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Autore: Larry_Fearless    02/01/2014    5 recensioni
[Attenzione: la storia è a Rating arancione, ma questo è relativo solo ad alcuni capitoli.
'It's not easy being a parent' è una raccolta di OS.
#Larry Parents.]
Tratto dalla prima OS:
“Allora, amore, devi andare dalla maestra e devi chiederle se domani vuole venire a cena qui, ok?” chiede Louis mentre abbottona il cappotto alla sua bambina, Sophie. Sophie ha 7 anni, gli occhi azzurri, i capelli biondi (ma tutti sanno che da grande li avrà scuri e ricci come il suo papà) e due papà. Una ragazza ha accettato di portare in grembo il frutto degli spermatozoi di Harry, e sono soddisfatti della bellissima bambina che hanno creato. Louis e Harry sono fidanzati da quindici anni e sposati da otto, un figlio è stata una benedizione per loro due, sorridono molto di più adesso.
“Va bene.” Dice la bambina, Louis le schiocca un bacio sulla guancia. Che poi ha delle guance tenerissime.
“Ciao, papi.” Dice aprendo la porta.
“Woah! Woah! Dove vai?”
“A scuola.” Risponde ovvia indicando il vialetto. Louis avvicina sua figlia al petto e le dice nell’orecchio: “E papà Harry non lo saluti?”
“No.” Dice fredda prima di districarsi dalla sua stretta e correre verso l’autobus.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Home sweet Home.
Louis si torce le mani, è teso come una corda di chitarra, il cuore non smette di correre veloce e vorrebbe piangere. Sente un risolino roco, segno che suo marito si è svegliato e l’ha visto mentre non riesce a star fermo per l’ansia.
“Dai amore, torna a letto.” Lo chiama tirandogli piano il polso. Louis si gira e lo guarda con gli occhi azzurri velati di insicurezza.
“Ancora la stessa storia?” chiede ancora assonnato quando Louis crolla al suo fianco.
“Sì.” Dice solamente.
“Bacio?” dice. Sporge le labbra che vengono subito raggiunte da  quelle di suo marito. Quando si staccano Louis si rannicchia contro il fianco del suo uomo e lo abbraccia; Harry gli posa un bacio fra i capelli e se lo stringe di più addosso.
“Che cosa ti dico sempre?” chiede quasi in una litania.
“Che non devo preoccuparmi, che tra poco potremmo portare a casa la nostra piccola Sophie e che staremo bene.” Risponde cantilenando.
“Ecco.”
“E se qualcosa va storto? Se mentre torniamo a casa facciamo un incidente?! Non sono pro-.”
“Tu devi stare solo zitto, Louis.” Dice dolce.
“Harry..” mugola disperato.
“Sta’ tranquillo. Andrà tutto bene, e sai perché?” Louis scuote la testa.
“Perché io ti amo.” Il maggiore sorride.
“Ti amo anche io, fesso.”
“Oh, anche tu sei una bellissima puttana.” Scherza.
“Sì?” ridacchia.
“Sì.”
“Dormiamo, Harry.” Dice strofinando il naso nel collo i suo marito.
“Ma che dormiamo?! Alzati, scemo, che dobbiamo andare all’ospedale a prendere Sophie.”
Ora, ecco a voi un quadro generale della situazione: Harry e Louis sono sposati da un anno appena ma sono fidanzati dai tempi del liceo per cui dopo otto anni hanno deciso di avere una bambina. L’inseminazione artificiale non era stata la loro prima scelta, avevano pensato all’adozione e ad altre opzioni ma avevano scartato l’idea pensando al fatto che avrebbero solo causato problemi al bambino/bambina. Così avevano trovato una ragazza in cerca di soldi per il college che aveva l’utero in affitto, avevano deciso insieme che il padre biologico sarebbe stato Harry perché Louis non se la sentiva (non l’avrebbe mai ammesso ma il riccio sapeva che era perché aveva paura dell’operazione) e cinque mesi dopo avevano scoperto che era una femminuccia. Quando qualche settimana prima erano andati di corsa all’ospedale con Kate (così si chiamava la ragazza) lei aveva partorito e aveva sorriso ad un Louis che non aspettava altro di ricevere la sua bambina. Harry era andato da lei e le aveva dato il suo numero: “Chiama. Per qualsiasi cosa, anche se vuoi solo vedere com’è diventata ‘tua figlia’, ok?”
