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Autore: Tomocchi    05/01/2014    11 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 10
Charme

 
 
Provincia di Dublino, Casa di Niklas, Venerdì pomeriggio

Era passato ormai un mese dalla prima lezione di nuoto e, Niklas doveva ammetterlo, quello sport stava dando i suoi frutti. 
Non poteva riflettersi allo specchio ma la bilancia parlava chiaro: aveva perso ben dieci chili, tra nuoto, jogging la notte e cibo salutare. Ultimamente quando aveva voglia di sgranocchiare qualcosa, Jackie gli ficcava in bocca un gambo di sedano o una carota. 
Certo: tutto questo lo stancava molto e aveva dovuto trovare anche un altro barbone da cui prelevare il sangue, ma almeno riusciva a entrare nei vestiti che Jackie aveva comprato un mese prima. 
Quella sera la ragazza aveva deciso che lui avrebbe fatto una prova vestiti e gli avrebbe insegnato a essere affascinante. Mah. 
Solo che…
Quando Jackie arrivò lui era in boxer davanti al pc a giocare a The War of Past. Era inutile, quel gioco lo prendeva più di ogni altra cosa: infatti non la sentì arrivare. 
“Niklas! Ma cosa fai?!”, esclamò lei, esterrefatta.
“ Gioco.”, rispose atono l’altro, prima di aggrottare la fronte con espressione concentrata.
“ Ma come giochi! Dai, vestiti, che dobbiamo fare la prova charme!”
“ Zitta, dammi un attimo.”
La ragazza gonfiò le guance come al solito, in modalità criceto, e si piazzò sul divano vicino a lui.
Dopo qualche minuto, doveva ammettere che in effetti sentire il suo sguardo su di sé lo metteva a disagio. 
Mise in pausa e la guardò di rimando, con un sopracciglio inarcato, la domanda implicita. 
“ Oh, ti chiedi che faccio? Ho scoperto che stare a fissarti funziona più di ogni altra parola per farti staccare dal pc. Poi ultimamente sei un bel vedere, quindi non ci perdo nulla.” ridacchiò la compagna maligna mentre si metteva in bocca una gomma da masticare alla fragola. Avvertì subito il profumo impregnare l’aria vicino a loro.
Un brivido di inquietudine attraversò il suo intero essere; quella frase era il peggio che potesse dire! 
Doveva essere un bel vedere solo per Rogan, non per lei!
“Ok, ok, vado a vestirmi subito!”
Quella maledetta bimbaminkia.

