e furia. –Ce lo ha mandato Louis, dice che è urgente.-
A quelle parole cominciai a preoccuparmi.
Cosa poteva esserci di urgente? Ma soprattutto, c’entrava Harry?
Se riguardava il riccio, io non avevo nulla a che fare con tutto quello.
Comunque, insieme ci catapultammo all’esterno dell’appartamento il prima possibile, e ci fiondammo all’interno della vettura.
Fu un viaggio abbastanza lungo, in cui attraversammo alcune vie in cui non ero mai stata prima, strade rinomate e luoghi desolati.
Fino a quando raggiungemmo casa Tomlinson.
Entrammo attraverso un gigantesco cancello, e, scese dal taxi, camminammo per un vialetto, fino alla dimora vera e propria.
Anche casa di Louis era enorme, ma a differenza di quella di Harry, era arredata in modo più classico, e regnavano colori come il verde e il marrone.
Su un divano di pelle bordò, stavano Niall, Liam e Zayn, con espressione spenta e distaccata, mentre il padrone di casa percorreva a lunghi passi il salone, facendo avanti e indietro, senza tregua.
-Lou, che succede?- domandai con un minimo di tatto, quasi spaventata.
Louis si fermò di scatto e mi fulminò con lo sguardo. Subito dopo riprese a camminare. Mi sentii offesa e andai a sedermi insieme ai ragazzi, mentre Amy domandava loro cosa fosse successo.
-E’ Harry.- rispose schietto Zayn.
Subito il mio cuore cominciò a battere forte.
-Che gli è successo?- domandai di scatto, involontariamente.
-No. Cosa ha fatto.- mi corresse immediatamente la voce di Louis, in collera.
Spostai il mio sguardo da Louis a Niall, a Liam, a Zayn, aspettando che qualcuno mi spiegasse tutto. Niall si sentì tirato in ballo, e dato che sembrava quello più tranquillo, decise di risolvere i miei dubbi.
-Ieri sera è sparito. Non risponde al telefono e…-
-…E i siti internet hanno pubblicato delle sue foto.- continuò Liam.
Aggrottai la fronte. –Ha fatto foto particolari?- domandai, non capendo.
Scossero tutti la testa.
-No, il problema è il luogo dove sono state scattate le foto.- riprese Liam.
Li stavo davvero odiando: perché non riuscivano ad essere chiari?
-E sono state scattate stamattina presto, io non posso crederci!- sbottò Louis.
-Ma dove?!- domandai stanca.
-Buenos Aires.-


 
-Harry è a Buenos Aires?- chiesi per l’ennesima volta, durante quei dieci minuti.
Louis, che aveva ormai deciso di sedersi con noi, sospirò amareggiato.
-Fra poco più di due settimane ci sarà la prima tappa del tour, e lui scappa a Buenos Aires.- commentò.
-Ma perché ci è andato?- imprecai. Improvvisamente tutte le facce si voltarono verso di me, e mi sentii tirata in ballo.
-Non ci arrivi proprio, eh?- domandò retorico Louis.
Smisi di fare domande, e mentre i ragazzi tentavano di telefonare ancora, io sparii di nuovo nei miei pensieri.
 
Maya ormai se ne era andata, ed erano su per giù le due di notte.
Tuttavia, Allison non riusciva a dormire. Così decise di dedicarsi completamente a una tazza di thé.

Si alzò non facendo rumore ed attraversò lentamente il corridoio.
-Oh santo cielo!- imprecò qualcuno. Si voltò di scatto e notò che non era sola; qualcuno era appena uscito dalla porta del bagno, e si era casualmente imbattuto in lei.
Allison si morse il labbro imbarazzata, poiché si era quasi dimenticata della presenza degli amici del fratello.

