CAPITOLO
5
HO
BISOGNO DI TE
Baumiau si ricordò che era l’ora di dare
il biberon a Lou, perciò lasciò gli altri ai loro ragionamenti, e andò a
prepararlo. Immerso nei suoi pensieri, non si rese conto che dalla finestra
compariva qualcosa di enorme, nonostante la cucina desse proprio sull’ingresso
del tempio; con gesti meccanici scaldò il latte, riempì il biberon e si
diresse nella stanza dove Lou dormiva.
-
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!DOV’E’ LOU!!!!!!!!!!!-
Kanata
e gli altri in un attimo raggiunsero Baumiau. D’un tratto sentirono dei rumori
provenienti dall’esterno. Di corsa uscirono dal tempio, e si trovarono di
fronte ad un’astronave immensa; Lou si era fermato davanti al portellone che
si stava aprendo, e dal quale si incominciarono ad intravedere due sagome. Miyu
e Kanata le distinsero molto bene, perché non era la prima volta che le
vedevano, ma gli altri rimasero sorpresi dalla somiglianza tra queste figure, e
i loro amici: adesso capivano perché Lou li aveva sempre chiamati “mamma” e
“papà”!
La
porta si aprì del tutto, e i genitori di Lou scesero dall’astronave e si
fermarono davanti al bambino. La madre non credeva ai propri occhi: dopo tanto
tempo il suo piccolo bambino, il suo Lou era davanti a lei!! Con gli occhi
inondati di lacrime si avvicinò ancora a lui, ma si fermò aspettando la sua
reazione. Lou aveva una faccia confusa ma al contempo corrucciata. Ma quando sua
madre pensò che forse il suo bambino non l’aveva riconosciuta, Lou cambiò
l’espressione del viso, e con un grande sorriso gridò – Mamma!!!-; dopodiché
le andò in braccio, e l’abbracciò come solo un figlio potrebbe fare. La
scena era dolcissima: madre e figlio si erano finalmente riuniti, e adesso anche
il padre si era unito all’abbraccio, ricambiato dal bambino, il quale con un
graziosissimo :- Papà!!!- lo tirò a sé prendendolo per la manica.
Baumiau
intanto piangeva a dirotto: era contentissimo, e non riuscendo ad esprimersi a
parole, inondava il giardino del tempio di lacrime. La signora Kozuki, Chris e
Momoka erano commosse, e dal nulla cacciarono fuori dei fazzoletti per
asciugarsi le lacrime. Miyu, invece, guardava la scena inerme, sentendosi
terribilmente gelosa e con un profondo peso nel cuore. Presto non avrebbe più
rivisto Lou. D’un tratto calde lacrime iniziarono a rigarle il viso, ma non
erano di gioia, bensì di tristezza; si sentì una stupida, perché dopotutto
Lou aveva finalmente incontrato la sua vera madre! Peccato però che anche lei
si sentiva una madre…
Kanata, forse era l’unico che non lasciò trasparire le sue
emozioni, ma dentro di sé anche lui provava gli stessi sentimenti di Miyu. Come
sarebbe stata la loro vita ora che Lou se ne sarebbe andato? Come avrebbero
potuto abbandonare la tristezza che ora attanagliava loro il cuore? Erano tanti
i pensieri e le domande che tormentavano le loro menti in quel momento, ma tutte
portavano alla stessa risposta: ora Lou se ne stava andando.
I
genitori di Lou si ricomposero e si avvicinarono ai due ragazzi.
-
Siamo molto felici di conoscervi. Vi siete presi cura di Lou come avremmo fatto
noi, perciò non sappiamo come ringraziarvi-
-Lasciandoci
Lou- pensò Miyu, ma subito ricacciò quel pensiero nella sua mente e si
asciugò velocemente le lacrime.
-
Non ce n’è bisogno. Occuparsi di Lou non è stato faticoso, anzi ci siamo
anche affezionati a lui- Kanata parlò per entrambi: si era reso conto che Miyu
non era in grado di parlare e se avesse continuato probabilmente sarebbe
scoppiata a piangere. Intanto Lou si era staccato dai suoi genitori e volò
verso Miyu, la quale lo abbracciò e lo tenne forte a sé. Poi il bambino andò
da Kanata e abbracciò anche lui.
