Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: selfisher    30/12/2013    8 recensioni
Faith ne era innamorata, parlava solo ed esclusivamente con lui, mangiava solo se lui la pregava di farlo, e dormiva solo se si ritrovava accoccolata nelle sue braccia.
Ma in fondo sapeva che non potesse nascere niente tra loro due, anche se si rifiutava di accettarlo.
Perché tra di loro non poteva nascere qualcosa? Semplice, perché Niall in realtà era soltanto frutto della sua immaginazione.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-nda. non ho intenzione di offendere/disturbare persone che soffrono di certi disturbi psicologici, o che hanno passato si e no le stesse situazioni dei personaggi. Sappiate che ne scrivo con il massimo rispetto, e tutte le ricerche possibili-

 




*
 
9- Talk.



«Liam, mi dispiace così tanto.»
Ruth Payne era ora in piedi dinanzi a lui, con gli occhi spenti, i capelli impeccabili e le mani poggiate sulle spalle del fratello. Dietro di lei la sorella Nicola.
«Era nostra madre, non avrei mai voluto che accadesse questo.» Continuò Nicola, posiziondandosi accanto al ragazzo.
Liam era frustrato ed i costanti sensi di colpa non facevano altro che logorargli la mente, e le suddette sorelle non miglioravano la situazione.
«No. - neutro Liam prese parola - Lei non è vostra madre. E' la mia. Voi non siete mie sorelle, tantomeno mie conoscenti. Evitate di parlare di colei che ha fatto il gravissimo errore di mettervi al mondo come se fosse una vecchia defunta. E' viva. E' semplicemente in ricovero, ma stesso il medico ha specificato che sopravviverà.»
Gli occhi delle sorelle però non erano feriti, o quant'altro. Nei loro occhi vi si leggeva solo una grande compassione nei confronti del rgazzo. Come se realmente pensassero che loro, di colpe con l'accaduto, non ne avevano.
«Ruth, che ti aspettavi. E' ancora piccolo, non mi soprende che non abbia avuto le capacità di prendersi cura di lei.»Nicola si girò verso la diretta interessata, scostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso.
L'accento nettamente americano, dovuto agli svariati anni trascorsi nell'emisfero opposto, rendeva quasi difficile a Liam capire cosa dicesse.
«Hai ragione, sorella. - il ragazzò calcò il sostantivo per far sì che si notasse maggiormente la sua acuta ironia-  Però, almeno, per quanto vani i miei tentativi, io sono sempre stato qui. Non sono tornato solo per stabilire a chi dovessero essere dati i beni della mamma dopo la sua morte. Non credi di trovarti in una posizione leggermente più svantaggiata? -si fece largo tra le due- Ed ora, con permesso, ma ho una madre da visitare.» Detto questo uscì dalla stanza lasciando dietro due sorelle, tanta perplessità e parole totalmente veritiere.






«Dimmi Haz, muoviti.» sussurrò il Niall, voltandosi appena per notare Faith ancora bellamente distesa sul letto, fortunatamente dormiente.
La nottata era trascorsa burrascosa, le urla della ragazza non facevano altro che echeggiare imperterrite tra le quattro mura. Per premura, Niall aveva deciso, silenziosamente, di rimanere con lei, per evitare che, a causa dello shock avuto la sera prima nello scoprire che l'assisino della sua famiglia era ancora presente ad osservarla, potesse causarle qualche attacco schizofrenico.
«Niall ho delle novità. Mi sono appostato, due giorni fa, all'entrata della casa del capo degli Squirtle, il cui indirizzo mi è stato gentilmente fornito da un loro mebro stesso. Li ho spiati, vogliono attaccarci sabato alla festa di Cotard Trunner. - Niall, zittito, tentò di fare mente locale, cercando di associare quel nome ad un corpo - Tranquillo, ho pensato anche a questo. Ho eseguito delle ricerca sul festeggiato, pare che sia il ritorno dall'università, e lui, molto famoso in città ha invitato tutti, dicendo di portare altra gente. Io ho un controattacco pronto, ma dobbiamo vederci subito per discuterne.»
Faith si agitava nel letto, mentre un Niall pensieroso era intento a camminare in tondo per la stanza escogitando un modo per essere presente al raduno dei ragazzi, la sera stessa.
«Haz, non posso lasciare la ragazza qui.» Si trattenne dal chiamarla come era solito fare con gli amici con il dispreggiativo che le aveva assegnato: "psicopatica".
«A questo ci penso io! - si sentì in lontananza la voce di Louis, probabilmente appena arrivato dal riccio - Porta anche lei stasera, a casa mia. Falle una sorpresa, dicendo che vuoi farle conoscere i tuoi più cari amici. Lei magari si sentirà lusingata, e prenderai due puttane con un solo pene. Io porterò Scarlett, una mia amica, in modo che abbia una compagnia.»
Niall dopo ulteriori minuti a programmare il tutto chiuse la chiamata, sedendosi sul letto accanto a Faith. Gli dispiaceva svegliarla proprio nel momento che era riuscita, magicamente, a dormire, per quanto possibile, in modo sereno, ma doveva.
«Faith - la chiamò, scostandole una lunga ciocca dal viso - Ehi.» disse dolcemente.
Non si era mai soffermato più di tanto a guardarla, almeno non in modo così approfondito.
I grandi occhi, le lunghe ciglia, il naso a patata, le labbra, erano affiancate dalla famosa cicatrice che una volta aveva osato accennargli la zia.
Era visibile, ma non deturpava la strana bellezza della ragazza. Non era profonda, larga, rialzata, era semplicemente un lungo graffio bianco.
Gli occhi della ragazza si aprirono, e riuscì a notare che, nonostante l'orrore che quella cicatrice racchiudeva, si abbinava perfettamente ai suoi occhi.
«Fay, ti va di venire con me in un posto?»