-Scusami, mi hai fatto prendere un colpo!- si scusò Harry Styles, riprendendosi dallo spavento.
-Non preoccuparti…- rispose Allison in un sussurro, a disagio.
Harry cominciò a boccheggiare, convinto di aver offeso la sorella del suo migliore amico.
-Non che tu sia spaventosa… Anzi… Non volevo dire quello… Tu… Tu sei molto… Ecco io…- cominciò a gesticolare.
Allison, involontariamente, scoppiò a ridere. Il riccio non poté fare altro che seguirla nella risata.
-Scusami, davvero...- riprese grattandosi la nuca, ora più rilassato.
Allison accennò un sorriso.
-E' colpa mia, dovevo accendere la luce...-
Seguì un altro silenzio imbarazzante. I due non riuscivano a parlare, eppure non si muovevano da lì. Impalati e in piedi, uno davanti all'altra, sulla soglia del bagno.
-Non dormi?- improvvisò poi il riccio.
-Troppa pizza.- spiegò Allison massaggiandosi la pancia. Non riusciva mai a dormire dopo aver mangiato troppo.
-E neanche ci avete dato quella con i funghi!- la incolpò Harry divertito, sciogliendosi. Lei rise.
-Ne è avanzata un po'...-
-Pensi quello che penso io?- le ammiccò Harry. Lei lo guardò complice.
-Vado ad accendere il microonde.-

 
 
-Allison?-
-Cosa?- esclamai improvvisamente, riprendendomi dai miei pensieri.
Mi voltai verso il disturbatore; Liam mi guardava scocciato. Indicò la mia gamba, che continuava a fare su e giù per l’agitazione.
-Mette angoscia, più di quanta ce ne sia già.- spiegò, mettendomi una mano sulla coscia per farla smettere.
-Scusa..- borbottai imbarazzata.
Nel frattempo Louis aveva ripreso a camminare per la stanza, imprecando sussurri contro Harry e tentando di telefonargli. Io stavo seduta fra Liam e Niall, accanto al quale c’era Amy, scocciata, che non vedeva l’ora di andarsene via: in qualunque altro luogo non ci fosse stato Liam.
Vicino a Liam poi stava Zayn, che sembrava restare impassibile di fronte a tutti quegli avvenimenti.
-Amy ce l’ha con me?- mi sussurrò schietto Liam all’orecchio.
Io sobbalzai nuovamente, colta alla sprovvista. Mi voltai verso di lui: i suoi occhi esprimevano una sincera preoccupazione, e io cominciai a boccheggiare.
-Dovrebbe?- chiesi.
Lui aggrottò la fronte pensandoci su, poi scosse la testa.
-No.-
-Ti sei risposto da solo allora.-
Accettò la mia risposta e tornò ai suoi pensieri.
Il silenziò calò nuovamente tra di noi e tutti cominciarono a porsi le proprie domande.
‘’Perché hai fatto questo, Harry? Perché?’’ era la mia.
-Squilla!- urlò Louis. –Ma non risponde. Perché non risponde?- cominciò a dire istericamente.
-Lou, forse vuole solo essere lasciato in pace.- improvvisai, ma mi fulminò all’istante.
-Devi scusarlo se è così agitato.- si scusò per lui Niall, pacatamente. –Ma è sempre così prima di un concerto. E’ un perfezionista, anche se non lo da’ a vedere. E Harry sta rovinando tutto. E ce l’ha con te perché…-
-Perché pensa sia colpa mia.- terminai per lui, sentendomi in colpa.
Senza accorgermene avevo pronunciato l’ultima frase troppo ad alta voce, così da farmi udire da tutti. Louis in particolare.
Subito si voltò di scatto.
-Io non penso che sia colpa tua, io ne sono certo.- mi puntò il dito contro. Mi sentivo morire, senza via di fuga, divorata dal senso di colpa.
-Non puoi dire questo, Lou!- si intromise Niall in mia difesa.
Louis mi sorrise sghembo, con l’aria di chi la sa lunga.
-Posso o no, Allison? E’ successo qualcosa ieri tra te e Harry?- incalzò pungente.
Cominciai a mordermi il labbro inferiore, sicura che Louis sapesse tutto. O almeno, Harry gli aveva di certo detto dove era stato la sera precedente. Con me. A farsi spezzare il cuore.
Forse la drastica decisione di Harry poteva essere giustificata e forse io potevo davvero essere attaccata.
Ma non avevo la forza di difendermi in quel momento, e cedetti completamente agli sguardi indagatori di tutti.
-Siamo stati a casa sua, nel suo garage.- risposi schietta.
Mi sentivo tanti occhi puntati addosso, che bramavano il resto della storia.
-Avete fatto qualcosa che avrebbe potuto far reagire Harry in questo modo?- mi domandò razionalmente Liam.
Deglutii, ripensando a quella triste notte.
-L’ho baciato.-
Qualcuno trattenne il fiato, qualcun altro tirò un sospiro e qualcun altro ancora commentò incredulo. Louis invece, alzò le braccia al cielo stremato.
-Questo non spiega le cose.- insistette Liam.
Lo guardai colpevole, con gli occhi pieni di lacrime.
-Lui mi ha chiesto di avere una cosa seria. Che noi due potevamo uscire allo scoperto. Io gli ho spezzato il cuore.-
-Porca puttana, Allison.-
 