Nonostante avesse scoperto che Jackie era allergica ai crostacei  – e che quindi li usasse contro di lei per salvarsi da certe situazioni – la bruna ribatteva colpo su colpo spiaccicandogli rose canine in faccia o mettendogliele a tradimento dentro la felpa o addirittura nel letto. 
Ogni giovedì veniva a prenderlo per fare nuoto, ogni notte verso le tre lo chiamava assonnata per ricordargli di andare a correre per almeno un’ora. Detestava la cosa da morire: un tipo sedentario come lui non eccelleva granché nelle attività fisiche.
Oltretutto, per colpa di quel programmino stilato da Jackie, aveva sempre meno tempo per stare al computer a giocare. Certo, ad alcune cose non rinunciava mai ma le sue ore di gioco si erano ridotte drasticamente e lui ne soffriva. Gli mancava da matti stare ore e ore a giocare, a fare anche  il sabato e la domenica con patatine e cioccolato di fianco, pronto ad ingozzarsi qualora qualcosa andava storto. Ah, bei tempi. 
Ultimamente Jackie era sempre lì. La mattina si vedevano a scuola, dormicchiava giusto fino alle cinque di pomeriggio e poi la bruna veniva a svegliarlo con qualche musica orrenda come sveglia.
Riusciva sempre a imporsi. 
La loro era più una continua battaglia più che un’amicizia. O perlomeno, questo era quello che pensava Niklas. 
Niklas che in quel momento guardava nell’armadio i vestiti che aveva. 
“Mettiti la camicia nera, quel gilet grigio, i pantaloni eleganti e quelle scarpe che ti stanno tanto bene!”, starnazzò la ragazza dal salotto. 
“Ma…”
“Niente ma! Mettiti quello e poi appuntamento nel bagno.”, concluse lei perentoria.
Miseria, era imbarazzante. 
Con un sospiro indossò i capi indicati, trovandosi leggermente a disagio. Non era il suo stile... Come gli mancava la sua comoda felpa verde. Quella, per fortuna, poteva metterla quando andava a scuola, per proteggersi dal sole.
Appena finì di allacciarsi le scarpe raggiunse Jackie in bagno che lo aspettava con pettine e rasoio. 
“ Questa barba non la smette di crescere…”, sbuffò la ragazza, indicando con l’indice le guance e il mento di Niklas, ma il ragazzo che prese la lama dalle sue mani: era pericoloso se lo usava a lei, ne era certo.
“Ci penso io.” , disse sicuro. 
Mentre si radeva, Jackie prese uno sgabello e iniziò a pettinarlo, mettendogli anche un po’ di schiuma e asciugando poi col phon per rendergli i capelli più gonfi. 
“ Ma perché tutta ‘sta roba…?”, domandò a un certo punto. Non lo metteva in tiro per niente vero? 
“ Andiamo a comprare un regalo a Rogan. Facebook mi ha notificato che domani è il suo compleanno e lei ci ha invitato alla sua festa… Incredibile, no?”
In effetti se ben ricordava, lei, lui e Daniel e un altro paio di ragazzi erano gli sfigati con cui nessuno voleva avere che fare. Era davvero incredibile che nel giro di un mese e mezzo erano cambiati così tanto da essere invitati alla festa della gnocca della scuola. Della ragazza che piaceva a lui, ecco. 
“ E questo quando pensavi di dirmelo?”, domandò Nik a denti stretti. Insomma, lo aveva informato solo un giorno prima, odiava fare le cose all’ultimo minuto!
“ Mamma mia, che roba! Te l’ho detto adesso, ok?”, si lagnò Jackie, scendendo dallo sgabello per poter prendere il profumo e spruzzarlo addosso al vampiro un po’ dappertutto. 
Il moro tossì: quasi soffocava per colpa di quella roba forte, perciò uscì dal bagno per poter respirare un po’ d’aria. Una volta recuperato fiato, si girò a fissare malissimo la ragazza, che per tutta risposta si strinse nelle spalle con un sorrisino idiota. 
L’attimo dopo uscì anche lei, tirando subito fuori il proprio telefono di ultima generazione e puntando la fotocamera sull’austriaco: “Dai, dai, ora mettiti in posa che ti faccio la foto e la posto subito su Facebook per…” 
“ Jackie…”, tentò di avvisarla lui, prima di venir bloccato. 
“Niklas! In posa!”, ordinò ancora la ragazza, con il cellulare in mano.
Niklas sospirò ancora. Non la smetteva di sospirare quel pomeriggio, ma si mise in posa con un sorrisetto beffardo. Si sarebbe fatto qualche risata quando lei avrebbe visto che non appariva. 
“Ma perché cavolo non vieni in foto…”
Idiota. 
Vedeva la sua faccia confusa farsi consapevole.
Ecco che ora realizzava la cosa…
“Uh.”
“C’è qualche problema, cara?”, domandò l’austriaco, facendo un po’ il finto tonto e fingendosi preoccupato, in un’ evidente presa in giro. 
Jackie abbassò il cellulare e gonfiò le guance come al solito, rossa in viso e imbarazzata per aver dimenticato una cosa tanto fondamentale sulle creature che ammirava. “Nulla. Usciamo.” 
Niklas scoppiò a ridere, soddisfatto – si godeva quelle piccole vincite sulla ragazza– e la seguì fuori dalla porta, che chiuse a chiave l’attimo dopo. 
“Allora. Rogan è una ragazza, il regalo per lei che ti consiglio è…”
“Jackie, vorrei sceglierlo io, se mi permetti almeno questo.”, la fermò subito l’altro, camminando fino alla fermata dell’autobus. Jackie parve rimanerci male ma annuì. Almeno su questo ne aveva il diritto di scelta, aveva ragione.

