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Autore: Eleanor_Herondale    05/01/2014    4 recensioni
Che succede se mettiamo tutti i personaggi famosi del momento nel mondo di Cassandra Clare, autrice del best seller ‘Shadowhunters’?
Un istituto presso l’abbazia di Westminster, un Mondo Invisibile abitato da cacciatori, lupi, vampiri, maghi e fate anche nella città di Londra.
Un passato che non può essere dimenticato.
Tra amori, amicizie, battaglie e tradimenti si svolge la mia nuova FanFiction ...
Genere: Drammatico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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 London's Shadows

  
 
 
 

...SHOCK...

 
Circa un annetto dopo l’arrivo di Perrie a Londra arrivò a bussare alla loro porta una ragazza. Era notte fonda quando le due donne sentirono il campanello suonare, fu sua madre, Deborah, ad andare ad aprire. La biondina si affacciò per vedere chi fosse e notò una giovane vestita in nero parlare con la madre sull’uscio della porta. I suoi abiti li avrebbe riconosciuti tra mille, quella donna era una cacciatrice. Come avevano fatto a trovarle? Sua madre aveva esplicitamente chiesto al Conclave di voler uscire fuori dal mondo dei cacciatori. Una cosa era certa, la cacciatrice non era in incognito, Perrie poteva vederla nonostante il blocco del suo braccialetto, in più il suo viso non sembrava arrabbiato. Un’aria malinconica le circondava il volto. Congedò sua madre e andò via chiudendo la porta. Mamma, va tutto bene? azzardò a chiedere Perrie quando notò gli occhi della madre arrossarsi sempre più fino a diventare lucidi e pieni di lacrime.  
La donna si gettò sulla figlia abbracciandola con tutta la forza possibile. Papà, non c’è più. È stato trovato ucciso nel suo studio la scorsa notte. disse la donna a tratti singhiozzando. Lei aveva litigato con suo marito, non approvava le sue ricerche, ma in fondo non aveva mai smesso di amarlo. Sperava che una volta andata via, il suo compagno capisse quanto avesse perso e smettesse di ricercare quella maledetta cura, ma purtroppo non fu così.  Perrie ascoltò in silenzio le parole della madre e ricambiò il suo abbraccio, mentre anche dai suoi occhi iniziarono a scendere a tratti piccole lacrime.  
Non si conosceva con esattezza l’aggressore di Alexander Edwards, ma il Conclave iniziò a fare numerose ipotesi. Nell’ultimo periodo erano stati trovati morti altri Shadowhunters ed anche alcuni Nascosti. La madre di Perrie fu convocata ad Alicante per l’ultimo saluto al marito e per la lettura delle sue ultime volontà. Alla ragazza invece fu chiesto di  rimanere a casa: Idris, la regione dei cacciatori, era diventato un luogo troppo pericoloso, soprattutto per una cacciatrice inesperta che non aveva nemmeno terminato l’addestramento.  
Al suo ritorno la madre portò con se degli effetti personali, appartenuti al marito e tra questi vi era un diario. Un quadernino dalla copertina nera lucida scritto completamente e rovinato ai bordi. Nelle sue ultime volontà aveva espressamente chiesto che quell’oggetto venisse ereditato da sua figlia e così sua madre glielo donò. Era quasi come se l’uomo sapesse di dover morire perché nel diario vi erano tutta una serie di scuse rivolte alla figlia e terminava con la frase ‘Figlia mia, tu sei una Cacciatrice, arriveranno periodi bui, ma la tua luce ti illuminerà’. Una frase che Perrie non riuscì a capire fino in fondo. 

 
 
Due anni dopo ...