-
Mi dispiace molto, ma dovremo affrontare nuovamente un lunghissimo viaggio per
tornare a casa. Dobbiamo partire subito. Mi dispiace molto, davvero tanto.-
Miyu
sapeva che prima o poi l’avrebbero detto, ma quando parlarono, quelle parole
furono come frecciate nel suo cuore. Piangendo disperatamente abbracciò di
nuovo Lou e gli disse addio, ora anche Lou piangeva, perché aveva capito che i
suoi genitori sulla terra non li avrebbe più rivisti. Si strinse a Miyu e poi
andò da Kanata; disse:- Mamma, pam…pa- tra le lacrime, e fu preso da sua
madre. Ancora scosso, la sua attenzione si rivolse a Momoka che piangendo,
tirava il lembo del vestito della madre di Lou e disse:- Addio amore mio, sappi
che io ti ho amato e ti amerò per sempre!-
-
Amato!?!- la mamma di Lou si chiese che voleva dire quella bambina, ma ormai non
c’era più tempo. Dovevano partire.
Lou
incominciò a singhiozzare sempre di più e a chiamare Miyu, che non rispondeva
e con terribile sforzo guardava a terra per non rendere tutto più difficile;
anche Kanata fece lo stesso: dopotutto era meglio se Lou credesse che non lo
volevano più. Avrebbe sofferto di meno. Baumiau salutò i suoi amici, e
piangendo anch’egli entrò nell’astronave:- Addio amici miei. Sappiate che
non vi dimenticherò mai… Bhuuuuuuuuuuuuu…-
Il
portellone si richiuse fra gli strepiti di Lou, e in men che non si dica
l’astronave partì portandosi via un pezzetto di cuore di Miyu e di Kanata.
*
* *
-
E’ già partita. Caspita com’è veloce!- Kanata proruppe all’improvviso
dopo che sparì l’astronave dalla loro vista. In realtà cercava solo di
celare quello che davvero provava:- Bhe, ormai è partito, e sarà di nuovo
felice con la sua famiglia-. Miyu iniziava ad irritarsi…- Che ne dite di
mangiare qualcosa?- Kanata cercava in tutti i modi di non pensarci, altrimenti
anche lui avrebbe ceduto alle sue emozioni. L’atmosfera era cupa e triste, e
lui non ne poteva più, aveva bisogno di cambiare aria, e di schiarirsi le idee,
perciò inventò una scusa:- Io vado a fare un giro, se non mi sbaglio da
mangiare non c’è niente!- Si era già incamminato, quando sentì la voce
fredda di Miyu:- E’ questa la cosa più importante per te in questo momento?
Preferisci pensare allo stomaco piuttosto che a Lou? Rispondi…- Kanata si
sorprese dell’espressione di Miyu, ma rispose subito.- non mi devo mica
disperare! Lou ora sta bene, e noi…- non sapeva più che inventarsi- noi…
noi adesso non avremo più nessun problema, potremo vivere come persone normali!
Ora se non ti dispiace me ne vado-. Fece per voltarsi, ma rimase di sasso quando
Miyu parlò:- Mi hai deluso. Ti credevo diverso, in realtà sei solo
superficiale e senza cuore. Ti odio!- e scappo in casa. Kanata non disse una
parola, e se ne andò via.
*
* *
-
Non posso crederci che Lou e Baumiau siano partiti. Mi mancano già le loro
voci!-Chris aveva rotto il silenzio. Erano tutti in sala da pranzo; Miki aveva
fatto del the, ma quasi nessuno era riuscirlo a mandarlo giù. Miyu era
inginocchiata davanti al tavolo, lo sguardo fisso a terra e l’espressione
corrucciata.
-
Caspita com’è tardi!!! Momoka, dobbiamo tornare a casa; scusateci… ah Miyu,
forse è meglio se domani non venite a scuola. Spiegherò tutto io ai nostri
compagni, vedrai!!!-
-
Ti ringrazio Chris! Ma ora vai a casa, sarai scossa anche tu immagino…- Miki
aveva risposto per Miyu, che non si era scomposta di un millimetro.
