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Autore: Antogeta    31/12/2013    4 recensioni
Ryoga: timido, scontroso, ma anche leale e romantico; Ukyo: prepotente, sicura di sè, ma anche dolce e ottima confidente. Entrambi innamorati della persona sbagliata; entrambi incredibilmente bisognosi d'affetto. E se ci si mette di mezzo Ranma, cosa mai potrà scaturire da un simile incontro? Ambientato dopo il Tunnel del Perduto Amore.
Dal cap. 1:
"Obbligo!" esclamò Ryoga, sbattendo una mano sul tavolino per enfatizzare ciò che aveva appena detto.
Il largo sorriso da Stregatto che spuntò sul viso di Ranma gli disse che era caduto dritto dritto nella sua trappola.
"Okay, Ryoga..." Ranma tornò a sedersi sul sedile, stiracchiandosi le braccia dietro la testa "Ti obbligo a baciare Ukyo."
Ukyo sondò nel nero delle sue pupille, perdendosi nei differenti toni del marrone delle sue iridi, e trattenne il fiato quando la vide, la verità che vi era nascosta; una parte di lui voleva davvero farlo. Automaticamente, e fuori da ogni pensiero logico, Ukyo si inumidì le labbra e notò il suo sguardo cadere sulla sua bocca, giusto per un secondo.
Non l'avrebbe mai fatto.
...o forse sì?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ryoga emise un piccolo lamento inciampando fuori dalla caverna, ancora addosso la sensazione degli ultimi fastidosi spiriti appena scacciati via. Sospirò visibilmente e guardò con una smorfia i numerosi graffi sulle braccia; gli spiriti non erano particolarmente forti ma di certo erano numerosi, e sapevano mordere e graffiare.

 

"Ehi! Imbecille!"

 

I versi acuti che gli arrivarono da dietro gli fecero capire che Ukyo non era più nei guai. Ruotando gli occhi nella direzione da cui era uscito il temuto nomignolo con cui lo chiamava sempre, raddrizzò le spalle e si girò verso di lei. Si era disfatta di quasi tutti gli spiriti, ma ancora un paio le erano avvinghiati testardamente alle braccia. Ryoga sospirò nel vedere la grande spatola caduta qualche metro più in là ma andò comunque a riprenderla.

 

"Sai" aggiunse quasi casualmente, rigirandosi la spatola tra le mani per testarne la consistenza mentre avanzava verso gli spiriti "dovresti allenarti più spesso a combattere senza armi, davvero". Era pienamente consapevole del fatto che era una cosa terribile da dire mentre lei era in un disastroso bisogno d'aiuto, ma sia la sua testa che il suo ego erano ancora pieni di tutti i colpi di spatola che lei gli aveva inflitto prima, quello stesso giorno.

 

Come immaginato Ukyo era furiosa. Gli occhi assottigliati, la faccia arrossata; improvvisamente riuscì a liberare un braccio dalla morsa dello spirito e colpì a tradimento uno dei due spiriti.

 

Che evaporò.

 

Impressionato, Ryoga decise che era meglio smettere di prenderla in giro e di aiutarla, invece. Il secondo spirito fu abbattuto dalla spatola di Ukyo.

 

"Che diavolo stavi dicendo?" Ukyo esclamò, tirandogli un calcio nello stinco.

 

Ryoga sussultò "Ukyo?"

 

"E adesso che mi dici a riguardo?" Ukyo chiese altamente irritata.

 

BAM!

 

Incredula, Ukyo sbattè gli occhi. Ryoga l'aveva appena colpita in testa. Con la sua spatola. Con la sua spatola. Con la sua

 

"E' da tanto che volevo farlo" Le disse solennemente, e in tutta risposta lei scattò riprendendogli la spatola dalle mani. "Cosa" CLANG! "diavolo" CLANG! "ti prende" CLANG! "oggi!" Domandò urlando a più non posso.

 

"Smettila di picchiarmi!" Ryoga le urlò di rimando, stringendo i pugni.

 

"Mi ha picchiato tu per primo!" Gli rispose in modo infantile.

 

"Oh, per favore! Quello era a malapena un colpetto! Tu mi stai picchiando da tutto il giorno!" Le urlò dietro, arrabbiato e incredulo. Era proprio lei a parlare?

 

Ukyo farfugliò. "Certamente non ti ho - "

 

"E mi hai anche tirato un calcio!" Aggiunse, interrompendola.

 

Lei scattò in cerca d'aria. "Tu – tu te lo meritavi, mi hai lasciato laggiù in difficoltà mentre commentavi la mia situazione con sufficienza!"

 

Ryoga minimizzò "Beh, tu dovresti davvero imparare a combattere senza armi"

 

"Non sono affari tuoi!" Ukyo rispose d'impulso, ben sapendo di essere all'ultima spiaggia e di aver perso la discussione. Mentre camminavano verso la luce, sobbalzò alla vista dei graffi che gli ricoprivano entrambe le braccia.

 

"Magari la smetterai di colpirmi con quella dannata spatola!" Le abbaiò dietro, massaggiandosi la testa.

 

Ukyo stava pensando a come scusarsi ma lui continuò. "Non so perchè continuo a seguirti nei tuoi stupidi piani! E non funzionano mai..."

 

"Ehi!" protestò "Nessuno ti ha obbligato!"

 

"Cosa? Tu mi ci hai trascinato dentro! Letteralmente!" Le ricordò incrociando le braccia al petto. "A quel punto ho dovuto seguirti altrimenti mi sarei perso là dentro!"

 

Ukyo si mise le mani sui fianchi, non del tutto convinta. "Mi sembra di ricordare qualcun'altro altrettanto entusiasta di questo cosiddetto 'stupido' piano"

 

"Mi hai convinto tu!" Ryoga insistette, cominciando ad arrossire. "Tu mi hai ingannato!"

 

"Beh, allora...in questo caso non è così difficile ingannarti, eh Einstein?" Gli rispose arrabbiata, le nocche bianche per la stretta sulla spatola. "Ah! Quindi tu non saresti in grado di scegliere da solo? Quindi sarebbe tutta colpa mia?"

 

"Te l'ho già detto, mi sarei perso se non ti avessi – "Scosse la testa, digrignando i denti, frustrato con lei. "Hai continuato a comandarmi a bacchetta, dicendomi che alla fine avrebbe funzionato, e invece erano solo un mucchio di stronzate!"

 

"Stai dicendo che sono una bugiarda?"

 

Ryoga arretrò davanti alla sua collera. "Penso solo che potresti aver frainteso tutta la questione dei fantasmi – era tutto sbagliato!"

 

"Ora stai insinuando che sono stupida?"

 

Ryoga chiuse velocemente gli occhi, come se stesse aspettando un imminente malditesta. "Adesso, ascoltami - "

 

"Ryoga! Ukyo!"

 

Al richiamo girarono entrambi la testa, per vedere Ranma e Akane seduti al bar, che mangiavano mochi1 e gelato.

 

"Venite qui ragazzi! Gli snack sono fantastici!"