***


Lei aveva già pensato al regalo per la compagna: una trousse con ombretti sul verde chiaro e lucidalabbra color pesca, che l’avrebbero certamente valorizzata. Certo, Rogan era già bella di suo, ma con i trucchi andava sul sicuro. 
Chissà cosa aveva in mente Niklas…
Sperava che il vampiro non avesse intenzione di comprare uno stupido gioco per il computer! Non era così tardo, vero? O forse una maglietta, un vestito, o ancora, uno stupido braccialetto…
Contrariamente alle sue aspettative, non si fermarono lungo i negozi di abbigliamento o altro, ma andarono avanti fino a raggiungere una libreria in cui entrarono subito senza alcun indugio. 
Jackie seguì il compagno che sembrava muoversi con sicurezza tra gli scaffali, alla ricerca di qualcosa di specifico, finché non si fermò in una zona particolare, quella relativa alla danza. 
Oh giusto, Rogan faceva danza il Giovedì pomeriggio: allora Niklas l’aveva ascoltata e se lo era ricordato! 
Sorrise, mentre il ragazzo prendeva un particolare libretto riguardo le storie di ballerine famose; sfogliava qualche pagina e sorrideva a sua volta soddisfatto. 
La brunetta sbirciò la pagina su cui si era soffermato, curiosa: parlava di una ballerina collegata ad un dolce, la Pavlova.

“ Nel 1926,  in Australia, viveva un pasticcere di nome Berth Sachse. 
Una sera egli si recò a uno spettacolo di danza della ballerina Anna Pavlova, che si esibiva nella danza del cigno. 
Bianca ed eterea, la donna si muoveva con grazia e forza, rapendo completamente l’attenzione del pubblico tanto da mozzare il fiato, Berth compreso. L’uomo decise di andare a trovarla il giorno dopo all’hotel dove alloggiava per poterla conoscere. 
Scoprì che la ballerina amava moltissimo i dolci, e così, giorno dopo giorno, lui cominciò ad adoperarsi per preparare tutte le leccornie e dolciumi che conosceva, solo per vederla sorridere e ridere.
Anna era divertente, piccola, sottile come una bambolina; aveva una voce profonda, chiacchierava molto, vestiva prevalentemente di bianco con scialli di chiffon che le avvolgevano le spalle magre.
I due passavano molto tempo insieme mentre lei si esercitava e lui che l’ammirava, innamorato.
Un giorno, purtroppo, Anna dovette partire.  Il pasticcere ne soffrì moltissimo ma la donna doveva assolutamente tornare in Europa per lavoro. Solo dopo cinque anni, in un articolo di giornale, Berth lesse della sua morte a causa di una polmonite. 
L’uomo soffrì tantissimo per la perdita della sua amata: ebbe incubi per un’intera notte, su Anna in preda a colpi di tosse talmente forti da far uscire sangue dalla bocca. La mattina dopo, risoluto,  decise di renderle omaggio con la sua arte.
Si immaginò un dolce duro come le punte delle sue scarpette, morbido come i suoi gesti. La scelta ricadde sulla meringa, con l’aggiunta di aceto, estratto di vaniglia e amido di mais, montata fermissima tanto da farla diventare bianca e lucida come le piume del cigno che lei interpretava; dopo la cottura, la meringa era dura all’esterno e morbida all’interno, come desiderato. Spalmò su essa della panna montata, come gli scialli che portava e l’avvolgevano; infine scelse il rosso, come il colore della malattia che aveva posto fine alla sua vita, adagiando delle fragoline di bosco e lamponi sulla panna, scarlatti e acidi come la morte. Questa è la storia del dolce della Pavlova.”