Perrie sono le sei di pomeriggio! Insomma vuoi alzarti? disse Demetria tirando cuscinate sulla bionda che stava beatamente dormendo sul divano.  
Demi, ho passato una notte intera a studiare per l’esame di lunedì, ho bisogno di recuperare il sonno perso! mugugnò Perrie con il volto immerso nel morbido cuscino. Le cose erano cambiate per la cacciatrice, ora aveva quasi 19 anni e si era iscritta all’università di Westminster, per laurearsi e continuare la sua vita in modo sereno. Non viveva più con sua madre, che comunque andava a trovare spesso; aveva fittato una stanza piuttosto grande al convitto dell’università insieme a due ragazze con cui aveva fatto amicizia. Una di queste era Demetria, Demi per gli amici, una tipa tranquilla, se non si considera il suo triste passato. Era un’autolesionista e le sue braccia portavano ancora i segni dei suoi gesti avventati. Sapeva di aver sbagliato ed ora voleva rinascere, voleva laurearsi e dimostrare alla sua famiglia che era riuscita superare quell’oscuro periodo.  
Salve compagne di stanza! Oggi è il giorno più bello della mia vita! esclamò Danielle a gran voce entrando nella stanza e chiudendo la porta con il piede. Lei era la terza coinquilina. Una ragazza dal fisico perfetto, non per niente, ma era una ballerina ed anche molto brava. La sua vita era un alternarsi continuo di prove e di esami, poiché la sua famiglia voleva che prendesse un titolo di studio.  
Che succede Dani? chiese Demetria curiosa di conoscere il motivo di tanta euforia. In tutto questo Perrie aveva iniziato a stiracchiarsi ed era pronta ad alzarsi dal divano. Danielle si affacciò alla finestra e fece segno alle due ragazze di raggiungerla. Le due si avvicinarono e guardarono fuori.
Vedete quel tipo lì? Quello che sta attraversando ora la strada, carino con il taglio corto e con quel fisico da paura! indicò Danielle per far capire alle amiche il soggetto in questione. Carino! Assomiglia a David Beckham! osservò Perrie; la vista di quel tipo le aveva fatto passare il sonno: non si vedevano sempre ragazzi così carini da quelle parti. 
Oggi davanti all’abbazia stavo per inciampare e lui mi ha tirato il braccio impedendomi di cadere. È stato dolcissimo, il suo sorriso era dolcissimo! spiegò la riccia con una sguardo sognante, mentre ripensava al tipo conosciuto. Quando vi vedrete? chiese allora Demi maliziosa, curiosa di sapere le vicende amorose dell’amica. Danielle la guardò perplessa Come quando ci vedremo? Io non so nemmeno come si chiama, so solo che mi sono innamorata! esclamò e si stese sul divano sospirando. Ti sei innamorata di un tipo del quale non sai nemmeno il nome? Solo tu sei capace di questo  Dani! disse infine Perrie ridendo. Aveva sempre amato questo lato spensierato della sua amica, di chi non si fa mai problemi e vive la vita alla giornata così come viene. 

La loro conversazione fu interrotta dallo squillo del cellulare di Perrie. La bionda si fiondò sull’oggetto e notò sul display luminoso una serie di messaggi non letti di sua madre e del suo migliore amico, che ora la stava anche provando a chiamare.
Pronto Niall, è successo qualcosa? chiese la ragazza leggermente preoccupata per via dei numerosi messaggi. Perrie tua madre ti sta provando a contattare da ore, così ha chiamato me. Mi ha chiesto di ricordarti del ricevimento di stasera. disse Niall dall’altro capo del telefono. La bionda solo in quel momento si ricordò della promessa fatta alla donna: doveva organizzare un importante festa nel suo ristorante e aveva chiesto l’aiuto della figlia per i preparativi e tutto il resto. Anche se non vivevano più insieme, la ragazza era legatissima alla madre e cercava di aiutarla in ogni modo, cercava di non farla preoccupare, perché infondo sapeva che era lei quella che aveva più sofferto. Grazie Niall, vado subito da lei! sospirò la giovane, che nel frattempo si stava fiondando nel bagno per fare una doccia e prepararsi.  
Poi sentendo strani rumori provenire dal cellulare dell’amico chiese Niall, a te tutto bene? Dove sei? Sento un gran chiasso, non dovevi studiare e preparati per i tuoi esami?, non aveva mai ben capito l’amico in che università si fosse iscritto sapeva solo che era fuori città e che, soprattutto nell’ultimo periodo, passava molto tempo fuori Londra. Ehm, si Perrie tutto bene! Ora che ti ho avvisato devo attaccare, ci sentiamo domani, ti voglio bene! disse il ragazzo velocemente e riattaccando senza dare nemmeno la possibilità alla ragazza di rispondergli. Sembrava quasi che non volesse avere più la sua migliore amica tra i piedi e durante la telefonata sembrava che non vedesse l’ora di riattaccare. Niall era sempre più strano, ma infondo, da sempre era stato un tipetto sopra le righe, fin dal primo momento che Perrie lo conobbe al liceo, quando gli ‘salvò la vita’.   