 

Anche se cercavano di nasconderlo Ryoga e Ukyo avevano intuito dalle loro espressioni che Ranma e Akane avevano assistito alla maggior parte della loro litigata. Ukyo lasciò andare un sospiro, forzandosi di rilassare le spalle; lanciò un'occhiata a Ryoga che, come lei, era rosso d'imbarazzo. Aprì la bocca per scusarsi ma fu catturata dall'intensità del suo sguardo truce, così chiuse la bocca bruscamente. Se continua a comportarsi così...!

 

"Se non ti fossi lasciato portare via in quel modo..." mormorò, evitando il suo sguardo "se ti fossi mantenuto al piano, se non ti fossi messo a correre come una gallina senza testa...allora non avrei dovuto comandarti a bacchetta".

 

"Sì ma non devi colpirmi in testa quando lo fai!" sibilò Ryoga, entrambi cercando di mantenere la voce bassa mentre si avvicinavano a Ranma e Akane.

 

"Ah sì?" sbuffò Ukyo "ovviamente non hai idea di quanti rischi corri per le tue stupidate!"

 

La sua figura divenne ancora più tesa, la sua espressione rigida, e dal rosso sulla punta delle orecchie poteva intuire che il suo commento aveva colpito e affondato. Era davvero mortificato; e così cominciò a sentirsi anche lei, nel rendersi conto di quanto male lo faceva stare – quando improvvisamente le rispose in modo inaspettato.

 

"E tu ovviamente non hai nessun controllo sulle tue tendeze sadiche!"le mormorò velenoso di rimando.

 

Ansimò. Davvero lui aveva...? Lei voleva scusarsi, davvero lo voleva, cosa che adesso non avrebbe più – certo non adesso che era sul punto di scoppiare di rabbia e vergogna.

 

Ryoga la sorpassò andandosi a sedere sulla panchina di fronte a Ranma e Akane. "Stanno ancora litigando" mormorò Ranma in un sospiro in modo che solo Akane potesse sentirlo. Akane scosse la testa e sospirò. Noi abbiamo finito di litigare due secondi fa, pensò esasperata, quindi chi siamo noi per parlare? Osservò Ryoga fissare il suolo, le labbra contratte, gli occhi pesanti, e Ukyo, i pugni serrati, la bocca una linea sottile...ma gli occhi leggermente lucidi. Akane aggrottò un sopracciglio.

 

Ranma inclinò la testa di lato, studiandoli da quella posizione "Che vi è successo ragazzi?"

 

Ryoga scosse la testa, guardando da un'altra parte "Qualcuno ci ha messo nei guai"

 

Ukyo incrociò le braccia sul petto "Qualcuno è uno stupido idiota che incolpa me di tutto"

 

Ryoga continuava a guardare lontano, accigliandosi col nulla "Qualcuno rifiuta di prendersi le responsabilità delle proprie azioni"

 

Ranma ruotò gli occhi. Non aveva idea di cosa stessero parlando, ma sembravano lui e Akane nei momenti peggiori. E non c'erano neanche rivali o fidanzante in giro. "Credo che 'qualcuno' debba comprarsi un gelato"

 

Ukyo si alzò bruscamente. "Ottima idea Ran-chan!" E li superò praticamente volando, dirigendosi verso un uomo vecchio e losco da cui comprare il gelato.

 

Mentre sceglieva i gusti del gelato, notò che mancava il macha2, il suo preferito. Altra tacca da aggiungere al suo già pessimo umore. Sbattè 200 yen sul bancone e alla fine scelse vaniglia. Mentre l'anziano signore le preparava il gelato non potè fare a meno di ascoltare la conversazione tra Ryoga, Ranma e Akane.

 

"...e dov'è il tuo zaino?" Akane chiese a Ryoga, preoccupata in volto.

 

"Penso di averlo perso prima...uhm, nel lago" Sentì Ryoga esitare nel rispondere e Ranma schiarirsi la gola in modo strano, come se quello che stesse dicendo Ryoga non fosse del tutto vero. Ukyo si domandò cosa potesse essere. "Come farai per i soldi?" chiese Akane; Ukyo si girò a lanciarle un'occhiata, la vide con la fronte aggrottata, dare uno sguardo preoccupato a Ryoga dopo averne dato uno impotente a Ranma, una domanda nascosta nel suo sguardo. Loro potevano fare qualcosa?

 

"I-io...io non so" mormorò Ryoga; mentre si girava nuovamente verso il vecchio, Ukyo potè solo cogliere un frammento di immagine del suo pomo d'Adamo andare su e giù nervosamente. "Non ho davvero...uhm...nessuna...razione di cibo..o...o..."

 

Ukyo sentì un'improvvisa, affilata fitta di colpa. Come sarebbe tornato a casa? Non aveva soldi per il biglietto del treno e non poteva neanche camminare perchè non aveva più il suo sacco a pelo, la tenda, il cibo o – ed era tutta colpa sua. Comunque, se non tutta, una buona parte. Non poteva rimproverarle proprio tutto, vero?

 

Lanciò un'occhiata al suo gelato e quindi a Ryoga, che appariva più tetro che mai. "Me ne dia un altro" Chiese alla strana vecchia guida, sospirando.

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Ryoga continuava a fissare il terreno, la schiena gli faceva male e i graffi sul braccio cominciavano a bruciare. Non aveva idea di cosa fare dopo. Non aveva risorse, comunque, e -

 

Improvvisamente gli apparve un cono gelato davanti al naso, e guardò in alto, leggermente sorpreso. Ukyo, con un'espressione goffa – a metà tra l'imbarazzato e il rancore – gli stava offrendo un gelato.

 

"Um.." la fissò, perplesso.

 

"Prendilo" Ukyo mormorò, ficcandogli il gelato in mano e lasciandosi cadere sulla panchina vicino a lui.

 

Ryogà ne studiò il profilo mentre mangiava il suo gelato; della Ukyo che conosceva, quella che aveva incontrato la prima volta, non ne era rimasto molto.

 

Certo, era sempre prepotente da morire, ma il volto era più maturo, femminile, i capelli più lunghi e certamente...si era riempita nei punti giusti. Nessuno l'avrebbe più potuta scambiare per un ragazzo ormai.

 

Inoltre, era la prima volta che si era scusata con lui, anche se non con le esatte parole. Magari stava cambiando? Stava crescendo?

 

Ukyo vide Ranma e Akane allontanarsi per prendere del tè, così lanciò un'occhiata a Ryoga. Forse avrebbe dovuto -

 

"Scusami" disse d'impulso, senza pensarci due volte. Appena Ryoga si girò verso di lei con gli occhi sbarrati, si ritrovò ad arrossire ancora una volta "Scusa" ripetè a voce più bassa.

 

"Sc-scusami tu" rispose lui con lo stesso tono "Anch'io ho quasi dato di matto, credo"

 

"Sono stata una stronza" disse schiettamente, così da farlo rimanere a bocca aperta. "Beh, è vero!" esclamò sulla difensiva "Quella era la parola sottintesa, giusto?" aggiunse a denti stretti.

 

Ryoga si schiarì la gola, deciso a finirla prima di scadere nel ridicolo "Siamo stati entrambi due idioti" disse alla svelta.

