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Autore: MeikoBuzolic    04/01/2014    0 recensioni
Tornammo a casa.
Ci gettammo sfiniti sul divano.Mia sorella era seduta sulla poltrona a mangiare dei biscotti, mentre guardava la televisione.
«Com'è andata la corsa?» domandò senza togliere lo sguardo dallo schermo.
«Stancante» risposi.
Dopo un poco si sentì mia madre urlare. [..]
«Sono arrivate! Sono arrivate!» disse entusiasta.
Mio padre appoggiò le sue mani sulle spalle di mia madre «Calmati tesoro!» disse tranquillizzandola.
Lei respirò e ci guardò «Sono arrivate le lettere di Hogwarts» dichiarò emozionata.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Prologo parte 2
Ci svegliammo presto.
«Ragazze siete pronte?» urlò mia madre dal piano di sotto.
«Sì!» rispondemmo in coro io e mia sorella.
Corremmo per tutta la rampa di scale, mia madre ci diede la solita sistemata, lei maniaca della perfezione.
«Vi raccomando tenete sempre la mano stretta a vostro padre e non lasciatela per nessuna ragione» ci avviso, ci diede ad entrambe un bacio sulla fronte e infine mi sussurrò «Stai attenta a tua sorrella».
Io annuii e le sorrisi, e strinzi la mano ad Marilyn.
Salimmo in macchina, avviandoci verso Londra.
Mio padre parcheggiò e ci avviammo in una stradina del centro. Ci avvicinnammo in una palazzina scura in legno, dall'insegna rovinata dal tempo "Il paiolo magico pub".
«Papà noi non possiamo entrare in un pub» dissi allarmata.
«Stai tranquilla tesoro» mi tranquillizzò.
«Sempre da ridire hai» si lamentò mia sorella.
Entrammo, la porta cigolava.
All'entrata erano appesi ai muri degli specchi, i muri scuri, incecchiati col tempo. Grandi tavole di legno dove persone dai buffi abiti sedevano bevendo in dei boccali, colonne in legno che sostenevano i tetti ai lati, e di fronte un bancone, tutto illuminato dalla soffusa luce delle candele e dalle piccole alte finestre.
Infondo a destra una porta, ci dirigemmo verso quella, ed entrammo. 
Ci ritrovammo in un terrazzo circondato da alti muri in pietra. Papà si piegò, ed alzò i suoi pantaloni ed estrasse la sua bachetta, e con la punta toccò alcuni mattoccini, e magicamente iniziarono a muoversi, creando un arco, e di fronte a noi una cittadina.
«Ragazze questa è Diagon Alley» disse papà entusisto.
Prese per mano mia sorella, mi guardò e mi fece l'occhiolino e strinsi la mano di lei.
Entrammo subito al primo negozio a destra. 
Un negozio pieno di libri, libri che svolazzavano da soli, alcuni di essi inpolverati. 
C'era una grande fila davanti a noi, la cosa peggiore prima di noi c'era una grande famiglia con con quattro figli maschi e una femmina. Usciti da lì con la grande pila di libri ci avviammo, a comprare il calderone e il necessario per le pozioni, ma prima di entrare al negozio davanti a noi un negozio di animali, io e mia sorella ci precipitammo a vederli. In una cesta si trovavano delle pallina pelose color crema, ne toccai una ed era morbida ed iniziò a fare le fusa. Guardai il cartello "Puffskein a 5 galeoni l'uno".
«Papà! Papà posso averne uno?» domandai, e lo guardai con uno sguardo tenero.
Lui mi guardò dubbioso «Va bene, ma dovrai stargli attenta» mi raccomandò.
«Va bene» sorrisi.
Chiesi al negoziante uno e me lo mise in una deliziosa gabbientta di legno, dove le mie sottili dita potevano passare tra le sbarre e accarezzarlo. Improvvisamente la sua lingua si allungò fino a superare le sbarre, rimasi sbalordita.
«Tesoro questi animaletti, mangiano atraverso la lingua come le rane» spiegò.
Mia sorella mia guardò, guardò anche mio padre «Papà voglio una cosa anch'io» sbuffò.
«Vuoi anche tu un Puffskein?» domandò mio padre indicando la cesta.
«No, voglio quello» indicò una sottospecie di gatto.
Era un gatto, dalle grandi orecchie, assomigliava molto a una lince in mignatura, era piccolo come le mie mani, e sdraiato a quel cuscino a fissarci, e il suo pelo era di un colorito grigio-azzurro. Come ad ogni animale un cartello "Kneazle a 15 galeoni". 
Dal viso sbalordito di mio padre notai che vide il prezzo, fisso mia sorella «Tesoro, costa...» ma si trattenne. Sospirò «Okay» si rassegò guardando il viso rintristito di mia sorella.
Ci incamminammo verso i negozi, con i nostri animaletti fra le mani, fino a quando ci fermammo davanti a un negozio, dalla porta in legno rovinata, e dall'insegna dalla scritta dorata "Ollivanders".
Entrammo, ma questa volta papà stette fuori a fissarci dalla vestrina, mentre reggeva il nostro materiale. Mia sorella ed io ci stringevamo la mano, e ci guardavamo intorno: alla sinistra una rampa di scale, scafali pieni di piccole scatolette rettangolari, ci avvicinammo al bancone, dove si trovava una antica cassa, un libro e una campanella. 
Marilyn la suonò.
«Marilyn!» la rimproverai.
Da un angolo apparve un uomo anziano, dai capelli bianchi e arruffati, si avvicinò e ci sorrise gentilmente.
«Buongiorno signore, desiderate?» chiese.
«Emm... voremmo delle... bacchette» disse mia sorella intimidita, prima volta che le sentii usare quel tono.
L'uomo si avvicinò a noi e ci porse la mano.
«Molto bene, so cosa darvi» disse esperto.
Salì le scale, si sentii un tonfo e dopo poco ritornò.
Aprì una scatola e si rivolse a mia sorella, e prese la bachetta tra le sue mani 
«Questa bachetta è di legno d'Ebano, per persone anticonformiste e orignali, dal nucleo di corde di drago. 12 pollici e abastanza flessibile» riposò la bachetta nella scatola e la diede a mia sorella, e si inchinò.
Poi guardò me 
«Anch'essa ha un nucleo di corde di drago, ma di legno di noce, lei ti completa» disse riferendosi alla bachetta.
Dietrò di noi, si trovava mio padre orgoglioso di noi.
Continuai a fossare la bacchetta che tenevo tra le mani, fino a quando vidi il buio.

Aprii gli occhi e mi trovai in camera mia.
Mi alzai il busto - ho sognato il giorno in cui ho ricevuto la lettera, e quando sono andata a Diagon Alley e sono svenuta dall'emozione - sorrisi tra me e me. 
Mi volta, e nel letto accanto a mio la montagna di coperte dove si trovava mia sorella.






 
   
 
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