“Ok.” Ovviamente il suo Boo Bear aveva pianto come una donnina in calore quando l’aveva presa tra le braccia, ancora un po’ sporca di grasso. Dolcemente aveva sussurrato un piccolo “Sei bellissima.” Mentre Harry con tutta la dolcezza possibile aveva detto: “Sarà anche bellissima ma in questo momento mi sembra un po’ aliena.” In cambio aveva ricevuto uno schiaffo dietro la testa dal suo uomo.
“Okay.. capito.” Aveva alzato le mani e poi, con un sorriso da ebete stampato sul volto, aveva preso ad accarezzare sua figlia.

“Muoviti Harry!” urla Louis fuori dal bagno.
“Sto facendo la doccia Lou! Vuoi venire a darmi una mano?” chiede ridendo.
“Senti, arrapato, muoviti. Tua figlia non può aspettare.”
“Gesù.” Decide di intrattenerlo in una conversazione in modo da avere più tempo per lavarsi.
“Che mutande hai?” sente una risata prima del tintinnio della cintura e un: “Quelle rosse con le spade!” dice senza pudore.
“Non lo sai che alle bambine non piacciono le spade?” dice.
“Davvero?” lo sente bloccarsi all’improvviso.
“Sì.”
“Oddio, oddio, oddio!” dice teso, lo sente spogliarsi e solo quando lui “Che dici metto quelle a righe blu e bianche?” chiede, che si comincia a preoccupare.
“Lou, scherzavo. Cosa vuoi che importi ad una bambina di 8 settimane il colore delle tue mutande?! Dai amore, mettiti un paio di boxer a cazzo e vieni a portarmi l’accappatoio.” Silenzio. Finisce di sciacquarsi e sta proprio pensando che se la sarà presa? Quando sente la porta cigolare e la voce del suo Boo dire: “Ehi, Sunshine, esci?” sorride talmente tanto che gli fanno male le guance. Apre il box della doccia e si ritrova il suo ragazzo –mezzo nudo –con un accappatoio in mano e un sorriso smagliante stampato in volto.
“Ehi, baby cakes.” Sorride facendo formare le rughette intorno agli occhi. Harry ama quando sorride, non sa perché sembra che si illumini il mondo, Louis in realtà odia il suo sorriso e le rughe attorno agli occhi, ma è da un po’ che non lo pensa perché quando hai un marito come il suo che ti ripete tutte le mattine, tutte le sere e tutte le volte che fate l’amore quanto sei perfetto è difficile contraddirlo. Così il riccio sorride e mette i piedi abnormi sul tappetino, cerca di abbracciare il suo Lou ma quello si scansa. Lo guarda strano e lui sorride ancora di più: “Sei tutto bagnato.” Spiega.
“Uff.” sbuffa piano, ma viene subito consolato da un veloce bacio sul mento.
“Sbrigati dai.” Gli dice dolce.
“Okay..” dice senza realmente pensarci.
“Ha chiamato Kate.”
“E..?”
“Ci ha chiesto un favore.”
“Cioè?”
“Ci ha chiesto se possiamo portare ogni anno un regalo a Sophie da parte sua.”
“Oh… certo.”
“Lo sai che… quasi mi dispiace portargliela via.”
“Beh… in ogni caso sarà sempre sua madre, non puoi negarlo.”
“Però mettere in affitto l’utero.”
“Beh.. tu immagina di poter rendere felice una famiglia di due lesbiche, non daresti il tuo sperma a loro per poterle rendere felici?”
“S-Sì.”
“Beh, è così.”
“La smetti di dire beh?!”
“Scusa.”
“Comunque…Solo che noi la paghiamo.”
“Ha bisogno di soldi, lasciala in pace.”
“Hai ragione.”
“Anche se… se un giorno Sophie decidesse di fare questa cosa
ricordami di darle una sberla.”
“Come preferisci. Ma non aspettarti il mio appoggio.”
“Come sempre.” Scherza.
“A proposito! Chi sarà fra i due il genitore cattivo?”
“Non c’è un genitore cattivo, Lou! Questo non è un gioco, stiamo per diventare genitori a tutti gli effetti.”

“E… E se quando diventa grande non le piaccio?!” chiede istericamente Louis quando sono a meno di due metri dalla loro figlia. A quel punto parte lo scappellotto da parte di suo marito.