 

"Sì" concordò e ricominciò a mangiare il suo gelato. Osservandolo di soppiatto si accorse che lui aveva già finito il suo e un inaspettato pensiero le venne in mente.

 

Quando aveva mangiato l'ultima volta?

 

"Così, um....ritorni a Nerima?" le chiese, cercando di sembrare disinvolto.

 

"Sì, uh – questa doveva essere solo una gita di un giorno." Ci fu un momento di silenzio in cui trattenne il fiato. "Vieni anche tu?" chiese, anche se conosceva la risposta.

 

Ryoga sembrava disperato. "Io...io non posso..." aggiunge in un soffio, timidamente.

 

"Ti posso prestare dei soldi per il treno" gli disse, irrigidendosi subito dopo, preoccupata per essere stata troppo precipitosa, perchè lui avrebbe potuto domandarsi come faceva a sapere lei della sua situazione.

 

Quando lo sentì sospirare di sollievo – talmente piano da supporre che lui non voleva che lei sentisse – si rilassò. "Me li ridarai quando potrai, non è molto".

 

Per due secondi sembrava quasi volesse rifiutare – per orgoglio, o educazione, chi lo sa? - invece assentì con la testa. "Gr-grazie Ukyo"

 

"Non è niente di che" agitò una mano in segno di rifiuto "E' il minimo che posso fare, dopo – comunque, non è un problema, davvero".

 

"Ad ogni modo, grazie" curiosamente Ryoga le fece un piccolo sorriso; Ukyo si accorse che quel gesto su di lui era per lei una novità, e non potè fare a meno di chiedersi perchè fosse così.

 

"Vedi?" Ranma disse allegramente mentre li osservavano. "Il gelato fa sempre miracoli" Akane scosse solo la testa in risposta, ridacchiando leggermente.

 

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"Dovreste davvero mettere dei cerotti su quelle ferite, o delle bende" Suggerì loro Ranma quando lui e Akane tornarono indietro.

 

"Sembrano molto dolorose" intervenì Akane, aggrottando preoccupata la fronte. "Avete incontrato altri fantasmi?"

 

Ukyo si vergognò un po' a quelle parole; quei fantasmi avrebbero dovuto attaccare Ranma e Akane. Loro avrebbe dovuto essere quelli pieni di graffi e ferite, se non fosse stato per -

 

"Si può dire così, sì" Ukyo abbassò leggermente la testa in avanti, evitando lo sguardo di Akane.

 

Ryoga annuì soltanto.

 

"Bene, ecco...penso abbiate bisogno di questo allora" disse Akane tirando fuori un kit di pronto soccorso dallo zaino. Ranma fece lo stesso.

 

Ryoga e Ukyo li fissarono increduli. "Ve li siete portati dietro per tutto il tempo?" Ukyo alzò un sopracciglio. "Kit di pronto soccorso?"

 

"Con vite come la nostra è meglio andare in giro preparati" rispose Akane seccamente.

 

"Per quale altro motivo mi sarei portato dietro questo zaino da femminuccia?" aggiunse Ranma, beccandosi una gomitata nelle costole da Akane.

 

"Ecco" disse Akane sorridendo "Rimettevi in sesto così dopo andiamo tutti insieme a prendere il treno" Mise in mano ad ognuno un kit di pronto soccorso. Ci fu uno strano imbarazzo sul suo volto, e sembrava quasi frivola mentre sorrideva, sebbene era ovvio che stesse cercando di nasconderlo.

 

"Gr-grazie" Ryoga balbettò imbarazzato mentre accettava il primo kit. Guardando di sottecchi Ukyo, e la sua espressione impanicata, intuì che anche lei stava pensando la stessa cosa. Akane come poteva essere così gentile con loro dopo che avevano trascinato lei e Ranma in una caverna piena di fantasmi per ore? Era stato tutto reale?

 

Ukyo si sforzò di ascoltare la conversazione tra Akane e Ranma mentre tornavano verso il negozio della vecchia guida. "Non...ancora non riesco a crederci – non è una splendida notizia? E' così...sono così contenta per loro!" La sentì dire con voce sommessa ma eccitata a Ranma, che annuì di rimando, mostrando il suo sorriso sghembo, quasi compiaciuto. Dopo avrebbe chiesto a Ranma che cos'era tutta questa agitazione. Forse il dr Tofu si era finalmente dichiarato a Kasumi, o chissà.

 

Cominciando a medicarsi le ferite col disinfettante, osservò di soppiatto Ryoga fare lo stesso, prima di tornare al suo lavoro. Lui non sembrava preoccuparsi troppo del dolore, invece a lei le ferite trafiggevano come lame. Forse era molto più abituato di lei ad essere conciato per le feste. Lui viaggiava, si allenava, affrontava veri combattimenti molto più spesso di lei; ad ogni modo non aveva nè un ristorante da gestire nè una scuola da frequentare.

 

Il disinfettante era ad ogni modo necessario, anche se bruciava da morire, perchè dopotutto...erano stati dei fantasmi a ridurli in quello stato, e non si poteva mai sapere cosa -

 

"Per fortuna non siamo stati infettati da zombi rabbiosi o cose simili..." Ryoga rimarcò risoluto, e al sentirlo non potè trattenere una risatina – erano i suoi stessi pensieri.

 

"Non sarebbe neanche così incredibile, huh?" Rispose sarcastica, scuotendo la testa.

 

Improvvisamente sentì qualcosa di morbido e bagnato premerle sul gomito e ansimò stupita, cercando frettolosamente il suo sguardo; si rilassò quando vide che le aveva solo applicato del cotone inumidito sulla pelle ferita. "Avevi dimenticato un punto". Disse a mo' di spiegazione, le guance rosse mentre ripuliva la ferita dallo sporco e dal sangue, buttando subito dopo il cotone nel cestino vicino la panchina.

 

"Non eri obbligato a farlo" gli disse con voce bassa e dal tono indefinibile e lui la guardò, non sicuro sul cosa rispondere. Ne era grata? O infastidita? Ad ogni modo non sembrava troppo arrabbiata, così fece semplicemente un'alzata di spalle.


"Ci vuoi un cerotto sopra?"

 

Ukyò sbattè gli occhi più volte prima di annuire. "Probabilmente dovrei". Annuendo anche lui, tirò fuori un cerotto e glielo applicò gentilmente sulla ferita.

 

"E te?" Gli chiese, alzando entrambe le sopracciglia metre esaminava le numerose ferite sulle braccia. Lui cercò di evitare il suo scrutinio, guardando da un'altra parte. "Davvero, non è niente." mormorò appena.

 

Ukyo sospirò esasperata. "Smettila di comportarti come un grosso, stupido...maschio!" si lamentò. "Questo" disse bruscamente, indicando la parte superiore del suo braccio sinistro bendata "è niente!" quindi puntò il suo braccio destro, dove quasi tutto l'arto, compreso il gomito, era stato graffiato, così come il suo avambraccio sinistro. "Ma quello...sembra che sei appena sfuggito per miracolo dalla gabbia delle tigri!" gli disse convinta. All'occhiata che le diede in risposta lei incrociò ancora più serratamente le braccia al petto. "Non mi importa se mi consideri prepotente, sai che ho ragione".

