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Autore: Sheriza    27/12/2013    2 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo II

L'arena della luce


Sharon era seduta sul letto e guardava le coperte con aria annoiata ripensando a quello che era successo poche ore prima proprio lì, in quella camera.

Dopo che la Corte fu uscita dalla stanza, Daniel aveva sbottato gridando che non potevano farlo combattere contro una ragazzina che a mala pena sapeva usare un arma, in più lei sentitasi offesa gli aveva gridato e tirato contro la falce. A calmare i bollenti spiriti era stato Artes, che aveva portato via Daniel.

E' la mia occasione questa.

Si alzò dal letto con un balzo e si diresse verso la finestra, si affacciò fuori sentendo sulla pelle il calore del sole e si godette lo spettacolo che le si apriva davanti.

Casette piccole e bianche costellavano la città, boschetti verdi e rigogliosi separavano Blueville da Rhapsody, e quando Sharon pensava a Blueville le veniva automaticamente in mente Lara.

Lara...La sua lettera!

La ragazza improvvisamente piombò nel panico e cominciò a rovistare nel suo cappotto, nella valigia, ma della lettera che le aveva dato Lara non c'era traccia.

Dove l'ho messa...i pantaloni! Dove sono i pantaloni?!

Rivoltò l'intera stanza, ma dei suoi vecchi vestiti nemmeno l'ombra.

Daniel sa dove sono!” esclamò Sharon entusiasta, ma subito il suo entusiasmo svanì, dopo il suo comportamento come poteva sperare che l'aiutasse a ritrovare una stupidissima lettera?

Si risedette sul letto e cominciò a tirare testate al muro solo per farsi male, aveva perso la lettera della sua migliore amica e non se ne era manco accorta.

D'un tratto la porta si spalancò ed entrò Daniel leggermente alterato.

La vuoi smettere? Mi hai fatto cadere mezza mensola!” sbottò indicando il muro e la testa di lei.

Ma...perché tu sei nella stanza affianco?” chiese sorpresa Sharon imbambolata.

Certo! Sono dormitori quelli in cui ti trovi, mica stanze per i rinnegati!” disse in tono molto più calmo Daniel, che si era appoggiato alla porta con aria noncurante.

Senti, devo chiederti una cosa” bisbigliò Sharon stringendosi le ginocchia al petto, nonostante fosse riluttante a chiederglielo, quella lettera era troppo importante per lei.

Il ragazzo non rispose si limitò a guardarla con un sopracciglio sollevato e un aria incuriosita.

Ecco, dove hai messo i miei vestiti?” mormorò la ragazza guardandolo in tutta la sua bellezza.

Li ho bruciati” rispose secco lui, scrollandosi di dosso un po' di polvere.

COSA HAI FATTO TU?!” gridò Sharon saltando giù dal letto e annullando la distanza che li separava.

Perché? Erano così inutili, e poi ti dona la camicia da notte” sussurrò ridacchiando lui guardandola dalla testa ai piedi.

Giuro che se non ti ammazzo ora, lo farò quando combatteremo!” grugnì lei stringendo i pugni così forte da lasciarsi le mezze lune delle unghie sul palmo.

Daniel richiuse in un unico movimento la porta alle sue spalle, e si avvicinò così tanto a Sharon che lei dovette indietreggiare andando a sbattere contro una scrivania di legno.

Sei piccola lo sai?” sussurrò lui all'orecchio della ragazza.

Scu-scusami se non sono un metro e ottanta” balbettò Sharon, non era mai stata così vicina a un ragazzo prima d'allora.

Sarai un metro e sessanta, anche di meno. Vedi? Sono già superiore a te in altezza, immagina in combattimento” mormorò lui con una voce dolce e suadente che fece arrossire la ragazza.

Ma per favore, sei bravo solo a parole” ribatté lei ostile.

Sono il migliore di questo istituto, non ti vogliono qui, perciò hanno organizzato questa pagliacciata, ma tranquilla sarò clemente con te” disse piano Daniel accarezzandole dolcemente la guancia con un dito per poi finire tra i capelli di Sharon.

Non ti gasare, ragazzino. Anche se sono solo una ragazza, sono forte”.

Daniel accennò un sorriso, poi con un veloce movimento delle mani afferrò i polsi di Sharon così forte da farle male.

Io non penso”.

Erano praticamente appiccicati uno all'altra, lei poteva sentire il respiro di lui, calmo, troppo calmo e regolare mentre il suo era accelerato.

