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Autore: Meme__    08/01/2014    5 recensioni
"Il nucleo magico di un mago rimane vivo anche dopo che il cuore di questi smette di battere. La magia usata aveva un intento così malvagio che il nucleo magico di quelli colpiti dalle anime corrotte l'ha espulsa appena ha potuto."
E se gli eroi tanto osannati dopo la Prima Guerra Magica ritornassero in vita: sani, vivi e vegeti?
Una volta eliminata l'anima corrotta dei Mangiamorte e del Signore Oscuro, la loro traccia sulla Terra scompare e...
Nuovi interessanti scenari coivolgono il mondo magico, venite anche voi a scoprire cosa accade in questa nuova avventura: Vecchia e Nuova Generazione sconvolgeranno tutto ciò in cui credevate!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger, James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 2
La Signora Weasley saltò al collo di Harry, stritolandolo in uno dei suoi abbracci caldi e soffocanti prima di accorgersi dei suoi accompagnatori, entrati in infermeria dopo di lui.
Nella piccola porzione di stanza occupata dagli amici di Harry tutti erano pietrificati. Gli unici a muoversi erano Sirius e Remus che, paonazzi in volto, cercavano di trattenere le risate.
In effetti, la famiglia Weasley e Nimphadora Tonks senza parole erano uno spettacolo irripetibile.
«Buonasera Signori Weasley. Amici, ho l'onore di presentarvi i miei genitori, James e Lily Potter!» Il sorriso smagliante di Harry era la migliore rappresentazione di felicità mai fatta dal ragazzo. «Mamma, papà, loro sono i genitori di Ron.» 
Lily guardò la donna così diversa da lei e, stupendo quasi tutti, la abbracciò forte: «Grazie per esserci stata.»
Quasi tutti poiché i Malandrini conoscevano Lily e la sua dolcezza infinita.
«Mamma, allora lei è la signora Molly Weasley, il signor Arthur Weasley,» mormorò prendendo ad indicare le statue di sale che ingombravano lo spazio attorno a loro. «Fred, George, Charlie, Billy e Ginny Weasley.» All'ultimo nome James sogghignò dando una pacca sulla spalla al figlio. Questi tornò ad arrossire.
«Teddy, piccolo!» esclamò Harry, togliendo il bambino dalle braccia della nonna.
«Ragazzi, credo sia arrivato il mio turno di presentarvi qualcuno di importante:» iniziò Remus. «lei è mia moglie, Nimphadora Tonks, cugina di Sirius. Lei è mia suocera, Andromeda Black in Tonks. E lui è mio figlio, Ted Remus Lupin.»
Il bambino sorrise, i suoi capelli diventarono verdi mostrando la sua curiosità: allungò la manina verso i capelli di Harry, afferrandoli e tirandoglieli. Il ragazzo fece una serie di smorfie mirate al divertimento del bambino. Riuscì nel suo intento e la risata infantile si sparse per la stanza, facendo sciogliere i ragazzi.
«Amico!» esclamarono Fred e George abbracciandolo e dandogli poderose pacche sulle spalle, attenti a non sbatacchiare il bambino.
James e Sirius erano rimasti leggermente interdetti. Il primo scioccato guardava ora l'amico, ora il bambino, come alla ricerca di un'illuminazione. L'altro, dopo qualche attimo di confusione, divenne sinceramente felice.
Lily nel frattempo si era avvicinata al letto di Tonks. «Dora, posso chiamarti così? Sì, mi piace! Dora, tanto hai sicuramente tanta pazienza per poter sopportare Lunastorta, vuoi essere mia amica, vero? Dobbiamo consigliarci su come trattare quei Malandrini!» Sicuramente batteva Hermione con la sua lingua veloce.
La donna rimase sconvolta. «Io? Amica di Lily Potter?» sussurrò come se stesse sognando, dimenticando persino l'odio per quel nomignolo.
«Evans!» esclamò quella. «Lily Evans in Potter. Ma tu chiamami solo Lily.» continuò sorridendo.