-Ma chi ha inventato la pizza? Voglio dire, io la mangerei fino a scoppiare.- commentò Harry, con la bocca piena. Goffamente, si fece cadere del sugo sui pantaloni e subito le sue guance divennero rosse per l’imbarazzo.
Allison rise, non per prenderlo in giro, ma perché si trovava dannatamente a suo agio. Prese un tovagliolo e lo porse al ragazzo.
-Grazie…- borbottò lui ripulendosi.
-Dicevi? Sulla pizza?- lo incoraggiò Allison, cercando di fargli dimenticare quella figuraccia.
-Che non c’è nulla di meglio.- proseguì il riccio.
-Probabile…-
-Davvero, se fossi milionario comprerei chili e chili di pizza!- continuò.
Allison scosse la testa in disaccordo.
-No, sarebbe uno spreco di denaro.- disse la sua.
Harry aggrottò la fronte stupito, e subito gli incuriosì la piega che stava prendendo quella conversazione.
-E sentiamo, cosa faresti se fossi milionaria?- chiese.
Allison ci pensò un po’ su, poi diede un verdetto.
-Non so, probabilmente viaggerei.- rispose sognando.
Harry sorrise automaticamente, affascinato da quella ragazza.
-Dove andresti?-
-Parigi.-
-Parigi?-
-Sì.-
-E perché?-
-Parigi è romantica, è sognatrice. Sì, penso proprio che andrei a Parigi.- rispose Allison definitivamente, con lo sguardo che vagava nel vuoto, bramando quel desiderio.
Harry invece, bramava quello sguardo. Avrebbe dato oro purché quella ragazza lo guardasse in quel modo.
E più la conosceva, più si rendeva conto che era perfetta. Perfetta per lui.
-Allora mettiamola così- cominciò il riccio. –Quando sarò milionario ti porterò a Parigi.-
Allison sorrise imbarazzata, e lo guardò per un attimo, ma non riusciva a tenere gli occhi su quelli del ragazzo per poco più di qualche secondo, e quindi abbassò subito i suoi.
-Ci sto.- rispose.
Per un attimo, si guardarono e sorrisero. Si creò quel legame, destinato poi a rompersi.
-Ma come farai a diventare milionario?- gli chiese lei curiosa.
Lui sbuffò con ovvietà.
-Io sarò un cantante di fama mondiale.- rispose.
Allison rise di gusto.
-Non ci credi, vero?- domandò lui deluso.
Lei si rifece subito seria, capendo che quello era un tasto dolente per il riccio.
-Hai la stoffa, Harry. Chiunque ci crederebbe.-
-Ma è come credere nelle cose impossibili.-
-Tu ci credi?- le domandò lei per provocarlo.
-Come un bambino crede a babbo natale.- fu la sua sincera risposta.
-Ricordati di Parigi, allora.-