Jackie lesse tutto d’un fiato e alla fine si accorse di avere gli occhi lucidi: quella era davvero una storia romantica e triste allo stesso tempo. 
Niklas richiuse il libro e la fissò un attimo, come a chiedergli implicitamente se andava bene e lei annuì, sicura che Rogan avrebbe apprezzato. 
Alla fine della storia, inoltre era presente la ricetta con le giuste dosi di preparazione. 
Dopo aver pagato entrambi uscirono in silenzio, senza dire una parola. 
Il moro aveva scelto un bellissimo regalo, profondo e adatto a Rogan, al contrario di lei. 
Si sentiva leggermente male, e anche stranamente gelosa. Ma perché mai essere gelosa? Insomma, non era affare suo e… non… c’entrava proprio nulla pensarla così. 
Una vocina nel suo profondo sussurrava maligna che anche lei desiderava un regalo così personale da parte del vampiro, ma lei la soffocò pensando intensamente alla richiesta che avrebbe fatto da lì a breve. 
“ Niklas…”, cominciò, esitante. Il ragazzo gli rivolse un’occhiata stranita.
“ Che c’è.” Dal tono sembrava irritato. 
“ Mi accompagneresti ad un concerto stasera?”, domandò lei, con le mani dietro la schiena, 
“ Che concerto?” domandò lui, con una punta di interesse. Forse aveva una possibilità!
“ Gli One Direction si esibiscono al The Academy proprio alle 21.30….” 
“ NO.”
Mamma mia, che cambio repentino di umore! 
“Ma se nemmeno li conosci!”, protestò la compagna, stringendo le mani a pugno lungo i fianchi, mentre lui camminava con le mani in tasca. 
“ Oh, no, li conoscono: sono quei cinque idioti nel poster in camera tua, quei cinque idioti che cantano le canzoni con cui mi svegli ogni volta e ricordo che volevi propormi un taglio di capelli di uno di loro.” Ehm. Colpita e affondata. 
“ Dai, Leenane non poteva perché è in gita tre giorni con la scuola, avevo preso il biglietto anche per lei e tu sei il mio unico amico!”, piagnucolò, prendendolo per un braccio prima di venir scacciata con un gesto stizzito. 
“Jackie, stai solo peggiorando la situazione, perché così passo per rimpiazzo!” 
“ Non è vero! Avrei potuto chiedere alle altre Directioners ma non ci ho nemmeno pensato, perché solo con te e Leenane mi sento al sicuro e me stessa!”, esclamò alla fine, per poi tapparsi la bocca. 
Ecco, aveva rivelato troppo di sé. Niklas la fissava con gli occhi sbarrati senza dire una parola. 
“C-cioè… Insomma tu sei un vampiro, potresti… fare pratica di fascino con le ragazze presenti al concerto, ecco! Ricordi che te lo avevo detto? Cosa credevi?” Rise, nervosa, legandosi i capelli con un elastico rosso. 
Niklas non pareva convinto ma lei gli mollò un pugnetto sul braccio, incoraggiante: “ Dai, dai, magari ci trovi qualche preda sballata!”
Sulla base di questo, lui accettò, più sicuro.