Dopo
che Chris e Momoka se ne furono andate, la signora Kozuki parlò a Miyu:- Ti va
di mangiare qualcosa?-
-
No, non ho fame. Preferisco andare a letto- la sua voce era fredda e scostante.
Mentre
si stava avviando, la signora Kozuki le disse:- Sei ancora in collera con
Kanata?-
-
Certo che lo sono!!E’ stato un insensibile!!!- Miyu si era fermata sulla porta
senza voltarsi.
-
Ma tu ne sei sicura?-
-
Che vuoi dire?-
-
Tu, sei sicura che Kanata non stesse soffrendo? Non potrebbe essere che Kanata
ha tentato di nascondere i suoi sentimenti per colpa del suo carattere?- Miyu si
voltò di scatto:- Ma…-
-
Bhe, io vado a dormire, sono stanca anch’io dopo questa giornata!- Miki se ne
andò lasciando Miyu da sola, in un turbinio di pensieri.
*
* *
Erano
già passate le 12.00, e Miyu era ancora sveglia. Non riusciva prendere sonno
perché Kanata non era ancora tornato, ed in oltre non riusciva a togliersi
dalla testa le parole di sua madre: aveva ragione a pensare che Kanata aveva
solo tentato di nascondere la sua tristezza, inventando una scusa per soffrire
da solo? Forse non aveva torto, dopotutto anche Kanata era molto affezionato a
Lou, e lo aveva anche dimostrato Seya quella volta, quando lesse nel suo
pensiero. E poi ora che ci pensava Kanata aveva sempre avuto un carattere molto
chiuso e timido.
-
Che stupida che sono stata!!! Se non gli avessi detto quelle cose, come mi
pento…-
Mentre
Miyu si pentiva delle sue azioni, si sentì il rumore della porta d’ingresso
che si apriva, dei passi e il chiudersi della porta di Kanata. Miyu fu scossa da
quei rumori, ma si sentì comunque tranquilla, perché era finalmente tornato a
casa. Con un enorme senso di colpa e tanta tristezza nel cuore, cadde in un
sonno agitato e pieno di incubi.
Furono due i sogni più angosciosi: nel primo riviveva la
partenza di Lou, solo però che adesso il bambino parlava, e la disprezzava,
perché l’aveva abbandonato; nel secondo, invece, vedeva Kanata che, con
sguardo triste, si allontanava sempre più… sempre più, e lei non riusciva a
raggiungerlo. Si svegliò madida di sudore e sconvolta. Era di nuovo mattina, e
Kanata era nuovamente uscito di casa, ma adesso aveva le idee chiare su cosa
fare quando sarebbe tornato.
*
* *
Kanata
camminava per le vie di Tokio senza una meta, pensando e ripensando alle parole
di Miyu; in più si aggiungeva la malinconia per Lou.
- Forse non avrei dovuto reagire in quel modo ieri. Miyu non ha capito niente, ma non è colpa sua, in realtà sono io che ho un carattere orribile!!!-
Il giorno prima, era andato in giro nei
posti dove di solito passeggiavano Lou e Baumiau, ma ebbe il risultato di stare
ancora più male, perciò vagò per la città senza riflettere sui fatti
accaduti, senza un pensiero. Agli occhi dei passanti sembrava uno zombie!!! Poi
ridestato da quello stato, dai morsi della fame, si era accontentato di un
hamburger, e aveva continuato a camminare sino a mezzanotte. Solo a quell’ora
si rese conto che doveva rientrare a casa. La mattina dopo era uscito di corsa:
non voleva incontrare Miyu, perciò alle sei di mattina era già fuori casa. Ora
però, aveva le idee più chiare, e ragionava meglio. Si accorse di sorridere,
quando pensò che l’ultima volta che era uscito a quell’ora di casa, era
stato proprio per lei, per Miyu; poi si ricordò delle sue parole: lei ora lo
odiava!!! Velocemente cambiò pensiero: ora voleva trovare solo un po’ di
svago per alleviare le sue pene.
*
* *
Miyu
si era ormai alzata, e aveva sbrigato le faccende che di solito erano destinate
a Miyu:
- Certo che è faticoso senza di lui, ci mancherà anche il suo aiuto d’ora in poi-.