I capelli di Tonks si colorarono di una tinta pallida, un verde pastello.
«Sembra che l'ultimo spirito libero sia rimasto io...» mormorò assorto Sirius, sotto lo sguardo orgoglioso di Remus.
Lily pretese Teddy per coccolarlo.
Ad un certo punto, mentre le donne si scambiavano chiacchiere e gli uomini si facevano raccontare aneddoti dai Malandrini, Madama Chips si avvicinò per invitare tutti ad uscire. «Ragazzi, per favore, potete recarvi in Sala Gran...» Sconvolta osservò Lily e James Potter. Guardò Harry con occhi lucidi e gli sorrise. «Andate a cena.» Continuando a sorridere se ne andò nel suo ufficio.
«Sto morendo di fame!» esclamò Ron, facendo scoppiare a ridere la combriccola. Sirius, dando man forte al ragazzo, spinse tutti fuori e insieme si avviarono in Sala Grande. 
La famiglia Weasley con Hermione era all'inizio del gruppo, seguiti dalla famiglia Lupin e dai Potter. Quando gli ultimi tre varcarono la soglia, l'intera Sala si immobilizzò. Con calma il gruppo prese posto al tavolo dei Grifondoro, per la gioia del resto della casata. I tavoli erano occupati da gruppetti di persone, ma c'erano tutti i ragazzi di Hogwarts. Per la gioia di Harry, Cedric Diggory era seduto tra i Tassorosso e gli alzò una mano per salutarlo. Lui ricambiò, dando un'occhiata al tavolo degli insegnanti. Minerva McGranitt, Madama Pince e Madama Chips parlottavano tra loro al centro della tavolata, Vitious, Sprite, Cooman invece osservavano la scena con espressioni felici. Piton era imbambolato ad osservare la famiglia Potter. Lily stringendo un braccio a James si alzò. Questi annuì e lei corse tra le braccia di Severus che l'abbracciò con un sorriso. 
Ron rimase sconvolto: «Piton ride?» Allungò un calcio a Neville che, tra i suoi genitori, gli rivolse un'occhiata confusa. «Guarda lì!»
Neville restò un attimo basito prima di iniziare a ridere di cuore. «È un giorno felice, Ron. Merita anche lui di sorridere!» esclamò.
Lily e Severus non parlarono, semplicemente si guardarono negli occhi e si staccarono. La donna tornò a sedersi accanto al marito, sorridendogli. James le mise possessivamente una mano sul fianco, stringendole la vita mentre faceva una linguaccia a Piton. L'uomo lo guardò ma poi sorrise, ricambiando con un'occhiolino.
Harry e Neville scoppiarono a ridere della faccia sconvolta di Ron.
Mentre tutti chiacchieravano amabilmente, Harry si scusò: «Prima di cena, devo fare una cosa. Scusatemi.» Si alzò e si avviò al tavolo dei Serpeverde. Pochi erano seduti lì, la maggior parte erano i ragazzi che si erano schierati contro le loro famiglie nella battaglia. Alcune famiglie Purosangue che avevano cambiato fazione o erano state neutrali spiccavano tra questi.
Harry puntò dritto verso i Malfoy. «Signora Malfoy,» chiamò, ottenendo oltre l'attenzione della famiglia, quella dell'intera Sala. «vorrei ringraziarla. Grazie a lei ora sono qui a festeggiare con la mia famiglia.»
La donna gli rivolse uno sguardo indecifrabile, seguito da un ampio sorriso. Si alzò dalla panca e gli diede un buffetto sulla guancia. «Se non fosse per te, ragazzo, non avrei trovato più il mio amato Draco. Anche io devo ringraziarti. E anche mio marito, vero Lucius?»
«Sì,» borbottò l'uomo. «grazie, Potter.»
Harry fece un cenno con il capo, riservando la sua attenzione al ragazzo, ora. «Devo ringraziare soprattutto te, Draco. Grazie per avermi salvato in quella stanza.» Questi, che prima cercava di distogliere l'attenzione da lui, si alzò di scattò e lo fronteggiò. Harry si aspettava una rissa e stava per tirarsi indietro, quando il ragazzo lo abbracciò, facendo trattenere il fiato a tutti.
