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Autore: marauder11    04/01/2014    2 recensioni
E se qualcuno fosse arrivato in tempo la notte del 31 Ottobre? Se qualcuno, avesse precedentemente intuito i piani del signore oscuro?
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Ordine della Fenice, Regulus Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Spalancò la porta con più forza di quanta ne potesse mettere e, guardando dritto negli occhi il fratello, lesse insieme stupore e paura che comunque ignorò.
"Immaginavo che saresti venuto..." disse Remus, cercando di non far trapelare lo spavento provato poco prima per l'irruzione improvvisa e inaspettata dell'amico.
"Davvero te lo aspettavi?!" disse Sirius in un soffio di voce nervoso, che preannunciava la tempesta che si sarebbe scatenata di lì a poco "e dimmi, sai per caso anche perché sono qui?" continuò, mettendo più rabbia nel suo tono di voce. Remus rispose, con un mezzo sorriso sulle labbra, era sinceramente un po' dispiaciuto "Dai, davvero te la stai prendendo per così poco? So di essere stato poco presente ultimamente ma.." quella risata (stavolta cinica) così simile ad un latrato interruppe il discorso dell'amico appena iniziato, quasi come se fosse già stanco di sentire ciò che aveva da dire... Ma Remus, seppur più teso di prima dato che l'atmosfera nella stanza si stava facendo pesante, continuò spedito e sicuro di sè (almeno apparentemente) il suo discorso dicendo: "ma lo sai benissimo che c'è stata la luna piena la scorsa settimana e poi ho avuto bisogno di riflettere, ecco...". Quest'ultima frase fece infervorare Sirius così a tal punto che rispose urlando: "Vuoi veramente farmi credere che si tratta solo della luna?! Davvero?? Riflettere, dici? Davvero ti sembro così sciocco??". Remus, non capendo a cosa si stesse riferendo l'amico, cercò comunque di mantenere la calma per capire un po' di più cosa non andava in Sirius, continuando però ciò che aveva da dire.
"Beh Sirius, se dobbiamo dirla tutta le ultime riunioni dell'Ordine a cui ho assistito sono state del tutto inutili e deludenti, lo sai anche tu, quindi non vedo quale sia il problema..." Sirius aveva capito poco di quello che gli aveva appena detto l'amico, tuttavia, voglioso di arrivare al nocciolo della questione, si alzò di scatto "Avanti, sputa il rospo Felpato! Cosa c'è che non va?".
Sirius  diede un pugno sul muro su cui era appoggiato Remus, e quest'ultimo spalancò gli occhi capendo solo adesso, quanto realmente la situazione fosse grave. Poche volte in vita sua aveva visto Sirius così arrabbiato e triste insieme. Riprovò, con più dolcezza:
"Sirius... Avanti amico, so quanto sei preoccupato... Lo sono anch'io, credi che non capisca cosa significa sapere che da un giorno all'altro potresti non rivedere più tuo fratello? Sirius... James non è solo la tua famiglia, è anche la mia..."
Sirius intanto si era zittito, colpito dalle parole dell'amico che risuonavano nella sua testa così sincere, ma le scacciò così in fretta e subito dopo sputò con veleno queste parole: " Tuo fratello? Come puoi parlare così di James, dire che è tuo fratello, quando sappiamo entrambi che li hai venduti, che sei passato dall'altra parte!! Ah! Credevi davvero che saresti riuscito a nascondermelo? Come hai potuto, Remus?? Come.." D'un tratto fu interrotto da un calcio così violento che  quasi non credeva provenisse da Remus, che era sempre stata una persona così tranquilla, pacifica e così poco istintiva prima di quel momento. Sirius, per il colpo preso in pieno alzò la testa di scatto, fissando gli occhi delusi e lucidi di Remus, capendo troppo tardi l'errore che aveva commesso. Remus, vedendo la sorpresa negli occhi dell'amico, capì quanto quest'ultimo fosse davvero convinto di quanto aveva detto precedentemente, quindi scagliò un altro colpo sul petto di Sirius più forte del primo, quasi a voler resettare quel corpo dai pensieri negativi del compagno di avventure tanto adorato prima, tanto odiato in quel momento per ciò che aveva solo osato pensare, poi si allontanò, dando le spalle a Sirius.
L'artefice di quei pensieri più sbagliati si alzò, e si avvicinò a Remus come se volesse silenziosamente esprimere il suo dispiacere per tutto il male che aveva esternato prima, e disse, con un soffio di voce ed un groppo in gola. "Remus, io... Io non... Non volevo, io credevo che, insomma...Ma adesso ho capito e sono davvero così... Io, spero tu possa perdon..."
"Tu, Black; come hai osato?? -  marcando ogni parola con una pausa dopo l'altra, con un gesto della mano zittì l'interessato che stava per replicare e continuò imperterrito - non credevo potessi cadere più in basso... Credevi davvero che io potessi tradirvi? Tradire coloro che hanno salvato la mia vita da un misero destino? NO. Non avrei mai potuto." Urlando come non mai continuò: "E adesso sparisci, va via. Non voglio più sentir niente da te."
E così Sirius, colpito dalla furia dell'amico e leso dalle sue stesse parole mai così sbagliate, si smaterializzò poichè pensava non ci fosse più niente da fare, tutto era stato distrutto. Non era stato Remus a tradire i Malandrini, era stato lui a tradire loro.





