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Autore: Fata dei sogni    02/01/2014    0 recensioni
Superai le porte della recinzione scortata da Blue Jeans. Tutto sembrava tranquillo, una normale giornata di vacanze natalizie. L'aria fredda pungeva il naso e la neve posata nel parco faceva sì che il posto sembrasse surreale.
-Eccoli - disse Lottie, stringendomi un polso e infondendomi tutto il suo coraggio.
Alicia posò una mano sul muso del mio cavallo. Claire e Harriet, invece, si guardarono e poi guardarono me. Rivolsi loro un sorriso sincero, per ringraziarle. Tutte e quattro erano ancora una volta li a sostenermi, ed io ero eternamente grata alle mie amiche. Poi mi voltai verso la direzione che Lottie mi aveva indicato e li vidi che mi guardavano con aria di superiorità e di sfida. Un sorriso nervoso mi curvò le labbra, strinsi i pugni e poi mi aggrappai alla criniera di Blue Jeans che impennò, come se avesse compreso che eravamo di fronte al nemico. I suoi occhi erano così...travolgenti. Potevano quasi confondermi. Zayn inarcò il sopracciglio destro e incrociò le braccia al petto, poggiando il piede destro sul muretto.
-Asia- Alicia richiamò la mia attenzione. Mi conosceva troppo bene e sapeva che stavo fantasticando su di lui.
-Tranquille, metteremo la parola "fine" a questa storia.-
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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La mattina dopo mi svegliai con le prime luci del giorno. Mi stropicciai gli occhi e stiracchiai le braccia per poi abbandonarmi di nuovo al calore delle coperte e alla morbidezza del cuscino. Girai la testa verso la sveglia, che diceva che erano le sei in punto. Non riuscivo a riprendere sonno, per cui decisi di alzarmi e di darmi una lavata. Un odorino delizioso passò attraverso la serratura del mio bagno. Nikki aveva appena sfornato la sua torta al cioccolato tipica del lunedì. Secondo lei cominciare la settimana con un dolce sapore in bocca avrebbe fatto andare meglio ogni cosa. A Sophia e me di certo non dispiaceva, figuriamoci a papà, goloso com’era. Uscii dalla doccia e, dopo essermi asciugata, aprii l’armadio. Decisi di mettere un maglione verde, dei jeans stretti blu e gli stivaletti neri come la sciarpa che mi attorcigliai al collo. Un filo di matita non avrebbe guastato visto che sembravo uno zombie e cercai di dare una sistemata anche ai miei lunghi boccoli castano-rossicci.
- Asia, vuoi scendere sì o no? Guarda che non ti porterò la colazione al letto!- sentii dire in un tono piuttosto alto e scocciato mentre scendevo l’altra metà delle scale.
- Nikki lascia stare la mia sorellina! - mi difese la mia piccola.
- Ma sono anch’io tua sorella! A me non vuoi neanche un po’ di bene? - replicò lei con un tono triste facendo finta di piangere e, di conseguenza, facendo allarmare Sophia. Intanto io arrivai in cucina.
- Buongiorno! - esclamai.
Le mie sorelle mi salutarono. Chiesi di papà, ma mi dissero che era uscito per un’urgenza al lavoro. Era l’ispettore di polizia, per cui si poteva dire di lui che fosse un vero e proprio stacanovista. Dopo aver fatto colazione, mi recai in camera per prendere la mia borsa e il giubbotto e poi mi catapultai a scuola. Speravo con tutta me stessa di trovare il cancello aperto, visto che ero piuttosto in ritardo. Ma la neve mi salvò: quella depositatasi sul tetto era precipitata, bloccando l’apertura delle porte principali. Cercai di intrufolarmi in quella mandria di studenti. Poi, d’un tratto, mi sentii tirare per un braccio.
- Asia! – la mia migliore amica, Alicia Collins, riuscì a salvarmi da quell’ardua impresa. Eravamo compagne di banco e lo eravamo sempre state sin da piccole. Eravamo inseparabili, come se fosse una terza sorella. Alicia era un tipetto niente male: bionda e con gli occhi castani, alta sull’1.65 come me e magra, insomma una ragazza che se avesse partecipato ad un concorso di bellezza le avrebbe stese tutte. Andavamo insieme a lezione di pattinaggio sul ghiaccio e molto spesso facevamo i compiti insieme in biblioteca dopo scuola. Alicia mi condusse sotto il nostro albero, dove trovammo Harriet Johnson, Claire Mc Connor e Charlotte Madley, soprannominata Lottie. Loro le avevo conosciute grazie ad un’attività pomeridiana due anni fa e da allora eravamo diventate inseparabili.