“Smettila. La nostra Sophie è qui e noi stiamo per portarla a casa, non puoi essere solo felice?” chiede prendendogli il mento fra il pollice e il medio e l’indice.
“Scusami.”
“Non fa niente.” Lascia un dolce bacio all’angolo della bocca e poi sulle sue labbra prima di incrociare le dita con le sue e guidarlo nella camera di Kate.
“Ciao..” dice la ragazza appena li vede, fa un sorrisetto triste e lascia un bacio sulla fronte di Sophie.
“Ciao.” Risponde sensibile Harry.
“Posso?” chiede impaziente Louis indicando la bambina. Kate annuisce e gliela consegna, Harry invece prende la sedia e si mette vicino alla testa del letto e le prende una mano.
“Come va?”
“Bene.. credo.”
“Quando vuoi.” Le ricorda.
“Ho capito.” Cerca di sorridere.
“Sul serio, Kate… capisco che per te è difficile, quando vuoi.”
“Non preoccuparti, ti farò sapere.”
“E… sei ufficialmente invitata a tutti i compleanni di Sophie, basta una telefonata e ti diciamo dove festeggiamo.” la rassicura.
“A-Amore?” chiede un po’ imbarazzato Louis. Harry si gira verso di lui e lo osserva: è bellissimo con la loro bambina in braccio.
“Sì?”
“Mi prendi un po’ il ciuccio sul comodino?” chiede senza staccare gli occhi da quella meraviglia.
“Tieni.” È Kate a prenderlo e porgerglielo.
“Grazie.” Dice sorridendo. E non la sta ringraziando solo per il ciuccio, la sta ringraziando per tutto, perché lui non è come Harry, non riesce ad esprimere tutta la sua gratitudine in una frase o un dialogo, quindi spera solo di incontrare persone che lo capiscano e catturino il suo modo di manifestare i sentimenti.
“Non c’è di che.” Restano un po’ a guardarsi negli occhi prima che un mugolio della piccola gli faccia staccare gli occhi e tornare a guardare quel piccolo gioiello.
“Beh, Katy, noi andiamo ma..”
“Chiamo, chiamo.” Lo anticipa sorridendo.
“Rimettiti presto.” Le augura dolce Louis, poi suo marito afferra la borsa e dopo aver salutato ancora una volta Kate escono. Louis sorride come un cretino e prende meglio quella che ormai è sua figlia in braccio.


“Ecco amore…” Harry è entrato nella sua futura cameretta con Sophie in braccio. “Questa sarà la tua stanzetta quando la smetterai di piangere per i mostri.”
“Già cominci?” lo prende in giro Louis.
“Zitto nano.” Dice duro, il suo sguardo però è dolce e gli sta dicendo ti amo stupido.
“Come vuoi.” Ridacchia. Harry si perde ancora una volta a guardare il visino paffuto della sua bambina, le guance sono ancora molto arrossate, le labbra a cuoricino sono rosse come le sue, le manine arricciate, è tenerissima nella tutina rosa di lana.
“Ciao, Soph.” Dice con gli occhi lucidi. Quella bambina sarà anche biologicamente sua ma sente che il suo papà è Louis, insieme a lui. È stato il primo ad affrontare l’argomento “avere un figlio”.
“Sophie, devi sapere che il tuo papà Harry è un po’ scemo.” Dice avvicinandosi anche lui con gli occhi appannati dalle lacrime, e prendendola tra le sue braccia.
“Oddio, quanto è piccola.” Riflette piano Harry mettendo una mano sul suo faccino, la testa è quanto il suo palmo.
“O magari è la tua mano che è enorme.”
“Anche.” Ride. Improvvisamente la bambina fa un’espressione strana storcendo la bocca prima di prendere a piangere.
“Ehi, no, amore. Shh, non piangere.” Harry va in panico e Louis crede di aver fatto qualcosa di sbagliato.
“E se le ho fatto male?!” chiede sbarrando gli occhi.
“Louis, davvero, starei ore a dirti che sei un padre perfetto che non avremo problemi e tutto, ma ora Sophie sta piangendo, e dobbiamo occuparci di lei, qualsiasi cosa sia.”
“Okay..” Lou prende un bel respiro e inizia a dondolare la sua piccola tra le braccia come faceva con Daisy e Phoebe quando erano piccine.