E lasciami!” sbottò Sharon cercando di sottrarsi da quella presa, senza riuscirci.

In quell'istante entrò nella stanza Artes, che rimase per un po' sulla porta, stordito da quella scena.

A-Artes! Non pensare male! Questa specie di ragazzo mi è saltato addosso, menomale che sei arrivato tu!” balbettò Sharon improvvisamente nervosa.

Daniel la guardò leggermente deluso, ma subito quella sensazione sparì.

Eh, forse ho interrotto qualcosa?” mormorò evidentemente a disagio Artes.

No, ovvio che no! Entra pure, Daniel se ne stava andando” disse Sharon lanciando un occhiataccia a Daniel che, senza dire una parola superò Artes e sparì dietro la porta.

Credo fosse leggermente alterato, tu che dici?” mormorò il ragazzo seguendo con lo sguardo Daniel prima che la porta gli si chiuse dietro le spalle.

Qui, dovrei essere io quella alterata...”.

Cosa succede?” chiese il ragazzo con tono dolce mentre poggiava una mano sulla spalla di Sharon, guardandola con aria preoccupata.

Daniel mi ha bruciato i vestiti, e dentro di essi c'era una lettera molto importante per me”.

Il viso di Artes si illuminò di una luce intensa e un sorriso gli si dipinse sul volto, un sorriso che non gli aveva mai visto fare.

Qualcosa non va? Ti diverte questo?” chiese Sharon guardandolo male.

Assolutamente no, e che...credo di avere quello che cerchi. Ho visto Daniel che bruciava i tuoi vestiti e prima di farli buttare nella fornace ho controllato le tasche, trovandoci questa”.

Il ragazzo le stava porgendo una busta rilegata, esattamente quella che le aveva dato Lara, e cosa più importante era ancora chiusa.

Sharon ebbe un sussulto di gioia, prese la lettera dalle mani di Artes stringendola al petto e per poco non si mise a piangere dalla felicità.

Grazie, grazie mille!” gridò Sharon saltando al collo di Artes, chiaramente sorpreso da quel gesto improvviso.

Era rigido come un palo di legno e quando la ragazza si staccò da lui era rosso in viso, Sharon soffocò una risata e poggiò la lettera sulla scrivania.

Sono venuto per dirti anche altre cose...” disse in tono preoccupato il ragazzo guardandosi le punte dei piedi.

Davvero e cosa? E perché porti quella specie di tunica?” chiese Sharon indicando la veste di Artes.

Era la prima volta che Sharon vedeva un abito del genere, era come i vestiti degli angeli nelle raffigurazioni, con una fascia che gli copriva metà petto, lasciando l'altra metà nuda e dei pantaloni larghi e a palloncino che terminavano in degli stivaloni che gli arrivavano al ginocchio. Tutto rigorosamente bianco e dorato.

E' la divisa dei Nephilim della guarigione” disse lui accennando un sorriso.

Scusa?”.

Esistono due categorie di Nephilim, i guerrieri e i guaritori. Io faccio parte dei guaritori, usiamo poteri magici per curare i nostri compagni da una ferita di guerra o da una malattia, in modo da durare di più...siamo fondamentali. Poi ci sono i tipi come Daniel, che sono Nephilim guerrieri, ovvero che usano le armi e combattono corpo a corpo con il nemico” spiegò Artes poggiando un grosso libro nero a terra.

Ah...non lo sapevo. E per caso tu sai com'è Daniel in combattimento?” chiese Sharon con un improvvisa voglia di non dover combattere con Daniel.

E' di questo che ti ero venuto a parlare, Sharon...Daniel è uno dei più feroci Nephilim guerrieri, oltre ad essere un ragazzo molto scontroso. Il fatto che la Corte ti abbia detto di sconfiggerlo è praticamente impossibile, nemmeno tutta la scuola contro di lui vincerebbe. In più è stato fissato per domani l'incontro e tu non penso hai l'allenamento che ha lui nel combattimento” disse preoccupato Artes, prendendo le mani di Sharon che aveva cominciato a tremare.

Sono morta, sono finita...Lo hanno fatto apposta! Per vedermi umiliata, ma non sarà così” disse lei riprendendosi le mani e andando verso la finestra.

Sharon...è meglio che te ne vai...” sussurrò il ragazzo.