 

Lo sguardo scettico che le lanciò durò imperterrito finchè lei non ne ebbe abbastanza.

 

"Dammi le braccia" alla domanda le porse riluttante gli arti in questione. "E' complicato bendarsi un braccio con una sola mano" borbottò. Con facilità data dall'esperienza cominciò a bendargli il braccio partendo dal bicipide e scendendo verso il polso.

 

"Quando ho finito puoi aiutarmi tu, okay?" Gli suggerì, lanciandogli un'occhiata.

 

Ryoga annuì, trattenendo il respiro, cercando di calmarsi. Non era abituato ad essere toccato così gentilmente; le dita di Ukyo gli sfiorarono i peli sensibili dietro al braccio mentre gli applicava la garza, e il contatto gli mandava infinite scosse di elettricità dalla radice, costringendolo a sforzarsi di non contorcersi ad ogni tocco. Ogni volta che toccava la parte più sensibile sotto il braccio, la pressione leggera dei polpastrelli gli solleticava la pelle. Lo faceva sentire così agitato, come se avesse il prurito su tutto il corpo ma allo stesso tempo ne fosse piacevolmente stordito; sarebbe svenuto se non avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo.

 

Ukyo quando finì strinse forte le garze, per poi aggrottare la fronte perplessa; l'aveva sentito tremare leggermente durante tutto il bendaggio e cercò il suo sguardo, per capirne il motivo. La sua espressione era comunque volutamente assente, l'unico segno del suo disagio era un sopracciglio aggrottato.

 

Ukyo guardò Ranma e Akane guardare intontiti i souvenirs del negozio, quali piccole statuette di fantasmi e magliette non molto allettanti con scritte del tipo 'Il mio amore mi ha portato al Tunnel del Perduto Amore e tutto quello che mi ha portato è questa stupida maglietta (che mi sono anche comprato da solo perchè ci siamo lasciati)'.

 

Ukyo ruotò gli occhi. Perchè mai le coppie vengono qui? Girandosi verso Ryoga prese un altro rotolo di garza. "Tutto a posto?" Gli chiese piano mentre cominciava sul braccio sinistro. "Ti sto facendo male?" gli chiese come se le fosse appena venuto in mente, le mani lasciate sospese a mezz'aria, esitante.

 

"N-no!" disse senza riflettere, come se la domanda fosse completamente inaspettata. "No, non stai...sto bene" insistette, in quache modo stupito egli stesso.

 

Rassicurata da quanto detto, Ukyo annuì e continuò il lavoro.

 

Il braccio di lei invece era decisamente più facile da sistemare, ma le mani di Ryoga tremarono quel tanto da metterci quei cinque minuti in più del previsto.

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Ukyo diede una rapida occhiata alla sua figura riflessa nel finestrino del treno. Non stava poi così male; Akane le aveva prestato una spazzola, si era messa del burrocacao sulle labbra, e, tutto considerato, poteva apparire in uno stato ben peggiore, disse tra sè e sè. In fondo era stata attaccata da un branco di fantasmi infuriati!

 

Ad ogni modo appariva stanca, i vestiti sciatti e anche un po' strappati, aveva cerotti su mento e gomiti, era piena di lividi su caviglie, braccia e spalle, e ovviamente c'era il braccio superiore sinistro bendato...

 

...e poi c'era Ryoga. Aveva qualche livido qui e là e un cerotto sulla guancia, ma ad attirare l'attenzione era la quantità delle bende. Sermbrava, in un modo tutto suo, travestito da Il Ritorno della Mummia per Halloween.

 

Era stata obbligata a sedersi vicino a lui. C'erano pochi posti liberi sul treno e Ranma e Akane si erano seduti vicini poco più avanti. Era andata così. C'erano proprio pochi posti.

 

...e comunque non poteva fare a meno di pensare che i posti sarebbero stati quelli anche se il treno fosse stato vuoto.

 

Ukyo si chiese di cosa stessero parlando. E cosa ne pensasse Ryoga di essere seduto vicino a lei e non ad Akane.

 

Akane, che indossava una minigonna stupenda, aveva i capelli a posto, e non la pelle piena di lividi o un cerotto sulla faccia davvero poco attraente...

 

Ukyo si chiese se Ranma si era almeno posto il problema di sedersi vicino a lei, o aveva dato per scontato che il suo posto era vicino ad Akane.

 

Notò che sia il controllore che gli altri passeggeri avevano iniziato a fissare sia lei che Ryoga, e a questo pensiero le si accesero lo sguardo e le guance di vergogna.

 

Se avessero guardato Akane invece, si sarebbero soffermati sul suo splendido viso o le lunghe gambe, che uscivano da sotto quella gonna così incredibilmente corta – Ukyo si accigliò, dandosi uno schiaffo mentale. Chi era lei per parlare, per giudicare il suo considerevole décolleté? Anche se Akane avrebbe anche potuto comprare quella stupida maglietta per coprire -

 

"Cosa c'è che non va?" Ryoga domandò di punto e in bianco, guardandola preoccupato.

 

"Sembriamo quei bambini delle pubblicità progresso contro la violenza domestica!" Ukyo sibilò fuori dai denti. "Probabilmente penseranno che abbiamo...che siamo stati..."

 

Ryoga fece solo un'alzata di spalle. Era talmente abituato agli sguardi curiosi della gente che non ci aveva neanche fatto caso. Era incredibilmente forte, sempre stranamente sperso, e all'occasione si trasformava in un maialino nero. La gente lo poteva fissare per un sacco di motivi, così aveva imparato a ignorarla. "Cosa dovremmo dire?" le sussurrò, deciso, di rimando. "Che siamo stati attaccati da degli spiriti maligni?"

 

Con un gemito Ukyo abbassò le spalle, sconfitta. "Lo so, solo...non importa"

 

"Ignorali" Ryoga le disse con tono deciso "Tra qualche minuto si dimenticheranno di noi" Aggiunse, cercando di rassicurarla. "Una volta che il treno sarà partito, la maggior parte si addormenterà o ficcherà il naso in un libro o un giornale, o comunque fuori da cose che gli riguardano. Fidati".

 

Ukyo inclinò la testa verso di lui, presa alla sprovvista. Era un discorso insolitamente lungo per Ryoga, per non parlare del fatto che era stato più sicuro di sè, almeno più di come era abituata a vederlo. Non pensava fosse il tipo da fregarsene degli sguardi degli estranei; sembrava sempre così imbarazzato. "Grazie" gli rispose calma, ma sempre un po' a disagio.

 

Da quando era piccola odiava gli sguardi della gente, il gossip, l'essere presa di mira. L'avevano seguita da prima dell'incidente con Ranma e ancora durante il liceo. Sparlavano di lei già prima dell'arrivo di Ranma Saotome nella sua vita, perchè suo padre era 'solo' un cuoco di okonomiyaki e per la sua devozione all'attività di famiglia e al loro strano stile di arte marziali. Inoltre da quando sua mamma era morta era diventata sempre più un maschiaccio, anche per l'essere stata cresciuta solo da suo padre. L'incidente coi Saotome l'aveva resa solo di più un elemento fuori dal coro.