Ripensò a lungo, per giorni, al grave errore commesso con Remus. Adesso non solo era preoccupato per i Potter, ma anche terribilmente appesantito da un macigno all'altezza dello stomaco che sapeva tanto di senso di colpa. Ma ci sarebbe stato tempo per risolvere con lui, si, tutto si sarebbe aggiustato con Remus e sarebbe andato per il meglio.
 Il tempo avrebbe guarito le ferite, ma il tempo stesso non bastava invece per salvare James, Lily e quel piccolo Harry, a cui voleva bene come se fosse un figlio.
 Adesso doveva pensare a salvare quella famiglia, la sua, proteggerla da quel male che incombeva su di loro. E doveva fare in fretta...
Mentre questi pensieri ingarbugliati governavano la sua mente, intanto passeggiava a Diagon Alley, in cerca di un'idea, qualcosa, anzi qualcuno, che l'avrebbe potuto aiutare. Era solito andare in quel posto quando aveva la mente confusa, quel posto che lo rasserenava e solitamente schiariva i suoi pensieri.
Ma adesso aveva bisogno di più di un pensiero felice, aveva bisogno di una mano che lo sollevasse da quel baratro in cui era precipitato, una mano che lo spingesse con forza verso la strada giusta... Una mano che conosceva, che un tempo era stata amica ma che adesso non sapeva dove trovare, tanto era lontana. Come avrebbe potuto guardare negli occhi tanto simili ai suoi di quella persona e chiedergli aiuto come mai aveva fatto? E poi, quella mano l'avrebbe davvero spinto verso la strada giusta?


 Ma... Ehi! Una mano lo stava davvero spingendo, non verso "la strada giusta"  ma contro il muro!
In un millesimo di secondo si ritrovò faccia a faccia con un uomo che non aveva mai visto; basso, tozzo e calvo.
 Aveva parecchi ciondoli appesi al collo e due o tre orologi al polso; quest'uomo lo guardava, arrabbiato, seppur fosse palesemente spaventato da ciò che stava facendo, dato che si trovava davanti ad un Black, figlio di una casata così antica quanto odiata da quel Black stesso.
"Cosa diavolo sta facendo, per Morgana?!" sbraitò Sirius, infastidito da quel gesto più fastidioso che violento di quello sconosciuto.
"Ah, caro signor Black, sa benissimo cosa sto facendo! Le pare che io non mi ricordi cosa mi ha fatto l'altro giorno? Perché mai mi ha schiantato?? Io non volevo fare niente, non stavo ascoltando i discorsi suoi e di quei maledetti scagnozzi che si porta dietro!"
In un lampo capì; quello sciocco aveva sbagliato persona, o più precisamente aveva colpito il Black sbagliato.
 Era di Regulus, il suo "amato" fratellino, che stava parlando. Quel "fratello" di cui aveva tanto bisogno.