 
Poco dopo la pizza finì, mentre i due continuavano a parlare, senza curarsi dell’orario. Poi Harry le chiese un caricatore per il cellulare, perché doveva caricare il suo, e dato che i due avevano lo stesso modello, avrebbe potuto utilizzare quello della ragazza.
Acceso il telefono, questo cominciò a suonare.
-Mi è arrivato qualche messaggio.- spiegò Harry.
-E chi ti cercherebbe a quest’ora?- domandò curiosa Allison, ormai convinta di un forte legame fra i due.
Harry scrollò le spalle.
-Felicity.- rispose senza pensarci.
-E chi è?- chiese Allison.
Solo allora il riccio si accorse del suo errore, e non osò guardarla mentre rispondeva a quella fastidiosa domanda.
-La mia ragazza.-
Allison gli diede la buonanotte e il giorno dopo non lo salutò andando via.
Entrambi dimenticarono Parigi.
Allison si ritenne stupida, poiché era davvero convinta che quel ragazzo potesse provare qualcosa per lei.
Quella sera, Harry Styles le aveva spezzato il cuore.

 
 
-Ho bisogno di una boccata d’aria.- dissi, prima di poter essere attaccata di nuovo.
Mi alzai cercando di scrollarmi da dosso il senso di colpa. Andai in giardino: finalmente un po’ di pace.
Mi sentivo attufata, soffocata, senza via di fuga.
Tirai fuori il mio telefono, per controllare l’orario, che non riuscii ad assimilare.
In quel momento, venne quasi naturale, cercai il numero di Harry, che avevo salvato solo qualche giorno prima.
Senza pensarci, chiamai e portai il telefono all’orecchio.
Uno squillo.
Due.
Tre.
Quattro.
Decisi di attaccare.
Gli squilli terminarono prima che potessi fare qualsiasi cosa.
C’era il silenzio.
Un respiro.
Poi di nuovo silenzio.
-Harry?- chiesi insicura.
Silenzio.
-Sì.- rispose una voce rauca.
Sentii un blocco sparire dal mio stomaco, e sospirai felice.
-Harry dove sei?-
-Perché hai chiamato?- chiese cupo e infastidito.
-Perché sei sparito senza dire nulla! Hai lasciato tutti qui senza dire nulla.- spiegai.
-Lo so.- rispose ridendo.
Cominciai ad essere infastidita e sbigottita dalle sue risposte.
-Lo sai?-
-Questo non spiega perché tu abbia chiamato.- incalzò di nuovo.
-Tutti abbiamo chiamato.-
-Lo so.-
Mi arrabbiai, parecchio.
-Bene. Allora se lo sai, sbrigati a tornare.- urlai, cominciando a piangere.
-Dammi un motivo per tornare.-
Quella richiesta risuonò nella mia testa decine e decine di volte. E io non trovavo una soluzione.
-Non capisco a che gioco stai giocando.- affermai.
Rise, di nuovo.
-Sono ubriaco, Minnie.- spiegò ridendo. Ma non aveva poi bevuto così tanto, altrimenti non sarebbe mai riuscito a fare quella conversazione.
-Perché sei ubriaco?-
-Per dimenticare quel dolore inflittomi da una stronza.- disse tornando serio, e io tornai a piangere.
-Harry… Io…-
-Dì a Louis di smettere di chiamare. Digli che sto tornando.-
-Perché Buenos Aires?-
-Dovevo vedere una persona.-
-Harry, mi dispiace per ieri sera.-
-Non lo so. Non mi interessa. Sappi solo una cosa, Minnie: lui non ti amerà mai come ti avrei amato io.-


La chiamata cessò, e io restai lì, incredula


 
***
Ciao bellezze.

Dopo secoli eccomi qui.
So che probabilmente molte di voi
neppure ricordano la storia.
Però ve lo avevo promesso
che non vi avrei abbandonato.
Detto questo,
mi scuso per il ritardo,
per quanto sia possibile.
Cercherò di aggiornare più spesso
ci proverò,
ma non posso promettere nulla.
Sappiate che mi sono molto impegnata per questo capitolo.
Pure se è una schifezza.

#harrehsback
#dontforgetisback
#dontforgetff


Passando alla storia
non so se vi aspettavate tutte queste cose.
Insomma,
spero vi sia piaciuto!

Vi lascio ora,
spero non per molto!

Su twitter sono
@taysmuffjn

XXX
harrehs

  
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