 

Ryoga ne osservò le sopracciglie aggrottate e le labbra contratte, un evidente sentimento di disagio le illuminava gli occhi. Non che lui fosse invulnerabile all'opinione della gente ma a differenza di Ukyo, che stava più o meno sempre nello stesso posto, lui era continuamente in giro e gli unici che potevano sparlargli dietro o mandargli strane occhiate erano dei perfetti sconosciuti incontrati per caso. Probabilmente non li avrebbe mai più rivisti e comunque avevano di lui solo la prima impressione, perchè avrebbe dovuto badarci? Le persone che teneva in alta considerazione invece...le loro opinioni lo colpivano sempre in profondità. A volte forse troppo in profondità.

 

"Ukyo?" le chiese gentilmente, una mano sospesa sopra la sua spalla mentre decideva se appoggiarla o meno. "Vuoi...vuoi sederti vicino il finestrino?" Le offrì, pensando che quel posto l'avrebbe riparata maggiormente dagli sguardi indiscreti e il paesaggio fuori l'avrebbe distratta un po'.

 

Lo sguardo di Ukyo si allargò nel sentirlo. "Cosa? Sei sicuro -" Cominciò a chiedere ma lui annuì subito e si alzò, facendole spazio per darle il suo posto. Lo spazio era poco mentre si scambiavano il posto in una specie di danza, lei gli ficcò un gomito nel fianco per sbaglio, cosa che gli fece perdere l'equilibrio, facendogli ficcare il naso sulla spalla di lei, la frangia le toccava la pelle scoperta, cosa che lo fece agitare un attimo e cercò di buttarsi sul suo nuovo posto in modo da risparmiare ad entrambi l'imbarazzante contatto, ma lei gli fece riprendere l'equilibrio tenendolo per un braccio finchè finalmente non crollarono nei rispettivi posti.

 

Ukyo si schiarì la gola e si sistemò meglio sul sedile. "Bella vista" mormorò dopo un po' mentre guardava i pali del telefono, i campi di riso e le colline in fondo passare in una sorta di ritmo Zen, cullandola e facendole rilassare i muscoli tesi delle spalle.

 

"Nessun problema" Ryoga fece un piccolo sorriso, contento che ora lei stesse meglio.

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"Biglietti, prego" disse il controllore in modo sgarbato, guardandoli in modo eloquente, come se avesse seri dubbi che potessero mostrargli anche solo un biglietto, figuriamoci due. Ukyo annuì svelta, tirando i due biglietti fuori dal portafoglio.

 

"Tutto in ordine" disse il controllore dopo qualche minuto, il tono quasi dispiaciuto nel constatarlo. Ryoga lo fissò ma il controllore parve non farci caso.

 

Quello che invece notò fu la gigantesca spatola appoggiata sul sedile di fronte a Ukyo. Alzò un sopracciglio in modo assai scettico. "Cosa dovrebbe rappresentare quella cosa?" Chiese sospettoso, lo sguardo che saettava tra i due teenagers e la spatola.

 

"Nulla di cui dovrebbe int - " Ukyo scattò ma a sorpresa Ryoga l'interruppe.

 

"Siamo appena stati ad Osaka e l'abbiamo comprata come souvenirs, signore" Spiegò Ryoga come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Sa...quel genere di souvenirs fuori misura, più grandi del normale? Sarebbe una spatola per okonomiyaki".

 

"Davvero?" Il controllore si accigliò, quindi scosse la testa, come se tutti i suoi pregiudizi sulla gente di Osaka fossero confermati. "E se posso chiedere...cosa vi è successo?"

 

"Abbiamo avuto un incidente mentre facevamo escursionismo" Disse Ukyo nel tono più neutro possibile.

 

Il controllore strinse gli occhi a due fessure mentre li osservava, ma poi schioccò la lingua sul palato e se ne andò, mormorando tra se e se.

 

"Che completo idiota! Chi crede di essere, comportandosi come un poliziotto!" Ukyo sibilò quando l'uomo fu fuori dalla vista. "Che diavolo di problema aveva?"

 

Ryoga fece un'alzata di spalle "Essere sottopagato?"

 

Ukyo sbottò "Troppo pagato, secondo me!"

 

"Beh, l'hai detto anche tu..." Ryoga sospirò "Non sembriamo molto...ecco..."

 

"Sembriamo dei giovani delinquenti?" Ukyo chiese piattamente, e lui diede un colpetto di tosse.

 

"Esattamente"

 

Ukyo lasciò adare un sospiro mentre si appoggiava al davanzale del finestrino. Dopo aver guardato per qualche minuto o due il paesaggio fuori si calmò e cominciò a riflettere su alcune cose dette prima. "Ryoga...tu...tu davvero pensi che usi troppo le armi?" chiese timidamente, mentre stringeva, senza pensarci, il manico della sua spatola da combattimento, appoggiata sul sedile davanti.

 

"Sei volte" mormorò Ryoga. Ukyo si girò verso di lui curiosa e lo vide fissare il vuoto.

 

"Cosa?" gli chiese, confusa.

 

"Sei volte" ripetè "Sono le volte in cui mi hai picchiato con la spatola"

 

"Non credo siano - " tentò di protestare.

 

"E questo solo oggi" le disse schiettamente, lanciandole un'occhiata eloquente.

 

"Beh, dovevi uscire dalla caverna con me, non con Akane! Era così difficile per te capirlo?" esclamò, arrabbiata. Come poteva riprendere ancora quel discorso? Non si sentiva già abbastanza male a riguardo?

 

Gli lanciò uno sguardo accigliato ma con la coda dell'occhio notò che la vecchia signora seduta dall'altro lato li stava fissando e stringeva la sua borsetta come se fosse preoccupata che loro due gliela rubassero, ed era evidente che aveva sentito ogni parola dello strano discorso di lei che lo picchiava ripetutamente con la spatola sulla testa.

 

Questo la zittì.

 

Ukyo sorrise timidamente alla signora prima di guardare Ryoga al suo fianco, sconvolto quanto lei dal suo ultimo commento. "Non hai tutti i torti" ammise infine, guardandosi le mani.

 

"Neanche tu...insomma, nella caverna, non stavo proprio ragionando. O magari pensavo troppo, non so. Avrei dovuto darti ascolto." Ryoga mormorò. "Non ho nulla contro le armi" aggiunse pacato, strisciando un piede nello spazio angusto "Anche io le uso. Ma a volte quando non le hai a portata di mano, allora che fai?"

 

Ukyo annuì; adesso aveva capito il punto della questione.

 

Nel paesaggio fuori dal finestrino stavano cominciano ad apparire degli sporadici edifici più alti di una casa, segnale che si stavano avvicinando a casa. Guardava svolazzare i panni stesi sui balconi delle casette vicino ai binari affossate tra gli edifici più alti, i campi di riso rimpicciolire fino a diventare piccole zolle di terreno.

 

Improvvisamente scoppiò in una risatina, e lui si girò per vedere cosa fosse successo.

