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Autore: C l o u d    03/01/2014    2 recensioni
The minute you think of giving up, think of the reason why you held on so long.
«Urara Kasugano viveva in una zona emarginata di una piccola cittadina americana. [...] La vita che conduceva era davvero misera, ma dentro di sé sentiva che qualcosa sarebbe cambiato nel corso degli anni e che, in qualche modo, avrebbe realizzato il suo obbiettivo, il suo sogno»

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Urara Kasugano, giovane diciassettenne rimasta orfana, conduce una vita alquanto povera, ma ha un sogno nel cassetto. A causa di avvenimenti drammatici, sarà sul punto di arrendersi. Ma, un incontro casuale, le stravolgerà la vita.
[ Alternate Universe; Urara/Shiro; Probabile OOC!; Long - fiction; Drammatico; Momentaneamente sospesa ]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kurumi Mimino/Milky Rose/Milk, Syrup/Shiro, Urara Kasugano/Cure Lemonade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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3.
parte prima.
 
 
The minute you think of giving up, think of the reason why you held on so long.
(Il minuto in cui pensi di arrenderti, pensa alla ragione per cui hai resistito per così tanto tempo)
 
Erano già le dieci del mattino, ma Urara faticava ad alzarsi. La sera prima era stata davvero impegnativa – come tutte le altre – e l’indomani si ritrovava sempre così stanca. Sbuffò, portando il lenzuolo leggero fino al capo, così da coprirla tutta. Era domenica, ma non importava, per lei ogni giorno era uguale e senza distinzione.
Il cellulare squillò e Urara portò una mano nell’orecchio destro, il suono di quell’aggeggio l’infastidiva e di malavoglia lo prese tra le mani, scrutando con sguardo assonnato il piccolo schermo. Dopo aver visto lampeggiare il nome di Kurumi, premette il tasto verde per rispondere alla chiamata.
Pronto, Kurumi … – la voce impastata dal sonno, gli occhi socchiusi e l’aria ancora stanca.
Urara! Come mai quella voce? – per un attimo dovette allontanare il cellulare dall’orecchio per non rischiare di diventare sorda, ma poi rispose, strofinandosi le palpebre con un dito: – Non riesco ad alzarmi … –.
Dormigliona! – rise dall’altra parte Kurumi, provocando nella bionda un sospiro rassegnato. Chiuse gli occhi, sbadigliando, dimenticando che la sua migliore amica era a telefono e stava ancora in ascolto. La viola, questa volta, rise di gusto. Urara sapeva essere davvero buffa, molte volte!
Facciamo così! – le disse – Vestiti e vieni da me, mi sento sola!
Urara sorrise lievemente, cercando di alzarsi da quella calamita. Sbadigliò ancora e annuì all’amica. – Sono da te fra un’ora circa.

Dopo aver eseguito la solita routine mattutina e dopo aver messo nello stomaco un poco di pane, uscì di casa e si diresse verso il centro città, dove abitava Kurumi.
Era davvero una bella giornata, quella, e Urara aveva una matta voglia di godersi quella passeggiata secondo per secondo. Respirò a fondo l’aria tiepida, portando le mani al petto: i battiti regolari del suo cuore rimbombavano nelle sue mani affusolate. Si sentiva davvero bene.
I grandi ciliegi in fiore rendevano l’atmosfera più che piacevole, mentre piccole foglie rosate si lasciavano trasportare dal tepore di una brezza accennata. I lunghi capelli biondi di Urara, raccolti in due code basse, ondeggiavano nell’aria, leggeri, solleticandole la nuca e le orecchie. Il cinguettio degli uccelli sembrava un armonioso e unico canto, così bello da suscitare in lei una tenera sensazione.
Si guardò intorno, curiosa, intravedendo un’ esile figura. Mise a fuoco per bene, avvicinandosi, con passo felpato. Sgranò gli occhi vedendo lo stesso ragazzo che la sera prima si era guadagnato l’attenzione di tutto il locale per le sue polemiche. Sbuffò, forse un po’ pesante, perché il ragazzo si voltò verso di lei. La guardava con uno sguardo annoiato, secco, mentre Urara voleva scappare lontano.
Trasalì quando vide il moro avvicinarsi lentamente a lei.
Tu. — la sua voce era calma e pacata — Ci siamo già visti? —. La scrutò con attenzione, riportando la sua attenzione agli occhi ambrati di lei. Urara sospirò.
Sono la barista di ieri sera. — ed egli parve ricordare. Le lanciò un’occhiata seccata, portando le mani nelle tasche dei jeans un po’ strappati.

