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Autore: Bel Watson    06/01/2014    1 recensioni
ATTENZIONE: QUESTA STORIA NON MI APPARTIENE, L'HO SEMPLICEMENTE TRADOTTA, CON IL CONSENSO DELL'AUTRICE ORIGINALE, CHE HA PUBBLICATO LA STORIA SU WATTPAD.
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Sì, ho perso mio padre e lui era l’uomo migliore del mondo.
Sì, ho una matrigna che è una strega e che odio con tutto il cuore.
Sì, ho due sorellastre che sono una rottura di palle e che hanno perso il cervello quando erano piccole.
Sì, la mia vita è la copia di una maledetta favola, ma sapete cosa manca? Il fottuto Principe Azzurro! E dov’è? Non si trova! Probabilmente è nel suo palazzo che balla con una Barbie stupida e con la testa vuota. Coglione. Chi ha bisogno di lui, comunque? Di certo, non io.
Sono quasi Cenerentola, ma voi potete chiamarmi Ella.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – Il Ballo Estivo

Ora che Liv finisce con me e io guardo il mio riflesso allo specchio, credo davvero che sia una specie di fata madrina perché non riesco a riconoscermi. E mi sono vista allo specchio per diciotto anni, so come sono fatta.
I miei capelli di solito sono di un biondo normale, ricci e mi ricadono a metà schiena. Non sono proprio ricci ma neanche mossi, sono solo ricci e normalmente devo farmi la coda per lavorare, quindi non ci faccio niente. Ma Liv li ha stirati e poi li ha fatti ondulati, così sembra che si muovano tutto il tempo. Sembrano vivi, in modo speciale. Amo come appaiono, brillano perfino come mai prima d’ora. Non mi sono mai lisciata i capelli prima e mi piacciono.
Ho un trucco scuro, ma non si vede molto per colpa della maschera che mi copre più di metà faccia, ma si possono vedere i miei occhi che sembrano più verdi del solito grazie alla magia del trucco. Non so come sia  possibile o come le mie ciglia siano così lunghe. Non è naturale, deve essere magia.
E come se non bastasse, il vestito è assolutamente perfetto. Cade con molta grazia ed eleganza che mi toglie il respiro. Sulla schiena ho dei lacci che tengono il corsetto al suo posto, facendo sembrare la mia vita più piccola, anche se riesco a respirare senza problemi. È senza spalline, lungo ed è quasi come il vestito di una principessa… come quello che sognavo di solito quand’ero una bambina… quando ancora speravo di incontrare il mio principe. Ho rinunciato a quel sogno molto tempo fa, comunque. Liv si è anche assicurata di aggiungere una tasca in qualche modo per nascondere il mio telefono, così che lo possa sentir vibrare nel caso in cui Rhonda decidesse di andare a controllarmi.
Devo essere onesta… sembro un’altra persona, raggiante… come una principessa.
Mi giro verso Liv che sta indossando un vestito blu e sexy. Sta sorridendo orgogliosa di quello che ha fatto e non posso evitare di sorridere a mia volta. “Te l’ho detto, Ella, che saresti stata irriconoscibile.”
“Grazie.” Replico invece e il suo sorriso cresce. “Non sembro neanche io.”
“Al contrario, sembri tu. Come dovresti apparire sempre, Ella.”
Non dico niente. Il papà e la mamma mi hanno sempre chiamata ‘principessa’, e quand’ero piccola mi sentivo la principessa del piccolo regno che era la nostra famiglia; ma da quando è apparsa Rhonda mi sento solo come la povera piccola cameriera.
Qualcuno bussa alla porta e so che è Charlie, nessun altro sa che siamo qui. Questa è la ragione per cui non aspetta che gli diciamo di entrare, apre semplicemente la porta e nel momento in cui ci vede, la sua mascella tocca per terra. Quasi letteralmente. “Porca troia.” Esclama. “Sei fantastica. Entrambe… Ella tu… wow.”
