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Autore: Shine     26/05/2008    2 recensioni
Flowers è una raccolta di brevi storie, incentrate sul significato dei fiori. Ad ogni fiore, infatti corrisponde un preciso senso ed una determinata storia. E' la mia prima ff su questa categoria, non siate troppo severi. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stella Alpina

Simbolo di coraggio

 

Riordinare la casa. Che compito ingrato! Eppure, nonostante non le piacesse particolarmente, doveva farlo. Ma d’altronde a chi piace fare le pulizie?

Vent’anni. Aveva vent’anni. Ma era la solita disordinata e pigrona. Comunque, oggi, rarissimo giorno in cui non doveva studiare, o meglio, in cui aveva deciso di riposarsi, doveva riordinare perché sarebbe venuto suo fratello a trovarla. E conoscendolo come magnate dell’ordine, sapeva che non avrebbe messo piede in una casa così. Iniziò a sistemare la scrivania, ordinando velocemente i quaderni ed i libri in pile, che poi dispose nella libreria. Mentre si dava da fare con l’ultimo carico di libri, la ragazza non si accorse che da uno di essi era scivolato un foglio. Scorgendolo lo raccolse. Gli occhi le divennero umidi e i ricordi le affollarono la mente…

 

Su una panchina era seduta una ragazza. Era immobile, con lo sguardo fisso nel vuoto ed il viso serio, ma sereno. D’un tratto una voce che chiamava il suo nome la riscosse, facendola riemergere bruscamente nella realtà.

“Sofia”

Lei si voltò a guardarlo, sorpresa.

“Ciao, fratellone”, disse con un sorriso.

Lui la guardò contrariato.

“Potresti chiamarmi con il mio nome?”

Lei rise. Una risata innocente, pura, che risuonò nell’aria circostante.

“Ok, fratellone”

Lui scosse il capo, con rassegnazione.

Si sedette accanto a lei.

“Che fai qui?”

“Osservo la fontana”

Prese ad osservarla anche lui.

I sensi di colpa si facevano pesanti, ma osservando la sorella sempre così allegra non aveva il coraggio di dirglielo.

Doveva farlo, però. Doveva…

“Senti, Sofia…”

Lei lo guardò, intuendo.

“Vuoi dirmi della mamma?”

Gli occhi del ragazzo divennero lucidi.

“Tu come fai a saperlo?”

Lei sorrise.

“Ci sono molte cose che io so… Ad esempio, so che, quando l’hai scoperto era furioso perché non te l’avevano detto e avresti voluto rinfacciarle tutto…”

Lui sembrava sconvolto dalla quantità di informazioni che sua sorella conosceva.

“Poi però non l’hai fatto”

“Non sarebbe servito a nulla”, commentò rassegnato.

“Lo so…”

Per un po’ stettero entrambi in silenzio.

“Come fai? Come fai, pur sapendolo, ad essere così serena?”

“Non sono serena e neanche felice”, rispose lei.

“Ma credo che le situazioni difficili vadano accettate ed affrontate… e non si può farlo se si sta a compiangersi per le proprie sventure o a farsi travolgere dalla rabbia”

Lui la guardò, ammirato.

“Sei veramente coraggiosa, sai?”

Lei scosse il capo.

“Cosa centra il coraggio?”

Lui le sorrise.

“Centra, centra…”

 

Aveva 15 anni. Era così piccola. Troppo per affrontare quella situazione. Sua madre malata. Un tumore ai polmoni. Il rischio della sua morte le era sembrato improbabile. Eppure, a 15 anni, si era ritrovata a doverlo annoverare tra le possibilità imminenti. Le risultava doloroso persino ricordare. Eppure, in quei momenti bui, c’era stato suo fratello ad illuminarla…

 Una ragazza sedeva sul divano.

 “Sofia, noi usciamo…”

 Lei alzò lo sguardo.

 Sorrise. “Ok, papà, a più tardi.”

 Non appena la porta fu richiusa, la ragazza spense la televisione e si guardò intorno.

 “Sai dove stanno andando?”, domandò suo fratello.

 Lei annuì.

 Lui la osservò per un po’.

 “Dovrei fare i compiti”, disse.

“Come ci riesci?”

“A fare cosa?”

“Ad essere così tranquilla!”

“Non lo sono affatto”, rispose.

Lui la fissò negli occhi.

D’un tratto gli venne un’idea.

“Aspetta qui, Sofia, devo uscire un attimo”

“Dove vai?”, domandò preoccupata.

“Abbi fede”, disse dandole un bacio sulla guancia e scappando via.

La sorella lo guardò allontanarsi, con ansia.

 

Il tempo sembrava non scorrere mai. Era circa un’ora che suo fratello era via.

Il rumore della porta la fece sobbalzare.

Si alzò ed andò in salotto.

“Ehi, sei tornato, finalmente!”

“Già”, disse sorridendo.

“Posso sapere dove sei andato?”

Lui annuì.

Prese un foglio che aveva posato sul tavolo.

“Per te.”

Lei lo osservò.

“Una stella alpina?”, chiese indicando il disegno, fatto con gli acquerelli.

Lui annuì.

“Si. Sai, è il simbolo del coraggio. Ho pensato che sarebbe stato perfetto per te, visto che lo sei così tanto. Ne vidi uno nel giardino botanico, un po’ di tempo fa, così ho deciso di disegnarlo per te”

La ragazza lo guardò.

Il suo viso era colmo di lacrime.

“Che fai, io ti dico che sei coraggiosa perché affronti serena le avversità e tu piangi?”

Lei sorrise, tra le lacrime e lo abbracciò.

 

Ed eccolo lì. Un disegno. Ed una marea di emozioni. Un fiore. E tanti segreti nascosti. Pensò di mostrarlo a suo fratello. Sarebbe stato contento di vedere che lo aveva ancora conservato. Ed a sua madre, naturalmente. Non si doveva dimenticare che quel pomeriggio sarebbe venuta anche lei a trovarla!

  
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