Inevitabili erano in quel momento le urla degli studenti in preda al panico.
Hogwarts sembrava essere luogo sicuro da un anno intero oramai, eppure ancora nessuno riusciva a spiegarsi cosa fosse entrato, o meglio chi!?
Nessuno, a partire dagli insegnanti, che subito corsero a sigillare tutte le entrate
Nel frattempo la professoressa McGranitt pensava a riportare l’ordine all’interno della scuola:

-Silenzio ragazzi! So che può sembrarvi strano ciò che avete appena visto, ma state tranquilli che Hogwarts è, ora, un luogo protetto e inaccessibile a presenze oscure!-
Anche se era stata convincente e rassicurante, si vedeva dai suoi occhi, pieni di paure e stupore, che non era affatto tranquilla.
Io non sapevo bene cosa provassi in quel momento, ovvio, il timore c’era, ma non mi terrorizzava. Anzi mi incuriosiva.
Riportata la calma all’interno del castello, ogni ragazzo venne portato nella propria stanza.

La notte la passai insonne a scrivere una pagina, la prima pagina di quello che sarebbe stato il mio diario.
Nessuno avrebbe dovuto mai leggerlo, troppe cose di me c’erano scritte, cose che nessuno e dico nessuno sapeva.
Forse neanche io. Quando mi trovavo a rileggere quello che avevo scritto, pensavo:
–Ma davvero io ho scritto queste cose?-
 

Il mattino seguente eravamo stati svegliati molto presto, non ci dissero il perché, ma solo che dovevamo farci trovare in  Sala Grande in dieci minuti.