Arrossisco perché non sono abituata a questo tipo di cose dette da Charlie. Mi ha sempre trattata come una bambina, quasi come un maschio ed è questo quello che ha mantenuto salda la nostra amicizia per così tanto tempo. È strano tanto quanto il tuo fastidioso fratello maggiore che ti dice che sei carina.
“Vi guarderanno tutti. Dovrò proteggervi entrambe.” Constata lui e Liv ridacchia mentre comincia a camminare verso di lui.
“No. Voglio che un bell’uomo flirti con me stasera, perciò ti prego, stammi lontano.” Gli dice lei dandogli una pacca sulla spalla, e Charlie fa spallucce mentre dice ‘Ci ho provato.’
Sorrido mentre vado verso di lui e il mio migliore amico mi offre il suo braccio. “Andiamo.” Dico e lui mi fa un gran sorriso. “Prima che Rhonda decida di venire a cercarmi.”
Usciamo dalla stanza di Liv e ci dirigiamo verso la sala da ballo, dove la festa è al suo apice. Quasi tutti stanno ballando. Si possono sentire le vibrazioni della musica attraverso i pavimenti e i muri che echeggiano attorno a te. Mentre ci avviciniamo, divento nervosa. Ho paura che Rhonda riuscirà a riconoscermi, anche se non riesco a farlo nemmeno io. La mia faccia proprio non si vede e il modo in cui ho i capelli oggi modifica perfino i miei lineamenti. È incredibile quanto si possa cambiare con una diversa acconciatura.
Charlie non si ferma finché non siamo nella sala da ballo. Conoscete questo film, A Cinderella Story con Hilary Duff, quando lei fa la sua grande entrata? Sì, quello non succede qui. Entro nella sala il più silenziosamente possibile, come se fossi stata qui tutto il tempo. Fingo di essermi divertiti come chiunque altro. Nessuno si gira a fissarmi come nel film quando la ragazza cammina giù dalle scale con il riflettore puntato su di lei. Non che lo voglia, comunque; attirerebbe troppo l’attenzione e io non ne ho bisogno.
Passano alcuni minuti e ho già un drink in mano, con Liv e Charlie in fianco a me tutto il tempo. Noto tutto quello che mi circonda, vedendo tutte le coppie. Alcune di loro stanno semplicemente ballando, altre si stanno facendo e c’è anche chi sta litigando. Vedo una coppia non troppo lontano da noi. Sembrano giovani ma non riesco a riconoscerli. Stanno entrambi indossando una maschera che copre i loro principali lineamenti, e in più non sono poi così vicini. La loro discussione sembra abbastanza surriscaldata e per un momento continuo a fissarli, finché non realizzo che sono stata impicciona e che non sono affari miei, perciò mi giro; ma sono ancora cosciente delle loro urla.
Quando mi volto per prendere un altro bicchiere di champagne vedo come la ragazza si fionda fuori, furiosa. Il ragazzo rimane lì, ovviamente stressato, ma anche incazzato visto che non si preoccupa nemmeno di seguirla. Non ne sono sicura, ma da dove sono, sembrava davvero una brutta, brutta litigata. Alla fine lui si gira e afferra il primo bicchiere che vede e lo beve, tutto d’un sorso.
Vengo distratta quando delle gente raggiunge Liv e me, subito dopo che Charlie scompare a controllare Rhonda, per assicurarsi che sia in giro e che non stia andando verso la cucina, dove dovrei essere. Mi farà sapere se devo correre o no. Finora, ho ancora tempo.
Per un po’, riceviamo delle attenzione e ci chiedono i nostri nomi. Alcuni di loro sono celebrità, perciò mi rifiuto di dirglielo. Nessuno può sapere che ho partecipato a questo ballo. In un attimo Liv se ne va a ballare con un attore, non so chi perché non stavo prestando attenzione, stavo cercando di liberarmi del ragazzo di fronte a me.