Anche tu mi vuoi fuori di qui?! Non ho bisogno del vostro incoraggiamento, adesso vattene voglio restare sola. VIA!”.

Artes la guardò per qualche istante, poi silenziosamente uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle con violenza.

Sharon sferrò un pugno contro la parete, creando una piccola rientranza, mentre la rabbia le cresceva in petto come un fiore. Si avvicinò alla scrivania cercando di calmarsi e prese la lettera di Lara, rigirandosela tra le mani, cosa aspettava a leggerla? Un invito?

Eppure non riusciva ad aprire la lettera, Lara le aveva detto di leggerla quando lei non ci fosse stata, ma lei c'era, lei era sempre con Sharon.

La leggerò quando sarò più calma e rilassata, per ora la terrò al sicuro da qualche parte.

Si guardò un po' intorno scrutando la stanza in cui si trovava, era forse la prima volta che si accorgeva dell'arredamento. Il letto su cui aveva passato la maggior parte del tempo era al centro della stanza, affianco ad esso c'era un comodino fatto in legno con sopra svariati oggetti, di fronte al letto c'era la scrivania in legno e una sedia. Le pareti bianche avevano delle scritte in latino dorate, così sottili e consumate dal tempo che ormai erano indecifrabili.

Tutto sommato era una stanza semplice, Sharon si avvicinò alla scrivania, aprì il cassetto e ripose la lettera accuratamente.

E ora, che faccio?

Si ributtò sul letto annoiata, ma quando lo fece un rumore metallico la fece sobbalzare. Si sporse dal letto e scrutò al di sotto di esso e quello che vi trovò fu quasi assurdo, sotto il suo letto non c'era soltanto la rete, ma anche una vasta gamma di coltelli e spade.

Assurdo, qui le tengono le armi?”.

Sharon afferrò due pugnali dalle lame zigzagate e cominciò a muoverli agilmente, sull'elsa d'oro di un pugnale c'erano incise delle lettere. Anti daemonium.

Anti-demone” sussurrò Sharon incantata da quella scritta.

Prese un altro pugnale ma questa volta sull'elsa non c'era scritto niente.

Analizzò attentamente ogni singola arma, e alla fine decise di utilizzare i pugnali senza scritte. Si allenò tutto il giorno, arrivando alla sera completamente esausta. Aveva ripassato tutto quello che suo zio le aveva potuto insegnare, ma quando le sarebbe servito contro Daniel?

Mentre pensieri di ogni tipo affollavano la sua mente, i suoi occhi si chiusero e dietro le palpebre si formò l'immagine di Artes, della sua espressione mentre gli diceva quello che l'aspettava.


Quando Sharon si risvegliò era accucciata sul pavimento in un angolino, con una coperta addosso e con le armi del giorno prima sparite.

Chi mi ha coperta e mi ha messo apposto le armi?

Si alzò lentamente, mentre brividi di freddo la percorrevano e si diresse verso la porta, quando uscì si trovò Artes davanti che stava per bussare.

Buongiorno!” sussurrò sorridendo lui.

Buongiorno...ehm sei stato tu a coprirmi stanotte?” chiese improvvisamente Sharon guardandolo con occhi assonnati.

No, perché?”.

Oh, forse mi sono presa la coperta da sola e non me lo ricordo...” sussurrò la ragazza cercando di ricordare, ma senza successo.

Non ti sto seguendo” ammise Artes.

Niente, lascia stare. Piuttosto mi sai dire dove posso fare una doccia? Sono due giorni che sono chiusa in quella camera”.

Ecco, e vedi di restarci. La Corte non vuole che si veda una ragazza passeggiare per i corridoi dell'edificio prima di oggi pomeriggio”.

Ma io voglio farmi una doccia!” si lamentò Sharon sbattendo i piedi a terra come una bambina.

E va bene, basta mi arrendo. Mettiti questo mantello e seguimi, penso che tu voglia anche mangiare...”.

Ovvio, non mangio da un giorno” rispose secca Sharon indossando un vecchio mantello consumato nero.

La ragazza seguì Artes per una serie di corridoi a spirale e dopo svariate scale giunsero in una stanza completamente piastrellata e pulita, delle docce erano disposte in fila dietro dei separé azzurrini.

Fatti pure la doccia, a quest'ora non viene nessuno. Per quanto riguarda il mangiare te lo vado a prendere e te lo porto in camera, poi ti vengo a riprendere e vedi di non fare casini. Non parlare con nessuno e quando esci metti sempre il mantello. Intesi?” disse Artes in un tono quasi paterno.

