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Autore: angyp    06/01/2014    2 recensioni
Seguito della storia: "Strade inaspettate".
L'atmosfera tranquilla che sembrava instauratasi sembra lontana: nuovi cupi presentimenti fanno ingresso nella famiglia Lupin, che lotta per acquistare la serenità. Intanto Remus deve vedersela con i suoi incubi e le sue paure, perchè chi gli ha già fatto del male vuole ancora vendetta ...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Kingsley stava sistemando le carte sul caso Gretchen, aiutato da Malocchio, Auror un po’ più in ombra ultimamente, in quanto voleva lasciare spazio al suo giovane Capo, Harry, e ai giovani. Stavano discutendo inoltre riguardo tutta la vicenda, sui punti oscuri che erano rimasti e che mai avrebbero potuto risolvere. L’unica confessione che Samantha aveva fatto riguardava l’uccisione delle sue vittime, ma niente di più.
-Non sapremo mai come ha fatto a domare gli incantesimi, o perché sconvolgeva la natura a suo piacimento e se davvero abbia avuto un ruolo durante le Guerre Magiche per conto di Lord Voldemort.
Malocchio sorseggiò piano la sua Burrobirra davanti alla scrivania di Kingsley.
-Il bello è che è morta per la sua follia. Il suo cadavere era impressionante, era come se fosse scoppiata dentro. Mi vengono i brividi a pensare che lo stesso Remus avrebbe potuto fare quella brutta fine. –replicò Kingsley –Comunque Silente è stato bravo a ritrovare l’unico Dolus rimasto: possiamo interrogarlo e sapere se questa storia si sia davvero conclusa.
-Samantha Gretchen non è Lord Voldemort, non potrebbe aver creato degli Horcrux.
-Si, ma lei era molto più scaltra, per cui temo che possa avere altri complici. Chi avrebbe mai sospettato che Lucius Malfoy bevesse la Pozione Polisucco per assumere le sembianze di Percy? Oppure che lui facesse finta di essere in buoni rapporti con la famiglia della moglie? Aveva rubato il Mantello di Harry e poi lo ha nascosto nell’ufficio di Percy.
-Il tutto seguendo gli ordini di quella pazza, ordini dati in sogno, tra l’altro. Se fossi  Remus, non riuscirei più a dormire.
-Ma non possiede più quei poteri … o no? –pensò Kingsley ad alta voce.
-Chissà. Comunque sia è meglio tenere d’occhio quella bestia. Piton era parecchio arrabbiato nel sapere che starà ad Hogwarts.  
 