In
poco tempo era già giunta l’ora di pranzo, ma di Miyu neanche l’ombra. Miki
e Miyu pranzarono da sole, ora però l’atmosfera era più leggera, e madre e
figlia chiacchieravano del più e del meno, nonostante il ricordo della perdita
di Miyu fosse ancora presente in casa.
A
pomeriggio, Miyu era ancora intenta a sbrigare le faccende, visto che non
c’era nessuno, e anche Miyu se ne era andato.
-
Miyu? Posso parlarti un momento?-
-
Uhmm? Sì mamma, cosa c’è-
-
Ecco vedi… stavo pensando ad una cosa… cosa ne pensi se vieni a vivere con
noi in America?-
-
Cosa!?!!!-
*
* *
Santa aveva da poco saputo la notizia della
partenza di Lou. Chris lo aveva riferito a tutti i compagni di scuola. E ora,
conoscendo Kanata (dopotutto era il suo migliore amico!!!), appena uscì da
scuola, si diresse al tempio per parlargli. Aveva quasi finito l’ultima rampa
di scale, che si fermò, sentendo le voci di Miyu e di sua madre; lo colpì
molto la domanda che fece la signora Kozuki a Miyu. Infatti, appena la sentì
scappo via, per non disturbare la conversazione: era anche inutile cercare lì
Kanata, perché dagli stralci di conversazione che percepì, egli non era
presente. Non sapendo cosa fare, andò al centro commerciale per cercare del
materiale per la prossima lezione di disegno.
*
* *
- Hai capito bene Miyu, perché non vieni con me in America;
appena tornerà Kanata lo informeremo, così quanto prima potremo partire…-
Miyu
ci pensò solo un istante; partire in America, poter finalmente vivere con i
suoi genitori, non avere più problemi…
-
Mi dispiace mamma, ma la mia risposta è no-
-
Ma… ma perché? Ora che è partito Lou non c’è più niente che ti lega
qui!!-
-
Ti sbagli, qualcosa mi lega ancora a questo posto!!!-
*
* *
Al
centro commerciale Kanata cercava un posto dove mangiare qualcosa; era tutto il
giorno che camminava, e non aveva pensato minimamente a riempirsi lo stomaco.
Aveva appena voltato l’angolo verso il fast-food, che qualcuno lo chiamò:
-
Kanataaaa!!!! Che ci fai qui?- era Santa, che non appena l’aveva visto, gli
era andato in contro.
-
Allora, come stai? Chris ci ha raccontato tutto, mi dispiace molto. Peccato che
non abbiamo potuto salutarli anche noi.-
-…già…-
Kanata non aveva molta voglia di parlare.
-
Bhe, fra poco sarai di nuovo solo. D’ora in poi avremo anche più tempo per
andare ai concerti del mio cantante prefer…-
-Come
sarebbe a dire “ di nuovo solo”?-
-
Bhe, se Miyu se ne andrà con sua madre in America, tu rimarrai solo no?-
-
E tu come farai a sapere che Miyu se ne andrà in America???-
-
L’ho sentito dire da sua madre; glielo stava chiedendo e penso che lei abbia
risposto di sì, ma….KANATA, DOVE VAI…KANATAAAAAAA-. Niente… era già
scappato via.
*
* *
-
Allora mamma… ciao! E buon viaggio-
-
Ciao Miyu… ma ne sei proprio sicura?-
-
Sì, ormai ho preso la mia decisione. Sta tranquilla, andrà tutto bene. So
badare a me stessa!- Miyu dette un bacio a sua madre, la quale salì sul taxi e
partì per l’aeroporto.
Erano
già le 09.00 di sera, e Kanata non era ancora tornato. Miyu era preoccupata, e
uscì nel giardino all’entrata del tempio.
Kanata
non ne poteva più: aveva corso a più non posso, e ora con un ultimo sforzo
stava salendo le scale. Ecco, ancora una rampa… qualche gradino… era
arrivato.
Miyu
si voltò di scatto e lo vide. Era tutto trafelato, e ansimava.
-
K-Kanata, che ti è successo!?!-
-Anf…
anf…Miyu…anf…è …anf vero che… devi partire…anf…anf?- Miyu non
rispose subito, un po’ perché non si aspettava di vederselo arrivare così
all’improvviso, e un po’ perché gli dette il tempo di riprendersi. Dopo
qualche minuto, Kanata le ripetè la domanda:
-
Allora… è vero che te ne devi andare via?- Miyu stava per rispondergli, ma
Kanata le tolse la parola: era giunto il momento di parlarle; doveva dirle tutto
prima di perderla!!!