“Allora. Prima di tutto, cerca di avere un tono gentile.” 
Prima lezione di charme! Aveva intenzione di sfruttare ogni minuto possibile per essere impeccabile poi alla festa di Rogan. Niklas non aveva un minimo di fascino e sex appeal, perciò c’era parecchio da lavorare. Sperava di riuscirci.
“ Un tono gentile? Io sono anche fin troppo gentile!”, sbottò lui stizzito prima che Jackie gli pizzicasse il naso.
“ Eeennhhh! Risposta sbagliata, riprova! Un tono gentile sarebbe ti sbagli, dolcezza.
“Mi pare più una frase da cascamorto…”
“ Appunto! E loro hanno successo! Su, Niklas, ripeti con me e prova a sorridere: Sei molto carina, dolcezza, posso offrirti da bere?” La compagna cercò di fare la voce grossa, come per imitare un uomo. 
“ Te lo paghi da sola, ecco cosa.”, rispose il moro, sicuro. 
“ Niklas! È una cosa seria, dai!”, esclamò lei gonfiando le guance.
Il vampiro alzò gli occhi al soffitto: “ Come fai a dire che tutto è una cosa seria… sei assurda!” 
Erano in piedi, proprio dentro il The Academy; mancavano 45 minuti al concerto, e la zona pullulava di ragazzine e addirittura ragazzini della sua età e anche meno. In fondo vedeva delle dodicenni e tredicenni che strillavano a squarciagola con indosso delle magliette raffiguranti le facce sorridenti dei cinque ragazzi che si sarebbero esibiti da lì a poco. 
Anche Jackie aveva messo la sua bella maglietta con la scritta “ I – immagine di un cuore rosso vivo – 1 D” e non se ne vergognava, perché anche altre l’avevano addosso. In compenso, vedeva Niklas parecchio nervoso e a disagio. 
“ Hai fame?”, domandò in un sussurro. L’austriaco annuì, con gli occhi che saettavano veloci da una ragazzina all’altra. Tutte erano prede ai suoi occhi. 
“Dai, quando tutto sarà finito – e indicò il palco – andiamo subito a casa e ti do un po’,… del mio sangue ok?”
In quel mese, un’altra cosa si era aggiunta alla routine: Niklas si cibava anche di lei, giusto una dose succo di frutta, come la chiamava lui, una volta a settimana. 
Non capiva perché, ma stranamente era lo stesso austriaco a chiederlo, nonostante facesse tappa dei due barboni da cui andava sempre. 
Era una cosa strana e tremendamente intima. In quel modo sentiva di dargli davvero qualcosa di sé, che li rendeva uniti, che era solo loro, un momento solo loro. 
Se lo ripeteva continuamente: Niklas non le piaceva, semplicemente stava venendo su come voleva e beh, era apprezzabile! Il fatto che quando erano vicini sentiva le guance in fiamme era pura casualità. 
“Senti, prova ad abbordarne qualcuna, cerca di fare il carino!”, lo sospinse, dandogli un colpetto sulla schiena. 
Niklas la fissò dubbioso, accarezzandosi il mento liscio con le dita. 
“Atteggiamento da Damon! Te l’ho fatto vedere!” Aveva deciso di includere nel programmino un serie di visioni dettagliate dei vampiri. 
Le prime due settimane gli aveva propinato Twilight, il film che raccontava della storia di Edward e Bella, ma si erano dovuti fermare perché il moro aveva avuto una forte nausea nel vederlo ed era stato impossibile continuare la visione; nella precedente e quella in corso, aveva deciso di dedicarla alla prima stagione di Vampire Diares, tappa obbligatoria perché portava proprio il taglio di capelli come Damon Salvatore; le due successive sarebbero state dedicate a True Blood, ed era certa che almeno quella serie gli sarebbe piaciuta, poiché più vicina all’idea di vampiro che aveva l’amico. 
Sì, amico. Lei considerava Niklas amico, ormai. Nonostante lo comandasse un po’ erano comunque alla pari: lei con la rosa canina e lui con qualche cozza sempre in giro con cui minacciarsi a vicenda; Un sabato, dopo averlo nutrito, si era fermata a dormire da lui e insieme avevano guardato la cassetta – probabilmente lui era uno degli ultimi possessori di un VHS – di Dracula di Coppola, ispirato al libro di Bram Stoker. 
Quando gli aveva chiesto se lo aveva mai conosciuto o incontrato, lui aveva negato, ricordandole di essere arrivato in Irlanda solo nel 1999. 
“ I vampiri sono fascinosi, è un dato di fatto e non ti puoi sottrarre!”, lo incitò ancora, dandogli una spinta. 
Niklas la guardò ancora dubbioso, ma deglutì un groppo in gola e si avviò verso la prima ragazzina che vide sola. 
Jackie li osservava a un paio di metri di distanza, lanciando qualche occhiata al palco dal caso i suoi beniamini fossero arrivati. 
L’attimo dopo l’attenzione fu di nuovo su Niklas e la ragazzetta, che ridacchiava civettuola e sorrideva da un orecchio all’altro sbattendo più volte le ciglia piene di mascara.
Quella voleva morire. Sì, voleva morire. Perché faceva quei tiri da ochetta impertinente con il suo vampiro?
…un attimo, un attimo, calma, Jackie. Niklas era patrimonio dell’umanità, doveva fare pratica per poi mettersi con Rogan Macklemore!
La ragazza tirò un profondo respiro e si calmò, appoggiandosi alla parete nera del locale. 
Odiava sentirsi così male…

***

Doveva ammettere che Jackie la pazza aveva ragione. 
Si era avvicinato a una ragazzina, tale Jenny, con la scusa di sapere che ora era. Nessuno gli aveva sorriso così tanto nel giro di un minuto come stava facendo quella tipa. 
“Sei di queste parti?”, cinguettò lei, avvicinandosi parecchio a lui. Diamine, aveva un buon profumo, il suo sangue doveva essere proprio buono! 
“ Più o meno… sono qui in giro con una… persona.” Amica era parola grossa e Jackie ancora non se la meritava. 
“Capito, tranqui!”
Tranqui? I ragazzini di quest’epoca tagliavano pure le parole! Voleva strapparsi i capelli. 
“Ti va di bere qualcosa alla fine del concerto? Sempre se non finisco da qualche parte con Harry, Niall, Liam, Louis o Zayn, ahahah!” Miseria, rideva con un’oca giuliva. 
“No, grazie… ehm, credo che tornerò a casa.” svincolò lui, facendo dietro front. Non si sentiva per niente a suo agio con quel tipo di donna. 
“Ma come! Sei un gran bel ragazzo, dovresti venire a divertirti!” miagolò lei, iniziando a strusciarsi su di lui come una gatta in calore. 
Ok, poteva morire di imbarazzo. 
“No, sul serio, ehm… Jenny, credo che andrò.” 
“ Nooooo, non andare, dai! Rimani qui con me!”
Miseria, più cercava di allontanarsi più quella gli si appiccicava! 
D’un tratto si sentì tirare per un braccio – quella stretta era inconfondibile: Jackie era venuta a recuperarlo! Per la prima volta in vita sua la ringraziò più volte nella sua mente. Grazie, grazie, grazie..!