                                                ********
L’ennesimo interrogatorio era terminato e Remus non vedeva l’ora di lasciare il Ministero della Magia il prima possibile. Tonks doveva ancora sistemare delle carte, perciò Remus pensò di aspettarla all’ingresso dove insieme se ne sarebbero tornati a casa e lui avrebbe preparato le valigie per il suo ritorno al lavoro il giorno dopo: nelle condizioni in cui si trovava, sarebbe stato impossibile smaterializzarsi frequentemente, per cui, a malincuore, avrebbe dormito nella scuola. Non lo faceva da quando voleva sfuggire alle provocazioni di Samantha.
Godric, non ci credo ancora che sei morta.
Mentre faceva mente locale su ciò che doveva fare, si imbatté in Rita Skeeter, seguita a ruota dal suo assistente e dalla sua immancabile penna:
-Signor Lupin! Che piacere vederla! Ho giusto un paio di domandine da farle.
-Non ho nulla da dirle, signora. –disse Remus con fermezza.
-Suvvia! Due volte nelle mani della più spietata assassina che ci sia stata dopo Tu-Sai-Chi e i Mangiamorte, la fama che ha acquisito è sorprendente. Cosa ricorda di quei terribili giorni di prigionia?
La penna continuava a scrivere sulla pergamena volante.
-Non ho voglia di parlarne, signora.
-Oh, immagino sia stato traumatizzante, le luccicano gli occhi.
Remus non rispose e continuava a proseguire in avanti, ma cominciava ad irritarsi.
-Per non parlare del fatto che suo padre non l’ha ancora riconosciuto come figlio legittimo. Come si sente ad essere un rinnegato da colui che le ha permesso un istruzione? Come sono i suoi rapporti suo padre? Le farà causa? Quando avrà l’onore di essere anche lei il professor Silente?
-Come? Ma cosa … -Remus cominciava a disgustarsi di fronte alle domande impertinenti della giornalista impicciona e tentava di scansarla.
-Cosa ne pensa di Gideon Prewett? Meritava la grazia ricevuta?
-Ora basta!
Remus raggiunse l’ascensore dove dentro vi si era infilato solo Bill.
-Bill, ti prego, leviamocela di torno. –disse entrando.
-Niente di più piacevole –rispose Bill sorridendo.
Le sbarre dorate si chiusero in faccia alla Skeeter, che pretendeva di raggiungerlo all’interno.
-Quella donna non ha rispetto per nessuno! E’ un avvoltoio. –affermò Remus mentre risalivano e si lasciavano lontani la figura della donna in protesta.
-Già, sono d’accordo con te. –rispose Bill, che si fece più cupo -A proposito, Remus, già che ci siamo … volevo dirti che ultimamente sono stato, ecco, uno stronzo, e volevo scusarmi con te.-disse Bill, afflitto.
-Oh, Bill, davvero, non preoccuparti. –replicò Remus sincero, mentre uscivano dall’ascensore –Non è stata una notizia facile da digerire, per nessuno.
-E’ vero, ma i ragazzi sono stati molto più maturi nell’accettare il tutto, mentre io mi sono fatto prendere da una gelosia ingiustificata. Mi dispiace. Presto sarò padre e mi comporto da stupido.
-Stai tranquillo Bill, davvero. La tua gelosia era dovuta al fatto che fossi diventato più bello di te, comprensibile, ma come vedi sono di nuovo un Lupo Mannaro, vero, e ho anch’io le mie cicatrici sulla faccia. Non hai più motivo di essere geloso.
Bill scoppiò a ridere e d’istinto si toccò il viso sfigurato da Greyback.
-Almeno adesso ci somigliamo e si vede davvero che siamo fratelli. –disse ancora il più giovane, scatenando altre risate.
-Lui c’era quando la Gretchen ti torturava? –domandò Bill di punto in bianco, dopo che le risate si erano spente.
-Ti riferisci a Gideon? –chiese Remus.
-Si, la Skeeter lo ha nominato ed era da tanto che volevo chiedertelo.
Remus  si fece cupo e fu invaso da una nube di ricordi, andando a quel giorno, quando Samantha voleva uccidere il suo bambino.
 Remus era finalmente riuscito a capire che in quel momento era giorno, perché la strega aveva intenzione di attaccare la sua famiglia di notte. Lei tornò con il braccio ferito e un’espressione furente. Gideon la inseguiva mentre lei guardava Remus con gli occhi iniettati di sangue.
-Samantha? Cos’è successo? –le chiese il complice, preoccupato.
La donna prese la bacchetta dalla tasca con la mano sinistra e lanciò uno Schiantesimo su Gideon che lo schivò, lasciando molte crepe sul muro.
-Quella mocciosa puttana! Ha nascosto il bambino … e nemmeno l’ho uccisa, quella sporca puttana Mezzosangue!
-Non parlare così di mia moglie! –urlò Remus, sollevato però al pensiero che anche la sua Dora fosse viva.
-Non osare darmi ordini! Crucio!
Remus fu preso alla sprovvista e non riuscì a concentrarsi abbastanza per non urlare: troppo dolore. Finita la prima scarica, Samantha attaccò con un’altra.
-Basta, Samantha, non vedi com’è ferito, così lo ucciderai! –urlò Gideon.
La donna si bloccò e guardò il suo complice con malignità:
-Il suo destino è quello, mio caro Gideon. Accio coltello!
Con il coltello la donna tagliò il maglione di Remus, lasciandolo nuovamente seminudo, come lo era sempre stato prima che provasse a scappare. Samantha si divertì tracciandogli segni leggeri sul petto già livido di ferite. Si soffermò sulla gola, appoggiando la lama fredda sul pomo d’Adamo. Tempo prima gli aveva tagliato la gamba con quel coltello. Remus non chiuse gli occhi, ma preferiva sfidarla con lo sguardo, rischiando ancora di farla arrabbiare.
-Remus, posso anche ucciderti, ma questo non assicura l’incolumità dei tuoi cari. Se ti uccido in fretta, infetterò il tuo bambino, che prima o poi troverò, e farò su di lui l’esperimento che vorrei fare su di te.
Un tremore invase il mannaro, spaventato al pensiero e allo stesso tempo, preso da un forte senso di colpa: aveva reso Samantha debole, incapace di trasformarsi nella sua forma Animagus, ma adesso aveva anche la possibilità di trasmettere la sua Maledizione in giro. Aveva osato troppo. Lei non gli tagliò la gola, ma alzò la testa e si rivolse al complice che osservava impietrito.
-Gideon, adesso che sei uscito allo scoperto, puoi anche aiutarmi.
-Scusa? –chiese il mago.
-Prendi la bacchetta e usa la Maledizione Cruciatus. Voglio che soffra fino a quando non mi chiederà scusa per quello che mi ha fatto. Hai commesso un grande errore quando mi hai maledetta, Remus.
-E tu quando mi hai catturato, Samantha. –rispose Remus, sfidandola.
La donna lo ignorò, rivolgendosi a Gideon.
-Forza! Sono stata tollerante quando non hai svolto quanto ti ho ordinato, devi fare almeno questo!
-Non mi hanno insegnato a torturate le persone indifese, nemmeno ad uccidere bambini innocenti! –rispose l’uomo.
Remus capì allora che Gideon non aveva mai ucciso né torturato nessuno, e ne fu lieto.
-Non sei più un grande Auror, mio caro, adesso siamo io e te –disse, avvicinandosi a lui lentamente –avanti: pensa a Silente, pensa a quanto lo odi … lui è suo figlio.
Remus pregò mentalmente che non lo facesse, ma quando arrivò un’altra ondata di dolore dalla bacchetta di quello che era il fratello della sua vera madre, cercò di distrarsi con un solo pensiero:
ha avvertito Dora, Teddy è salvo, Dora è salva …
Ma non chiese mai scusa.
 