Il moro dopo l'attimo di sorpresa ricambiò con l'affetto sincero e la gratitudine che meritava. In quegli anni aveva soffocato con la collera quei sentimenti positivi che provava per il ragazzo. Era il momento di cambiare.
«Ci siamo salvati a vicenda, Harry. Spero» e affondò il volto tra il collo e la spalla del ragazzo, facendo in modo che solo questi sentisse. «che potremmo diventare amici, finalmente.»
Harry gli diede una pacca sulla spalla e si scostò dall'abbraccio. Draco, allora, gli porse la mano. Un flashback si propose agli occhi di entrambi, ma a differenza della prima volta, Harry sorrise e gliela strinse. 
«Ci vediamo in giro, Mal- Draco!» esclamò tornando al suo posto.
Emozioni contrastanti erano alla sua tavolata, ma gli occhi fieri ed orgogliosi di sua madre lo riempirono di gioia a tal punto da ignorare gli altri.
Minerva McGranitt fece tintinnare una forchetta sul bicchiere per attirare l'attenzione: «Buonasera. Vogliate perdonarmi se rubo ancora qualche attimo ma mi sento in dovere di fare dei ringranziamenti. Diciotto anni fa, il trentuno ottobre brindavamo ad "Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto". Avremmo dovuto brindare anche a tante altre persone, che per miracolo, mi permetto di dire, ci onorano della loro presenza stasera. Oggi, dopo la Seconda battaglia di Hogwarts, brindiamo a tutti quelli che ci hanno salvato: all'Ordine della Fenice e agli Auror, ad Arthur, Molly, Bill, Charlie, Percy, Fred, George e Ginevra Weasley, a Remus e Nimphadora Lupin, a Sirius Black, a Frank ed Alice Paciock, a Lucius e Narcissa Malfoy, a Rubeus Hagrid, a tutti gli studenti che hanno combattuto oggi, Draco Malfoy, Neville Paciock e Luna Lovegood, agli insegnanti, ai fantasmi e alle armature del castello, agli abitanti della Foresta Nera, a Lily e James Potter, bentornati!, a Hermione Granger e Ronald Weasley e a Harry Potter, Salvatore del Mondo Magico.» I calici si alzarono, Harry incrociò un paio di schegge d'argento e fece un cenno col capo nella direzione del nuovo amico. In quell'attimo, i momenti passati venivano cacciati da Hogwarts. «Questa scuola ha visto succedersi secoli di Magia. Ha visto combattersi molte guerre. E, fortunatamente, vedrà, il prossimo anno, tutti coloro che hanno combattuta quest'ultima tornare a studiare per raggiungere gli scopi che la paura avevano cancellato. Ho terminato, tranquillo signor Weasley.» mormorò facendo scoppiare a ridere tutti e imbarazzando Ron. Appena questo terminò, la preside disse: «Buon appetito!» E tutti si fiondarono sui piatti magicamente riempiti da pochi attimi.
«Avevo dimenticato quanto cucinassero bene gli elfi!» esclamò James, una volta finito il suo arrosto. 
«Respira, amore, e mastica bene. Avrai problemi ad arrivare al dolce, altrimenti.»
Nessun piatto restava vuoto per più di qualche secondo, anche se Harry mangiò poco, estremamente eccitato all'idea di essere lì a cena con i suoi genitori. Neville, dall'altro lato del tavolo, doveva avere la stessa cosa, perché continuava a guardare estasiato i suoi genitori parlare e mangiare senza degnare di un'occhiata il suo piatto.
Una volta finita la cena, la preside riprese la parola: «Noi professori ci organizzeremo per poter riprendere le lezioni.» Alcune urla di giubilio si alzarono, accompagnati da molti altri fischi e sbuffi. «Hogwarts è la casa di tutti, restate quanto volete, gli studenti possono tornare a casa o restare ad aiutare per ricostruire la scuola. Vi auguro una buona serata!» concluse, sedendosi di nuovo.