La ragazza cercò di darsi una sistemata il più velocemente possibile, per poi uscire di corsa, salutando le compagne che invece sarebbero rimaste nel loro alloggio. Per arrivare al più presto, era già in un ritardo pazzesco, chiamò un taxi e giunse al ristorante della madre. La donna la aspettava con ansia, aveva bisogno del buon gusto della figlia per decorare le sale e per posizionare gli addobbi. Perrie si mise subito all’opera e cercò di dare ordini ai vari dipendenti della madre.  
La festa fu un successo e quando terminò era circa mezzanotte. 

Mamma io vado, non preoccuparti per l’orario prenderò un taxi! disse Perrie sorridendo, mentre salutava la madre e si preparava ad uscire dal ristorante. Aggiustò il cappotto e infilando un cappellino di lana in testa, si guardò intorno, ma di taxi nemmeno l’ombra. Casa sua non era poi così lontana e, visto che le strade di Londra erano ancora tutte illuminate, decise di andare a piedi.  
Nonostante le luci, le vie erano deserte.  
La ragazza cercava di camminare a passo svelto senza però dare nell’occhio. Di fronte a lei sbucarono dei grossi uomini che le tagliarono la strada, Perrie impaurita indietreggiò, intenzionata a darsela a gambe e a correre chissà dove. Non fu abbastanza veloce che uno di questi le afferrò il braccio e le sfilò la borsa che porse al suo compagno. Presero il portafogli e il denaro al suo interno, ma non essendo soddisfatti del bottino, iniziarono a squadrare la ragazza, per capire cosa dovevano farne di lei.  
Lasciatemi stare, non ho nient’altro con me! implorò Perrie, maledicendosi per non aver aspettato un taxi. L’uomo la tirò verso di se, così vicino che la bionda riuscì a sentire la puzza di alcool provenire dalla sua bocca. Perrie gli sferrò un pugno, con la mano libera e divincolandosi riuscì a liberarsi dalla stretta del malvivente. Purtroppo tirando il suo braccio, il prezioso braccialetto comprato dalla maga si spezzò rimanendo tra le mani dell’uomo. Merda! imprecò ‘delicatamente’ Perrie quando si accorse del danno a quell’oggetto così importante per lei. Il blocco ai suoi poteri stava svanendo pian piano e alla ragazza venne un capogiro per il ritorno della ‘vista’ che la portò dritta tra le grinfie degli aggressori. Fortunatamente per lei, di lì era passato un ragazzino, un tipetto singolare, alto, biondo ossigenato, con una pettinatura da punk e dei piccoli anelli neri alle orecchie che corse in suo aiuto. Aveva osservato la scena e afferrò la ragazza quando stava per cadere, allontanandola da quei tipi che gli rivolsero uno sguardo di sfida. Tutto bene? chiese il tipo alla ragazza che stava cercando di prendere il controllo delle sue forze, Perrie annuì. Il biondo si posizionò davanti a lei  Non mi sembra carino quello che le state facendo! disse facendo un passo in avanti verso quegli uomini.  
Non dovevi immischiarti! rispose uno di loro con rabbia tirando fuori dalla giacca un coltellino affilato. Perrie alla vista di quell’oggetto appuntito sudò freddo, il suo soccorritore non sapeva in che guaio si fosse cacciato, eppure lui sembrava stranamente calmo. Posa quel coso. Non farebbe male ad una mosca. disse il tipo dai capelli biondi, poi fece un sospiro Andate via, sarà meglio per tutti! continuò sorridendo. Quella sua calma iniziò ad irritare Perrie, quel ragazzo stava giocando con la sua vita, non si rendeva conto che quei tipi erano armati e pericolosi. Doveva fare qualcosa, ma cosa? Con il mal di testa che si ritrovava era difficile compiere anche un solo passo. I malviventi non si decidevano a mollare e le parole del ragazzino li irritarono ancora di più tanto da spingere il tipo armato a fiondarsi su di lui.  
In quel momento l’aria intorno a loro divenne gelida, come l’asfalto sotto i piedi degli aggressori che iniziò pian piano a congelarsi fino a diventare una scivolosa lastra di ghiaccio. Quegli uomini però sembravano non riuscire a vedere cosa fosse successo alla strada e iniziarono a scivolare tutti a terra inspiegabilmente.  
Perrie osservò la scena strizzando gli occhi, notò i capelli del ragazzo, che gli dava le spalle, cambiare improvvisamente colore e diventare celesti come la lastra apparsa sotto i malviventi. Il ragazzino rise nel vedere la scena, poi con indifferenza raccolse il braccialetto spezzato e si voltò verso la bionda Questo è tuo, credo sia meglio scappare, questi stupidi non si tengono nemmeno in piedi. Non si corre in inverno, la strada potrebbe essere ghiacciata! esclamò cercando di giustificare l’accaduto in modo normale. Perrie però sapeva che in quella storia di normale non vi era nulla, aveva ‘visto’ con esattezza quello che era successo.   