 

"Souvenirs fuori misura...!" rise, dandogli un buffetto sulla testa, l'unico posto in cui, all'apparenza, sembrava essersi fatto meno male. "Sei proprio uno scemo...!"

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Ryoga fece un balzo al sentire qualcosa cadergli in grembo.

 

"Svegliati, Hibiki!" Ranma gli gridò allegramente, facendogli cadere un succo di frutta in braccio mentre con destrezza gli lanciava un pacchetto di panino allo yakisoba e un brik di tè oloong. "Sono stato al carrello bar!"

 

Ryoga guardò giù. Sotto il succo di frutta c'era un panino al curry. Aggrottò le sopracciglia verso Ranma, ora occupato a lanciare un panino al melone a Ukyo, che lo acchiappò facilmente in aria. "Molto divertente" Ryoga ringhiò, e Ukyo lo guardò sorpresa. Perchè reagiva così?

 

"Pensavo ti piacesse il panino al curry!" Ranma gli fece un gran sorriso mentre gli passava una barretta di cioccolato presa dalla pila di cibo mostruosamente alta che stava sorreggendo tra le mani.

Ryoga si accigliò maggiormente, non facendo alcun gesto di accettare la barretta, e per un solo secondo, Ranma sembrò incerto sul da farsi. "D'accordo, se non ti piace il panino al curry, allora cosa ne dici di questo panino con cotoletta di maial-"

 

Nel sentirlo Ryoga si alzò di scatto, afferrando Ranma per la maglietta e strattonandolo un po', così che tutto il cibo che trasportava piovve sul pavimento. "Se questo era un modo per rallegrarmi non ci stai riuscendo, Saotome!" gli sbraitò contro.

 

Ranma si accigliò, sembrando sorprendentemente turbato, come se avesse dovuto pensarci due volte prima di dire quello che aveva detto "Guarda, sinceramente mi ero dimenticato del maiale, stavo solo - "

 

Sentirono un sospiro dietro di loro, e nel girarsi videro Akane in piedi ad osservarli. "Davvero, Ranma, anche quando cerchi di essere gentile non ci riesci. Che cosa hai detto o fatto questa volta?"

 

"Già, me lo stavo chiedendo anch'io" Ukyo sbucò da dietro Ryoga, che lasciò subito la presa sulla maglietta di Ranma e arrossì. Deglutì, e per tenersi occupato cominciò a raccogliere il cibo caduto a terra. Quando ebbe finito li rimise sulla pila di cibo in braccio a Ranma. "Scusa" mormorò. Non aveva intenzione di prendersela così tanto, visto che Ranma stava solamente riutilizzando per la centesima volta i soliti insulti, ma era stanco, si era appena appisolato, il sedile comodo, il suono del treno concigliante, e la vita era sembrata meglio per un po' -

 

"Oh, è solo la vecchia faida dei panini" Ranma spiegò alle ragazze, con un alzata di spalle "Ho solo riportato a galla brutti ricordi"

 

Ryoga ne fu impressionato. Ancora una volta Ranma evitava di parlare della sua trasformazione.

 

"Faida dei panini?" Ukyo era interdetta.

 

"Già, durante le medie a pranzo ci sfidavavamo per accaparrarci i panini migliori e vincevo sempre io"

 

"Più o meno" aggiunse Ryoga in un soffio. Non voleva dare troppa importanza alla cosa; non solo perchè le ragazze stavano guardando, ma anche perchè all'improvviso Ranma stava cercando di essere gentile con lui in modo sincero, anche se strano...e non capiva perchè.

 

"Oh" disse Ukyo, confusa. Non sapeva neanche che Ranma e Ryoga erano andati alle medie insieme. Non aveva mai chiesto del passato di Ryoga...e in effetti di niente della sua vita in generale, se per questo. Non le era mai servito sapere più del fatto che voleva uscire con Akane.

 

"Ecco" Ranma lanciò a Ryoga alcune cibarie, che l'altro prese facilmente. "Prendi degli onigiri se non vuoi il panino, e qui c'è del tè freddo. Sicuro di non volere il cioccolato?"

 

"Sì che lo vuole!" Ukyo fece un sorriso sfacciato e superando Ryoga acchiappò la barretta. Di rado mangiava dolci ma, dopo quello che aveva passato, era il giorno giusto per viziarsi un po'. Il suo gesto bizzarro le fece guadagnare un sogghigno da parte di Ranma e questo la fece sentire un po' meglio.

 

"Volete sedervi con noi?" Chiese Akane, indicando indietro col pollice "Alcune persone sono scese all'ultima fermata così si sono liberati dei posti di fronte a noi, e c'è anche un tavolino in mezzo".

 

Ukyo lanciò una breve occhiata verso Ryoga ma si fermò subito quando si rese conto, con un certo shock, di quello che stava facendo. Quando aveva smesso di essere un individuo e cominciato a chiedersi l'opinione di Ryoga prima di prendere una decisione? D'altronde, sarebbe stato scortese da parte sua lasciarlo lì da solo se non avesse voluto sedersi con loro...

 

Notò, inoltre, che anche lui la stava guardando in cerca della sua opinione a riguardo, cosa che la colse sinceramente di sorpresa. D'altra parte, lui era sempre così indeciso, non c'era così tanto da sorprendersi, no?

 

"Certo" accettò Ryoga tentando di sorridere educatamente. Come potevano rifiutare senza apparire maleducati?

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In qualche modo finirono per giocare a Obbligo o Verità – Ranma aveva insistito dicendo che si stava annoiando e voleva passare il tempo in qualche modo divertente – che divenne in realtà un Verità o Verità dal momento che le possibilità di '"obbligo" erano limitate in un posto pubblico e affollato come il treno. Le domande diventarono sempre più stupide.

 

Ryoga in quel momento desiderò ardentemente riavere il mazzo di carte nello zaino, perso a inizio giornata.

 

Si era perso in una strana caverna sotterranea per un'intera notte e un'intera mattinata prima di incontrare Ranma, Ukyo e Akane, e si era dovuto creare un passaggio a forza di distruggere massi quasi per tutto il tempo, e poi era stato trascinato dentro una caverna infestata e malmenato da spiriti pazzi...

 

Il suo passatempo preferito in quel momento sarebbe stato certamente dormire.

 

Per qualche motivo, ad ogni modo, non potè lasciare Ukyo da sola a intrattenere quei due. Essere il terzo incomodo con Akane e Ranma non era mai piacevole. Anche se prendi del popcorn per goderti meglio il caos che combinano da lontano, devi metterti l'anima in pace perchè, anche se speri con tutto te stesso che non ti coinvolgano nei loro pasticci, lo fanno sempre.

 

E' come se fossero alla costante ricerca di un motivo per litigare quando sono con altre persone. In fondo se rimaneva sveglio poteva sempre essere un aiuto per Ukyo nel caso la crisi arrivasse.

 

Ad ogni modo pensò che pieno di lividi, ferito, sconfitto e affaticato, l'unico aiuto che sarebbe stato in grado di dare in quel momento sarebbe stato di supporto morale.

