CHAPTER 1
Blu come I tuoi occhi. Blu come le mie lacrime.
Stavo sul divano del salone grande, con le gambe accavallate. Davanti a me, un enorme vetrata, da dove si vede il giardino. A maggio i fiori sono nel pieno della vita. Le rose bianche sbocciate da una parte, e un cespuglio di margherite giganti dall’altra. Nel mezzo un delizioso albero di pesche, con sotto un tavolino e delle sedie di ferro battuto.
Quando la stagione si fa piu calda, io e Gemma, amiamo stare seduti sotto il pesco a leggere libri, fare foto e scherzare.
Quell’albero mi ricorda un giorno in particolare.
Io avevo 4 anni e Gemma 8. Mi stava rincorrendo per il giardino. Ad un certo punto inciampo e atterro di faccia. Inizio a piangere. Lei, divertita dalla mia scordinazione, mi asciugó le lacrime e mi prese in braccio. Mi portó in spalle fino al bagno di servizio, e lì con un panno bagnato mi tampono la ferita e poi me la bació.
Quel ricordo mi fece ridere. Mia sorella c’è sempre stata per me.
Un suono mi fece ritornare alla normalità. Il campanello.
Vado ad aprire era Jasmine.
J- hey!
Mi abbracció. Lei è la mia migliore amica. In realtá tutti la credono la mia ragazza. Ma io sono gay. E non posso permettermi di far sapere in giro la veritá, perchè mio padre mi picchierebbe.
H- ciao Jes. Vieni, andiamo in camera.
E la prendo per mano, trascinandola.
J- aspetta. Tuo padre?
H- tranquilla. Non arriverà prima delle 5.
J- oh okay. Andiamo allora, ti devo raccontare una cosa.
Saliamo e arriviamo in camera mia. Ci sediamo sul letto.
H- allora? Che mi volevi dire?
J- domani, alla 3* ora manca il prof. Walter di chimica. Ti va se usciamo e andiamo a prendere un gelato?
Ci penso un attimo.
H- va bene. Però stiamo attenti a non essere scoperti. Altrimenti saranno guai per me.
J- si si. Tranquillo. Allora come va con il progetto di scienze?
H- emh.. B-bene.
J- lo hai iniziato almeno?
H- … Si. Un pezzo.
J- HARRY! Lo sai che devi impegnarti! Hai 5 a scienze! Ricordi la scorsa estate, quando tuo padre ha scoperto che ti avevano rimandato? O ti sei dimenticato?
H- no, non l’ho dimenticato. Affatto.
J- dai, cosa hai deciso di portare?
H- i pianeti.. Cioè il sistema solare.
Jasmin aggrottò le ciglia.
J- proprio originale.
H- grazie!
J- era sarcastica.
H- oh..
J- hai fatto lo scheletro?
H- emh.. No.
Mi alzo, apro un anta del mio armadio. Prendo una busta, e tiro fuori il mio progetto di scienze.
H- ho fatto solo questo.
Jasmine abbozzo un sorriso, e con una faccia ormai rassegnata disse:
J- tu in una settimana di tempo hai solo preso un pezzo di compensato e ci hai avvitato una cannuccia di metallo?
H- in mia difesa dico che ho avuto molto da fare
J- si, a uscire nei pub di sera e a dormire il pomeriggio. Ecco quello che hai fatto. Hahahah
Presi un cuscino dal letto e glielo tirai.
Lei si mise a ridere. Dio quanto le voglio bene. L’unica disposta a rischiare tutto per me.
Sento la porta principale aprirsi.
J- harry è tuo padre?
H- emh. Credo di si. Cazzo è in anticipo di un ora, andiamo.
La prendo per un braccio.
Scendiamo di sotto.
H- ciao papà.
J- salve signor Styles
A- hey Jasmin. Chiamami pure Albert.
J- oh, okay sign.. Albert.
Le lascio la mano e vado verso il frigo.
A- allor Jasmin. Da quanto sei qui?
J- emh. Piu o meno 20 minuti. Perchè?
Verso 3 bicchieri di limonata fresca e li passo prima a mio padre e poi a Jas.
A- vi ho sorpresi a letto percaso? Non vorrei aver interrotto qualcosa.
Mi strozzai con la limonata. E Jas quasi sputò tutto. Mio padre è sempre cosi. Non so, crede sempre che quando io e Jes stiamo insieme, stiamo limonando o chissa che cosa.
H- papà ti sembrano domande da fare? E poi anche se fosse?
E feci un occhiolino a Jas.
lei mi fulminò con gli occhi.
A- perchè non voglio che mio figlio diventi un frocio, senza palle e sanità mantale. Ecco tutto.
Il mio viso divento grigio. Triste.
Jas lo vide subito ed esclamò
J- Albert ci scusi ma adesso dobbiamo andare a fare un po di compere. Arrivederci.
E mi prese per mano.
H- ciao papà..
A- ciao Jasmin. Ciao Harry.
Ci allontanammo da casa mia. Una modesta villetta bianca. Con un ampio giardino, perimetrato da una staccionata bianca.
Ci sedemmo su una panchina.
J- harry, tutto okay?
Abbassai la testa e chiusi gli occhi.
Lo sentivo, stavano per uscire.
Infatti una lacrima mi solcò la guancia.
J- oh harry..
Mi abbracciò cosi forte da farmi mancare il respiro.
Io misi la testa sulla sua spalla e iniziai a piangere. Mi succedeva ogni volta che parlavo con mio padre.
Jasmin mi baciò la fronte. Amavo quando lo faceva.
Io, con il dorso della mano, asciugai le lacrime e mi ricomposi. Mi capitava ogni tanto. Qualcosa dentro me si rompeva ma c’era sempre lei a riparare tutto.
Lei si accasciò, e mise la testa sulle mie gambe e guardò il cielo.
Rimanemmo per almeno 10 minuti. Li fermi in quella posizione. Fra di noi non c’era bisogno di parlare. Ci capivamo anche solo respirando.
Alzai la testa e vidi davanti a me, passare, un ragazzo. Camicia blu aperta e canottiera bianca sotto.
I suoi occhi mi rapirono. Blu. Blu come il mare dei caraibi. Blu come il cielo a mezzogiorno.
Sono sicuro che un pezzo della mia anima sia rimasta incastrata tra quelle due meraviglie di pupille.
Gli sorrisi. Lui ricambiò.