- Buongiorno! Dormito bene? – chiesi io dopo aver depositato un bacio sulle loro guance morbide ma fredde.
- Come no…- fiatò Claire, che odiava alzarsi presto la mattina.
- Dai su, tra poco cominceranno le vacanze e questo supplizio finirà!- esclamò contenta Harriet.
- Io direi che la più contenta sarà Asia. – incalzò Lottie.
- E perché mai? – feci scherzosamente una faccia confusa per poi dire – Oh, ma certo! Mi allontanerò finalmente da quei cinque… da quelle cinque bestie! – Sorrisi, smagliante.
- Bingo! – sparò Alicia, perdendosi in una risata cristallina, trascinandoci. La sua era una risata coinvolgente.
Dopo di che vidi una piccola pietra rotolare fino ai miei piedi, colpendo la punta del mio stivale e facendole assumere una sfumatura di grigio. Potevo scommettere su chi l’avesse scalciata. Alzai gli occhi. Avevo ragione. Quanto lo odiavo. Alto, giubbotto di pelle, maglia bianca e pantaloni neri. Ciuffo inconfondibile, colorito olivastro, occhi da sogno e sorriso strafottente. Era bel… “Asia! Cosa vai a pensare?!? Non sarai mica matta!”- pensai tra me e me, rimproverandomi. Scossi la testa e feci per parlare. Ma lui mi precedette, dicendo qualcosa di incomprensibile che scatenò l’irritante risata dei suoi “compagni d’avventura”.
-  Adesso basta! Io non ne posso più! – Sbraitò Lottie, che cominciò a camminare verso di loro con il braccio alzato, pronta a sferrare un pugno. Alicia le mise una mano sulla spalla e la bloccò.
- Lottie, tu da sola contro quei cinque non avresti alcuna chance, sei solo una ragazza dopo tutto!- le disse, diplomaticamente.
- Una ragazza che, con tutta la rabbia che si ritrova addosso, sarebbe capace di abbattere l’intero Buckingham Palace! – disse, guardandola negli occhi, con un tono alquanto spaventoso.
- Lascia stare, Lottie! Ci penso io. – Dissi, calmando le mie amiche e dirigendomi verso quei tipacci. Intanto le altre mi seguirono, ma rimasero un paio di passi più indietro.
– Ma che bambini cattivi, vero ragazze? – affermai, le mie amiche sorrisero. Di tutta risposta, i teppisti digrignarono i denti e strinsero i pugni, pronti ad attaccare al solo segnale di Zayn. Poi mi rivolsi a lui.
- Ma cos’è che ne ricavi comportandoti così?! Sei solo un infantile. Perché non impieghi tutto il tempo che stai perdendo facendo il gradasso in un modo migliore? Potresti iniziare a maturare, per esempio! Sei solo un bambino…
- Asia, attenta! – Esclamò impaurita Harriet, interrompendomi. Harry cercò di darmi un pugno allo stomaco, ma, mentre provavo a schivarlo, Zayn lo bloccò, stringendo il pugno nella sua mano. Lo guardai sbalordita e feci qualche passo indietro per raggiungere le mie amiche. Mi aveva difeso o sbaglio?
- Attenta, se ci provochi ti farai del male. Non giocare con il fuoco, Asia. – Mi disse lui, sfoderando un sorriso strafottente. 
- Ti giuro che la smetterai di trattarmi così! Te ne pentirai! – gli urlai contro.
Poi notai che tutta la folla di persone era già entrata nelle rispettive classi, perché il signor Devis, il collaboratore scolastico, aveva provveduto a liberare almeno una delle due ante della porta d’entrata. Entrammo anche noi dieci, a debita distanza naturalmente. Le prime tre ore passarono veloci, tra educazione fisica e due ore di compito di matematica. Prima di andare nel laboratorio di biologia, mi fermai davanti al mio armadietto per prendere il libro. Lo aprii e una rosa rossa, schiacciata a causa delle fessure troppo strette, cadde per terra. L’unica cosa rimasta intatta era lo stelo spinoso, a cui era appeso un piccolo biglietto.
 