Ci è voluto del tempo, ma ce l’ho fatta e decido di premiarmi con un altro bicchiere di champagne. Guardo in direzione della coppia, ma il ragazzo non è più lì e io scrollo le spalle. Probabilmente se n’è andato pure lui, nessuno rimarrebbe dopo un litigio del genere.
Vago per la sala, solo godendomi il fatto di essere qui. Tutti questi festeggiamenti sono iniziati per me, queste persone non lo sanno, ma sono qui perché mio papà ha deciso di fare un ballo ogni anno per festeggiare il mio compleanno, proprio come nelle favole. Sto ancora camminando in giro con un sorriso sulle labbra quando vedo un ragazzo solo. Mi ci vogliono alcuni istanti per riconoscerlo come il ragazzo del litigio. Ha addosso solo un completo nero, con cravatta nera e maschera nera, virile e sofisticata ma gli nasconde i lineamenti. È rasato alla perfezione e sembra giovane, e i suoi capelli sono tirati su all’indietro. Nonostante non possa vedere il suo viso e non so chi sia, so leggere il linguaggio del corpo e non è felice. Non direi che è proprio infelice, o col cuore spezzato, ma è turbato. Riconosco quello sguardo nei suoi occhi, però, come quando la tua mente è così occupata a pensare ad un migliaio di cose allo stesso tempo che perdi la cognizione della realtà. Mio papà ce l’aveva spesso e sapevo che quando era così, dovevo fare qualcosa per rallegrarlo e riportarlo alla realtà.
È per questo che vado verso il tipo prendendo un altro bicchiere di champagne per strada. Ho un bicchiere per mano e mi fermo solo quando gli sono di fronte. Lui nota per primo il mio vestito perché ha gli occhi fissati sui suoi piedi, perciò quando alza lo sguardo e mi trova, riesco a vedere la sorpresa. Non mi riconosce neanche lui. Solo poi riesco a vedere i suoi occhi azzurri attraverso la maschera.
“Sembri stressato.” Dico. Non mi importa che sia un celebrità o meno, forse è un degli impiegati qui… ma non sta bene e stanotte hanno tutti la maschera… stanotte nessuno è una celebrità, siamo tutti solo ospiti. “Lo champagne è frizzante e anche se non vuoi berlo, puoi guardare le bollicine e lasciare che ti distraggano per un po’. Pare che tu abbia bisogno di una pausa.” Dico e lui aggrotta un po’ le sopracciglia, perciò gli tendo uno dei bicchieri.
“Grazie.” Dice con voce profonda. Si schiarisce la gola prima di parlare di nuovo. “Questo ballo non sta andando come avevo programmato.” Aggiunge e io annuisco.
“Si vede.” Replico e faccio un cenno verso la sedia in fianco alla sua. Lui annuisce, capendo cosa intendevo. “Ma forse dovresti prenderti una pausa adesso e pensare a cos’è successo domani. La maggior parte della gente hanno le idee più chiare la mattina.”
Non dice niente per un po’ ma poi sorride, e io sento il mio cuore fare una capovolta nel petto a quel sorriso, così carino ed innocente, anche se ha qualcosa di sfacciato che non riesco a descrivere. È solo un sorriso adorabile.
“Posso farti un gioco?” Gli chiedo e lui mi guarda ancora più sorpreso, ma annuisce. “Toc toc.”
“Chi è?” Domanda automaticamente, un piccolo sorriso sulle sue labbra.
“La mucca fa.” Dico, sorridendo mortificata.
“La mucca fa cosa?” Segue il gioco.
“No, la mucca fa muu!” Gli grido sorridendo ancora di più.
Non dice niente per cinque secondi, sembrando scioccato, ma poi scoppia a ridere, una risata contagiosa che fa ridacchiare pure me.
“Questo deve essere il peggior gioco di sempre.” Dice e io non mi offendo. Credo che i giochi più brutti siano i migliori.