-
Ecco… vedi io…io… non voglio che tu parta!! Io non… non sopporterei di
perdere anche te!!!-
Miyu
era allibita. Cosa stava succedendo all’antipatico e freddo Kanata? Lui
proseguì:
-
Ieri non pensavo quello che dicevo. Lou…ecco Lou… mancherà anche a me… e
se ora tu parti…- Kanata era imbarazzatissimo; Miyu non lo aveva mai visto così
rosso in viso, ma in cuor suo stava comprendendo qualcosa, qualcosa che sapeva
già da molto tempo.
-
Miyu… se… io…IO NON VOGLIO CHE TU PARTA. IO HO BISOGNO DI TE!!!!!!!!!!!!-
e detto questo si avvicinò a lei, e senza neanche accorgersene Miyu si ritrovò
tra le sue braccia.
Lui
la stringeva forte, e nascondeva il viso rosso sulla sua spalla. Miyu era
confusa e imbarazzata, ma si rese conto che per Kanata provava un affetto ben
oltre l’amicizia: quello era amore! Ricambiò l’abbraccio, e tra le sue
braccia provò una sensazione piacevolissima.
Dopo
un po’ si staccarono dall’abbraccio, e Miyu parlò con voce dolcissima:
-
Vedi Kanata… io non partirò… perché ho già deciso di non farlo!!! Quando
mia madre mi ha chiesto di andare con lei in America, io… ho rifiutato subito,
e gli ho detto che qualcosa mi legava ancora qui… e quel “qualcosa”… sei
tu!!!- Miyu abbassò lo sguardo. Si ricordò di quello che gli aveva detto il
giorno prima: doveva scusarsi assolutamente!!! Si fece forza e lo guardò negli
occhi; un brivido le percorse la schiena quando vide quegli occhi così pieni di
dolcezza, che solo a lei aveva rivolto raramente, e si scoprì innamorata più
che mai di quel ragazzo.
-
Kanata io… per ieri, volevo scus…-
Kanata
non la fece finire di parlare, che posò le labbra sulle sue.
Quello
fu il loro primo bacio, ma un bacio appassionato e pieno di amore. Avevano
vissuto un anno intero a convivere tra battibecchi e canzonature, litigando per
ogni minima sciocchezza, e a prendersi in giro, ma adesso si accorsero di amarsi
già da tempo, e con quel bacio manifestarono tutto l’amore che avevano tanto
soffocato.
E
continuarono a baciarsi per molto tempo ancora…
*
* *
Sul
prato del tempio, muoveva i primi passi una bambina. Poteva avere forse dieci o
undici mesi, e i sui capelli erano di colore castano; gli occhi, invece, erano
di un verde intenso. Ridendo, camminava barcollando verso una donna bionda, e
dalla quale aveva ereditato il colore degli occhi, e la chiamava:- Mam…ma…mam…ma-
Cingeva
la vita della donna con un braccio, un bell’uomo, castano come la figlia…
Eh
sì, sono proprio Miyu e Kanata, ma sono passati ormai ben 14 anni!!! Ovviamente
hanno coronato il loro sogno d’amore, ed ora vivono al tempio accudendo il
loro bambino.
La dolcissima scenetta familiare venne interrotta però, da
un’ombra, che oscurò il cielo. Miyu prese la sua bambina in braccio, e
insieme a Kanata vide un’astronave atterrare lentamente. Il portellone si aprì,
e iniziò a distinguersi la figura di un bel giovanotto.
Miyu
e Kanata sorrisero… l’altro loro figlio era tornato.
FINE
Allora,
vi è piaciuto? Io spero di sì. Cmq per tutti i malati come me a cui è
piaciuta, ho deciso che scriverò il seguito di questa fan fic, e la intitolerò
“Ho bisogno di te 2” (che originalità, vero?). Chissà se verrà bene come
questa. Ciao!!!!
Mi raccomando, commentatemi,
anche se l’avete già letta!!!!
Ryta Holmes