Si” sbuffò Sharon dirigendosi verso la doccia più nascosta di quella stanza.

Dopo che Artes se ne fu andato, Sharon entrò nella doccia felice di sentire l'acqua bollente sfiorarle la pelle. Dopo aver finito, si rimise il mantello e restò ad aspettare il ritorno di Artes.

Una ventina di minuti dopo era di ritorno e dopo averla accompagnata nella sua stanza e averle consegnato i vestiti che avrebbe dovuto indossare per il combattimento, sparì nel nulla. Sharon mangiò avidamente ciò che Artes le aveva portato e dopo aver finito prese i vestiti dal suo letto e li scrutò. Erano completamente neri con le cuciture o i bottoni dorati. Il di sopra era formato da una maglietta aderente nera senza spalline, un giubbotto pesante pieno di tasche e cerniere, un pantalone aderente con delle placchette d'acciaio ai lati, stivali che le arrivavano fino al ginocchio e dei guanti felpati senza dita che aderivano anche nel più piccolo punto alla mano.

I lunghi capelli biondi raccolti in una coda, la pelle diafana e i suoi occhi erano un contrasto abbastanza forte con il nero dei vestiti, che tutto sommato le donavano.

Sharon Clair” tuonò una voce.

Sharon si girò di scatto e si ritrovò davanti l'uomo incappucciato col pizzetto biondo che l'aveva accolta la sera che era arrivata a Rhapsody, la ragazza restò in silenzio a guardarlo cercando di capire come aveva fatto ad entrare senza fare il minimo rumore.

Sei pregata di seguirmi, la tua prova sta per avere inizio” disse in tono freddo l'uomo girandosi e avviandosi per il corridoio, senza curarsi del fatto che Sharon non lo stesse seguendo.

La ragazza come risvegliata da un sogno si affrettò a raggiungere l'uomo e gli si mise dietro, ascoltando il rumore dei suoi stivali sul pavimento di marmo bianco striato di nero.

Attraversarono l'intera struttura e arrivarono nel cortile, la ragazza nonostante lo avesse già visto di notte restò stupita nel vedere che alla luce del sole, le foglie sembravano brillare.

Passarono davanti una fontana e seguirono la stradina di ghiaia fino ad arrivare a un enorme edificio, entrarono e Sharon constatò che era una specie di arena.

Gli spalti tutt'intorno erano pieni di ragazzi che ridevano e scherzavano, al centro della struttura c'era una lastra di granito rettangolare sul quale c'era un ragazzo in abiti uguali ai suoi, esattamente sotto la lastra di granito posta un po' più in alto rispetto il livello del pavimento c'erano altri spalti, occupati solo dagli uomini incappucciati.

“Benvenuta nell'arena della luce, cammina fino al palco” sussurrò l'incappucciato recandosi dai suoi compagni.

Sharon si sentiva girare la testa e le gambe le tremavano, avrebbe dovuto sfidare Daniel davanti tutta quella gente?

“Mi aspettavo qualcosa di più...piccolo” sussurrò Sharon muovendo dei passi con riluttanza.

Senza sapere come, la ragazza riuscì ad arrivare fino alla lastra dove un uomo in armatura gli stava porgendo una falce.

“Devo combattere con questa?” chiese allibita Sharon.

Non aveva mai considerato la falce come una vera e propria arma da combattimento, l'aveva sempre vista come abbellimento, l'uomo la guardò inespressivo e non disse niente si limitò a spingerla sulla lastra ed ad allontanarsi.

Daniel era già lì fermo con una spada in mano, era seduto e in quei vestiti i muscoli gli risaltavano, i capelli biondi selvaggi di come chi si è appena svegliato, gli occhi divertiti ma attenti sulla figura di Sharon.

“Devo ammettere che, almeno le armature dei Nephilim ti stanno bene” gridò Daniel per farsi sentire dalla ragazza, che si trovava all'altro capo della lastra rispetto a lui.

Sharon strinse i pugni e i denti e si avvicinò un po' di più, poi un suono acuto fece finire di chiacchierare i ragazzi sugli spalti e il silenzio regnò, spezzato solo dal parlare di un incappucciato.