Al tavolo iniziarono le chiacchierate. James, Sirius e Remus parlavano di vecchi aneddoti, supportati da Lily. I ragazzi ridevano a crepapelle. Alla combriccola si unì anche Severus Piton, che ormai riusciva a ridere delle loro vecchie discussioni. 
«Draco! Signori Malfoy!» chiamò Harry. «Unitevi a noi!»
Draco lo fissò basito, come tutti i compagni Grifondoro, prima di fare un sorriso luminoso e chiedere il permesso ai genitori. Narcissa annuì, alzandosi anche lei ma dirigendosi con il marito verso la porta d'entrata dopo aver abbracciato il figlio. 
Draco si sedette accanto a Harry. «I miei ringraziano ma credo abbiano bisogno di riprendersi un po' prima di tornare nella civiltà.»
Il gruppo riprese a chiacchierare e a ridere fino a notte fonda, quando oramai erano rimasti solo loro in Sala Grande e gli occhi dei ragazzi si chiudevano per la stanchezza.
«Professoressa...» sussurrò Lily richiamando l'attenzione della McGranitt. «non c'è un posto dove metterli? Non credo che la smaterializzazione sia adatta, al momento.»
La preside sorrise. «Seguitemi.»
James prese tra le braccia Harry mentre Severus, Sirius, Remus e Arthur facevano galleggiare nell'aria Draco, Hermione, Ron, Ginny, Fred e George. La signora Weasley salutò, ritirandosi con gli altri figli in casa propria.
Arrivarono al settimo piano e dopo aver fatto apparire la porta camminandoci davanti, la McGranitt fece entrare il gruppo. Una stanza circolare con le pareti gialline e il pavimento in legno scuro accoglieva sette letti con le lenzuola color panna. Vi posarono i ragazzi e successivamente uscirono. 
Solo Lily e James si attardarono accanto al proprio figlio. La donna si sedette sul bordo del materasso e gli scostò la frangia lunga dalla fronte, portandogliela dietro l'orecchio. Gli baciò la fronte mormorando delle dolci parole che si persero nel respiro caldo del giovane. James la scosse un po' e lei di alzò annuendo.
«Torniamo a casa, piccola.» Uscirono dalla stanza e con gli altri si avviarono nell'Ufficio della Preside.
«Torniamo domani...» iniziò Lily.
«Ovviamente! Altrimenti chi ferma quelle pesti?» lo interruppe la McGranitt. Il gruppo rise e iniziarono ad entrare nel camino. 
«Felpato, vieni da noi?» chiese James. 
«Posso, Evans?» fece con sguardo da cucciolo sperduto.
Lily rise, annuendo.
«Sev, vuoi venire anche tu?» propose all'amico. James e Sirius sbuffarono.
«In realtà...»
«So che a Spinner's End non è andata tanto bene, ultimamente... Dai, vieni, ignora i bambini!» fece con tono di rimprovero.
«Va... Va bene.» 
E Severus Piton sorrise. Andava tutto bene.


Grazie agli angeli che hanno recensito lo scorso capitolo: spero che questo capitolo vi piaccia.
Mi hanno fatto notare delle cose che vorrei precisare, per evitare fraintendimenti:
  • Dobby è morto con una pugnalata di Bellatrix che, mentre leggevo il libro nella mia immaginazione, è stata scagliata grazie all'uso della magia. Lo stesso pugnale era pregno di incantesimi oscuri.
  • Il piano superiore è distrutto dal lato destro, quando Harry e Hermione arrivano a Godric's Hollow. Non poteva essere riparato a causa della magia oscura. Come per gli uomini questa scompare anche dagli oggetti, quindi James, che aveva preceduto Lily ed Harry, ha potuto facilmente riparare l'esterno.
Detto ciò, Pace e amore.
Buona serata, Memè.

 
   
 
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