 

"Okay, questa è per te, Ryoga..." disse Ranma, e Ryoga si raddrizzò con la schiena e trattenne un sospiro appena sentì tutti gli occhi puntati su di lui "Qual'è stato il posto più lontano da Nerima in cui ti sei perso?"

 

Ryoga si schiarì la gola a disagio, guardando in basso mentre mormorava "Islanda"

 

Ranma lasciò un sospiro fortissimo come se l'avesse trattenuto fino a quel momento.

 

"Ripeti?" Ukyo si sporse verso di lui, lo sguardo spalancato.

 

"Islanda, chiaro?" Ryoga scattò bruscamente, infastidito da tutta quell'attenzione non gradita.

 

Ranma lanciò un bel fischio "Non pensavo fossi andato oltre la Cina! Come ci sei arrivato in Islanda?"

 

"Io...io non so...mi devo essere addormentato su un aereo o una nave o simile" sospirò Ryoga. "Se sapessi come riesco a finire in tutti questi posti strani, secondo te non avrei già fatto qualcosa a riguardo?"

 

Akane vide Ranma aprire la bocca per rispondere, così lo interruppe in fretta e furia "E com'era?"

 

Ryoga sbattè gli occhi alla domanda improvvisa e scrollò le spalle "Fredda, credo. E cara." Ci pensò un po' prima di aggiungere "Hanno delle terme molto belle comunque".

 

"Ci avrei scommesso" disse Ranma in un soffio, beccandosi una gomitata ben piazzata da Akane.

 

"Okay, Ryoga, è il tuo turno" disse Ukyo allegramente; si stava davvero divertendo con quello stupido gioco, ma lei era sempre stata un po' estroversa. D'altro canto praticamente chiunque può considerarsi una persona socievole in confronto a Ryoga.

 

Appena Ryoga la guardò, comunque, si accorse all'improvviso che in effetti aveva davvero diverse domande che le voleva chiedere.

 

Com'era stato travestirsi da ragazzo per dieci anni? Come ci riusciva?

 

Si era mai stufata degli okonomiyaki?

 

Che cosa fa la sera dopo la chiusura del ristorante?

 

Ha degli amici a scuola?

 

Com'è andare al Furinkan, in generale?

 

Che cosa vuole dalla vita oltre a diventare la signora Saotome?

 

Quanti anni ancora avrebbe sprecato rincorrendo Ranma quando è chiaro che lui ama un'altra?

 

Anche lei pensa, come chiunque altro, che lui è strambo?

 

Si era mai sentita intrappolata, come se volesse disperatamente essere qualcun'altro, ma non potesse mai, mai liberarsi e -

 

"Qual è il tuo colore preferito?" Ryoga le chiese con voce lontana, ignorando le conseguenti proteste di Ranma.

 

"Dai, che domanda noiosa! Questo è quasi barare, è così noioso! Non è una "verità", no davvero!"

 

A Ryoga non interessava se era noioso. Non era bravo a intrattenere la gente e specialmente a pensare sotto pressione, e comunque...non poteva domandare ad Ukyo nessuna delle altre cose a cui aveva pensato.

 

Ukyo sbattè gli occhi, chiaramente perplessa davanti ad una domanda tanto facile. Si era immaginata che se ne sarebbe uscito con qualcosa di difficile – in fondo quello non era lo scopo del gioco, di lasciarli sulle spine?

 

Quando lo fissò negli occhi, comunque, si ritrovò quasi a dire che il suo colore preferito era il marrone, e si morse letteralmente la lingua, rimproverandosi di essersi distratta per qualcosa di così semplice. Sembrava quel vecchio gioco "Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?" dove il tuo cervello non si accorge del colore "bianco" perchè si aspetta qualcosa di più difficile. E così il cervello butta giù qualche risposta a caso. A quella domanda così semplice lei aveva guardando nei suoi occhi e così aveva visto le sue iridi brune, tutto lì.

 

Per qualche motivo, comunque, non riuscì a dire blu, la sua risposta standard.

 

Gli occhi di Ranchan erano blu.

 

"Rosso" rispose piattamente, e lo vide annuire come se approvasse la risposta, stranamente. "Okay...questo era facile-"

 

"Troppo facile" borbottò Ranma, ma questa volta Akane solo sospirò rassegnata, il gomito fermo al suo posto.

 

"D'accordo, okay, vediamo...oh!" Gli occhi di Ukyo si accesero "Akane, mi sono sempre chiesta...quanti ragazzi hanno mai lottato per te in una volta? Cioè, in numero più alto?"

 

Akane arrossì, attonita. "Non..n-non so, non ho mai davvero contato -"

 

Ukyo alzò scettica un sopracciglio e Akane abbassò le spalle sconfitta "Trentasette" Akane sospirò pesantemente.

 

"Wow!" Ukyo rise estremamente divertita "Sei grande, tesoro!"

 

"Trentasette?" Ranma esplose "Non mi hai mai detto che erano trentasette!"

 

"B-beh, è successo prima che ti conoscessi!"balbettò Akane, mentre arrossiva ancora di più "Quelli che hai visto tu erano i più testardi rimasti alla fine!"

 

"Non esistono trentasette ragazzi che hanno la testa abbastanza dura da reggere le tue martellate!" disse Ranma, picchiettandosi col dito la fronte per sottolineare la sua constatazione.

 

"Sono sopresa che la tua testa non abbia risuonato a vuoto" disse Akane beffarda, e Ukyo dovette trattenere un risolino. Ryoga chiuse gli occhi; stava giusto aspettando quando sarebbe scoppiata l'ennesima lite. Ma era troppo stanco per tutto questo.

 

"E io sono sorpreso che - "

 

"Ranma...ha risposto alla domanda, quindi è il suo turno di fare la prossima" Ryoga intervenì convinto, prima che la cosa degenerasse.

 

Akane sorrise maliziosa a Ranma "Obbligo o verità?"

 

Ranma alzò entrambe le sopracciglia "Siamo tornati agli "obbligo"?"

 

Ukyo si illuminò un pochino "Oh, dai, facciamo qualche obbligo! Ci sarà pur qualcosa che possiamo fare?"

 

Akane considerò brevemente di fargli fare braccio di ferro con Ryoga, ma l'avevano fatto tutto il giorno. ""No, penso sia meglio fare una verità" disse infine.

 

Ukyo si imbronciò leggermente – sarebbe stato divertente fare qualche obbligo, le domande dopo un po' diventavano noiose – ma era curiosa di sapere cosa avrebbe chiesto Akane.

 

"Ehi, non dovrei essere io quello che sceglie cosa vuole fa- " obbiettò Ranma ma Akane lo sovrastò.

 

"Quando hai dovuto far ritornare l'aura libidinosa ad Happosai per usare contro di lui il Hiryuu Shoten Ha..." Akane cominciò innocente.

 

"Sì?" Ranma chiese sospettoso.

 

"Dove hai preso l'intimo che indossavi nelle foto?" disse Akane, lasciandosi sfuggire un sorrisetto. Ogni tanto ci aveva pensato a quella domanda. Quell'intimo sembrava anche costoso.