“Forse… Forse ha fame!” dice Harry ad alta voce per sovrastare le urla di Sophie.
“Vai in cucina, ho preparato tutto: il biberon sterilizzato, il ciuccio sopra, il latte è dentro il pentolino caldo, devi solo metterlo dentro.” Spiega velocemente mentre assume una faccia sofferente nel vedere sua figlia piangere disperatamente. Harry si precipita al piano di sotto e prende il biberon dal lavandino, ci mette il latte tiepido dentro e corre da Louis.
“Ecco.”  Lo stappa e lo porge a Louis che lo mette sulle labbra di Sophie e la incita a succhiare. Quella lo fa pure ma dopo un po’ lascia perdere e ricomincia a piangere.
“Non ha fame.”
“Me n’ero accorto, sai?” dice isterico.
“E se vuole che le cambiamo il pannolino?” chiede ancora il riccio.
“Certo! Dev’essere quello!” esclama e cammina fino al bagno. La bambina continua ad urlare e Harry comincia a distrarla un po’: le mette il mignolo sulle labbra così che lo succhi un po’ per ignorare qualsiasi sia il suo fastidio. Louis le sfila la tutina e la fa rimanere con il pannolino, lo apre e una puzza pazzesca li avvolge.
“Oh, cristo!” Harry si tappa il naso e con una mano lo tappa anche a Louis.
“Amore..” borbotta il maggiore “Chiama le nostre mamme, abbiamo bisogno di loro per capire come cazzo si infila questa merda.” Indica i pannolini puliti e “Capito.” Risponde Harry correndo fuori, anche da giù sente le urla di Sophie e Louis dirle: “Shh, amore, ti prego.. Papà adesso chiama Nonna Jay e Nonna Anne e ti cambiamo tutta e ti laviamo il culetto, però amore, per favore, smettila.” Come se potesse capirlo. Harry fa il numero di sua madre, dopo due squilli risponde:
“Pronto, tesoro?”
“Mamma, mamma.” Dice in preda all’ansia.
“Ehi, amore che succede? E... come mai Sophie sta urlando?”
“Ecco… noi l’abbiamo portata appena a casa, e ha fatto la cacca e..”
“Ho capito. Dieci minuti e arrivo, resistete.”
“Non puoi proprio fare più veloce?”
“Cinque, non di più.”
“Grazie ti aspetto.” E attacca senza aspettare la risposta.
“Amore! Per favore vieni a darmi il cambio qui puzza!” dice, a Harry scappa una risata ma poi corre di sopra e trova un Louis intento a fare le facce buffe a Sophie.
“Ti prego, amore della mia vita, shh.” La supplica.
“Ah, è lei l’amore della tua vita? Beh, posso anche andarmene se è quello che pensi.” Louis si gira e lo guarda disperato, Harry sorride intenerito, si avvicina e gli bacia la fronte.
“Va’ a chiamare tua madre, penso io a Soph.” Quando ormai Louis è sparito oltre la porta, Harry si rimbocca le maniche e si avvicina a sua figlia che piange, il faccino rosso, le gambe che si dimenano in aria e il pannolino sporco sotto il sederino. Le afferra delicatamente le caviglie e bacia la pianta tentando di calmarla.
“Okay amore, adesso ti leviamo questo pannolino così quando arriva nonna Anne non mi da uno sculaccione perché l’ho lasciato lì.” Lo toglie e lo getta nella pattumiera, sta per mettere un asciugamano sotto di lei quando nota il culetto arrossato e… boom. Un'altra ondata di cacca dritta sull’asciugamani.
“Oh, fanculo.” La prende fra le braccia e la porta a stendersi sul fasciatoio dove comincia a pulirla con una salvietta imbevuta. E quando la bimba mugola per il fastidio, prende il cellulare e fa partire un video di lui e Louis a Leeds, così mentre lei è distratta la pulisce e si ricorda di baciarle la coscia rosea e grassoccia.
“Okay, piccola, abbiamo quasi fatto.” Prende un pannolino pulito e quando ha capito come va messo, glielo infila sotto il sedere, le cosparge la ‘farfallina’ e il culetto di borotalco, poi apre la pomata che gli ha comprato sua madre e la mette dove la pelle delle cosce sfrega contro l’inguine e via! Chiude il pannolino, felice che Sophie abbia finalmente smesso di piangere.