-Remus?
L’uomo si destò dai suo pensieri bruscamente, facendo cadere la stampella su cui stava poggiando.
-Scusa Bill, io … perché ti interessa tanto? – chiese con la testa rivolta altrove.
-Scusami tu, non volevo farti ricordare quello che è successo. Voglio capire fino a che punto si è spinto, anche perchè la mamma non capisce che anche se tu lo hai perdonato non dovete stare appiccicati per forza, quello che ha fatto non si può dimenticare nemmeno con tutte le grazie del mondo. Sta organizzando un mega pranzo per Natale con tutta la famiglia!
-Ma manca circa un mese e mezzo  a Natale.-sbottò Remus.
-Lo so, ma lei è fatta così!
-Comunque nessun problema Bill: ho controllato il calendario lunare, non potrò esserci a Natale.
-Oh, mi dispiace Remus …
-Non importa, davvero Bill. Avvertirò io Molly, così non farà fantasie inutili.
-Cavolo, ci rimarrà malissimo.
                                                            *******
 
Il primo novembre Remus, insieme a tutti i professori e gli alunni, era tornato ad Hogwarts, tra l’accoglienza serena e stranamente poco curiosa dei suoi alunni. Immaginò che Piton gli avesse fatto il terzo grado, e ne fu grato. Le lezioni della mattina andarono molto bene e si sentì completamente a suo agio. La scuola era tornata quella di sempre, senza tracce del breve ma terribile soggiorno della sua aguzzina. Ma durante il banchetto non toccò cibo: lo stomaco si era chiuso a causa dell’emozione, ma anche del timore, di rivedere John. Silente gli aveva spiegato di averlo rintracciato presso una foresta del Canada, dove aveva spaventato tutti gli animali che ci vivevano a causa della sua possente mole, e di averlo convinto a trovare il suo posto invece tra i maghi, nei quali c’era uno che lo avrebbe accolto con calore e curiosità, appunto Hagrid. John inoltre era stato particolarmente collaborativo nel rispondere alle domande rivolte da parte di Kingsley e Malocchio, ma le sue conoscenze non erano abbastanza vaste per poter capire se Samantha avesse altri complici o qualche altra sorpresa. Colui che poteva avere conoscenze era Lucius Malfoy, morto per ordine di Samantha. I Lupin e i Tonks avevano rotto tutti i contatti con Narcissa e Draco: Andromeda aveva provato già a perdonare il passato, ma questo per lei era troppo.
Hagrid, seduto accanto a lui, era invece molto affamato.
-Remus non mangi? E’ tutto buonissimo! Pensa che se non ci tornavo qui non e ci mangiavo più non mi sarei più gustato questo banchetto.
-Non ho molta fame, Hagrid. Piuttosto, volevo domandarti di John. Come sta? Che sta facendo?
-John! Simpatico! Ci posso ringraziare solo Silente, grand’uomo, per Merlino, tu sei pure il figlio, mica me lo sarei mai aspettato che Silente poteva apprezzare anche le gonnelle … Che poi Silente …
-Hagrid, scusami, come sta John? –lo interruppe Remus, imbarazzato per i riferimenti alle preferenza di Silente.
-Oh, benone! Siamo già grandi amici, finalmente uno alla mia stessa altezza! Vero, abbiamo allargato la mia baracca, tanto era già distrutta, ma ci stiamo bene, benissimo. Lui è un gigante fortissimo! E come usa la magia? Meglio di tutti i maghi messi insieme.
-Mi fa piacere che tu ne sia contento, al contrario del Preside.
-Si, beh, i suoi compari ci hanno trattati da cani quel giorno, eh, tu non c’eri, ma che diamine, si erano presi Thor, maledetti.
Hagrid battè forte il pugno facendo voltare molti sguardi curiosi.
-Stai calmo, Hagrid. E lo posso vedere? Dov’è? –chiese Remus piano.
-A casa mia, ovvio! Mangia qualcosa ora, altrimenti non potrai reggere il brandy che ti voglio offrire!
 