I due corsero finché non si furono allontanati abbastanza. Avevano entrambi il fiatone per lo sforzo appena fatto. Perrie fissava il ragazzo dalla tinta blu con stupore, di certo non era un normale essere umano.  
Grazie! sussurrò la bionda a bassa voce. Che ci faceva una ragazza bassina e minuta come te fuori a quest’ora? chiese il ragazzo respirando ancora con affanno. Perrie non rispose, si limitò a fissarlo, riflettendo se confessargli o no di aver visto cosa realmente fosse accaduto. Non mangio puoi rispondermi! Siamo stati fortunati con quei tipi! osservò ridendo, poi con un sorriso di chi stava spudoratamente mentendo continuò Idioti, non si reggevano nemmeno in piedi tanto che erano ubriachi! rise, ma notò che la ragazza continuava a fissarlo impassibile. I tuoi capelli …  iniziò a dire Perrie, sospirò … sono ancora blu. Non è stata la sbornia a farli cadere, sei stato tu! continuava a fissarlo mentre sfilava il cellulare dalla tasca dei jeans per controllare l’orario. Hai ‘visto’ tutto? Sei anche tu una Nascosta? Potevi dirlo subito! Mi evitavi la messa in scena. si rasserenò il ragazzo alle parole di Perrie.  
Poi però notò sul collo della ragazza un segno nero che stava pian piano comparendo, sembrava un tatuaggio. Non era però un disegno come tanti quella era una runa, la runa angelica, il segno che contraddistingue i cacciatori di demoni. È la prima runa che viene tracciata ad ogni Shadowhunters e Perrie l’aveva sul collo.  
Il ragazzo sgranò gli occhi fissi su quel segno, la bionda cercò di tirare su la zip della giacca per non rendere visibile il segno allo sconosciuto, ma era troppo tardi.  
Cazzo! Tu sei una cacciatrice! Ti prego non dire niente al Conclave di stanotte, io lo so che non posso usare incantesimi sui mondani, ma non ho fatto nulla di grave! Sono solo un giovane mago che voleva salvare una ‘donzella indifesa’. supplicò velocemente, cercando di assumere uno sguardo tenero per impietosire la ragazza che scoppiò in una grossa risata.  
Non sono quel tipo di cacciatrice, diciamo che ‘mi sono licenziata’. disse Perrie abbozzando un sorriso, quando il ragazzo iniziò a cambiare espressione aggrottando le sopraciglia confuso. Vedi questo …  la ragazza indicò il braccialetto spezzato … mi teneva lontano da tutto il Mondo Invisibile, ti prego non fare domande! concluse sperando di averlo tranquillizzato e allo stesso persuaso a non chiedere del perché una cacciatrice, persone più rispettate nel loro mondo, non accettasse il suo stato sociale elevato. Capisco, ma il tuo braccialetto non sembra in buone condizioni … osservò il ragazzo, i cui capelli stavano ritornando pian piano biondi. Perrie annuì Sei un mago, non è che potresti aggiustarlo? chiese la bionda, questa volta fu lei ad assumere un viso tenere sperando di convincere il tipo di fronte a lei. Ehm … E’ un oggetto magico e solo una grande strega o stregone, ci riuscirebbe, io sono un novellino. balbettò il ragazzo portandosi una mano dietro nuca e scompigliandosi i capelli.  
Il viso della ragazza si rattristò, come avrebbe spiegato la comparsa sul suo corpo di tatuaggi alle sue compagne di stanza? Come minimo avrebbero pensato che fosse diventata matta e ora, per di più, la sua ‘aura’ di cacciatrice era visibile a tutti i Nascosti e questo poteva portare solo guai alla sua normalissima vita da mondana. Mrs. Michele è la strega che me lo ha dato. Tu puoi portarmi da lei? provò a chiedere Perrie, pensando a come venire fuori da quella storia. Sul viso del ragazzo comparve un sorriso Certo che posso, la strega Lea Michele è la mia insegnate di magia … disse, poi il suo viso si rattristò … solo che ora non è a Londra, stanno succedendo cose strane nel Mondo Invisibile. il maghetto terminò la frase abbozzando nuovamente un sorriso.  
La bionda si accasciò sul bordo del marciapiede sbuffando e tuffando la testa tra le ginocchia. Il mio fratellone però è un mago più esperto di me, forse lui può aggiustare il bracciale! Non nega mai l’aiuto ai cacciatori! Tra noi figli di Lilith e voi Nephilim ci sono rapporti discreti! esclamò il ragazzo appoggiando una mano sulla spalla della ragazza. Puoi portarmi ora da lui? chiese Perrie, mentre in lei rinasceva un barlume di speranza. Solitamente non si fidava degli sconosciuti, ma in questo caso loro erano dei maghi e non avrebbero mai fatto del male ad una Shadowhunter, sarebbero andati contro gli AccordiIo sono Perrie comunque! disse lei porgendo la mano. Che sbadato, non mi sono presentato! Io sono Michael, Michael Clifford, ma tu mi sei simpatica quinti ti autorizzo a chiamarmi Mikey! sorrise il ragazzo. Poi appoggiò una mano sulla spalla della bionda e i due si smaterializzarono, lasciando il freddo delle strade londinesi. 