“Beh, amore, spero di avertelo messo bene perché non so sistemarti meglio di così.” La piccola si porta il ‘pollicino’ alla bocca, sbadigliando, ma Harry lo rimette giù lungo il fianco. Afferra il ciuccio che era stato messo di lato e glielo porta alla bocca, lei socchiude gli occhioni e gira la testa di lato. E per forza! Con tutte le energie che ha sprecato a piangere. Pensa il suo papà. La afferra da sotto le ascelle e le fa poggiare la testa sulla sua spalla, la bambina porta il pugnetto contro intorno al suo collo e.. in un attimo si è addormentata. Appena si gira verso la porta trova un Louis innamorato che lo osserva dolcemente e alle sue spalle le loro mamme con gli occhi lucidi.
“Uhm… credo che siate venute per niente.” Dice avvampando. Louis ridacchia e si avvicina a loro, si solleva sulle punte per baciarlo e poi torna a guardare la loro bambina che si è appena assopita sulla spalla del suo papà.
“Eh, ma non è giusto!” esclama Anne.
“Cosa?” Jay si gira verso di lei.
“Non posso giocare con lei, ora!” si lamenta.
“Sai, Anne, sei uguale a tuo figlio.” Commenta ridacchiando Louis.
“E tu sei il papà migliore del mondo.” Harry sorride e si abbassa e strofinare il naso contro la sua guancia.
“E però! Siete una coppia troppo tenera!” dice ancora.
“Ma che hai, ma’? Le mestruazioni?!” chiede stranito il riccio.
“Oh, sta zitto.” Sorride.

“Sono orgogliosa di te, Harry. Insomma io la prima volta che ho cambiato un pannolino a Gemma ho dovuto chiedere consiglio alla nonna.”
“Sì, lo immagino.” Ridacchia.
“Ecco il tè.” Louis entra con un vassoio in mano e sorride mentre lo appoggia sul tavolinetto e poi si va a sedere sulle gambe del suo Haz.
“Allora?” Jay ha appena aperto bocca per dire qualcosa quando sentono un urlo atroce provenire dal piano di sopra.
“Porca Puttana.” Dice il riccio, poi si alza e va’ di sopra a prendere Sophie.
“Quella bambina è…” comincia Louis.
“Assurda?” lo completa sua madre.
“Bellissima, stavo per dire bellissima.”
“Se.. come no.” Sbuffa lei.
“Cosa state dicendo di noi, eh?” chiede Harry entrando con una Sophie in braccio che si guarda intorno con gli occhioni curiosi.
“Stiamo dicendo che Soph è bellissima.” È Johannah ad alzarsi e prenderla fra le sue braccia.
“Sì, lo è.” Anche Anne la raggiunge e sorride intenerita. E mentre le nonne coccolano la loro nipotina patatosa, Louis ed Harry si siedono sul divano, il minore appoggia la testa sulla spalla del suo uomo e pouf! In un attimo si è addormentato, così mentre Anne e Jay portano Sophie a dormire nella culletta al fianco del letto dei ragazzi, Lou con uno sforzo prende in braccio Harry e lo mette a dormire. Perché spezzarsi la schiena a portare un metro e ottantacinque di coglionaggine su per le scale? Chiederete. Beh, perché quando si è innamorati come Louis è così. Perché dopotutto è merito suo se ora hanno una fantastica bambina, è merito suo se si sveglia tutte le mattine con l’amore della sua vita che gli sussurra che è bellissimo. Perciò, per questa volta, farà questa cosa perché Harry lo farebbe per lui e perché lo ama. Lo ama alla follia.

Ehi! E' Giulia che vi parla... Non ho molto da dirvi visto che sto guardando "Figli di un Dio Minore" mentre scrivo. Come avrete notato, spero, ho deciso di aggiornare tutti i giovedì, quindi dopo questa volta aggiornerò il nove quando torno dal trinity. La parte finale non ha molto senso ma lasciamo stare. 
 Vi saluto, pipol. 
Love all (tranne il solito Paolo a cui si aggiunge Antonio detto Tonino). 
Ovviamente la dedico a Silvia e alla mia bellissima sorellona Simona. Love you, crazy girl. 
Giulietta senza Romeo. 

 
  
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