Capitolo due
Arrivammo a casa mia.
“Voglio andare a vedere come mi stanno i vestiti.” Disse Zayn.
“Okay, il bagno è da quella parte.” Risposi indicandogli un corridoio. Andai in sala registrazioni, infilai l’abito e le scarpe che mi aveva dato la prof:
Quando fui pronta, presi in mano il foglio con il testo della canzone, e mi accorsi che la conoscevo. Iniziai a cantarla, si chiamava Everytime We Touch ed era dei Cascada. Come ogni volta che iniziavo a cantare, la mia voce era un po’ roca, bassa. Partii con i primi versi:
I still hear your voice when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Forgive me, my weakness but I don’t know why
Without you it’s hard to survive
‘cause every time we touch I get this feeling
And every time we kiss I swear I could fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want it to last
Want you in my life
‘cause every time we touch I feel the static
And every time we kiss I reach for the sky
Can’t you feel my heart beat so
I can’t let you go
Need you by my side.
Your arms are my castle
Your heart is my sky
They wipe away tears that I cry
Sentii due braccia forti avvolgermi I fianchi da dietro, e una mano calda togliere il microfono dalla mia. Una voce dolcissima iniziò a cantare.
The good and the bad times
We’ve been through them more
You make me rise when I fall
Avvicinai il suo polso al mio viso e iniziai a cantare con lui.
‘Cause every time we touch I get this feeling
And every time we kiss I swear I could fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want it to last
Need you by my side
‘cause every time we touch I feel the static
And every time we kiss I reach for the sky
Can’t you feel my heart beat so
I can’t let you go
Want you in my life…
Presi un altro microfono e cantai il bridge, eravamo uno di fronte all’altro, e mi persi nei suoi occhi color cacao.
Every time we touch I get this feeling
Every time we kiss I reach for the sky
Can’t you feel my heart beat fast
I want it to last
Need you by my side
Cantammo il ritornello a due voci, io alta e lui più bassa, le nostre mani libere si unirono e le nostre dita si intrecciarono, mentre una serie di brividi scorrevano lungo la mia schiena.
‘cause every time we touch I feel the static
And every time we kiss I swear I could fly
Can’t you feel my heart beat so
I can’t let you go
Want you in my life…
La canzone era finita.
Lo guardai un’ultima volta prima di appoggiare il microfono.
“È perfetta.” Sussurrai.
“Già.” Rispose.
“E tu hai una voce fantastica.”
“In confronto alla tua, la mia voce è orribile.”
“Ma cosa dici! Hai una voce perfetta, alta o bassa a seconda della nota da cantare, nemmeno io sono così ampia nelle tonalità.”
“Grazie.”
Sorrisi.
“Non abbiamo nemmeno pranzato, ti va una pizza?”
“Magari, grazie.”
Ridemmo. Andai a prendere il telefono e composi il numero della pizzeria più vicina.
“Pizza da asporto parla Steve, buongiorno.”
“Ciao Steve.”
“Hey.”
“Come va?”
“Tutto ok, tu?”
“Bene, domani Evan Rogers verrà a scuola mia per sentire me e un mio amico cantare.”
“EVAN ROGERS?!”
“Sì.”
“Oh cazzo, e non sei agitata?”
“Sì ma... sono pronta.”
“E con chi canti?”
“Con un ragazzo. Si chiama Zayn Malik.”
“Ah. Canta bene?”
“Canta da favola.”
“Wow. Allora buona fortuna.”
“Gazie. Comunque, avevo chiamato per ordinare due pizze, a dire la verità.”
“Due?”
“Sì, Zayn è a casa mia.”
“Non è che...”
“Ma va, lo conosco solo da sta mattina, e poi siamo solo amici.”
“Hum... come vuoi. Dai, dimmi che pizze devo farvi.”
“Due margherite.”
“Okay. Vi arrivano tra un quarto d’ora.”
“Va bene, grazie.”
“Ciao Gemma, stammi bene.”
“Anche tu, ciao.”
Steve era mio amico, ci conoscevamo da quando erano morti i genitori di mia madre, e io avevo iniziato ad ordinare pizze quasi ogni giorno.
Quando riattaccai, Zayn mi chiese:
“Scusami se mi faccio i cazzi tuoi, ma come fai a pagarti da mangiare e da bere, alla fine non lavori...”
“Beh, devi sapere che mio padre era un produttore discografico e che mia madre aveva un’azienda di cosmetici, quindi erano stra miliardari, e tutti i soldi li lasciarono a me, quando avrei compiuto 15 anni. Così in pratica io sono miliardaria senza aver mai alzato il culo dalla sedia.”
“Wow, figo. Ma allora perchè vieni ancora a scuola quando potresti startene tutto il giorno a dormire?”
“Perchè prima che mia nonna morisse, le ho promesso che avrei finito gli studi, e io mantengo sempre le promesse.”
“Oh, capisco.”
“Dai, raccontami un po’ di te!”
“Cosa vuoi che ti dica, sono nato qui a Bradfor e mio padre è pachistano, ho tre sorelle e amo moltissimo cantare, però non so ballare e nemmeno nuotare, quindi portami dappertutto ma non in piscina o al mare.” Ridemmo.
“Come si chiamano le tue sorelle?”
“Doniya, Waliyha e Safaa.”
“Wow.”
“Tu invece sei figlia unica, vero?”
“Sì.”
“Ah.”
“E così ti piace tanto cantare... perchè non vai ad X Factor?”
“Ci andrò, a fine anno.”
“Oh mio Dio fai sul serio?!”
“Sì.”
“No!! Posso venire con te?”
“Ma magari...! però potrai venire a vedermi!”
“Giusto. Verrò sicuramente.”
Sorrise. Ricambiai. In quel momento suonarono alla porta. Andai ad aprire e trovai un amico di Steve con due scatoloni in mano. Lo pagai e portai dentro il nostro pranzo. Zayn si sedette davanti a me sul tavolo della cucina e iniziammo a mangiare.
“Stavo pensando...” dissi quando avemmo finito “...Ma se tipo ad X Factor vinci e diventi famosissimo, tornerai mai a Bradfor?”
“È impossibile che io vinca X Factor , Gemma.”
“Perchè? Canti da favola.”
“Sì ma... c’è tanta gente che canta meglio di me...”
“Il giorno in cui diventerai una pop star ne riparleremo.” Conclusi ridendo.