  D'un tratto, sul suo viso iniziò a mostrarsi un sorriso compiaciuto, un sorriso furbo e malandrino;  sapeva esattamente cosa fare e come sfruttare quella palla al balzo, quel colpo di fortuna.
"Ah e cosa stavo esattamente facendo io? E quand'è, per Merlino, che mi ha visto passare di qui?"
disse, quasi gentilmente e con calma, mentre si liberava quasi senza fatica dalla mano di quell'uomo tanto basso quanto
 ingenuo, date le circostanze.
Lo sconosciuto intanto, colpito dalla gentilezza anomala del Black, fece qualche passo indietro e, meno sicuro di sè rispetto a prima continuò:
"Lei, e quei suoi scagnozzi... Oh, insomma! Vi pare che io non abbia visto cosa fate? Passate sempre di qui, ogni tramonto di ogni maledettissimo giorno, e andate verso Nocturn Alley..."
 Nel frattempo Sirius aveva assunto uno sguardo indagatore, curioso (più divertito che curioso in realtà, dalla difficoltà con cui quell'uomo gli stava parlando tanto era impacciato, e dalla facilità con cui lui stesso stava ottenendo informazioni senza muovere un dito; che fortuna sfacciata!) e piuttosto accusatore verso l'uomo che aveva davanti, tanto che questo si fece piccolo piccolo di fronte a quei tenebrosi occhi di ghiaccio e a quella figura elegante; eppure continuò, seppur scoraggiato, a parlare e disse:
"Non che... insomma, non che io ci faccia caso più di tanto! Beh, ovviamente... Per me potete fare ciò che volete ma ricordo che eravate stato gentile con me, un giorno, quando eravate da solo. Quindi non capisco cosa io vi abbia fatto, l'ultima volta che vi ho visto!"


Sirius non riuscì a trattenersi e rise, rise finalmente di cuore, la sua risata sapeva già di conquista.

E, preso da un moto di gratitudine abbracciò lo sconosciuto in fretta e si allontanò a passo spedito  verso la gelateria di Florean Fortebraccio.
Erano ancora le due del pomeriggio e avrebbe dovuto aspettare ancora un po' la comparsa di Regulus al tramonto.
 Doveva pensare a come parlare con lui, da solo. E poi, doveva festeggiare.
 La fortuna era dalla sua parte, quel giorno.
Il pomeriggio era scivolato lentamente, per questo Sirius aveva potuto pensar bene a come incastrare Regulus e portarlo con sé.
Al solo pensiero del fratello, l'amaro gli saliva in bocca, poichè quel fratello a cui aveva tanto voluto bene da piccolo e con cui aveva condiviso le uniche gioie in casa sua, era andato contro di lui, si era schierato dalla parte di Voldemort.
Avrebbe voluto salvarlo, avrebbe dovuto salvarlo perché infondo la sua unica colpa era stata la vigliaccheria che, a differenza sua, lo aveva lanciato verso la strada prescelta dai suoi genitori. Regulus portava avanti il nome della sua famiglia e gli recava onore, seppur fosse un vigliacco; Sirius era il traditore da ripudiare che aveva distrutto tutti i progetti fatti da Orion e Walburga Black per lui, colui che era stato il loro primogenito prediletto. 
Ma adesso non poteva ancora insultare silenziosamente quella che sarebbbe dovuta essere la sua famiglia, lui non aveva bisogno di una madre, un padre e un fratello che era divenuto marcio ormai; aveva un'altra famiglia, che lo amava più di qualsiasi altra cosa.
Ma, dentro di sé, grazie a quell'incontro che sarebbe avvenuto di lì a poco, sperava di poter fare ancora qualcosa per quel fratello perduto. In fondo, gli voleva ancora bene ma il suo orgoglio gli impediva di capacitarsene realmente.

Così il pomeriggio passò, tra pensieri amari e felici speranze. Si sentiva ansioso di scoprire cosa sarebbe successo, non impaurito. La sua ansia sapeva di speranza, di voglia di cambiare le cose.  E magari avrebbe davvero fatto la differenza, non solo per uno dei suoi fratelli. 
NOTE DELLE AUTRICI:

Saaaalve a tutti!!!
Ci tenevamo a ringraziare coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, HOON21 (che l'ha inserita anche tra le seguite) e DREAMER_IMPERFECT,
THELASTHALFBLOOD che ha inserito questa storia tra le preferite <3
e RAMOSETTA che l'ha inserita tra le ricordate e tra le seguite!!! GRAZIE, GRAZIE

E naturalmente, grazie anche a AVISDREAM, BABSY, MARTY EVANS e SOLISOLI_17 che l'hanno inserita tra le seguite!!!

E a tutti quelli che leggono :DDDD


Speriamo che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, il prossimo sarà molto movimentato e credo lo pubblicheremo tra pochi giorni perché è quasi ultimato!!! p.s.: La parte in corsivo indica un FLASHBACK della conversazione tra Sirius e Remus!!



-MARAUDER11
  
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