«Ti piace la musica?» le chiese Niall.
Finalmente, con cautela, si ritrovavano nella grande auto del biondo, appena dopo essere sgattaiolati fuori dalla clinica, aggirando infermiere, e coprendo con uno straccio la videocamera dell'uscita.
Niall era vestito in modo insolito per Faith, abituata a vederlo sempre con jeans e maglioni. Indossava, ovviamente insieme ai suoi inseparabili jeans, anche se leggermente più stretti del comune, una maglia bianca, e una giacca di pelle, in più un paio di scuri occhiali neri.
Faith annuì alla domanda del ragazzo.
«Sul serio? - gli occhi di Niall si accesero - Ma tanto tanto? o sei un'ascoltatrice occasionale?» le chiese sorridente.
Faith rise per il modo in cui Niall aveva chiamato quelle rgazze che poco si dedicavano alla musica. Eppure per lei non era così.
Con la mano indicò il numero uno, in modo da indicare la prima opzione detta dal ragazzo.
«Sul serio? -ripetè il ragazzo sorridendo - Suoni qualche strumento?» la ragazza annuì nuovamente, con un velo di tristezza a dipingerle gli occhi. Suonava, purtroppo.
«Chitarra? - la ragazza annuì - Pianoforte? - annuì nuovamente - Violino? -fece un segno di negazione - Flauto? - negò ulteriormente - Batteria?» annuì per poi fare un segno con le mani in modo di far intendere al ragazzo che non suonava nient'altro.
«Io suono la chitarra, e adoro cantare... Ti va di accendere la radio?» Non se lo fece ripetere ulteriormente, premento il tasto d'accensione cambiando continuamente frequenza fino a trovare una canzone che attirò la sua attenzione.
«Devo complimentarmi Fay, adoro questa canzone! - alzò il volume - E' da tanto che non ascolti musica?» Niall si accertava sempre che le sue domande fossero facilmente rispondibili con un "si" o un "no".
La ragazza negò.
«Davvero? E come l'ascolti, hai un telefono? - dal viso della ragazza riuscì a decifrirare che non lo avesse - tranquilla, rimedieremo.»
La macchina accostò, la radio si spense, e Faith fu assalita dal panico.
Uscì tremante, con l'aiuto di Niall, prese, com'era solita fare torturarsi le mani, e buttò il viso in avanti coprendoselo con i capelli.
Niall lo notò. Riusciva, se pur a stento a riconoscere quando la ragazza era turbata, o se ci fosse anche un minimo pensiero ad invaderle la mente.
Tolse gli occhiali, avvicinandosi a lei.
Le scostò i capelli dal viso, alzandolo, facendo si che si guardassero negli occhi. Lentamente si avvicinò a lei, allontanando le mani l'una dall'altra, portandole dietro la sua schiena.
La abbracciò.
La abbracciò stretta, scacciando ogni preoccupazione, ogni paura, tutto il passato, presente e futuro.
Si staccò solo quando si rese conto che non tremava più, e la condusse così alla porta.
Dall'uscio comparve un ragazzo.
Era alto, i capelli e gli occhi erano del medesimo colore miele. Aveva un sorriso triste, come se la sua anima fosse distrutta da qualcosa.
«Ciao! Tu devi essere Faith, io sono Liam, è un piacere conoscerti!»
Faith gli sorrise titubante, stranita dal fatto che non le avesse parlato come se fosse malata.
Sapeva di esserlo, ma non lo era.
Faith sapeva di essere una psicoptica, ma era consapevole che se la sua debolezza non avesse avuto la meglio su di lei, se quelle cicatrici riuscissero a nasconderla, lei sarebbe tornata, più combattiva. Eppure, nonostante fosse consapevole di avere un intelligenza al di fuori della norma non si sentiva in grado di sforzarla, e accantonava tutto.
«Ciao anche a te Liam!» lo riprese Niall brusco, entrando seguito da Faith, persa ormai nei suoi pensieri.
«O ciao! - un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzuri le si avvicino - Io sono Louis, L-O-U-I-S, nome semplice. Tu sei Faith. F-A-I-T-H. Capito? »
Faith annuì calando il capo,non notando così l'occhiata di fuoco che Niall lanciò al cosiddetto Louis.