                                                 *****
-Hey John! –esclamò Hagrid entusiasta mentre abbassava la testa per entrare –Guarda chi ti ho portato!
John stava seduto sul divano, che toccava a terra, probabilmente i due vi si era seduti insieme, sfondandolo, e quando vide Remus entrare restò impassibile.
-Ciao John, come stai? –chiese Remus cortesemente.
-Perché lo hai fatto venire, Hagrid? Ti avevo detto che non volevo avere a che fare con gli altri esseri umani. –lo rimproverò John, evitando di incrociare lo sguardo del mannaro.
-Ma John, io … -Hagrid non se l’aspettava.
-No, no, aspetta John. Ti voglio parlare da tempo, per favore. –lo supplicò Remus.
John restò zitto, mentre Hagrid uscì comprendendo il fatto che forse i due dovevano parlare soli.
-Scusami, Remus, ma non desideravo incontrati.
-No? –Remus si sentì profondamente deluso. Era consapevole del fatto che per il Dolus la sua incolumità era importante, perché serviva per salvargli la vita, ma Remus aveva visto di più. John li aveva salvati tutti da quelli che erano i nuovi maghi Oscuri per ordine di Samantha senza chiedere nulla in cambio.
-John, io ti sono comunque grato, per tutto. Mi hai salvato la vita più di una volta.
-Ti ho anche tenuto prigioniero, non ricordi? Stavo per portarti via.
-Non sei cattivo, John. Non lo sei mai stato nonostante ti fosse ordinato. Mi hai trattato con rispetto e non so come ringraziarti per averci salvati tutti passando dalla nostra parte. Sono felice che tu sia tornato.
-Non avevo nessun posto dove andare e Silente è stato insistente. Non so come mi abbia trovato, ma ho accettato la sua proposta visto che sono rimasto solo.
-Adesso hai noi, John. Perché non volevi vedermi?
-Non capisci? Dopo quello che ti ho fatto … e poi ti ho visto, quando sei diventato lupo, ed è strano, noi non abbiamo mai sofferto con la Luna Piena. Tu invece si, non è molto giusto. –disse il gigante con sguardo triste.
Remus si rilassò ed ebbe conferma di ciò che pensava di quella creatura.
-Non è colpa tua che io sono così, John, ma io e anche Hagrid possiamo capirti, perché siamo diversi da tutti. Le nostre vite, inoltre, sono ancora legate. Tu sei fatto di me.
-La mia è legata alla tua. E’ l’unica cosa che mi ha spinto a salvarti. La tua gamba è malandata per creare quelli come me.
-Guarirà, non devi preoccuparti. –disse Remus, tranquillo.-Come ti trovi, qui?
John riprese calore:
-Hagrid è simpatico, ma fastidiosamente curioso. Mi fa domande strane.
Remus rise:-Non posso biasimarti, ci avrei scommesso tutti i galeoni del mondo.
-Ha un fratello più alto di me, la Foresta Proibita è interessante, sto bene qui. Lo aiuto con le sue Creature, andiamo molto d’accordo!
-E’ quello che volevo, John. Meriti pace.
-Tu la meriti, Remus. La mia padrona te ne ha fatte passare di tutti i colori.
-Grazie John. Comunque ti verrò a trovare spesso. Non vuoi vedere esseri umani, ma io non lo sono.
 
 
 
Le feste sono finite, spero le abbiate passate  bene. Questo dovrebbe essere il penultimo capitolo, spero l’incontro tra John e Remus vi sia piaciuto. Al prossimo, grazie a tutti!
  
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