“Hai riso lo stesso.” Lo accuso e lui ride di nuovo. “Ne ho altri.”
“Non so se li reggo.” Scherza e io gli faccio la linguaccia in modo davvero infantile, comportandomi come una bambina.
Ciononostante, continuo a fargli giochi orribili e lui continua a crollare, non importa quanto stupidi siano. Mi sorprende che me ne ricordi così tanti e che lui continui a ridere. Poi mi fa lui dei giochi, ma i suoi sono più belli e io rido perché sono buoni davvero. Passiamo un bel momento solamente facendo ridere l’altro, e dopo un po’ noto che quello sguardo sopraffatto è sparito dai suoi occhi. Sembra più rilassato e io mi sento bene con me stessa, perché l’ho aiutato. E lo nota anche lui.
“Grazie.” Mi dice con un sorriso dolce. “Avevo davvero bisogno di ridere così.”
“Piacere mio.” Dico con anch’io un sorriso. “Sono contenta che tu ti senta meglio. Qualunque cosa sia successa, puoi sistemarla domani.”
“Non so.” Dice guardando in basso e perdendo il sorriso. “Ha rotto con me. Sapevo che stava per succedere, comunque. Non è che abbia il cuore spezzato o sia quantomeno sorpreso, ma è uguale. Non volevo che finisse così, con lei così arrabbiata con me. Ritengo che non sia stato il miglior fidanzato, però lo stesso…”
Non capisco molto perché non conosco il contesto, ma ci provo. Davvero non sembra triste per la rottura, piuttosto rassegnato. Forse non la ama neanche più così tanto, ma gli importa ancora di lei.
Gli metto una mano sul ginocchio e provo a confortarlo. “Magari puoi parlarle domani e sistemare questa cosa, almeno rimarrete amici.”
Lui sorride debolmente ma poi continua a fissarmi, dritto negli occhi e il suo sorriso si allarga. “Forse doveva succedere.” Sussurra, ma non capisco cosa intenda esattamente, in ogni caso il mio cuore batte forte alle sue parole. Non so perché.
Sorrido imbarazzata e tiro via la mano, ma lui mi ferma, mettendoci sopra la sua. Il momento in cui la sua pelle entra a contatto con la mia, sento questo formicolio farsi strada su per il mio braccio.
“Questo è un ballo e sarebbe un peccato se rimaniamo qui a farci dei brutti giochi.” Constata lui ma io non dico niente. “Mi concede questo ballo?” Chiede dopo e io sbatto le ciglia sorpresa.
Non so chi sia. Molto probabilmente è una celebrità e sono sicura che se non stesse indossando una maschera non sarei nemmeno qui, ma ce l’ha. Non posso vedere il suo viso, non posso vedere chi è. Stasera è solo un ragazzo normale che mi sta chiedendo di ballare.
Non so perché, forse è l’alcol, forse è solo perché mi sono divertita e mi ha fatto ridere sul serio, forse perché ha due occhi azzurri adorabili e non riesco a distogliere lo sguardo. Non lo so, ma accetto. Faccio sì con la testa e vedo come il suo sorriso si allarga prima che si alzi in piedi e mi prenda la mano più delicatamente, chiedendomi di alzarmi anch’io in piedi e di seguirlo fino alla pista da ballo. Ed è quello che faccio, chiunque egli sia, lo seguo, sentendo il cuore che mi rimbomba nel petto.




-Spazio autrice.
Non mi odiate, vero? In realtà spero di star ancora rivolgendomi a qualcuno, probababilmente questa storia non la segue più nessuno! TT scusate tanto, mi hanno sequestrato il computer per un sacco di tempo, colpa: i miei voti di merda lol. Chiedo umilmente perdono, spero che il capitolo vi piaccia, visto che ce l'ho pronto tipo da secoli! E buon anno nuovo! E pure buona befana, mangiate tanti dolci mi raccomando ;) un bacio, xx
  
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