***

Non ce l’aveva fatta a guardarlo civettare con un’altra. 
Jackie si mordicchiò il labbro, fermandosi vicino alla parete dove si era appoggiata all’inizio prima di voltarsi e guardare Niklas.
“Prima che tu possa dire qualcosa: grazie.”, disse subito l’austriaco, tappando così la bocca alla ragazza. 
Lui l’aveva… ringraziata?
Arrossì a dismisura e gli lasciò il braccio per fissare il pavimento, che era parecchio interessante in quel momento. 
“P-prego. Quella non era a posto con la testa. Era stramba, pareva volerti assalire.”, borbottò la brunetta, senza riuscire a guardarlo negli occhi. 
“Infatti è così… peggio di te, cavoli!”, esclamò lui, stirandosi i vestiti con le mani cercando di mettersi a posto; in effetti camicia e gilet erano un po’ stropicciate. 
“Beh, vuol dire che il tuo charme funziona. Che le hai detto?”
“Le ho solo chiesto l’ora!”
“ Vuol dire che allora hai del fascino naturale! Vedi? Era sotto tutta quella schifezza!”, miagolò Jackie, congiungendo le mani come una preghiera davanti al petto. “Tutta roba naturale, ah, ah! “
“Smettila! Mai più! Non abborderò mai più!”, replicò lui stizzito, mettendosi le mani in tasca, con il sacchetto al polso contenente il libro per Rogan. 
Quella frase le fece inspiegabilmente piacere. Non avrebbe più abbordato altre ragazze. Che gioia!
“ Ehi, perché quel sorrisino idiota?” domandò il vampiro, improvvisamente sospettoso. 
Aveva sorriso? Come? Arrossì ancora, stringendo le labbra senza sapere cosa dire. 
“Sei anche rossa… Mica ha la febbre? Oppure…”
“Signorine care… ecco a voi i favolosi… One Direction!” La voce dell’austriaco fu coperta da quella del presentatore. Tutta l’attenzione andò a lui, quell’omino anonimo sul palco. 
Il pubbli… cioè, le ragazz… voleva dire, le bimbaminkia come lei esplosero in un’ovazione da paura che rischiava di far venire giù l’Academy.
Niklas si tappò le orecchie con una smorfia. “ Vabbeh, ok, mi metto qui in un angolo a giocare a Candy Crush, eh…” 
“ No, no, no, Niky!! Tu che sei alto, fai il video, capito? Non metterti a giocare ora accidenti!”,  sbraitò Jackie, ormai urlante verso i cinque ragazzi che salivano sul palco sorridenti, pronti a esibirsi. 
Sentì Niklas sospirare dietro di sé ma obbedì. Questo le fece battere ancora di più il cuore…
Accidentaccio!

 

 

 

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Note Finali: Piaciuto? xD incredibilmente, la parte più difficile da scrivere era stata la storia della Pavlova, e per chi non la conoscesse (ma dubito) metto una foto qui sotto. Non mi piace il dolce ma adoro la storia, e penso calzasse a pennello con Rogan e compagnia bella. Si svolse nel 1926 se ricordo bene, e per quello Niklas la conosceva, perché lui l’aveva vissuta ecco. I sentimenti di Jackie iniziano a farsi più prepotenti ahi, ahi… ma ancora non ha ammesso nulla! Che sia una sbandata o vero amore? nel mentre la storia prosegue e vedrete che sorpresa tra qualche capitolo! èwè
Ringrazio sempre PinkyRosie, lovelymangaka e Mojita_Blue per le recensioni, e sempre Mojita_Blue per aver messo la storia nelle seguite e preferite! *O*
Alla prossima *O* 

 

 

 

   
 
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