In pochi secondi apparvero in un salottino, un luogo colorato, ma piuttosto normale per appartenere a dei giovani maghi. Perrie non era abituata ad incantesimi di teletrasporto e si appoggiò al divano per evitare di finire stesa sul pavimento. Fratellone sono tornato, abbiamo visite! urlò il mago a gran voce, poi rivolgendosi a Perrie Vado a prenderti un bicchiere d’acqua. Fa stare meglio quando non si è abituati a viaggiare attraverso la smaterializzazione! sorrise e si recò nella stanza accanto, dove si trovava la cucina.
Micheal quante volte ti ho detto di non portare sconosciuti in casa?  disse una voce calda e stranamente familiare per Perrie, proveniente dalla stanza in cui si era diretto il ragazzo. E’ una cacciatrice, non si nega l’aiuto agli Shadowhunters! rispose Michael per discolparsi, mentre Perrie origliava la loro discussione. Entrambi i ragazzi entrarono nel salone in cui si trovava anche la bionda che sgranò gli occhi non appena li vide. Il suo sguardo si fissò sul ragazzo accanto a Michael, quello che la guardava con altrettanto stupore e a bocca aperta.  
Niall che ci fai tu qui? chiese Perrie sconvolta.  
Potrei farti la stessa domanda, Perrie! balbettò l’amico confuso nel vedere lì, seduta su quel divano, la sua migliore amica.  
Voi vi conoscete? chiese poi Michael con stupore nel vedere che, a quanto sembrava, il suo ‘fratellone’ conosceva già la giovane cacciatrice. 
 
 
SPAZIO AUTRICE  
Hola :D  
Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno deciso di seguire la storia e che l'hanno recensita, davvero GRAZIE! :)
Eccomi con il secondo capitolo. 
Spero vi sia piaciuto e se come ho già detto se avete dubbi o dovete farmi delle domande non esitate ;) 
Possiamo vedere la comparsa di altri personaggi e anche qualche interessante scoperta. Dal prossimo capitolo si scopriranno altre cose e niente, 
fatemi sapere che ne pensate di questo secondo capitolo :) 
Un bacio, 
 
Eleanor_Herondale 
   
 
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