“Sta per avere inizio la prova di questa ragazza. Se sconfiggerà Daniel Hareal potrà entrare al Paradisium, in caso contrario sarà bandita per sempre dalla Contea di Jevith” gridò l'uomo col pizzo biondo.

Un brusio attraversò la folla, ma subito fu messo a tacere.

“Che la prova abbia inizio”.

Un altra volta il suo acuto risuonò nella testa di Sharon, e pochi secondi dopo si ritrovò a respingere un attacco di Daniel.

Il ragazzo aveva fatto un salto incredibile e si era fiondato su Sharon con la spada sguainata, era una spada che sembrava fatta d'argento, la lama sottile e affilata risplendeva sotto il sole del pomeriggio.

“Buona difesa, almeno” sussurrò Daniel arretrando e preparandosi a un nuovo attacco.

Sharon non rispose, si limitò a grugnire ed evitò un altro attacco rispondendo con una falciata andata a vuoto. La lama seghettata della falce fendette l'aria con forza e terminò per terra, creando un buco dov'era atterrata.

Quest'arma non è legata a me, non la riesco a controllare come si deve.

Però io sono in netto svantaggio, la mia arma non è legata a me. Mentre la tua si” gridò Sharon, tirando fuori la falce dal granito e mettendosi in posizione di difesa.

Guarda che anche tu puoi legare quella falce a te, e solo che non te lo hanno mai insegnato” sussurrò Daniel quanto bastava per farsi sentire dalla ragazza.

Un ondata di rabbia percosse Sharon, che si lanciò contro Daniel che all'ultimo secondo aveva parato una falciata che gli aveva tagliato di striscio il braccio destro, ma comunque la forza di quella botta fece perdere l'equilibrio al ragazzo che cadde portandosi dietro la ragazza.

Un suono che Sharon non riuscì ad identificare attraversò gli spalti, era completamente sopra Daniel, ne riusciva a sentire il respiro affannato, il cuore battere e riusciva a vedere anche la sua bocca curvata in un sorriso.

Il ragazzo si alzò di scatto con forza, spingendo Sharon a terra e una volta in piedi puntò l'arma sul viso di lei intimandole qualcosa.

Basta così” disse in tono soddisfatto una voce proveniente dagli spalti della Corte.

Daniel con un rapido movimento della mano rimise la spada nella cintura che portava alla vita e poi guardò la ragazza ancora a terra, con uno sguardo soddisfatto.

Ragazzina, non mi sono nemmeno impegnato per batterti” bisbigliò lui.

Sharon strinse i pugni così forte da ferirsi con le unghie, si era fatta battere e in un modo così banale.

La Corte si alzò e si diresse verso la lastra di granito, una volta su di essa si abbassarono il cappuccio e la ragazza dovette trattenere un urlo. Gli occhi degli uomini erano completamente rossi e l'unica cosa che spezzava quel rosso era una pupilla verticale nera, non avevano nemmeno l'iride.

La Corte Elie ha preso una decisione. Sharon Clair, alzati”.

La ragazza riluttante si alzò, e non avendo il coraggio di guardare negli occhi quegli uomini puntò il suo sguardo sulle punte dei suoi stivali.

Sei stata battuta” tuonò l'uomo col pizzetto biondo poi facendo un passo avanti continuò “Per questo dovresti essere esiliata”.

Sharon ebbe una fitta al cuore così forte che le fece girare la testa, aveva cominciato a vedere il pavimento ruotarle sotto i piedi.

Nonostante questo però” aggiunse un altro, facendo fermare i giramenti di testa di Sharon, “Hai dimostrato grande impegno, hai affrontato lo stesso la tua sfida anche sapendo che saresti andata in contro a una sconfitta certa”.

Sharon alzò lo sguardo incredula, gli aveva veramente detto quelle cose?

Sharon Clair, sei ammessa al Paradisium. Come alunna di questo istituto adesso avrai il compito di rispettare le regole, allenarti e combattere per proteggere la tua patria da chiunque osi minacciarne la pace” disse in tono autoritario l'uomo.

Ma Sharon non lo sentiva più, si era fermata alla parte dell'ammissione e i giramenti erano tornati più forti di prima accompagnati da una moltitudine di pensieri.

Faccio parte del Paradisium” sussurrò piano.

Una mano le si poggiò sulla spalla, e quando la ragazza si girò vi trovò Artes che le sorrideva.

Congratulazioni” sussurrò sbuffando Daniel, mentre dagli spalti partivano urla di gioia e applausi.

  
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