Ed ecco che il silenzio si faceva sempre più imbarazzante.
Entrambi ammiravano i ciliegi in fiore in silenzio, senza disturbarsi a vicenda, come a non voler rovinare quel momento di pura tranquillità. I loro respiri si mescolavano con il fruscio delle foglie e il soffiare del vento. Per un momento, ad Urara parve di sentire gli occhi nocciola del giovane puntati su di lei.
Qual è il tuo nome? —. Fu lui a rompere il silenzio, – che sembrava durare in eterno – chiedendole qualcosa che nemmeno lei si sarebbe mai immaginata di sentire. Si voltò a guardarlo con sguardo interrogativo, nonostante non ci fosse nulla di strano. Di rimando, lui si voltò a guardarla con lo stesso sguardo di prima. — E beh? Non ti ho chiesto mica di riassumermi Beautiful!
Arrossì per l’imbarazzo, stritolando la stoffa della maglia che indossava. — U – Urara. — borbottò — Il mio nome è Urara!
Mh, che nome strambo.
Come osa?!, pensò. Lo guardò con rabbia, provocando in lui un sorriso sghembo. Sbuffò, lanciando gli occhi ambrati verso il cielo coperto da un velo di nuvole bianche. — Invece il tuo? — azzardò, con non chalance.
Non ti interessa.
Ciò fece innervosire la bionda, che non resisteva nel dargli un pugno nello stomaco. Chi si credeva di essere quel delinquente? — Tu sai il mio. Adesso ti tocca dirmelo!
Non ti ho mica costretta, io. — ribatté il moro — Sei stata tu a dirmelo, di tuo proposito!
Forse un po’ di ragione ce l’aveva, ma Urara era troppo orgogliosa per ammetterlo. Lei era così: timida, ma testarda. Quando una cosa doveva essere, doveva essere e basta. Nessuno immaginerebbe questo comportamento da un bel visino da diciassettenne come il suo, ma l’apparenza inganna, e parecchio anche.
Invece io ti sto costringendo. —.
Tale affermazione non abbatté il moro, perché scoppio in una strana risata subito dopo. Urara non sapeva fino a quando sarebbe rimasta così paziente con lui, perché il suo comportamento era davvero meschino. Si trovava a pensare che lui fosse uno di quei disgraziati di strada.
Senti, non ho tempo da perdere con te. — lo avvisò — Non vuoi? Okay, fai come ti pare.
Proprio quando stava per incamminarsi verso la casa di Kurumi, si sentì prendere per un braccio e sussurrare nell’orecchio sinistro: — Il mio nome è Shiro, cara Uralia. — Il viso niveo di Urara divenne di un rosso scarlatto e, prima che Shiro – così, almeno, aveva detto di chiamarsi – lo notasse, corse via, divincolandosi bruscamente dalla sua presa. — Al diavolo! Il mio nome è Urara! — gli urlò, senza voltarsi. Doveva andare da Kurumi, e al più presto.

Urara! — Kurumi abbracciò l’amica con tanto affetto.
La bionda ricambiò, ricordandosi solo in quel momento di quanto grande fosse la casa di Kurumi: l’enorme salotto, posto alla sua destra, era davvero accogliente e avrebbe lasciato di stucco chiunque; il lungo corridoio portava alle enormi camere da letto, al soggiorno, con una piccola cucina integrata e alla toilette. Era davvero una bella casa.
Ne hai impiegato di tempo, eh? — Le sorrise la viola, appena finito di legare i suoi capelli in uno chignon disordinato — È successo qualcosa?
Urara le raccontò l’incontro con quell’arrogante di Shiro in tutti i dettagli, lasciando Kurumi stupita, ma allo stesso momento leggermente infastidita dal comportamento di quel ragazzo.
Davvero stupido! — sussurrò, più a sé che ad Urara, incrociando le braccia sotto il seno, — Sarà uno di quelli che passano la maggior parte del loro tempo per le strade!
Urara annuì, afferrando uno dei cioccolatini posti in una ciotola in ceramica all’ingresso.
Se non fosse per il suo carattere antipatico, sarebbe davvero carino! — confessò.
 
Note me: Buonsalve a tutti, da quanto tempo! Lo so che non dovrei trascurare, ma non sono nemmeno riuscita ad entrare in quest'ultimo mese, perdonatemi!
Innanzitutto, buon anno, miei cari! Ormai il nuovo anno ci ha accolti a braccia aperte, già già. E pensare che neanche sembra.
Comunque, passando al capitolo, cosa ne pensate? Ci tengo a saperlo, mi raccomando. Avrete notato il 'parte prima' sotto il numeretto. Beh, era così lungo che ho dovuto dividerlo, purtroppo. Ma niente problemi!
Spero di sentirvi in una recensione! Lettori silenziosi, non siate timidi, non mangio carne umana, tranquilli. XD
A presto!
  Ayako.

 
  
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