«Ciao, io sono Zayn!» le sorrise un'ulteriore ragazzo.
«Certo che te ne esci tu con questo nome così complicato. - Louis si rivolse al moro-  Z-A-Y-N, nome straniero. -scandì precisamente ogni parola- Ma puoi chiamarlo Jim.» Inventò un nome quanto il più semplice possibile.
Faith continuava a sentirsi a disagio, sperando che quel Louis smettesse di trattarla come se fosse invalida.
Malata mentale non era sinonimo di invalidità nell'apprendere.
«Lascia stare questo cazzone. - le sorrise dolce un'altra ragazza - Io sono Scarlett, ma la gente mi chiama Scar o Letty, io preferisco Scar, sai, mi da un'aria più vissuta. - rise- Piacere di conoscerti!»
Faith accennò un saluto.
«Certo che pure tu! Tranquilla Faith, ne tu non capire, è normale. N-O-R-M-A-L-E.»
Per fortuna, a salvare quella spiacente situazione fu l'entrata di un ulteriore ragazzo, infradiciato dalla testa i piedi.
«E' possibile che fino a cinque cazzo di minuti fa splendeva il sole, ed ora mi ritrovo cosi?!» Solo dopo si accorse della presenza degli ospiti, e con un sorriso di scuse, accennando un "torno subito, così mi presento", sparì su per le scale.
«Faith, mi dispiace davvero per il comportamento di Louis...» le sussurrò Niall ad un orecchio, senza farsi sentire dal rimanente del gruppo.
A lui dispiaceva, ma a Faith no. Non riusciva a ritenersi offesa, per quanto si sforzasse di far rientrare anche quest'emozione all'interno del suo corpo.
Ormai però si convinceva sempre di più che gli unici sentimenti che riuscisse a provare erano proprio quelli legati al dolore e alla paura, nessun derivato, anche se simile, oltre quelli.
«Bene! - il ragazzo zuppo di prima fece il suo rientro in soggiorno, dove i ragazzi si erano accomodati. - Io sono Harry, tu devi essere Scarlett? - si rivolse alla rossa, che annuì sorridendo - E tu Faith! » Si avvicinò alla ragazza abbracciandola di slancio.
Nei suoi occhi il terrore, ed in un attimo si ritirò, mentre un Niall si posizionava fra Harry e Faith, facendola sentire protetta.
Tutto il resto giaceva in silenzio.
«Oddio, Mi dispiace... - balbettò Harry - Io non sapevo ti desse fastidio, sul serio, scusa, perdonami, chiedo venia, mi prosto ai tuoi piedi.» Dall'ansia trasparente nella sua voce si deduceva quanto seriamente fosse pentito.
La tensiono alleggiava nell'aria, tutti in attesa della risposta di Faith, che si rilassò, accennando un sorriso. aveva constatato che quel ragazzo non costituiva una minaccia per lei, e che poteva non aver paura.
Le guancie di Harry furono invase da due enormi fossette, mentre la invitava a sedersi sul divano, tra lei e Liam, e le sorrise rassicurante.
Odiava prestare attenzione a ciò che la circondava, non prestava attenzione alle persone, non immaginava le loro vite, e non le interessava, proprio per questo, dell'animata conversazione che gli altri avevano intrapreso riuscì ad intuire solo delle risate scostanti.
«Ragazzi, basta! - li riprese Louis - Non vedete che Faith non capisce? Faith! - la chiamò - Tuttò Bene?»
Era stufa di essere trattata così da quello stupido ragazzo, che, a quanto mostrato, nel cervello non aveva altro che neuroni morti.
Un fiume di parole le annebbiò la mente, le mani prudevano, gli occhi bruciavano, la gola vibrava, e il cuore martellava la sua cassa toraciva.
«Louis. - lo richiamò a voce bassa. Si zittirono tutti.- Sono psicopatica, non autistica.»


 
*
Oh porca troia.
Sono qui. Sono davvero qui. Non sto sognando. Non è uno scherzo.
Non avete idea di quanto mi senta bene in questo momento, dopo aver finalmente continuato la mia storia.
Non dico altro.
Grazie a chi ha aspettato.
A presto.
Faith x ( o Noah, come preferite lol. Si è strano, ma diciamo che è un regalo di natale c: )

 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: selfisher