How I wish, how I wish you were here.
We're just two lost souls swimming in a fish bowl,
year after year,
running over the same old ground. What have we found?
The same old fears,
wish
you were here.
Pink Floyd
E no sigaretta.
Ancora
una volta.
Ancora
una volta partivi e la lasciavi
sola.
E
ancora una volta trascinandoti dietro
quel suo sguardo triste.
Anche
se ciò che odiavi di più era vederla
triste.
Ma
quello era il tuo lavoro. In verità era anche il suo.
E
lei lo sapeva.
Anche
se ogni volta che te ne andavi le strappavi un pezzo di
cuore.
Lei
lo sapeva.
Ti
lasciava andare dopo averti salutato sull’uscio di casa.
Gli
occhi umidi.
Le
labbra tremanti.
Con
un acre odore di fumo a fare da contorno in quel quadretto
troppo idilliaco.
Una
scena monotona, e dirla tutta.
Che
veniva puntualmente rovinata da loro.
Un
fiore
che correva sorridendo, semplicemente perfetta,
salutandoti con la mano.
Una
nuvola
più scocciata del solito, perchè costretto a
portare
controvoglia anche lo zaino del fiore.
E
per ultimo una patatina
assonnata, intenta ad
aprire il primo pacchetto della giornata.
Quei
tre ragazzi che correvano verso di te. Verso di voi.
Come
sempre.
Ogni
volta che l’alba segnava l’inizio di una nuova
missione.
Ed
allora lei si asciugava le lacrime.
Smetteva
di far tremare le labbra.
E
li accoglieva a braccia aperte. Con quel suo modo di fare severo
e cordiale.
Li
invitava ad entrare, gli serviva una tazza di thé e
osservava
divertita la scena.
Il
fiore
che pretendeva di essere la prima a prendere lo zucchero.
La
nuvola
che le lanciava occhiate torve, infastidito dal troppo
baccano.
E
la patatina
che si divertiva prendere al fiore
il suo prezioso
zucchero.
In
realtà c’eri anche te che li guardavi.
Seduto
su una seggiola, li intrattenevi con piccoli fluttuanti
cerchi di fumo.
E
quando tutto finiva, partivate.
Il
fiore
in testa.
La
nuvola
per seconda.
E
la patatina
per ultima.
No.
Per ultimo c’eri tu.
Tu
che ti voltavi sempre per osservare [forse]
un’ultima volta il suo volto.
E
il suo ventre.
La
tua [nuova] famiglia.
E
ti scappa un sorriso al pensiero di quando nascerà.
Il
fiore
dirà subito a tutti che sarà lei a farle da zia.
La
nuvola
verrà costretta con la forza a fare lo zio.
E
la patatina
svolgerà il ruolo del paziente fratello maggiore
Come
una vera famiglia. Come l’effimera illusione di
normalità che
la nuvola
ti convince a cercare.
Bisognava
solo ritornare vivi dalla missione.
Poi,
di nuovo dentro quell’illusione.
Ancora.
E
ancora.
Sperando invano che questa sia la realtà.
- 397 parole -
Angolo
dell’autrice:
Salve
a tutti! Purtroppo la vostra Nut£-chan in questi giorni
è
stata parecchio male (febbre a 39°, raffreddore e vomito T.T) e
non ha potuto
aggiornare in breve tempo. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e
gli
mando i miei più sinceri saluti.
Grazie
per avermi sempre sostenuto. Drabble dopo drabble.
Vi
voglio bene.
KiSsOli
Nut£ ;)