 

Gli occhi di Ranma si spalancarono, ma poi si schiarì la gola rumorosamente, cercando di ricomporsi "Io, ecco..."

 

I suoi occhi saettarono da uno all'altro dei presenti.

 

Ryoga fece uno strano rumore, strozzato, come se stesse trattenendo una crassa risata. Ukyo nascondeva un sorrisetto dietro la mano. Solo Akane lo guardava, in attesa, con uno sguardo appositamente neutro.

 

"Ebbene?" lo incitò Akane.

 

"Qualcosa l'ho rubato ad Happosai..." disse riluttante, lasciando la frase a metà, non volendo aggiungere quello che probabilmente sarebbe stato costretto a dire dopo.

 

"Sì'?" Akane non mollava.

 

Ranma sospirò irritato, ripromettendosi silenziosamente di fargliela pagare ad Akane quando fosse stato il suo turno "...e il resto era mio".

 

"Cosa?" Akane, Ukyo e Ryoga scoppiarono all'unisono.

 

Arrossendo, Ranma scosse la testa "Ehi, non è che l'ho comprato per divertirmi o altro, è solo che quando sono una ragazza, ho bisogno – cioè, le ragazze devono mettersi il reggiseno, giusto? Altrimenti la schiena mi fa male, e - " lo sputò fuori in rapida successione, cercando di difendersi, ma fu interrotto da Ryoga che infine fallì misermante nel contenersi dal ridere.

 

Era rumoroso e fastidioso, e Ranma si sentì fumare dalla rabbia. Okay, se le cose stavano così...

 

All'improvviso, vendicarsi su Akane non era più la sua priorità numero uno.

 

"Bene...adesso è il mio turno!" Ranma si strofinò le mani maliziosamente mentre la risata di Ryoga si spegneva "Obbligo o verità, Ryoga?"
 

Ryoga deglutì, una sensazione sgradevole gli venne su dalle viscere. Aveva appena smesso di ridere della maledizione di Ranma, ed eccolo ora lì, nella posizione di potergli chiedere qualunque cosa volesse, e a cui lui avrebbe dovuto per forza rispondere, perchè quelle erano le regole del gioco. All'improvviso Ryoga si pentì di aver riso così tanto prima. Sicuramente starà pensando ad una domanda estremamente, tremendamente, orribilmente scomoda ed imbarazzante, nessun dubbio su questo, e di fronte alle ragazze, pure -

 

Poteva uscirne in un solo modo.

 

"Obbligo!" esclamò Ryoga, sbattendo una mano sul tavolino per enfatizzare ciò che aveva appena detto.

 

Il largo sorriso da Stregatto che spuntò sul viso di Ranma gli disse che era caduto dritto dritto nella sua trappola. "Okay, Ryoga..." Ranma tornò a sedersi sul sedile, stiracchiandosi le braccia dietro la testa "Ti obbligo a baciare Ukyo."

 

"Ranma...!" Ukyo annaspò in cerca d'aria.

 

"Sulla bocca" Ranma continuò spietato.

 

"Dai - " Akane aveva cominciato a fargli una ramanzina ma Ranma non le prestò attenzione.

 

"Per almeno dieci secondi" finì Ranma, con l'aria di chi aveva appena lanciato il colpo finale di uno scontro.

 

"Cosa?" Ryoga finalmente riuscì a dire qualcosa, ma dalle labbra non ne uscì più di un misero squittio, e subito divenne rosso come un pomodoro. A cosa diavolo stava pensando Ranma...! Sentì Akane esclamare un esasperato "Ranma!" ma si sentì come se fosse diventato improvvisamente mezzo sordo e la voce di Akane gli arrivò come da sott'acqua. Girò cauto la testa verso l'altra vittima del gioco e annaspò quando entrò nel suo raggio visivo.

 

Ukyo lo stava fissando, sbattendo le ciglia nervosamente, rapidamente, ovviamente scioccata quanto lui, le ciglia si muovevano come le ali di una farfalla terrorizzata. Quando i loro sguardi infine si incrociarono, le sue palpebre si spalancarono all'improvviso e si congelò sul posto; la farfalla era stata appena colpita.

 

Ryoga si sentiva completamente alla deriva, non aveva idea di cosa fare – era quindi davvero obbligato a...?

 

Ukyo sondò nel nero delle sue pupille, perdendosi nei differenti toni del marrone delle sue iridi, e trattenne il fiato quando la vide, la verità che vi era nascosta; una parte di lui voleva davvero farlo.

 

Automaticamente, e fuori da ogni pensiero logico, Ukyo si inumidì le labbra e notò il suo sguardo cadere sulla sua bocca, giusto per un secondo.

 

Non l'avrebbe mai fatto.

 

...o forse sì?

 

"Ehi, sono le regole del gioco, devi farlo!" Ukyo sentì Ranma che lo diceva, ovviamente divertendosi immensamente di tutto ciò, e le salì un moto di irritazione. Quando si trattava di questioni delicate, Ranma era delicato come suo padre.

 

Sono le regole del gioco, devo farlo...pensò confuso, con la sensazione di avere la testa piena di cotone.

 

"Ultima fermata, stazione di Shinjuku!"

 

Ultima fermata, stazione di Shinjuku...pensò Ryoga, percependo ogni voce come se venisse da piccoli moscerini che svolazzavano vicino le luci del soffitto. Ultima fermata...fissò un punto lontano, nel vuoto, o forse i capelli di Ukyo che cadevano sul livido della spalla, e così -

 

Ultima fermata!

 

"Ci siamo!" scoppiò Ryoga, alzandosi di scatto in piedi e o afferrando lsotto il braccio la testa di un Ranma riluttante. "Andiamo, Ranma!" Disse con voce falsamente allegra, trascinandosi dietro l'altro ragazzo fuori dallo scompartimento del treno.

 

"Non ho idea di cosa volessi fare, ma non è stato divertente!" Ukyo e Akane sentirono Ryoga sibilarlo a Ranma mentre lo buttava fuori dal treno.

 

 

Continua...

 

N.d.A.: la gang ha diciasette anni, si avvia verso i diciotto. La storia è basata sul manga per questo appaiono solo Ranma, Akane, Ryoga e Ukyo, e non tutti gli altri come nell'anime.

 

N.d.T: traduzione di una storia scritta da Ninnik Nishukan, essendo il mio primo tentativo spero di essere riuscita a rendere il linguaggio divertente e ricercato dell' autrice, che io trovo fantastica nel descrivere situazioni e caratteri dei personaggi. Rimando, a chi volesse cimentarsi con l'inglese, alla pagina di questa storia https://www.fanfiction.net/s/3035359/1/The-Exit, consigliandovi anche quest'altra, Omiyage, più lunga, ma ancora più ben fatta per chi ama la coppia Ukyo-Ryoga, chissà che non mi venga di tradurre anche quella prima o poi: https://www.fanfiction.net/s/3125141/1/ ! Ringrazio già chi ha letto e avrà voglia di continuare a leggerla, e spero nei vostri commenti! :)

1Pasta appiccicosa di riso usata in Giappone per molte cose, specialmente nei dolci

2Tipo di tè verde giapponese in polvere

  
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