“Non dimenticarti di me.”
 
La raccolsi e la fissai perché qualche secondo. Ci mancava pure questa. Di cosa mi dovevo ricordare? La mia memoria era davvero corta, soprattutto quando avevo dei pensieri per la testa. E in quel momento i cinque pagliacci erano il mio primo pensiero, dovevo capire in che modo fermare le loro vigliaccherie. Il mio breve dibattito con Zayn era di certo l’inizio di una lunga battaglia.
- Ehi, ehi! Che cos’è questa?! – chiese Claire, con una punta di malizia.
- Ahah! Scoperta! La nostra amica ha l’ammiratore segreeeto! – aggiunse Harriet, facendomi arrossire peggio di un pomodoro.
- Uhhhh! Ma guardala, ci tiene nascoste delle cose! Ragazze, io direi di punirla!- disse Alicia, con finta aria di superiorità.
- Eh? Punizione? Ma non ho fatto niente! – implorai con gli occhi da cucciolo.
- Addosso!- urlò Lottie e tutte presero a farmi il solletico dopo avermi intrappolata nell’angolo del distributore.
- Ahahahaha! Una rosa?!? POVERO SFORTUNATO! NON SA A COSA VA INCONTRO! – Disse Louis, avvicinandosi insieme agli altri. Niall, Liam ed Harry sorrisero malignamente. Ciò che invece mi sorprese fu il comportamento di Zayn, che si limitò a comprare uno snack dalla macchinetta, senza proferire parola.
- Ah si? – intervenne Claire. – Attento a quello che dici, balordo! O ti faccio vedere io! –
- Oh, guarda qui! E cosa vorresti fare tu, bambolina? – sussurrò lui, dimostrandosi un perfetto ammaliatore e provocando un non trascurabile rossore sulle guance di Claire.
“Ma ci sta provando con la mia amica? Questo ora lo ammazzo!” -pensai.
 
Dopo la frase di quell’insolente, si sentì uno schiocco. Claire aveva mollato uno schiaffo a Louis e la sua guancia aveva assunto un colorito più che roseo nella zona in cui la mano della mia amica lo aveva colpito. Gli occhi di lui si spalancarono.
- Ma come ti permetti, eh!? Non sei nessuno per chiamarmi così, sciocco! – Sbraitò la mia amica. Eppure a noi quattro era sembrato che un po’ le fosse piaciuto.
- Io ci riuscirò! – disse lui ai suoi amici, prima di crearsi un varco tra di loro e scomparire dietro l’angolo.
- Riuscire a fare cosa?- chiesi, ma la risposta che ottenni fu le spalle degli altri quattro ragazzi. Se ne andarono. Noi non facemmo altro che lodare il comportamento di Claire, anche se era stato rischioso. Quei ragazzacci meritavano una lezione e noi avevamo cominciato a farci valere.
- Ehi, non ci scappi, signorina! - Disse Alicia, inarcando un sopracciglio. – Vogliamo sapere tutto del tuo ammiratore! – aggiunse, allargando le labbra in un sorriso curioso e allo stesso tempo malizioso.
- E va bene! – mi rassegnai, senza prima essere arrossita – E’ cominciato tutto ieri sera tardi, in realtà. Facevo il bagno e un aeroplano di carta è piombato nella sala, facendomi sobbalzare. L’ho aperto ed era una dichiarazione anonima. Adesso che ci penso la calligrafia è molto simile a questa! – notai.
- Uhhhh! Ti conviene non nasconderci più niente, sai qual è la tua punizione.- incalzò Lottie.
- Ragazze!- urlò Harriet – Abbiamo perso l’ora di biologia! – esclamò, inorridita. Lei era una studentessa modello, come noialtre del resto, ma la passione di Harriet per lo studio era superiore alla media e la rendeva senza dubbio una ragazza fuori dal comune.
- Accidenti, guardate chi si sta avvicinando! – mormorò Claire.
- Oh no! Il preside Newman! Svelte! In bagno! – sollecitai le mie amiche e tra le risate riuscimmo a scampare al pericolo.





 

Ciao ragazze! Ecco qui il secondo capitolo. Mi farebbe piacere ricevere i vostri pareri e le vostre critiche, visto che mi sono divertita molto a scriverlo. :D Ci tengo un sacco!
Povera Asia, continuamente presa di mira da quei cinque ragazzacci. E chi avrebbe mai creduto che Claire fosse dotata di tanto coraggio? Reagire così di fronte a tale provocazione! Tanta stima per lei, Louis se lo meritava proprio, che sfacciato! u.u Ebbene, anche noi ragazze (soprattutto, io direi) non siamo da sottovalutare. Vi aspetto con il prossimo capitolo, se avrete voglia di leggerlo :D 

Bacini <3

 
  
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